sabato 30 marzo 2019

Recensione: La lista semidefinitiva dei miei peggiori incubi, di Krystal Sutherland

| La lista semidefinitiva dei miei peggiori incubi, Krystal Sutherland. Rizzoli, € 17, pp. 412 |

Mi dico che non ho l'età. Per avere paura. Per leggere young adult. Ma ci sono fobie – il futuro, le altezze, fidarsi di qualcuno, lasciarsi andare – che colgono in contropiede anche me, tutt'altro che stoico in verità, ma salvatore di ragni, lucertole e chiocciole dallo scalpiccio degli ospiti che calpestano il mio vialetto. E ci sono romanzi per ragazzi, soprattutto, che non hanno limiti: li si valuta con il cuore, così, organo notoriamente di manica larga, e nel mentre li si consiglia in lungo e in largo a lettori senza pregiudizio. Già colpito dalla bellezza dei Nostri cuori chimici, esordio brioso e struggente insieme, riscopro a due anni di distanza le magie di Krystal Sutherland. Pensavo fosse una meteora, lo ammetto, invece era la figlia segreta di Rainbow Rowell e John Green. Dalla sua: un'immaginazione sconfinata, temi difficilissimi sospesi fra favola e psicologia, un gruppo di personaggi memorabili sbucati da un romanzo gotico di Shirley Jackson. Ogni adolescenza, infatti, è una casa infestata: una storia di fantasmi. Esther, diciassette anni, non li teme. Come potrebbe, se a giorni alterni si abbiglia come Mercoledì Addams, ha amuleti appesi agli alberi in giardino e un piano della sua villa è chiuso al transito come l'ala di un fantomatico ospedale psichiatrico?

«La paura ti protegge. Devi sentirti spaventata fin nelle ossa» le sfiorò la clavicola con la punta delle dita, «perché l'audacia abbia un senso.»
Esther lo osservò. «E se muoio?»
«E se vivi?»

Casa Solar è un po' un castello degli orrori, un po' un bunker post-apocalittico: sui pavimenti scorrazzano liberamente galli e conigli (mamma, giocatrice d'azzardo, è convinta portino fortuna), gli interruttori della luce sono fissati con il nastro adesivo (il fratello gemello, Eugene, ha paura del buio e di sé stesso), in cantina è Natale in qualsiasi stagione (sei anni prima ci si è rifugiato il padre, veterinario agorafobico, devastato dagli ictus frequenti e dall'incomunicabilità). La nostra protagonista, all'apparenza normalissima, sembrerebbe lo strappo alla regola se non fosse per un dettaglio: alla maledizione di famiglia crede anche lei. I Solar, si tramanda, saranno uccisi dalle loro paure. Esther alterna bizzarri travestimenti per non farsi scovare, spaccia dolcetti a ricreazione con il sogno di risparmiare abbastanza per scappare via da lì e, complice il ragazzo giusto o forse sbagliato, accarezza l'idea impavida di salvare i suoi parenti. Il nonno, ex detective ossessionato da un assassino di bambini mai acciuffato, giura di aver conosciuto il Mietitore in Vietnam: un ventenne anonimo e butterato, che brindava con un bicchiere di latte e desiderava ritirarsi a vita privata a Santorini. Ammesso che esista, perché non sfidarlo a revocare la loro misteriosa iettatura? Basta affrontare la lista delle proprie paure di petto, punto per punto, inseguendo l'ombra della morte – e con essa, dunque, anche la vita. Ma affrontare aragoste, falene, luoghi angusti, scogliere e tempeste di fulmini è più facile in teoria che in pratica per qualcuno con le inibizioni di Esther: una ragazza che ha visto troppi film horror, infatti, ha disperatamente bisogno di qualcuno con la sfacciataggine di Jonah. Un coetaneo artistico e cleptomane, che alle scuole elementari la proteggeva dai bulli e al liceo, dopo anni di silenzio, le ha rubato prima il portafogli alla fermata dell'autobus, poi una promessa. Che vivrà pazzamente, testimone una GoPro.

