Ho
imparato che tutto ha un prezzo e che quella dolce quiete che mi
sembrava noia... è quella la serenità. Bisognerebbe pensarci prima
di gettarla nel piatto, in una partita a carte con la sorte, al
prezzo di un'emozione che non vale nulla.
Titolo:
Le ossa della principessa
Autrice:
Alessia Gazzola
Editore:
Longanesi
Numero
di pagine: 346
Prezzo:
€ 17,60
Data
di pubblicazione: 16 Gennaio 2014
Sinossi:
Benvenuti
nel grande Santuario delle Umiliazioni. Ossia l’istituto di
medicina legale dove Alice Allevi fa di tutto per rovinare la propria
carriera di specializzanda. Se è vero che gli amori non corrisposti
sono i più strazianti, quello di Alice per la medicina legale li
batte tutti. Sembrava quasi che la sua tormentata esistenza in
Istituto le avesse concesso una tregua, quanto bastava per provare a
mettere ordine nella sua sempre più disastrata vita amorosa, ma
ovviamente non era così. Ambra Negri della Valle, la bellissima,
brillante, insopportabile e perfetta Ape Regina, è scomparsa.
Difficile immaginare una collega più carogna di lei, sempre pronta a
mettere Alice in cattiva luce con i superiori, come se non ci
pensasse lei stessa a infilarsi nei guai, con tutti i pasticci che
riesce a combinare. Per non parlare della storia di Ambra con Claudio
Conforti, medico legale affermato e tanto splendido quanto perfido,
il sogno proibito di ogni specializzanda… E forse anche di Alice.
Ma per quanto detesti Ambra, Alice non arriverebbe mai ad augurarle
la morte. Così, quando dalla procura chiamano lei e Claudio
chiedendo di andare a identificare un cadavere appena ritrovato in un
campo, Alice teme il peggio. Non appena giunta sulla scena del
ritrovamento, però, mille domande le si affollano in mente: a chi
appartengono quelle povere ossa? E cosa ci fa una coroncina da
principessa accanto al corpo?
La recensione
“La
gente sbaglia, sbaglia di continuo. Si può perdonare, finché non
uccide.”
Se
c'è una cosa bella della fine delle vacanze di Natale - quando
riponiamo il nostro albero spelacchiato nel ripostiglio, e chiudiamo
in uno scatolone palline, ghirlande e la nostra solita serie di
lucine Led, e lasciamo che le statuine sbeccate del presepe dormano
tutte insieme, per dodici mesi ancora, nella stessa busta (le
Sacre Scritture condannerebbero questa promiscuità,
ma amen!) – è il ritorno alla pace. Perché, sebbene a Natale
siano tutti più buoni e le pubblicità dei Panettoni mostrino
bambini di Paesi diversi tenersi allegramente per mano e girare in
tondo fino al mal di mare, le feste sono l'occasione perfetta per
cantare senza ritegno alcuno le canzoni di Michael Bublé e Mariah
Carey, ospitare in città inquietanti orde di Babbi Natale armati di
trombetta e barba sintetica, chiamare amici a cui per 365 giorni non
avevi mai pensato e far sgradite viste a sorpresa a
familiari, strizzati in imbarazzanti pigiamoni, che - l'elegante mise
lo dimostra - non aspettavano te. La Befana, quest'anno, messa con le
spalle al muro insieme al nostro Paese in gran completo, non mi ha
portato niente di niente, ma – come dicono le frasi da cartolina –
ha portato via con sé, al suo frettoloso passaggio, le feste in gran
completo. Almeno quelle. E i telefoni che squillano per le chiamate
di nonni un po' lontani, i postini che recapitano cartoline arrivate
in ritardo, le visite di cortesia di adulti che non conosci, ma a cui
sorridi con accondiscendenza, anche se l'unica cosa che vorresti fare
è cedere al raptus omicida che, in cruciali momenti,
ti suggerirebbe di pugnalarli con una stecca di torrone al
limoncello: colpa di osservazioni inopportune su una fidanzatina
che non c'è, sul mancato 100
all'esame di maturità, sull'impressionante differenza d'altezza tra
