Scream Queens
Stagione I
Riti di iniziazione, giuramenti di sangue, prove del fuoco. Sei abbastanza testardo per superare indenne la loro selezione? Sei abbastanza alla moda per fare parte del loro mondo di debuttanti assatanate e figli di papà senza arte né parte? Un college americano come tanti e come nessuno è il regno indiscusso di Chanel Oberlin, l'avvente e capricciosa regina delle Kappa Kappa Tau. Bionda ossigenata ma naturalmente cattiva, ha la cieca fedeltà delle sue consorelle – minions ingioiellate con un nome proprio sacrificato alla causa – e quella, assai meno cieca però, di Chad Radwell, presidente dei Tirati a Lucido e impenitente dongiovanni. Insieme, sono ai vertici di una dittatura di griffe e terrore, finché il decano Munsch – donna tutt'altro che candida, ma acerrima nemica dello strapotere dei rampolli – non decide di aprire le porte delle confraternite a tutti. Le sorelle Kappa, strette nelle loro pellicce prima per il disgusto, poi per la paura, dovranno imparare a convivere con le nuove studentesse – povere, trasandate e, a volte, con la lingua decisamente lunga – e a dormire con un occhio aperto e uno chiuso. Nel campus si aggira, infatti, un serial killer vestito come la mascotte della Wallace, Red Devil, e spinto da un immortale desiderio di vendetta – chi era la ragazza morta, vent'anni prima, in quella casa e cosa ne è stato del bambino che aveva dato alla luce? - farà in mille pezzi quell'impero di privilegi e i loro antipatici, ma indispensabili membri. Scream Queens, nello stesso anno in cui il soprendente The Final Girls arriva al cinema per ricordarci, con una risata spontanea e uno spruzzo di sangue, i cliché a fantasia e la poetica spiccia dello slasher vecchio stile, fa il suo debutto su Fox – un debutto che, tra l'altro, non ottiene gli ascolti sperati, ma che infiamma gli animi di chi ama l'horror e la teen comedy – con lo stresso scopo. Omaggiare divertendo. O è forse parodiare, il compito di un Ryan Murphy gaio e intelligente quantomai, che dà ottimi segni di ripresa, dopo la stancante deriva delle ultime stagioni di Glee e di American Horror Story? Aria colorata, anni novanta, e caricaturali reminescenze d'autore che hanno dell'epico, quasi: i drughi che marciano a ritmo dei Backstreet Boys, un Haloween con il labirinto ghiacciato di Shining in giardino, la doccia di Jamie Lee Curtis – autoironica, affascinante, senza paura di mostrare la sua età – con un altro Psycho al di là della tendina. Il cast è di belli e pop, con passate conoscenze telefilmiche – Diego Boneta, Skyler Samuels e una sorprendente Lea Michele, non più la Rachel Berry che conosciamo - e ex bambini prodigio – Abigail Breslin, Nick Jonas, Keke Palmer e Ariana Grande; la peggiore attrice dell'anno, ques'ultima, e al centro di una esilarante scena di morte. A urlare più forte di tutti, però, la superba Emma Roberts. La nipote di zia Julia, a lungo ragazza della porta accanto in film per famiglie, così bella e detestabile non si era davvero mai vista. Scream Queens è spassoso, violento, verso il trash infinito e oltre. Idiota con cura, semiserio con ironia. La parodia di un genere che ha detto tutto e adesso sa finalmente prendersi per i fondelli. Ma è troppo gore per gli schizzinosi, troppo all'acqua di rose per gli amanti del thriller nudo e crudo e, nella seppure piacevole chiusa, poteva esserci più azione e qualche spiegone in meno. Per me, che ho sempre sognato un Mean Girls o un Ragazze a Beverly Hills sul piede di guerra, è stato comunque solo bene. (7,5)
Stagione I
