domenica 6 ottobre 2013

Recensione: Per te qualsiasi cosa, di Sam Angus

Buona domenica a tutti, amici miei. In giornata si ritorna al campus, sperando di trovare la connessione internet ad aspettarmi in camera. Nel frattempo, sperando di non lasciarvi troppo a lungo, vi propongo la recensione di un romanzo che ho letto in questi giorni. Qualcuno di voi l'ha letto? A presto e buona giornata! Il cane deve desiderare di restare con voi. Il desiderio di restare con voi lo attirerà in mezzo alle bombe che cadono, in mezzo all'infuriare del fuoco nemico e ai carri armati che avanzano. Se vi ama, correrà a casa da voi, anche se ciò significare attraversare bufere di acciaio volante.

Titolo: Per te qualsiasi cosa
Autrice: Sam Angus
Editore: Garzanti
Numero di pagine: 219
Prezzo: € 16,40
Sinossi: Stanley è ancora un ragazzino, e si sente solo. Da quando il fratello è partito per la guerra, il padre non è più lo stesso. È freddo e distante. Eppure Stanley ha trovato un modo per essere di nuovo felice: prendersi cura dei suoi cani. Lui è l'unico che sa come comunicare con loro. Quando Soldier, un cucciolo dal pelo chiaro, sembra troppo fragile per sopravvivere, Stanley gli salva la vita. Qualcosa di speciale li unisce e i due diventano inseparabili. Ma il loro legame è destinato a spezzarsi: un giorno, all'improvviso, Soldier scompare. Per Stanley è una nuova ferita difficile da ricucire. Non gli rimane che una scelta: vestire la divisa dell'esercito inglese e partire per il fronte. Partire alla ricerca del fratello e cercare di riunire la sua famiglia. Grazie alla sua rara abilità nel capire i cani, viene assegnato al servizio dei cani messaggeri. Nell'orrore delle trincee del primo conflitto mondiale, la lealtà e il coraggio di questi animali salvano vite umane. Sono loro che giorno dopo giorno insegnano a Stanley a essere forte e a sopportare la violenza della guerra. Eppure lui non riesce ad affezionarsi veramente: il ricordo di Soldier fa ancora troppo male. Fino a quando non gli viene affidato Pistol che, come lui, non si fida più di nessuno. Grazie a questo cane Stanley rivive, per la prima volta, la forza dell'amicizia che lo legava a Soldier. Una sensazione che credeva di non riuscire più a provare.
                                                    La recensione
Era bastata un'occhiata alla copertina per farmi venire i brividi a fior di pelle. Poi la trama commovente e realistica aveva fatto il resto. Quando, poco prima dell'estate, Per te qualsiasi cosa è arrivato in libreria, l'ho desiderato fortemente, esattamente come quando, intorno ai sei anni, desideravo un cucciolo fedele e giocherellone tutto per me. Poi mi è arrivato, l'ho sfilato dal plico e, a lungo, non sono riuscito a reggere lo sguardo color del cielo del cane in primo piano, i suoi occhi fieri e il suo portamento nobile. Sapevo che il romanzo di esordio di Sam Angus mi avrebbe distrutto e, finché c'era tempo, volevo rimandare quel dolore che, prima o poi, tra le pagine e fuori, mi avrebbe azzannato senza pietà alcuna. “Emozionante”, “Toccante”, “Commovente” sono aggettivi che uso spessissimo, ma sono una persona che raramente si commuove e che ancora più raramente lascia vedere le sue lacrime agli altri. Certe cose, semplicemente, preferisco tenerle per me. Ma quando si parla dei nostri amici a quattro zampe trattenermi è immensamente difficile: la pelle d'oca affiora, gli occhi si bagnano, le mani tremano senza controllo. Sensazioni che coloro che non hanno mai avuto un cucciolo difficilmente potrebbero capire. 
Io l'ho avuto e, quando in un'afosa sera d'estate Dio ha spento l'interruttore magico che lo faceva scodinzolare, abbaiare, saltare, respirare, ho sofferto come mai in vita mia. Ero piccolo, ed ero stato un cattivo padrone: pigro, scostante, immaturo, continuamente pronto a lasciare ai miei genitori i compiti più difficili ed impegnativi. Intorno ai dieci anni, con Gerry che non c'era più e un vuoto incolmabile in casa, avevo capito l'importanza di quello che avevo perduto. Sarà per questo che le storie che parlano di animali e grandi amicizie hanno su di me l'effetto di una bomba a mano sul cuore. Io & Marley mi ha fatto annegare nel pianto; Hachiko, invece, ha fatto arricchire, a mie spese, le fabbriche mondiali di kleenex: ho visto quei film una volta sola e ho giurato a me stesso che non li rivedrò mai più. Mai e poi mai. Avvicinarmi a Per te qualsiasi cosa ha richiesto coraggio e fermezza, tutta la forza e tutta la costanza di cui sono capace. Sapevo che, prevedibilmente, la tristezza mi avrebbe