lunedì 8 febbraio 2016

Recensione a basso costo: Tutta la verità su Alice, di Jennifer Mathieu

C'è una cosa che ho imparato sulle persone: non diventano così meschine e cattive da un giorno all'altro. Non è nella natura umana. Però se dai loro abbastanza tempo, alla fine faranno le cose più dolorose del mondo.

Titolo: Tutta la verità su Alice
Autrice: Jennifer Mathieu
Editore: Newton Compton
Prezzo: € 10,00
Numero di pagine: 217
Sinossi: Tutti sanno che Alice è andata a letto con due ragazzi nella stessa sera, a una festa. E quando Brandon Fitzsimmons - il quarterback della scuola, bello e famoso - muore in un incidente d'auto, viene fuori che mentre guidava stava chattando al cellulare con Alice: lei gli stava mandando messaggi ad alto tasso erotico. A scuola già si diceva che Alice fosse una ragazza facile, una poco di buono, ma dopo la morte di Brandon, la macchina del fango impazzisce. C'è chi sostiene che abbia abortito, chi dice che sia disposta a tutto per un aiuto in matematica, il bagno delle ragazze è costellato di insulti anonimi a lettere cubitali e indelebili. Ma la vita di Alice è davvero quella che tutti pensano di conoscere? Oppure molti proiettano su di lei i loro pin torbidi segreti? Jennifer Mathieu riesce a raccontare con dissacrante realismo la vita di una ragazza qualunque, senza aggrapparsi a stereotipi o vecchi clichè.
                                                La recensione
"Sono un luogo comune, non è vero? Madre single. Padre assente. Troppi fidanzati, alla ricerca di amore in tutti i posti sbagliati e bla bla bla".
"Alice, non potresti mai essere un luogo comune. Neanche in un trilione di anni".
Fanno più danno gli ubriachi al volante o l'emarginazione? Quanto tempo ci vuole affinchè il pettegolezzo ti dipinga per quello che non sei? Le voci viaggiano in fretta, la gente parla forte. E, come con il gioco del telefono senza fili, le informazioni saltano di bocca in bocca e arrivano deformate, fraintese, confuse. E mille ricami, o forse son graffi, vengono disegnati su una storia vera, un po' per noia e un po' per il piacere di qualche brivido in più. La verità è noiosa e sopravvalutata. Il pettegolezzo è un pericolo mortale, ma ciò che è pericoloso, intorno ai diciassette anni, dà un'ebbrezza impensata. Così, sul petto di Alice Franklin viene cucita una lettera scarlatta che non va via. Non la nascondono le felpe col cappuccio e i maglioni larghi, comunque non abbastanza voluminosi per lasciarci scordare le curve del suo corpo perfetto. Non la ignorano i suoi coetanei, studenti variegati di un anonimo liceo texano, che eppure dormicchiavano quando il prof spiegava Hawthorne, e La lettera scarlatta non l'hanno mai letto sul serio, semmai guardato in tivù – probabilmente, sono passati subito all'ironico e pimpante Easy Girl, nemmeno la decenza di recuperare la trasposizione cinematografica seria, in abiti ottocenteschi. Il dito puntato sull'elfo longilineo, con i capelli cortissimi e i piercing alle orecchie. Le occhiate che scottano. La scusa perfetta per odiare e isolare l'adolescente che, corteggiata e intraprendente, faceva gola ai ragazzi e invidia alle ragazze. 