Riti di iniziazione, giuramenti di sangue, prove del fuoco. Sei abbastanza testardo per superare indenne la loro selezione? Sei abbastanza alla moda per fare parte del loro mondo di debuttanti assatanate e figli di papà senza arte né parte? Un college americano come tanti e come nessuno è il regno indiscusso di Chanel Oberlin, l'avvente e capricciosa regina delle Kappa Kappa Tau. Bionda ossigenata ma naturalmente cattiva, ha la cieca fedeltà delle sue consorelle – minions ingioiellate con un nome proprio sacrificato alla causa – e quella, assai meno cieca però, di Chad Radwell, presidente dei Tirati a Lucido e impenitente dongiovanni. Insieme, sono ai vertici di una dittatura di griffe e terrore, finché il decano Munsch – donna tutt'altro che candida, ma acerrima nemica dello strapotere dei rampolli – non decide di aprire le porte delle confraternite a tutti. Le sorelle Kappa, strette nelle loro pellicce prima per il disgusto, poi per la paura, dovranno imparare a convivere con le nuove studentesse – povere, trasandate e, a volte, con la lingua decisamente lunga – e a dormire con un occhio aperto e uno chiuso. Nel campus si aggira, infatti, un serial killer vestito come la mascotte della Wallace, Red Devil, e spinto da un immortale desiderio di vendetta – chi era la ragazza morta, vent'anni prima, in quella casa e cosa ne è stato del bambino che aveva dato alla luce? - farà in mille pezzi quell'impero di privilegi e i loro antipatici, ma indispensabili membri. Scream Queens, nello stesso anno in cui il soprendente The Final Girls arriva al cinema per ricordarci, con una risata spontanea e uno spruzzo di sangue, i cliché a fantasia e la poetica spiccia dello slasher vecchio stile, fa il suo debutto su Fox – un debutto che, tra l'altro, non ottiene gli ascolti sperati, ma che infiamma gli animi di chi ama l'horror e la teen comedy – con lo stresso scopo. Omaggiare divertendo. O è forse parodiare, il compito di un Ryan Murphy gaio e intelligente quantomai, che dà ottimi segni di ripresa, dopo la stancante deriva delle ultime stagioni di Glee e di American Horror Story? Aria colorata, anni novanta, e caricaturali reminescenze d'autore che hanno dell'epico, quasi: i drughi che marciano a ritmo dei Backstreet Boys, un Haloween con il labirinto ghiacciato di Shining in giardino, la doccia di Jamie Lee Curtis – autoironica, affascinante, senza paura di mostrare la sua età – con un altro Psycho al di là della tendina. Il cast è di belli e pop, con passate conoscenze telefilmiche – Diego Boneta, Skyler Samuels e una sorprendente Lea Michele, non più la Rachel Berry che conosciamo - e ex bambini prodigio – Abigail Breslin, Nick Jonas, Keke Palmer e Ariana Grande; la peggiore attrice dell'anno, ques'ultima, e al centro di una esilarante scena di morte. A urlare più forte di tutti, però, la superba Emma Roberts. La nipote di zia Julia, a lungo ragazza della porta accanto in film per famiglie, così bella e detestabile non si era davvero mai vista. Scream Queens è spassoso, violento, verso il trash infinito e oltre. Idiota con cura, semiserio con ironia. La parodia di un genere che ha detto tutto e adesso sa finalmente prendersi per i fondelli. Ma è troppo gore per gli schizzinosi, troppo all'acqua di rose per gli amanti del thriller nudo e crudo e, nella seppure piacevole chiusa, poteva esserci più azione e qualche spiegone in meno. Per me, che ho sempre sognato un Mean Girls o un Ragazze a Beverly Hills sul piede di guerra, è stato comunque solo bene. (7,5)
Jessica Jones
Stagione I