te, nano da giardino in incognito, e il tuo pantagruelico fratello
minore. Da tre anni a questa parte, ho una cara amica che mi viene a
far visita. Per due anni, l'ha portata con sé la primavera: guance
rosse, occhi limpidi, frangetta al vento, fiori di pesco
tutt'intorno. In Sindrome da cuore in sospeso,
invece, è venuta a trovarmi, inaspettatamente, sotto l'albero di
Natale. Quest'anno è in anticipo. Bussa alla porta quando non
aspettavo più anima viva. L'epifania è passata da un paio di giorni
appena e il silenzio tanto sperato è durato, alla fine, meno del
Governo Prodi. Alice Allevi entra, ma non mi saluta. Mi schiva; ha
una borsa più pesante del solito, i capelli più spettinati di
sempre, gli occhi più vecchi di secoli. Lei, che è sempre stata
golosa, non vuole il dolcificante nel suo tè: lo beve amaro, quasi
per punire piano sé stessa, rinunciando a quelle zollette di
zucchero che, come insegnava la saggia Mary Poppins, potrebbero
cancellare ogni amarezza. O questa sua risoluta rinuncia è forse da
attribuire a una qualche nuova variante della dieta Dukan che le ha
rifilato la melodrammatica Cordelia, sua coinquilina, nonché sua
ex-quasi-futura-cognata? Non le ho chiesto se era quel
periodo del mese e, giuro, non
ho fatto collegamenti di nessun tipo – sebbene sia contro la mia
idiotissima natura – sulla concomitanza dell'arrivo suo e della
Befana, quest'anno. Cosa c'è che non va, Ali? Mi
rivela che è triste, e divento triste anch'io: il malumore, grigio,
non è tra i suoi colori. Mi avverte di stare attento a quello che
desidero, perché potrebbe avverarsi, un giorno: i moniti,
paternalistici, non fanno parte della sua personale filosofia di
vita. Ambra Negri Della Valle – la sua rivale in amore, il braccio
destro della Wally, la sua più acerrima nemica - è scomparsa nel
nulla: questo è il guaio.
Tante volte, in ispirate invettive piene
di fantasia, Alice le ha augurato di andare a cogliere fiori in un
campo minato, di essere colpita da un fulmine a ciel sereno, di
cadere nella tana senza fondo del Bianconiglio e di essere
giustiziata, nel Bronx del Paese delle Meraviglie, dalla simpatica
Regina di Cuori. Ma lei è l'immortale Ambra e quelle sono solo
parole. Senza le sue chiacchiere e la sua voce da orticaria regna il
silenzio, all'Istituto, e Alice non ha più muse che la ispirino
nella coniazione di inespressi e nuovi insulti, o scuse per isolarsi
con le sue cuffiette buone e ascoltare i Coldplay anche a lavoro.
Senza Ambra, con la mano dalle unghie smaltate sempre
alzata e la risposta sempre
pronta, Alice – tragedia delle tragedie - è, indifesa e sola, nel
mirino di una Wally che, puntualmente, perde la pazienza e che,
crudelmente, con i suoi richiami lunghi e noiosi come sermoni
domenicali, fa perdere ad Alice quei begli stivali in saldo,
adocchiati in una vetrina del centro, di sfuggita, con il medesimo
fiuto infallibile di un'eroina di Sophie Kinsella. L'Istituto è un
regno. Lo spietato e affascinante Claudio Conforti è il principe, il
dottor Malcomess è il vegliardo re, Arthur è un Lancilotto in
visita ufficiale, la Wally è la matrigna brutta e cattiva. E Alice,
un tempo, avrebbe voluto per sé il ruolo di principessa, ma i suoi
piccoli disastri le hanno valso, suo malgrado, il pittoresco cappello
del giullare di corte: colpa di quella volta in cui ha
accidentalmente smarrito un cadavere, o quasi raso al suolo un bosco
protetto con una sigaretta, o divelto la portiera dell'auto di
Claudio, o risolto fortunosamente due casi e mezzo. In
quell'autentico microcosmo, tra il tavolo autoptico e la macchina del
caffè, gerarchie e lotte per il potere, passioni e tradimenti,
dittature lampo e misteri sepolti.
