Cari
amici, buongiorno a voi. Oggi, le recensione di un romanzo che ho molto apprezzato e che ha un solo difetto: io leggo
troppo! Ho avuto modo di conoscere l'autrice, persona carinissima, la
settimana scorsa – qui, le foto dell'evento – e,
passati ormai due anni dal Cuore selvatico del ginepro, tocca
ammettere che l'attesa è stata ripagata ad hoc. Augurandovi buona
lettura, vi abbraccio. Buon weekend – e, quando siete al mare,
abbiate un pensiero per me che, fino al 23, sarò chino sui
libri.
“Non
mentirmi. E' doloroso morire?”
“Vi
assicuro che certe volte vivere fa molto più male.”
Titolo:
Fiore di fulmine
Autrice:
Vanessa Roggeri
Editore:
Garzanti
Prezzo:
€ 16,40
Numero
di pagine: 280
Sinossi:
È
quasi sera quando all'improvviso il cielo si fa livido, mentre enormi
nuvole nere galoppano a oscurare gli ultimi raggi di sole. Da sempre,
la prima cosa da fare è rintanarsi in casa, coprire gli specchi e
pregare che il temporale svanisca presto. Eppure la piccola Nora,
undici anni e il coraggio più scellerato che la gente di Monte Narba
abbia mai conosciuto, non ha nessuna intenzione di mettersi al
riparo. Nora vuole sfidare il vento che soffia sempre più forte e
correre sulla cima della collina. È appena arrivata sotto una grande
quercia quando un fulmine la colpisce sbalzandola lontano, esanime.
Per tutto il piccolo villaggio sardo dove è cresciuta, la bambina è
morta. Ma non è quello il suo destino. Nora riapre i suoi enormi
occhi verdi, torna alla vita. Il fulmine le ha lasciato il segno di
un fiore rosso sulla pelle bianca e la capacità di vedere quello che
gli altri non vedono. Nella sua famiglia nessuno la riconosce più.
Non sua madre, con cui amava ricamare la sera alla luce fioca di una
candela, né i suoi fratelli, adorati compagni di scorribande nei
boschi. C'è un nome per quelle come lei, "bidemortos",
coloro che vedono i morti, e tutti ne hanno paura. Nel piccolo paese
non c'è più posto per lei. La sua nuova casa è Cagliari, in un
istituto per orfanelle, dove Nora chiude la sua anima in un guscio di
dolore, mentre aspetta invano che qualcuno venga a prenderla.
La recensione
La
scorsa domenica, noi, famiglia che non va spesso in giro, un po' per
nostra stessa colpa e un po' per colpa di città che offrono rari
stimoli, ci siamo ritrovati – come a dicembre, quando la venuta di
Donato Carrisi aveva generato l'esodo, ricordate? – presso quel
Centro Commerciale che, tutto gli si può dire, ma non si fa mancare
niente. Compresi i preziosi incontri con quegli autori che, al
massimo, avevo guardato da lontanissimo; sperato, un domani, di
conoscere. Agli inizi di giugno, così, mi sono trattenuto qualche
giorno in più a Chieti, sbarrato con una linea netta il primo esame
della Estiva, giacché a presentare il suo ultimo romanzo c'era
un'autrice che, due estati prima, avevo letto e consigliato
energicamente: Vanessa Roggeri, passata nelle vostre wishlist, sul
comodino di mamma e, una storia dopo, in Abruzzo, per parlarci di
un'ultima fatica che, fortunatamente, non si era fatta attendere
troppo. Il ritardo non è elegante, e ciò che non è elegante,
sapete, non le si addice. Non si è fatta aspettare nemmeno quella
domenica in libreria: puntualissima. Mi aveva riconosciuto lei per
prima, seduto in seconda fila, in mezzo a un pubblico ciarlielo e
vivace. Io non avevo domande, perché timidissimo, segretamente
allergico ai microfoni e ancora ignaro, se non nelle linee generali,
di una storia che avrei cominciato a leggere soltanto la sera dopo.