aspettato dietro l'angolo; all'ultima pagina, prima dei ringraziamenti finali. Se vi raccontassi la trama nel dettaglio, credo che la commozione si diffonderebbe spontaneamente. Se vi raccontassi la trama a modo mio, credo che glisserei sulle strategie militari, sui troppi morti e le troppe battaglie, sul caos della guerra percepito da un ragazzino strappato bruscamente alla sua infanzia. L'autrice, invece, ha scelto un approccio diverso, forse più realistico, ma certamente meno efficace. Un approccio, per me, inaspettato. Il suo esordio, all'inizio, mi ha piacevolmente ricordato i romanzi di una volta: uno stile demodè, i grandi valori di un tempo, il piglio d'intramontabili romanzi per ragazzi, quali Il cucciolo, Zanna Bianca, Cuore e Black Beauty. Sono bastate poche pagine e le parole giuste per suggerire la nobiltà d'animo del giovane Stanley, il rapporto conflittuale con un padre segnato dal lutto e la stima per un fratello più grande spedito al fronte, per servire fieramente il suo Paese. I ricordi si sono riaccesi da sé quando ha fatto la sua comparsa, per la prima volta, il dolcissimo Soldier: il cane più debole e più tenero di una cucciolata non voluta dagli adulti. L'amore tra il cane e il suo padroncino sboccia immediatamente, con l'istintualità e la naturalezza che ho sempre associato all'infanzia. L'amore dura pochi capitoli e una vita intera, e – strappato dal suo migliore amico – il protagonista parte per la guerra, desideroso di scappare via da un padre violento e di raggiungere un fratello che non l'ha visto crescere. La violenta e terrificante vita sul fronte farà entrare nella vita del protagonista due nuovi amici e lo segnerà con nuovi dolori e nuove perdite. 
E' a questo punto, secondo me, che la storia perde un po' di mordente e che qualcosa, nello stile e nella struttura intera, viene a mancare. Da romanzo di formazione, Per te qualsiasi cosa assume i tratti di un resoconto dettagliato e sfiancante della battaglia di Villers-Bretonneux; diventa un romanzo storico in piena regola. Io non amo il genere e l'autrice, purtroppo, non è stata così brava da riuscire a farmi cambiare idea. Giusto i capitoli veloci e la brevità generale del romanzo non mi hanno lasciato percepire la pesantezza e la lentezza di alcuni passi. Lo stile sobrio e contenuto degli inizi lascia spazio a una caoticità di assedi, fiamme, gas velenosi, sacrifici e battaglie e le descrizioni, per quanto realistiche, cambiano di pochissimo da un capitolo all'altro. Molto è reiterato, ribadito, proposto e riproposto più volte. Le immagini – che una trasposizione cinematografica potrebbe rendere memorabili e struggenti – , soprattutto nella parte centrale, sembrano essere sempre le solite, come se un disco rotto proponesse sempre la solita traccia. Sam Angus non ha mantenuto viva la mia attenzione lì dove avrebbe dovuto e, distratto e con la testa che pensava ai fatti suoi, ho dovuto rileggere scene toccanti e drammatiche che ero arrivato a leggere per inerzia, quasi. Insieme all'attenzione e all'immediatezza è venuta meno, dunque, anche l'emozione iniziale. Però, nel delineare i rapporti umani, l'autrice è una fuoriclasse, quello sì. I comprimari si dimenticano in fretta, ma non Stanley, che con la sua sensibilità di bambino spiazza e sconvolge. Coloro che orbitano intorno a lui toccano autenticamente l'anima. Lo fa suo fratello, che conosciamo esclusivamente per ciò che scrive nelle sue lettere; lo un padre che istintivamente odiamo e a cui, con il passare del tempo, vogliamo anche noi un po' di bene; lo fanno Soldier, Bones e Pistol – tre cani con i nomi che rimandano a un mondo di morte e violenza, ma la cui cieca e assoluta fedeltà è il simbolo di pace più potente che ci sia. Adorabili, giocherelloni, eroici e battaglieri guardiani. L'uso della prima persona e della focalizzazione interna avrebbe messo ancora maggiormente in risalto quell'amore incondizionato che tutti noi, senza nemmeno troppo sforzo, possiamo però immaginare. Agrodolce l'epilogo. Per te qualsiasi cosa potrebbe essere ottimo materiale per un film coinvolgente e travolgente. Nel frattempo, si limita ad essere un buon romanzo, che, tuttavia, soffre degli stessi difetti e delle stesse lungaggini del War Horse di Steven Spielberg. Un'avventura originale e delicata, con una storia d'amore più straziante ed inedita di quella vista in Pearl Harbor. Poteva essere epico, davvero, ma, privo della caparbietà dei protagonisti, si accontenta di una modesta sufficienza.
Il mio voto: ★★★
Il mio consiglio musicale: Alanis Morissette – Guardian

