Ci
sono tanti tipi di verità, quasi tutti scomodi.
Titolo:
Wolf
Autore:
Lavie Tidhar
Editore:
Frassinelli
Numero
di pagine: 300
Prezzo:
€ 20,00
Sinossi: Herr Wolf è un investigatore privato, tedesco. Viene assoldato
per ritrovare una ragazza scomparsa. La ragazza è ebrea. Wolf
accetta il caso perché ha un disperato bisogno di soldi, ma Wolf
odia gli ebrei. È colpa degli ebrei, infatti, se nel 1933 ha dovuto
lasciare la Germania; è colpa degli ebrei se i comunisti hanno preso
il potere a Berlino e da qui in quasi tutta l’Europa; è colpa
degli ebrei se il partito nazista, che avrebbe portato ordine e
disciplina, è stato sconfitto e distrutto; è colpa degli ebrei se
Wolf e molti dei suoi vecchi camerati sono finiti così, dispersi e
braccati. L’indagine porterà Wolf a ripercorrere il suo passato e
precipitare nelle sue nevrosi, e condurrà invece il lettore in un
gioco di continui spiazzamenti. Niente è come sembra, in questo
romanzo, che è a un tempo una grande prova di narrativa ucronica, un
noir, un libro perversamente erotico, e un avvincente spaccato della
psicologia «nera» e malata del Novecento.
La recensione
“Da
qualche parte in lontananza una radio suonava Over The Rainbow. Wolf aveva visto il film. Ma se fosse stato
lui a essere trasportato nella magica terra di Oz, avrebbe riunito
un esercito di scimmie volanti, rinchiuso le streghe in un campo di
concentramento, raso al suo la città di smeraldo e giustiziato il
mago, con l'accusa di essere un simpatizzante comunista, un ebreo,
un omosessuale, un ritardato mentale o tutte queste cose insieme.
Tuttavia la canzone gli piaceva.”
In
una Londra labirinto e in anni che hanno appena smesso di ruggire,
tanto grande era la stanchezza, un omino anonimo, infagottato in un
trench in stile Sherlock Holmes, si specchia nelle vetrine delle
librerie prima di imboccare la porta del suo ufficio. Un quartiere in
periferia, landa sudicia di malaffare e trasgressione, per un reietto
come lui: ospite in terra straniera. Ama la lettura – si perde
nei romanzi, nei volti dei suoi clienti in cerca di giustizia – e
la compagnia dei cani. E, con tutto il suo essere, odia gli ebrei. La
vetrina ci restituisce quindi il riflesso di un uomo di mezza età,
austriaco, con i capelli scuri, gli occhi glaciali e il viso rasato
di fresco. A lungo, ha portato i baffi. Dopo la Caduta, invece, non
li sopporta più: la peluria leggera sul labbro ha fatto la stessa
fine delle svastiche, dell'idea di un nuovo memoir, di un progetto
futuro di gloria e caos. Auf Wiedersehen. Adesso, l'asilo
politico in Inghilterra – è scappato, infatti, dalle catene di un
campo di lavoro – e l'eco di un verso struggente, pieno di
malinconia. L'ululato di un lupo in trappola, nascosto in un una
città di pecore. Herr Wolf fa un cenno alle prostitute
assiepate in un vicolo, sue vicine di casa, e si mette all'opera. Lavora in proprio, come detective privato. Nelle confessioni
al suo caro diario leggiamo così delle difficoltà di un secondo libro
che non riesce a terminare – senza tenere conto, poi, degli editori
britannici che rifiutano ostinatamente il seguito del Mein Kampf
– e di un caso che gli dà filo da torcere. Il pensiero della
figlia scomparsa di un facoltoso banchiere ebreo gli toglie il sonno
e le belle gambe di Isabella Rubinstein, sorella della vittima, lo
tengono desto ed eccitato. Ha voglia un po' dell'amore
incondizionato della fedele Eva Braun e un po' delle cinghiate di
papà. Fuori, si incrociano ombre che vengono e ombre che vanno; ed è
tutto un gioco di sguardi indagatori e piani enigmatici. Londra, nel
novembre del 1939, è deformata e pericolosa. Il buio è affollato,
pieno zeppo di occhi e sussurri: parlano, in coro, di un
dittatore che non c'è mai stato. Ci sono gli uomini in doppiopetto
dei servizi segreti americani e un assassino di donne che traccia sui cadaveri un simbolo il cui senso sfugge. Qual è il
significato di una svastica per cicatrice? Cos'è stato dell'uomo che
ammaliava i tedeschi, folle ma lucido a modo suo, che la fantasia
indomita di Lavie Tidhar fa tramontare prima delle leggi razziali e
del Patto d'Acciao? Wolf,
sfrontato pamphlet e sopraffine noir, è un mirabolante esempio di
narrativa ucronica, in cui un autore istraeliano che i grandi
paragonano già a Dick e Vonnegut riscrive, con accuratezza, sangue
freddo e un punta necessaria di pazzia, le pagine più cupe e tristi
della storia del primo Novecento. Le librerie, in occasione della
Giornata della Memoria, ci ricordano in questo periodo i bambini con
i pigiama a righe, gli inganni delle docce, i comignoli che sputano
ceneri umane. I toni a cui siamo abituati, di solito, sono dei più
elegiaci e leziosi, e sapeste quanto mi danno fastidio i libri a
tema, la speculazione senza sosta e senza cuore, i progetti costruiti
a tavolino.