Al momento di firmare le copie abbiamo evitato le presentazioni di
sorta: mi ha abbracciato come tra amici, il nome tenuto
sorprendentemente a mente di colui che aveva recensito per primo Il
cuore selvatico del ginepro. La scrittrice che si accorgeva del
blogger in sala e, per un momento, gli sorrideva. Riconoscersi.
Proprio come ho riconosciuto, a pagina uno di Fiore di fulmine,
lei e le sue surreali storie di terre di Sardegna e donne magiche.
L'accortezza di non deluderci un po' a vicenda. Lei, me lettore. Io,
lei lettrice. Di cose diverse, opposte, ma – nell'arco della
lettura chi di un romanzo, chi di un post – quasi sullo stesso
piano. E Fiore di fulmine, come mi avevano assicurato in
tanti, nonostante qualche piccolo “ma”, mantiene le promesse. Io,
chissà, le manterrò?
Il mio
voto: ★★★★
Il mio
consiglio musicale: Lana Del Rey – I Can Fly
“I
had a dream that I was fine
I wasn't crazy, I was divine."
I wasn't crazy, I was divine."
Non avevo mai letto nulla di quest'autrice, ma se la consigli potrei farci un pensierino! Deve essere stato davvero emozionante incontrarla!
RispondiEliminaCiao Simona! Se posso darti un consiglio, parti proprio dal primo: trovi la recensione sul blog. E, appena qualche mese fa, è andato in ristampa. Il prezzo è di appena € 9,90 :)
EliminaGrazie del consiglio!
EliminaDi niente!
EliminaPenso recupererò il primo romanzo, per iniziare. E' un'autrice che non conosco.
RispondiEliminaTi piacerà senz'altro, Tessa!
EliminaLa tua penna raffinata ed elegante lascia sbalorditi...complimenti per la recensione, anch'io leggerò e recensirò prestissimo questo romanzo, dopo aver amato il suo primo lavoro.
RispondiEliminaMa grazie! Passerò a leggerti assolutamente.
EliminaFarò del mio meglio, ma tu hai il dono della scrittura davvero!
EliminaAncora grazie. Mi sono unito adesso ai tuoi lettori.
EliminaTu non leggi troppo :P Spesso sono gli scrittori a leggere troppo poco ;)
RispondiEliminaPs.c'è qualche possibilità che possa piacermi? :D
Ma no, leggono anche loro, solo che - come in musica - le idee girano, rigirano e sono sempre le stesse. Non saprei, sai? Prova con il primo, che mi è piaciuto di più.
EliminaIl primo mi era piaciuto abbastanza, ma non mi aveva soddisfatto del tutto, questo invece non so, dalla trama promette molto bene *-* mi ispira un sacco! Quasi quasi provo a richiederlo :D
RispondiEliminaProva :)
EliminaChe bella recensione! L'ho finito ieri sera e l'ho trovato davvero bellissimo! *_*
RispondiEliminaA questo punto devo recuperare assolutamente il suo primo romanzo. :)
Un'avventura altrettanto appassionante ;)
EliminaIo ho letto il primo della Roggeri,un racconto pieno di dolore.Quello mi é piaciuto veramente tanto,questo non mi attrae,forse la stessa ambientazione mi risulta pesante,non certo la Sardegna ma le credenze le superstizioni mi infastidiscono da morire,non le capisco.
RispondiEliminaLì era superstizione - la piccola Inaetta era una strega o era solo suggestione? -, c'era il dubbio, mentre qui si parla proprio di miracoli e magia. I toni virano verso il fantastico e, come ho scritto, verso il romanzo d'appendice inglese. Medium, spiriti in cerca di pace e quant'altro. So che c'è molta Sardegna, come ha spiegato Vanessa alla presentazione, ma l'ho sentita personalmente di meno.
EliminaHo letto tutt'e due i suoi libri, e devo ammettere che col secondo la nostra autrice si e' davvero superata! La trama e' avvincente, la protagonista una ragazza coriacea e indomita, da buona sarda, mossa nelle sue azioni da un forte senso di lealta', sempre in bilico tra la dimensione terrena e ultraterrena, che in lei hanno un confine davvero labile. Proporrei alla giovane autrice di scrivere una sagra, sull'esempio di Marcello Fois, che mandi avanti questa storia intrisa di sentimento e suspence.
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