Buonasera, amici! Per chiudere la giornata, la recensione di un libro che
ho terminato ieri, sul tardi. Un libro sul quale non so dirvi di
preciso cosa penso e per cui è stato complicato anche mettere un
semplice voto. Effettivamente due stelline e un po' sono giuste per uno young
adult mediocre, ma non per un romanzo come Quello
che non c'è scritto. Purtroppo,
non saprei come altro giudicarlo, quindi prometto di rileggerlo, un
giorno o l'altro, e di passare ad aggiornare il post con nuove impressioni. Sensazione
strana! Ringraziando il gentile ufficio stampa, vi auguro buona
lettura e una piacevole serata, M.
Le coincidenze lasciale ai romanzi. Nella vita non esistono.
Titolo:
Quello che non c'è scritto
Autore:
Rafael Reig
Editore:
Marcos y Marcos
Numero
di pagine: 316
Prezzo:
€ 17,00
Data di pubblicazione: 24 Aprile 2013
Sinossi:
È il rito di un fine settimana qualsiasi: l'ex marito che passa a
prendere il figlio per portarlo in montagna. Dopo averli accompagnati
all'ascensore, Carmen tira un sospiro di sollievo. Il divorzio
burrascoso è alle spalle. Jorge ha quattordici anni, vien su bene;
Carlos era un pessimo marito, ma tutto sommato è un buon padre. Di
colpo vede su una sedia un dattiloscritto che prima non c'era. L'ha
lasciato Carlos con un messaggio scritto a penna: voglio che tu lo
legga. Bastano poche pagine per immergerla in un romanzo amaro, un
noir pieno di violenza. Le parole dell'ex marito bruciano,
scoperchiano ricordi difficili. Carmen tra le righe avverte una
minaccia: è rivolta a lei? A suo figlio? Su un treno che sfreccia
nella campagna, intanto, padre e figlio imbastiscono pacche e
sorrisi, ma Jorge è nervoso da far paura e Carlos si attacca alla
bottiglia. Fin dalle prime stazioni si sente aria di condanna.
Carmen, a casa, legge pagina dopo pagina, sforzandosi di restare
calma: è solo un romanzo, un intreccio di storie immaginarie, forse
è lei che ci legge quello che non c'è scritto. In montagna soffia
un vento umido e gelido, Carlos e Jorge hanno il ghiaccio nel cuore.
È troppo ripido e instabile il crinale delle cose non dette. Cercano
di uscirne, si vogliono bene. Potrebbero anche farcela, se fossero
soli: un padre davanti a suo figlio. Ma non sono più soli. E i loro
cellulari squillano a vuoto.
La recensione
Carmen legge quella storia che odora di ruggine, fumo e sangue, e pensa. Cosa starà cercando di dirle il suo ex? Cos'è quello che legge tra le righe, quello che non c'è scritto? Parlare del romanzo di Rafael Reig è estremamente difficile e strano. Non saprei valutarlo utilizzando i soliti criteri, non saprei come esprimere quello che penso. Ecco, è un romanzo oggettivamente buono – ben scritto e ben congegnato – ma che a me, purtroppo, non è piaciuto. All'inizio, abituato alla raffinatezza e alla sottile sensualità dei thriller spagnoli, sono rimasto un po' disorientato. Risuonava di rabbia repressa, rancore: era pulp, livido, esageratamente esasperato, quasi carnivoro. E' un romanzo nel romanzo, la cui apparente rozzezza è studiata nel dettaglio; rozzezza che perfino un bravo scrittore, mettendoci anima e corpo, non riuscirebbe mai a raggiungere. Significherebbe distruggere tutto, fare tabula rasa di quello che gli hanno insegnato in anni di scrittura. Lo stile, per quanto particolare, è bello. La trama è bella. Ma ci sono cose che cozzano tra loro, stridendo e sbraitando, rendendo immensamente disarmonici i tratti generali del libro. La storia madre è quella dei due maturi – per età, ma non per indole - protagonisti, persone che si sono tanto amate, ma che, finita la passione, hanno preso a distruggersi a vicenda, in un duello di rabbia e dolore che deforma i loro tratti; li rende orribili e affilati; li porta a lottare per il destino di un bambino sospeso. Un bambino sfortunato. Per una sorta di osmosi, il romanzo di Rafael Reig, quello vero, acquisisce i toni del manoscritto del protagonista.