Quando ero più piccolo, ho letto Il diario di
Anna Frank e Primo Levi, per una
recita scolastica. Lo stesso Tidhar, in un'opera immaginifica ma
piena di storie reali, mi ha suggerito tra le righe di rimediare La
casa delle bambole: l'orrore privato di un harem di donne ebree, schiave sessuali delle SS. La shoah,
quest'anno, ho voluto rievocarla con un giovane autore che ha
qualcosa da dire, e sa alla perfezione quali parole sia meglio usare:
come puoi non vedere, se è appena giunto il momento di ricordare,
l'originalità e il coraggioso affronto di un esperimento come Wolf?
Lavie Tidhar, i cui nonni furono vittime dei campi di concentramento
e della caccia di una belva selvaggia, ci parla di un altro Fuhrer,
in un'altra realtà. In un mondo parallelo, dove le cose sono andate diversamente, Adolf Hitler era un giovane di belle speranze e
dal discreto talento artistico, con un astio naturale verso il
diverso e l'idea abbozzata di una razza perfetta – e fin qui,
purtroppo, tutto vero. Ma nella storia secondo Tidhar, dopo una
cecità passeggera e un impressionante ascesa politica, il suo astro
si sarebbe eclissato in fretta: non gli resta che impacchettare
le sue cose – il mito della stirpe ariana, la pulizia etnica, gusti
sessuali morbosi – e trasferirsi lontano, in Inghilterra. L'uomo più
spregevole che abbia calpestato questa Terra ha fallito. Sulla Germania brilla
una stella rossa, il Comunismo; al 10 di Downing Street ci sono le
camicie nere.
Dietro l'angolo, comunque una guerra mondiale. La
seconda, sebbene sia diversissima da quella che conosciamo. Ironia
del caso: proprio il doppelganger del famigerato Hitler potrebbe evitare che il conflitto scoppi e faccia innumerevoli danni.
Contemporaneamente, “in un altro tempo e luogo”, il prigioniero
Shomer sanguina e scrive ad Auschwitz; scava tombe, costruisce
maniglie, sogna la Palestina. Sperimenta, tema fondamentale in Wolf,
l'infinito viaggiare e i monti impossibili della scrittura. Difficile
parlarne con vaghezza. Da una parte, è un noir di
rara raffinatezza: le vendette che van servite fredde, le ombre
lunghe, i detective che non resistono alle belle donne, il fumo di
mille sigarette. Dall'altra, è un fumettone profondamente pulp:
rocambolesco, barbaro, futurista. Vietato ai minori. Per lettori con
il pallino del politicamente scorretto e con il pelo sullo stomaco.