In quella New York che, dopo l'avvento distruttivo degli Avengers, non è stata più la stessa, si muovono fan calorosi, ombre minacciose e tanti nuovi, aspiranti eroi. Tra questi, anche una lei. Cosa nota, però, la mia indifferenza verso il cinecomic. L'arrivo in città degli Avengers l'ho scoperto solo qui, unendo i puntini, e non faccio propriamente parte della folla che, davanti alle insegne della Marvel, scalpita con l'entusiasmo dei bambini. Però mi piacciono le storie di eroi post Cavaliere Oscuro e, soprattutto, quelle prodotte dall'insostituibile Netflix. Quando sono nuove conoscenze, poi, amo lasciarmi il beneficio del dubbio e provarci. Convinceranno anche me, spettatore scettico? Quest'anno ho già detto di sì, meravigliato, davanti allo straordinario Daredevil. Non totalmente nuovo, in quel caso – c'era già stato il dimenticabile film con Ben Affleck –, ma sorprendente. Le interpretazioni memorabili, la regia elaborata, le tinte dark. L'eroe cieco, che di giorno lavorava in tribunale e di notte perseguitava i suoi nemici nei vicoli di Hell's Kitchen, mi aveva convinto senza riserve. Era ed è tra le migliori serie dell'anno. Jessica Jones figurava tra i titoli di richiamo della Netflix - finalmente giunta anche da noi, e in pompa magna - e sembrava essere abbastanza forte da potere combattere i miei classici pregiudizi. Tredici abbondanti episodi per conoscersi e, in fine, giudicare. L'introduzione di una nuova figura dei fumetti – una giovane donna sarcastica, istintiva e un po' romantica, che fa l'investigatrice privata e prova a gestire come può la sua forza fuori dal comune – e della sua inseparabile nemesi. Kilgrave è un diavolo tentatore che, con una parola, può indurti a fare qualsiasi cosa. Uccidere, seminare il caos e, se sei una testarda eroina che si è ribellata alle sue manipolazioni, indurti ad amarlo. La causa: folli esperimenti in laboratorio e un accento inglese che, già di suo, fa abbastanza. La riscrittura moderna della Bella e la Bestia, l'ennesima, fa da cornice a pochi casi – un'adolescente che, soggiogata, ha ucciso i suoi familiari a colpi di pistola, ad esempio – e a tanti comprimari con la loro da dire – i simpatici e umani vicini di casa, una spietata avvocatessa rampante, la sorella adottiva famosa e Luke Cage, amico, amante e altro supereroe in cerca di spin-off. Jessica Jones non dispiace, né pesa in alcun modo, ma non è ciò a cui la Netflix, sempre di alti livelli, ci ha abituato. Un passo indietro. Siamo più dalle parti di Arrow o The Flash, questa volta. Regia anonima, sceneggiatura senza guizzi personali – anche se dalla creatrice di Twilight e Step Up potevamo aspettarci il peggio -, atmosfere da The CW. Di buono c'è l'inizio e la fine. Al centro, puntate mediocri, che non annoiano – i ritmi sono oggettivamente meno lenti e le battute spiritose portano quella leggerezza che non guasta – e niente che, essenzialmente, vorrò tenere a mente. Eccezione fatta, ovvio, per Krysten Ritter – irresistibile, lei, con quel fascino da mancata musa di Tim Burton e una misantropia molto nelle mie corde – e per David Tennant, gran maestro di carisma. Una Veronica Mars noir, con ancora pochi clienti e poteri dall'utilità assai discutibile, per una produzione che si limita a essere carina o giù di lì. Le recensioni d'oltreoceano, molto positive, e un lancio in grande mi avevano fatto sperare, però, in un en plein, dopo il colpo di fulmine con Daredevil. Colpa mia, suppongo. Pensiero azzardato? (6,5)
Stagione I