La lettura del primo risulta, ad un
certo punto, meno appassionante di quella del secondo. Presentato
come un thriller, un hard boiled degli anni '70, Quello che non
c'è scritto non
ha, però, misteri. Solo odio che cozza mortalmente contro odio. La
caratterizzazione dei personaggi è eccellente, ma questi ultimi
appaiono incurvati dalle troppe sofferenze, dai troppi dettagli
superflui. Nel corso dell'intreccio, tuttavia, trovano spazio
riflessioni di grande interesse, degne di attenzione e di un'accurata
meditazione. Perché scrivere, afferma l'autore, è un atto di
potenza. Lo scrittore, nell'arco di un romanzo, è il Dio del suo
lettore. Lo manipola... O è il lettore a manipolare lo scrittore, a
leggere nel romanzo ciò che lui stesso vuole vedere? Ciò che
riflette le sue paure inconsce, i suoi desideri, il suo vissuto, ma che, infondo, non
è presente sulla pagina stampata? Dà
più domande sulle cui pensare che risposte concrete. Non è un
enigma, ma è un cruciverba da risolvere. Armati di estrema
razionalità, di voglia di pensarci sopra, di pazienza. Probabilmente
l'ho letto semplicemente nel momento sbagliato, quando ero del tutto privo dei tre preziosi prerequisiti. Ma mi ha fatto
pensare. Ricordo,
anni e anni fa, poco più che bambino, di aver letto un'edizione
supereconomica di La
casa di sabbia e nebbia,
di Andre Dubus III – per inciso, uno dei pochi casi in cui la
trasposizione cinematografica è palesemente superiore al libro
stesso. Ritornando dal mare, in macchina, dal finestrino del sedile
posteriore, guardavo ossessivamente una villetta affacciata sulla
spiaggia. Mi sembrava che fosse uscita dalle pagine del romanzo. Come
se lì si stesse per compiere una tragedia immane, la stessa
raccontata nella storia che stavo leggendo, e io solo potessi
fermarla... Perché ci sono quei libri particolari, infatti, che
riempiono di suggestione, di insensata inquietudine. Purtroppo Quello
che non c'è scritto, per me, non è stato uno di quelli.
Il
mio voto: ★★ ½
Il
mio coniglio musicale: Bebe – Malo
Peccato! Mi ero immaginata tutta un'altra storia! Ciao Mr Ink! È sempre un piacere leggerti e grazie della dritta!
RispondiEliminaCiao Saya! Anch'io me lo aspettavo diverso, quello è il problema, ma non è oggettivamente un libro brutto. Magari ci vuole solo un po' più di consapevolezza per leggerlo. Sapere cosa aspettarsi potrebbe fare la differenza :)
EliminaOh mio Dio (sono nuova). Se mai scrivessi qualcosa di rilevante vorrei che lo recensissi tu! :)
RispondiEliminaCiao Chiara! Benvenuta e grazie ;)
EliminaSembra un romanzo abbastanza insolito. Stando ad alcuni aspetti che hai ben evidenziato nella recensione immagino che non sia il genere di libro in grado di scatenare il mio entusiasmo. La tematica di fondo però- soprattutto la riflessione sul rapporto lettore/autore, finzione letteraria/realtà- è parecchio intrigante...
RispondiEliminaHai colto perfettamente, Miriam. La tematica affrontata è davvero affascinante, ma la storia, purtroppo, non mi ha catturato affatto :/
EliminaNon conoscevo questo romanzo e leggendo per prima cosa la trama mi era sembrato intrigante e insolito... Mi sa che devo ricredermi, perché dalla tua recensione dubito che potrebbe piacermi... Menomale, un titolo in meno da mettere in wish list XD
RispondiEliminaUna cosa buona, almeno, Lo :D
EliminaMik premio per te ^^
RispondiEliminahttp://mysweet-book.blogspot.it/2013/05/premio-very-inspiring-blogger.html
Grazie, Vale :D
Eliminaconsiglio, di Reig, "Grondante sangue", uscito in Italia nel 2007
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