10 commenti:

  1. Peccato,speravo in qualcosa di più! :/

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    1. Anch'io, Vanessa. Forse il punto è questo: mi aspettavo di più, mi aspettavo altro. A una seconda lettura, magari, sapendo già lo sviluppo, potrebbe piacermi di più. E, magari, potrei anche stare più attento!

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  2. come ben sai, mi ha lasciato il segno. Speravo ti regalasse qualche emozione in più, ma non tutti siamo uguali :p

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    1. Giusto, Lucrezia. Però Dalla Parte di Bailey dobbiamo leggerlo entrambi, eh :P

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  3. Sì peccato, anche se a me viene da piangere solo guardando la copertina. ;_; cucciolo...

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  4. Peccato che diventi un romanzo storico dopo qualche capitolo... la trama prometteva proprio bene, ma un po' come te non amo gli storici :/

    Però... come ti capisco per il tuo cane y___y ci sono passata pure io! Il mio povero cane era ancora piccolo quando è morto... aveva solo 3 anni... purtroppo soffriva di crisi epilettiche e il veterinario c'aveva detto che non ci si poteva far nulla... e una lo ha stroncato davanti a me e ai miei... è stato terribile! Pure mio padre, dalla lacrima unica e rara... l'ho visto piangere giusto due volte nella vita, e una è stata per il cane :(
    Ho pianto una cosa come tre giorni... e anche se gli avevo voluto un bene dell'anima e me ne occupavo spesso e volentieri anche io mi sono sentita un po' in colpa perché pensavo che avrei potuto trattarlo meglio.
    Una ferita che c'ha messo anni a rimarginarsi... però adesso sono pronta ad aprire il cuore a un altro cucciolo... ovviamente ora come ora non posso prenderne in casa, ma quando andrò a stare per i fatti miei, sarà la prima cosa a cui penserò :)

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    1. Io non amo il genere, salvo rarissime eccezioni. Gli autori devono essere o tanto bravi, o niente! Che storia triste, anche la tua: comprendo :/
      Anche quella, per me, è stata la prima volta in cui ho visto piangere mio padre. Poi anche con Hachiko, diciamolo, qualche lacrimuccia l'ha versata. Io - personalmente - sono stato peggio con Io & Marley: mi ha distrutto!

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  5. Oddio Mik, qui i kleenex si sprecano, anch'io amo gli animali e i cani su tutti e finalmente a 23anni sono riuscita a farne entrare uno nella mia famiglia. è meraviglioso, l'amore incondizionato che sanno darti è qlks di unico...

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    1. Verissimo, Dean :') Come dice Denise sopra, spero anch'io di prenderne uno tutto per me, quando sarò più grande ed indipendente.

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