In quella New York che, dopo l'avvento distruttivo degli Avengers, non è stata più la stessa, si muovono fan calorosi, ombre minacciose e tanti nuovi, aspiranti eroi. Tra questi, anche una lei. Cosa nota, però, la mia indifferenza verso il cinecomic. L'arrivo in città degli Avengers l'ho scoperto solo qui, unendo i puntini, e non faccio propriamente parte della folla che, davanti alle insegne della Marvel, scalpita con l'entusiasmo dei bambini. Però mi piacciono le storie di eroi post Cavaliere Oscuro e, soprattutto, quelle prodotte dall'insostituibile Netflix. Quando sono nuove conoscenze, poi, amo lasciarmi il beneficio del dubbio e provarci. Convinceranno anche me, spettatore scettico? Quest'anno ho già detto di sì, meravigliato, davanti allo straordinario Daredevil. Non totalmente nuovo, in quel caso – c'era già stato il dimenticabile film con Ben Affleck –, ma sorprendente. Le interpretazioni memorabili, la regia elaborata, le tinte dark. L'eroe cieco, che di giorno lavorava in tribunale e di notte perseguitava i suoi nemici nei vicoli di Hell's Kitchen, mi aveva convinto senza riserve. Era ed è tra le migliori serie dell'anno. Jessica Jones figurava tra i titoli di richiamo della Netflix - finalmente giunta anche da noi, e in pompa magna - e sembrava essere abbastanza forte da potere combattere i miei classici pregiudizi. Tredici abbondanti episodi per conoscersi e, in fine, giudicare. L'introduzione di una nuova figura dei fumetti – una giovane donna sarcastica, istintiva e un po' romantica, che fa l'investigatrice privata e prova a gestire come può la sua forza fuori dal comune – e della sua inseparabile nemesi. Kilgrave è un diavolo tentatore che, con una parola, può indurti a fare qualsiasi cosa. Uccidere, seminare il caos e, se sei una testarda eroina che si è ribellata alle sue manipolazioni, indurti ad amarlo. La causa: folli esperimenti in laboratorio e un accento inglese che, già di suo, fa abbastanza. La riscrittura moderna della Bella e la Bestia, l'ennesima, fa da cornice a pochi casi – un'adolescente che, soggiogata, ha ucciso i suoi familiari a colpi di pistola, ad esempio – e a tanti comprimari con la loro da dire – i simpatici e umani vicini di casa, una spietata avvocatessa rampante, la sorella adottiva famosa e Luke Cage, amico, amante e altro supereroe in cerca di spin-off. Jessica Jones non dispiace, né pesa in alcun modo, ma non è ciò a cui la Netflix, sempre di alti livelli, ci ha abituato. Un passo indietro. Siamo più dalle parti di Arrow o The Flash, questa volta. Regia anonima, sceneggiatura senza guizzi personali – anche se dalla creatrice di Twilight e Step Up potevamo aspettarci il peggio -, atmosfere da The CW. Di buono c'è l'inizio e la fine. Al centro, puntate mediocri, che non annoiano – i ritmi sono oggettivamente meno lenti e le battute spiritose portano quella leggerezza che non guasta – e niente che, essenzialmente, vorrò tenere a mente. Eccezione fatta, ovvio, per Krysten Ritter – irresistibile, lei, con quel fascino da mancata musa di Tim Burton e una misantropia molto nelle mie corde – e per David Tennant, gran maestro di carisma. Una Veronica Mars noir, con ancora pochi clienti e poteri dall'utilità assai discutibile, per una produzione che si limita a essere carina o giù di lì. Le recensioni d'oltreoceano, molto positive, e un lancio in grande mi avevano fatto sperare, però, in un en plein, dopo il colpo di fulmine con Daredevil. Colpa mia, suppongo. Pensiero azzardato? (6,5)
miniserie tv
Danny,
stordito dalla musica alta, esce dalla solita discoteca mentre fuori
albeggia e Londra si sveglia. Pensa agli errori di una gioventù
vissuta nella promiscuità e s'intristisce. Finché un passante in
tenuta da jogging non gli domanda se è tutto okay. Il ragazzo sul
ponte di chiama Alex e qualche volta, quando siede solo e pensieroso,
desidererebbe la compagnia di qualcuno – uomo o donna non importa. Ex bambino prodigio, dotato di grande talento
per i numeri e i codici, si è iscritto all'università a quindici