Le più spietate, se messe in un angolo. Il bullismo al maschile ti lascia un occhio violaceo, dolorante soprattutto all'esterno; quello al femminile, spiega la Mathieu, non lascia lividi visibili, ma è una macchina che logora e non cede. Una violenza verbale fatta di piccole prepotenze, commenti mirati e frasi minatorie scritte con il pennarello indelebile: sui muri del bagno pullulano gli insulti e gli epiteti volgari, fioriscono macchie d'inchiostro, e a mensa nessuno ha lasciato un posto a sedere alla vittima designata. In Tutta la verità su Alice, che mi attirava per la copertina accattivante e l'originalità della struttura, il capro espiatorio è colei che tutti vogliono e che nessuno può avere, la poco di buono di cui tutti sparlano e che nessuno conosce. Qual è, questa famosa verità? Cosa ha fatto Alice, per meritarsi un posto d'eccezione sulla gogna e nei discorsi infamanti dei suoi compaesani? La raccontano a capitoli alterni quattro personaggi, che, pare, siano informati sui fatti: quando Brandon Firzimmons morì sapevano dove fosse e dove non fosse, infatti, la chiacchierata Alice. Provocante e disinibita, sarebbe andata a letto con due ragazzi alla stessa festa. Fatale, avrebbe distratto il compianto quarterback alla guida, con i suoi messaggi bollenti, e gli avrebbe regalato una morte precoce, con la promessa di un'altra notte di sesso. Elaine, l'ape regina della Healy High, dice che la festa incriminata l'aveva organizzata lei e che Alice, sua rivale già ai tempi del ballo delle medie, ha indotto Brandon in tentazione. Kelsie, nuova in città, cattolica osservante e fanciulla illibata, è stata a lungo la migliore amica dell'assassina: adesso, turbata da una svolta che non vi svelerò, dice che l'ha vista entrate in un clinica per aborti, e che lo sfortunato bambino non si sa precisamente di chi fosse. 
Josh, amico per la pelle del quarterback e eterno secondo, è sopravvissuto al compagno di squadra: non è un testimone poi tanto affidabile, con i traumi ancora freschi e un'identità sessuale confusa. Kurt, secchione sul fondo della piramide sociale, sa discernere una frottola dall'altra e sa osservare: il candore segreto di quella Alice di cui è innamorato perso, le abitudini del suo popolare e defunto vicino di casa, le tracce che porteranno a un necessario chiarimento. Tutti mentono su qualcosa: chi è senza peccato scagli la prima pietra. Infine, nel capitolo conclusivo, per congerdarsi senza avere rimpianti, Alice in persona. La sfasciafamiglie, la sgualdrina, la sciagurata – la martire prescelta -, con la sua personale verità e un epilogo che ci dà il punto di vista della diretta interessata, ma miti soddisfazioni. L'esordio di Jennifer Mathieu, vincitrice del Teen Choce Debut Author Award, ha uno schema intrigante e nessun pelo sulla lingua. Asciutto e veloce, con gli scarabocchi e le brutte parole, è esempio di una narrazione ben messa a punto e dallo spirito insolito, ma lo si immaginava più aggressivo, nero e ambiguo. Un thriller per giovani adulti. Invece, più che asciutto è freddo, più che veloce è frettoloso: un romanzo young adult con pochi enigmi – sull'innocenza della protagonista presa di mira si è sicuri sin dall'inizio – e un personaggio femminile, soprattutto quando la descrive il nerd innamorato di turno, che ricorda le donne irraggiungibili e scapestrate di John Green. Ma manca qualcosa. Quel quid che, purtroppo, lo rende senza infamia e senza lode; non all'altezza di un'idea tanto vincente. Colpa di uno stile tutt'altro che ineccepibile - e chissà, magari anche della traduzione italiana - che dà ai giovani protagonisti una coloritura linguistica abbastanza generica: il diciassettenne medio, il diciassettenne bullo, non è tale solo perché fa abuso, nel linguaggio informale, di “cioè” e “tipo”. Tutta la verità su Alice è l'utile e realistico manuale del cattivo teenager di ogni dove. Da leggere per essere un teenager, o un adulto, migliore. Con - dalla sua - una copertina troppo bella, una struttura troppo articolata per un'autrice ai primi passi e l'impressione di uno spunto affascinante, ma sviluppato a metà.
Il mio voto: ★★★
Il mio consiglio musicale: Evanescence – Everybody's Fool