Anche se nessun mistero è
abbastanza grande per l'allieva
e nessun segreto è destinato, come Alessia Gazzola ci ha insegnato,
al per sempre. Quel regno moderno, costruito sotto il reale sigillo
di Ippocrate e che ha, per segrete, camere mortuarie con prigionieri
destinati a non avere più libertà, è scosso dal ritrovamento dei
resti di una principessa senza nome. Ossa dimenticate, sepolte
secondo un antico rituale proveniente da lontano, di cui restano
giusto brandelli di un maglione rosso, una moneta per pagare Caronte,
una macabra coroncina di plastica. Quel cadavere, un tempo, era una
ragazza, con ricordi in comune con l'enigmantica Ambra e una vita
sentimentale similissima a quella di Alessia: stessi amori sbagliati,
stesse indecisioni, stessi cuori ulcerati e sospesi. Una ragazza che
sognava il lavoro di Lara Croft, la felicità, l'Oriente. Questo
nuovo caso - immancabile la supervisione del mitico ispettore
Calligaris, ovvio - farà vivere ad Alice un'altra vita, diversa
dalla sua, ma non troppo. Aprendo dispersivi messaggi di posta
elettronica e le pagine di un'agenda piena di criptici indizi, la
protagonista lascerà che le parole della vittima e i suoi occhi
d'innamorata ormai chiusi, la guidino verso la verità, in un
funzionale intreccio a più voci che si snoda tra dune, scavi
archeologici e grandi ed infelici amori, dove colpi di scena, di
testa e di cuore fan da padroni assoluti.
Questo Le ossa
della principessa è l'ultima
avventura semi-seria di Alice Allevi: il risultato di una mattina, un
pomeriggio e poco più trascorsi meravigliosamente in sua compagnia.
Un resoconto - ora avventuroso, ora esilarante, ora insolitamente
mesto – di un lungo anno trascorso lontano da noi lettori. Lontano
da me. Ci siamo trovati cresciuti, cambiati: più adulti, ma con lo
spirito amichevole e cordiale di sempre. La vita, nel frattempo, le
ha portato tanti amici e qualche nemico; un po' di saggezza aggiunta,
consapevolezze agrodolci, altri baci dati per colpa del cuore a un
immaturo ranocchio che non è pronto ancora a diventare il suo
personale principe azzurro. Misteri nuovi. Scoprire se i più
sfuggenti siano quelli sulle scene del crimini o quelli
raggomitolati, con cura grande, nel suo petto, richiederebbe la più
approfondita delle indagini. E caccia spietata a Cupido sia! Alice,
davanti a quel famoso té amaro, mi ha raccontato questo e altro, ma
non dopo essersi alzata, aver aperto il mobiletto sopra il lavandino,
messo a soqquadro biscotti, succhi e pacchi di cereali, e agguantato
– tra pollice e indice – una zolletta di zucchero. Minuscola, ma
in grado di far ingoiare aspre pillole. La Allevi è un po' così:
stempera il giallo con una dolcezza che non fa danni, arriva senza
invito, si muove tra le tue stanze come se fossero parte di casa sua,
va via quando il suo compito è giunto al termine: magica,
inaspettata, buffa, leggiadra come un elefante in un negozio di
fragili bomboniere. L'ho adorata incondizionatamente, ancora una
volta. Per i capitoli che, con grande originalità, hanno – per
titolo - frammenti di canzoni di Adele, Mika, De André, Gotye,
perfino Britney Spears; per nonna Amalia e le sue intuizioni,
Cordelia e la sua “vuotite” acuta, Yukino e le sue comiche
traduzioni dal giapponese, Claudio che le dà un'autopsia come regalo
di compleanno e Arthur che, invece, non le regala proprio nulla. E ho
adorato, ancora una volta, Alessia Gazzola. Non l'ho dimenticata. E'
che finisco per confondere il nome del suo personaggio con il suo, la
verità e la finzione. Le adoro per questo. Soprattutto per questo.
Mi era mancata Alice. Mi eri mancata, Alessia.“E io
non riesco a resistere all'impulso di approfondire: è come una forma
di cleptomania intellettuale. O di incontinenza emotiva. O entrambe.”
Il
mio voto: ★★★★
Il
mio consiglio musicale: Lorde – Royals
Sto leggendo L'allieva!!!!! :))))))))))))
RispondiEliminaSicuramente in futuro leggerò anche questo!
Ti piacerà, Dani. Il primo è il più debole, forse, ma è una serie che cresce :)
EliminaResta comunque carinissimo!
Ispira parecchio anche me!!!