anni e, da allora, si sente costantemente fuori posto. Si piacciono a
prima vista, anche se così diversi, e Danny insegna ad Alex – che
conosce poco il sesso e ancora meno l'affetto - a seguire la propria
natura. Ma Alex scompare nel nulla. Danny, nella soffitta del
compagno, trova un armadio pieno di strumenti erotici e un baule
chiuso a chiave. All'interno, un cadavere nudo. Chi era il ragazzo che, al
primo incontro, aveva capito tutto di lui, pur rimanendo un'incognita? Cosa c'era di vero tra i due, se Alex vestiva per tutto il tempo
un'identità fittizia? Il
primo episodio di London Spy,
con i dialoghi realistici e quell'intimità quasi spiata, mi aveva
subito rubato uno spassionato consenso. Probabilmente, avevo visto il
pilot più bello dell'anno. Esemplare ed elegantissimo, con la
timidezza dei suoi ottimi protagonisti, il mistero fitto, quel
finale che si chiudeva con la scoperta del lutto e della bugia. Sullo
sfondo, una Inghilterra vagamente indie, con le luci baluginanti, il
cielo uggioso, lo sguardo malinconico. Le puntate successive
dell'inconsueta miniserie BBC – originale perché non scritta con
il pilota automatico, cosa che spesso rimprovero agli inglesi, e per
la sessualità della spia protagonista in absentia, tra notizie e
articoli in cui, in futuro, si ipotizzava un Bond omosessuale –
hanno però ritmi lenti, più domande che risposte. Alex, un
Alan Turing in erba, aveva messo in allerta le principali compagnie
governative con il suo ultimo progetto. Unica soluzione: colpirlo
dove faceva più male. Colpire Danny, che fragile e spaesato, eppure
testardo, cerca la verità, scomodando figure nell'ombra – un
anziano agente segreto, l'imperturbabile suocera – e procurandosi,
a ogni passo, mortali inimicizie. Peggio delle minacce, le congetture
della stampa; il volere trasformare una cosa bella in una cosa
brutta, gettando fango su ciò che c'è stato tra loro, anche se per
pochissimo. E ancora meglio della parentesi spionistica, un giallo che in
definitiva non soddisfa abbastanza, quel senso di struggimento che
perdura. L'impressione che London
Spy,
se solo ci fossero state più scene – e più tempo – per loro,
non avrebbe avuto grossi difetti. Scrive Tom Rob Smith, l'autore di
Bambino 44,
e attori di prima scelta fanno il resto. Il caratterista Broadbent,
la glaciale Rampling, l'esordiente Edward Holcroft e perfino il
nostro Riccardo Scamarcio, nel breve ruolo di un gigolò
doppiogiochista. Nota a parte per un magistrale Ben Whishaw – già
indispensabile aiutante in Skyfall
e presto Freddie Mercury, nell'atteso biopic – che, nella staziante
scena in cui si scopre sieropositivo, per dirne una, dà il meglio di
sé; forse addirittura il meglio dell'anno. London
Spy, tra
Weekend e
Orphan Black,
è tante cose. Spesso troppe, con il rischio di risultare tutto e
niente. Poco a fuoco. Mostra, però, monito per gli spettatori più omofobi del cosmo, che c'è qualcosa di
indescribile quando lui incontra lei, nei boy meets girl di ogni dove, ma che quando un lui incontra
un altro lui – nella storia della spia e dell'uomo che la amò, ad
esempio – la magia è la stessa. (7)
viste tre puntante di Jessica Jones, mi piace molto il persoaggio e l'atmosfera noir però ci sono anche numerose sbavature...
RispondiEliminaTroppe. E, nel finale, vedrai che viene meno l'unica cosa buona dello show. Perché proseguire con una seconda stagione, a questo punto?
EliminaMa come, Jessica Jones volevo assolutamente vederlo! Magari lo inizio comunque e poi valuto, mi sembra molto molto interessante
RispondiEliminaScream Queens non mi ispirava, ma dalla tua recensione non sembra malaccio (che era trash, lo avevo capito. XD).