23 commenti:

  1. Mi piace la cover e l'idea di base, ma c'è qualcosa che ancora non mi convince. La conclusione della tua recensione mi lascia ancora più dubbiosa su questo romanzo!

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    1. Sono dubbioso anch'io, ti dirò, nonostante non sia stato una cattiva lettura. :)

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  2. Anche a me aveva colpito la cover, ma poi qualcosa mi ha frenato...dalle pecche che hai riscontrato mi sembra di capire che non si tratti di un brutto libro ma nemmeno di una storia capace di lasciare il segno...credo che passerò oltre :)

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    1. Ci siamo capiti, sì. Per giovanissimi, anche se tema e struttura meritano. ;)

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  3. La cover mi piace tantissimo perchè oltre a essere del mio colore preferito adoro le scritte ai lati e anche la trama mi ha colpito fin da subito però ho notato che nell'ultimo periodo leggo pochissimi YA o NA e quei pochi che leggo mi deludono quindi magari aspetterò il momento giusto per farci un pensierino...

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    1. Il fatto di leggerne pochi, sai?, può essere un bene.
      Manca, così, l'effetto "ripetizione". ;)

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  4. Per certi versi, con la storia dell'emarginata sociale additata da tutti come cattiva ragazza, mi ricorda I cento colori del blu ma lì niente tinte fosche, il dramma è un altro. Anche questo lo salto, sarà per la prossima volta.

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    1. Purtroppo, le tinte fosche, alla resa dei conti, mancano pure qui...

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  5. Le copertine di molti libri ormai sono più belle delle locandine dei film...
    Peccato che, almeno questo sembra essere il caso, spesso sono meglio di ciò che contengono all'interno.
    D'altra parte ci sarà un motivo se esiste il detto: mai giudicare un libro dalla copertina. :)

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    1. Ma anche il resto non era male. Solo, poteva essere meglio. ;)

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  6. Cover molto bella, idea di base davvero carina ..ma dalla tua recensione si capisce che non è un capolavoro, ma che non è nemmeno una lettura da buttare. classico libro che si classifica (scusa il gioco di parole ahah) nella terra di mezzo, per così dire.

    bellissima recensione come sempre :)

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    1. Bentrovata, Ronnie. Dici bene, "terra di mezzo".
      Posto un po' infame, lo ricorderò bene Padron Frodo. :-D

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  7. Bella recensione, ma non c'è tempo nella vita per i libri della "terra di mezzo". Giusto? In questi casi le recensioni sono molto utili, ancor più di quelle positive. Un libro per certi versi simile, ma non da terra di mezzo, è "Speak" della Lauri Halse Anderson. Secondo me potresti aver visto l'omonimo film.
    Un saluto da Lea

    P.S: Ieri sera ho visto il nuovo film di Tarantino! E' previsto un tuo post? Mi piacerebbe molto parlarne, ma non oso lanciare il sasso per prima.

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    1. Hai perfettamente ragione, Lea, ma sotto esame non mi lamento. Leggo in maniera discontinua e c'è, sotto sotto, la paura di imbattersi in un libro più denso - già Acciaio, nonostante mi piaccia abbastanza, mi dà filo da torcere. Speak l'ho visto, sì, e ho sempre voluto leggere anche il romanzo. Su Tarantino, che forse recensirò domani, la mia opinione è un po' impopolare: tante citazioni, poca sostanza, troppe chiacchiere. ;)

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  8. Forte! Quando si hanno pareri contrastanti a mio avviso c'è più gusto! Ho adorato ogni singolo minuto del film! A presto. Lea

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  9. Bellissima recensione come sempre e ottima scelta musicale. Ti dirò, questo romanzo mi aveva colpito proprio per la sua copertina (guarda caso ^^) e per l'argomento trattato (molto attuale) anche se penso che sia proprio il tema il problema dei romanzi che parlano di bullismo. Sembra esserci sempre qualcosa che frena, su cui si è reticenti a parlare... sarà per questo che Tutta la verità su Alice non è così nero, così aggressivo e così ambiguo?

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    1. Per me, Jerry, questa volta è colpa dell'autrice.
      Il romanzo non le manda tanto a dire, ma poteva essere più tragico, tagliante, duro. Sarà per la prossima. ;)

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  10. Scelte musicali fantastiche!
    Mi incuriosisce molto il libro, sopratutto dalla cover accattivante,
    Bellissime recensioni come sempre devo dire, anche se mi hai lasciato il dubbio sopratutto nelle ultime frasi.
    Un bacio
    -Eleonora (Passion Book)

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  11. Fino a tre quarti di recensione ero tipo "vedi Deni, l'hai snobbato come al solito, ma sembra meritare" per poi arrivare alla conclusione "oddio, e adesso? Lo leggo o non lo leggo?! Un altro romanzo che soddisfa a metà..." quindi ora risolvi il mio enigma pls Y.Y sì o no?

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    1. Questa volta, vedi?, sono più sicuro: hai tanto da leggere, quindi ti direi proprio di no. :)

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  12. Lo ricordo bene questo romanzo: l'ho letto due anni fa e non mi era dispiaciuto. Lo avevo trovato molto strano, però mi aveva comunque regalato qualche ora piacevole.
    Per essere completamente apprezzato, probabilmente bisognerebbe farlo leggere a ragazzi/ragazze di giovane età, perché, giustamente come dicevi tu, l'autrice affronta si un tema interessante, ma non lo fa in maniera "completa".
    Un saluto :)

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