In treno non ho trattenuto i sorrisi – amo l'umorismo, quando è
sconveniente – e, qui e lì, le smorfie di puro dolore. E'
delirante ma mirato, violento ma poetico. Cita Fritz Lang, il suo
Metropolis, e il
Tarantino retrò sulle tracce dei nazisti. Un romanzo di fluidi
corporei, questo, e sangue copioso, e pulsioni basse, e
metaletteratura. Il doppio di Hitler, segugio mondano e popolare,
brinda alla salute – e alle disgrazie – dei suoi avversari
politici in salotti signorili, in cui si possono incrociare Tolkien, Fleming,
estimatori di Fitzgerald e vecchie glorie del muto. Tutt'intorno, sfilano le donne della sua vita e, negli spazi bianchi di un
romanzo di spionaggio sui generis, scene di una vita sessuale su cui tanto e spesso si è detto: gatti a nove code, la pratica estrema del pissing, il dolore che
porta all'orgasmo. E lui si sbraccia e ringhia, protagonista
teatrale, isterico e solidissimo, come nella sequenza clou di La caduta – video
che impazza su Facebook, nelle versioni più disparate, e che la
Frassinelli ha usato a mo' di innovativo booktrailer. L'iracondo
Herr Wolf alza la
voce, spruzza fiotti di saliva e fa piazza pulita delle carte che ha sulla scrivania: la sua malvagità è inespressa, solo teorica, e la
frustrazione gli gonfia le vene del collo. Nella sua lingua aspra
e colorita ti ordina di leggere il primo romanzo pulp sugli orrori
dell'Olocausto. Ti riporta le chiacchiere – la madre del Fuhrer
avrebbe accarezzato l'idea dell'aborto e, ancora, un passante avrebbe
casualmente salvato il piccolo Adolf dall'annegamento – e ti
suggerisce di mettere da parte gli “e se?”. In Wolf,
tra fatalismo ed eterni ritorni nietzschiani, meditiamo, e
realizziamo che la politica si scrive con sangue e inchiostro e che,
anche se per vie diverse, quello che deve succedere alla fine succede. Serve
l'input, un politicante qualsiasi. Cambiando un singolo
tassello, riscriveresti forse da zero la cronaca di un secolo breve?
Il
mio voto: ★★★★
Il
mio consiglio musicale: Falco – Der Kommissar
Ultimamente la linea editoriale di Frassinelli mi piace molto. Di solito, tutto ciò che è ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale lo evito come la peste, tuttavia mi hanno fatta ricredere una volta e anche questo libro qui sembra parecchio interessante.
RispondiEliminaAnche tu hai un problema con questi libri su misura, che escono verso la fine di gennaio? Speculare, dovrebbero capire, non è ricordare. Concordo sulla Frassinelli: sono il meglio del catalogo Sperling. Oltretutto, hanno grafici bravissimi. Come con la Sonzogno, le loro copertine le riconoscerei ovunque.
EliminaA Gennaio di più, trovo insopportabile il falso pietismo, ma in genere è una cosa di sempre; probabilmente è anche ma non solo dovuto all'esser stata costretta a leggere e analizzare Se questo è un uomo di Primo Levi in quinto Ginnasio senza averne la voglia e le chiavi di lettura necessarie. Mi spiegheranno, prima o poi, con quali criteri certe professoresse assegnano letture "obbligate".
EliminaPrimo Levi è tra i personaggi reali che appare in Tidhar, tra l'altro. Pensa che il Diario di Anna Frank - versione integrale - hanno voluto che lo leggessimo in quinta elementare. Al tempo ho imbrogliato, avrò letto inizio e fine. L'ho riletto solo in seguito, sul finire delle scuole medie. Le letture obbligate, purtroppo, fanno solo danni.
EliminaDiciamo che la trama non mi convince molto non amo particolarmente i romanzi a sfondo storico...se un giorno lo leggerò è perché mi fido dei tuoi consigli :-)
RispondiEliminaIo e i romanzi storici siamo ai ferri corti da anni - non a caso, non ho letto neanche Bambino 44, che ricordo ti era piaciuto moltissimo - però questo... Folle!
EliminaMi consola sapere di non essere l'unica ad avere problemi con i romanzi storici ambientati in questo periodo e che escono sempre,sempre, sempre a fine gennaio ç_ç
RispondiEliminaAssolutamenete no, Ari. Per fortuna, Wolf non è la solita storia... ;)
EliminaLo inizio oggi! Anzi, due o tre pagine le ho già lette, Wolf ha accettato il caso ;)
RispondiEliminaP.S. Trattandosi di ucronia non mi sono nemmeno sforzata di collegare in che periodo è uscito il libro :P
EliminaDimenticavo, clicca qui, l'avevi visto? https://lavietidhar.wordpress.com/a-man-lies-dreaming/a-man-named-wolf/
EliminaAggiornami!
EliminaPS. No, non lo avevo visto. Ma che meraviglia! Lo voglio!
EliminaPersonalmente adoro tutti i libri ambientati durante le due guerre. Questo mi è arrivato qualche giorno fa e non vedo l'ora di leggerlo! Complimenti per la recensione!!!
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