Scream Queens lo troverai nel listone dei telefilm dell'anno. Su Jessica Jones, che eppure altrove piace tanto, ho già messo una pietra sopra. Finito una settimana fa, e già non lo ricordo...
EliminaScream Queens è una delle robe più belle viste da settembre a questa parte, il finale da urlo, l'interpretazione di Lea Michele nell'ultimo episodio mi ha quasi dato i brividi - e io Lea Michele la odio molto molto forte da Glee -.
RispondiEliminaJessica Jones mi è piaciuto, molto più che a te direi, un noir con i fiocchi, con un cattivo pazzesco e una protagonista in conflitto emotivo, meglio di così
Per me, in Jessica Jones, di pazzesco c'è solo il protagonista. Lei simpatica, ma adolescente nel cuore.
EliminaEsilarante Scream Queens, e concordo su una bravissima Lea Michele, che all'inizio pensavo messa lì per un cameo o poco più.
Scream Queens geniale!
RispondiEliminaLa serie che mi ha fatto più ridere quest'anno e il finale ha avuto pure un che di poetico.
Anche per me un sogno diventato realtà.
Per me Jessica Jones al livello di Daredevil o quasi. All'inizio non mi aveva convinto del tutto, ma nemmeno Daredevil d'altra parte, poi da metà stagione in poi è diventato davvero ottimo.
Di London Spy mi spaventano i ritmi lenti, però magari gli darò una chance...
Sì, ma in Daredevil ci sono scene che, a distanza di mesi, ricordo ancora? Il piano sequenza à la OldBoy, l'inseguimento con Pavarotti in sottofondo. Il gigantesco antagonista. Come hanno potuto snobbarlo ai Golden Globes? Questo carinissimo, ma con niente da tenere a mente. Vai con London Spy, ché secondo me ti piace.
EliminaMi manca tutto, e se London Spy ne lo godrò durante le vacanze, gli altri due mi lasciano un po' indifferente.. Magari quando sarò alla ricerca di trash andrò dalle regine dell'urlo, e quando vorrò un po' di bel Tennant dalla Marvel :)
RispondiEliminaLa Marvel, nonostante Tennant, ti direi di saltarla: ricordo che nemmeno Daredevil ti aveva convinto. Scream Queens, invece, ti divertirà molto: poi, se non sbaglio, l'umorismo nonsense convince anche te!
EliminaE' questo che a tanti sfugge: il trash per precisa volontà.
RispondiEliminaCome glielo spieghiamo, ai più seriosi? ;)
A me Jessica Jones è piaciuto tanto, anche se meno rispetto a Daredevil. Più intimo, racconta un'odissea privata più che una lotta per il bene. Forse per questo ho trovato che il suo più grande difetto fosse la lunghezza: con un solo vero nemico, con solo una storia da raccontare, tredici episodi per me sono stati eccessivi. Alla fine ho avvertito un po' di stanchezza, e un riciclo della stessa trama: Kilgrave catturato (o faccia a faccia con Jessica), per vederlo fuggire all'ultimo minuto.
RispondiEliminaA parte quello (e la colonna sonora spiccatamente noir, ma son gusti) l'ho trovato un prodotto notevole, e il più cupo del MCU.
Concordo con te, ma purtroppo non sono proprio riuscito a passare oltre i tanti difetti. Come miniserie, forse, glieli avrei perdonati. Il brodo allungato l'ho un po' percepito.
Elimina"Scream Queens" e "Jessica Jones" non vedo l'ora di vederli... però Netiflix io non ce l'ho... devo proprio averlo vacca gallina
RispondiEliminaNemmeno io ce l'ho, e nemmeno sono troppo tentato. :P
EliminaHo visto qualche puntata di Scream Queens, davvero troppo trash, non so se proseguire con la visione.
RispondiEliminaDi Jessica Jones ne ho sentito parlare parecchio bene, il tuo parere invece è un po' tiepido, di certo non mi aiuta a curare la mia allergia da supereroi. ;)
E non ti aiuterà, te lo assicuro.