RispondiElimina:)
EliminaNon vedo l'ora di poterlo leggere! :D
RispondiEliminaPassa a farmi sapere come ti è sembrato :)
EliminaDevo scoprire la Gazzola... con cosa inizio?
RispondiEliminaTrovi i primi tre in edizione tascabile, Silvia ^^
EliminaAllora, io ho iniziato da L'Allieva, ma teoricamente potresti benissimo partire da Sindrome da cuore in sospeso, anche se - personalmente - ti consiglio di leggere prima gli altri due: riuscirai a cogliere, così, piccole chicche nascoste ;)
"Colpa di osservazioni inopportune su una fidanzatina che non c'è..."
RispondiEliminaMamma che odio, stavo rischiando di fare secca una vecchina questo natale.
Grande spirito natalizio il mio XD
Voglio questo libro e lo voglio ORA.
Alice, vieni a trovare anche me, sii buona!
Una recensione fantastica che non ha fatto altro che triplicare il mio entusiasmo nei confronti di questo libro *.*
Quando leggo le tue recensioni ho sempre paura di commentare...sono così magiche, divertenti e particolari che commentarle con un "wow recensione stupenda" mi sembra sempre così banale.
Però sì, con te è sempre un "wow recensione stupenda" + mille faccine adoranti.
Grazie mille, Claudia, davvero. Il tuo commento è bellissimo già così :D
EliminaSì, che domande inopportune. Questi vecchietti già hanno poco da vivere, poi rischiano che io li faccia fuori prima del tempo * risata malefica *
Sinceramente non conoscevo questo libro. Interessante e, come sempre oramai è scontato dirlo, bellissima recensione. Vedrò se dargli una chance in futuro :P
RispondiEliminaGrazie, claudina. E' una serie che consiglio sempre :3
EliminaAaah lo voglio. Subito. Ora.
RispondiElimina- 2, dai!
Elimina:)
Lo devo comprare e leggere u.u Dopo averli letti tutti è obbligo :D
RispondiEliminaSì, proprio così :D
EliminaNon conoscevo l'autrice! Però mi ispira! Metto in lista! :)
RispondiEliminaFelice di avertela fatta scoprire, Taxia :)
EliminaTaxia! :D Lo potrei usare come pseudonimo!
EliminaAhahahah, pardon :P Ho fuso "Tania" e "Paxia": ecco il risultato :P
EliminaOdio le feste solo per i parenti che rompono le palle con la storia del fidanzato -.-
RispondiEliminaComunque, bellissima recensione, mi hai quasi convinto! Dico quasi perché il giallo non è proprio il mio genere, per questo sono un po' indecisa..
Ma questo è un giallo un po' atipico, Giusy.
EliminaUn giallo pieno di altri colori, ecco :)
Il mancato cento alla maturità è un tasto fastidioso, considerando che ci sei andato vicino e che il punteggio massimo non è tutto.
RispondiEliminaStranamente, tutti i fratelli minori sono più alti dei maggiori. Anche in casa mia è così. ;)
Ahahaha, ci diamo il cinque!
EliminaIl libro, purtroppo, per il momento non mi ispira più di tanto... Ma una cosa si deve dire: la tua recensione è davvero splendida!! *___*
RispondiEliminaGrazie mille, Soph :D
EliminaGran bel brano.
RispondiEliminaCirca la Gazzola, devo decidermi una volta per tutte a recuperarla.
Grazie mille, Ester.
EliminaCurioso di sapere come la troveresti :)
ho letto il primo! gran cosa!
RispondiEliminaEh eh :)
EliminaIl primo è molto carino, ma non mi aveva pienamente convinto. Fortunatamente, Alessia diventa sempre più brava.
Che bello scoprire questo blog partendo da questo libro che ho appena iniziato a leggere!
RispondiEliminaHo subito amato Alice e non vedevo l'ora tornasse tra noi... :)
Grazie mille! Benvenuta :))
EliminaE io l'avevo già adocchiato *.* wow! In questa recensione ci hai messo così tanto di te, del tuo stile.... Già il libro mi piaceva prima :P
RispondiEliminaGrazie mille :3
EliminaLa tua recensione è bellissima. Dico davvero,complimenti! Ho già letto gli altri libri della serie e non riuscivo a staccarmici. Non vedo l'ora di leggere "Le ossa della principessa" e dopo aver letto un commento così favorevole, non potrò resistere.
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