EliminaProsegui con Scream Queens!
Sono d'accordissimo per quanto riguarda Scream Queens. Spero che facciano una seconda stagione, perché secondo me, nonostante abbiamo scoperto chi sia il Red Devil, ci sono le basi per un sequel. Vedremo :3
RispondiEliminaJessica Jones mi attira parecchio, però nemmeno io sono una fan della Marvel ..
Pare che una seconda stagione ci sarà, nonostante ascolti così così, però parlavano di serie antologica, come con American Horror Story. Stessi protagonisti, altra storia? Non mi dispiacerebbe, la cosa. Mezzo cast, tanto, è morto. ;)
EliminaNon seguo AHS, quindi non ho idea di come sia ^^" intendi ad esempio una Chanel Obelin in un altro contesto? XD
EliminaPiù che altro, una Emma Roberts con un altro personaggio - buona, questa volta? - e un'altra ambientazione. In AHS, ogni stagione è ambientata in una diversa epoca storica, su uno sfondo differente. Chissà. Davo per certo il rinnovo - lo avevo letto da qualche parte - e invece no. Okay che la Fox ha rinnovato l'orrendo Wayward Pines. C'è speranza!
EliminaMi sono già abbastanza sperticata in lodi per quanto riguarda Jessica Jones :P, dunque passerò a parlare di Scream Queens (che, per la cronaca, non ho ancora finito di guardare...)
RispondiEliminaMi piace, lo trovo divertente, a tratti persino brillante; si vede che c'è dietro lo zampino del produttore di "Glee", però, e trovo che la serie assomigli molto più a quella (il taglio demenziale è decisamente lo stesso! XD) che non ad "American Horror Story".
Non verserò una lacrima, onestamente, in caso di mancato rinnovo... ma continuerei a seguire lo show in caso contrario,e lo farei con piacere! :D
Se non sbaglio, l'hanno già rinnovata. Al contrario di Jessica Jones! *risata malefica*
Eliminaun giorno, se vivo a lungo e mi resta tempo, voglio cronometrare i minuti che si sono mangiati in sequenze in cui Jessica si sveglia, Jessica si alza dal letto e/o divano, in cui Jessica va alla porta e la apre. O le sequenze in cui Jessica passa da una stanza all'altra. IO ho molta pazienza, te lo giuro,anche il ritmo è linguaggio e io mi adeguo. Ma c'è un tale vuoto, in questa lentezza (vuoto di tensione, vuoto di trama), che alla fine diventa perfino un vuoto emozionale e comincia a non fregarmi più nulla di chi sarà la prossima vittima di Tennant. e dire che i primi tre episodi mi erano pure piaciuti, ma poi basta. Nessuna rivelazione degna di questo nome, nessun vero colpo di scena, una serie infinita di storie di contorno (l'avvocato spietato e sue donne, l'amica starlette il poliziotto dall'allineamento non del tutto definito) che non hanno colmato il vuoto, immenso, che sta in mezzo. Ma su una cosa sono con te: lei è interessante, cinica quanto basta e con qualche battuta decente.
RispondiEliminaah! per le altre due serie, un po' tutti mi stanno raccomandando London Spy, e se è piaciuto pure a te, potrebbe fare per me ;)
EliminaSe mi dà ragione anche una fan della Marvel come te, B, sono in pace col mondo. ;) London Spy racconta una bellissima storia d'amore declinata interamente al maschile, e con momenti veramente intensi, anche se il giallo è così così. Glielo perdoniamo.
EliminaJessica Jones lo sto finendo e lo adoro, ogni puntata mi cattura più della prima; lei è stupenda e scazzatissima, lui lo trovo un po' meno calzante per il ruolo di Killgrave ma è comunque inquietante al punto giusto.
RispondiEliminaQuanto a Scream Queens è stato il guilty pleasure del 2015, meravigliosamente trash, come piace a me! E Chanel Oberlin santa suBBito!!