Esther capitava la prima legge della termodinamica, secondo cui nulla si creava o si distruggeva: tutti i frammenti e i pezzi che costituivano un essere umano sarebbero stati redistribuiti altrove alla sua morte, ma dove andava la memoria? La gioia? Il talento? La sofferenza? L'amore.
Se la risposta era “da nessuna parte”, allora perché diavolo ci diamo da fare? Qual è il senso di quei grumi carnosi di consapevolezza che mangiano, bevono, amano e nascono da frammenti rabberciati dell'universo?

La lista semidefinitiva dei miei peggiori incubi conta quattrocento pagine, quaranta capitoli e cinquanta appuntamenti fissi: ogni domenica per un anno si sale sul motorino di Jonah e, aggrappati a lui, si flirta con i pericoli grandi e piccoli che erigono barriere intorno al mondo. Leggera soltanto all'apparenza, la lettura – figuratevi pure un mondo a metà fra Wes Anderson e Tim Burton – mi ha fatto ridere e piangere impunemente. Accanto alla Sutherland, un pigmalione australiano tutta citazioni nerd e ordinate liste per punti, è bellissimo scoprirsi codardi e vulnerabili. A cosa serve farsi in quattro per gli altri se a lungo sfugge l'essenziale, ossia salvare sé stessi?
A ben vedere questi Tenenbaum in chiave noir hanno tagli rattoppati sui polsi, conti in sospeso con mamma e papà e, con la scusa di una maledizione, mascherano da eccentricità malesseri più profondi. Si parla fra le righe di disturbi ossessivi, ansia sociale, depressione, e la lettura ispira inevitabilmente gli esami di coscienza: perché negli immancabili giorni storti io non avrò paura di schiocchi di chele e saette minacciose, no, ma della compagnia di me stesso. Il mio peggior nemico, mentre il Mietitore se ne sta in disparte: nelle corsie di un ospedale sfoglia un giornale con Kim Kardashian, annoiato, e lucida la propria falce.

«Be', sbagli su così tante cose che non so decidere da dove iniziare per dimostrartelo. E su cosa vuoi poi che ti dimostri che stai sbagliando?»
«La morte, soprattutto. E l'amore.»

Ho quasi venticinque anni e ormai acquisto young adult con il contagocce. Qualche volta sono troppo triste perfino per piangere e mia mamma, al telefono, si prende le colpe: siamo parte di una famiglia a pezzi, malinconici per natura, e a un bivio preferiamo guardarci l'ombelico – il passato è doloroso, il futuro incerto: allora dove rivolgersi, e a chi?
La lista semidefinitiva dei miei peggiori incubi è un romanzo speciale, che ti riconcilia con il mondo: di quelli di cui leggi da cima a fondo – compresi, insomma, ringraziamenti, fonti e note dell'autore – in cerca di un'altra iniezione di energia per endovena, degli indiscreti pregi dell'umorismo nero. Mi ha insegnato senza peli sulla lingua che i disturbi mentali non sono peggiori di una gamba rotta, che la terapia è il gesso per rinsaldare menti frantumate. E che di un uomo, quando scompare, restano in eredità la polvere, le storie e un'orchidea viola appoggiata sul cuscino.
Le paure ci obbligano a scomporci in compartimenti stagni, ma le navi non sono creazioni inaffondabili: lo sa bene il Titanic, che in acque gelide pagò il fio della propria presunzione. Cosa può Esther contro l'attrazione per Jonah: l'incubo degli incubi? Cosa possiamo noi contro l'iceberg? Krystel Sutherland firma un brillante avviso ai naviganti, nella speranza che le stazioni radio e le librerie diffondano il messaggio fino in capo al mondo: certi amori, certi urti, certi romanzi per fortuna ti obbligano a imparare a nuotare.
Il mio voto: ★★★★½
Il mio consiglio musicale: Bjork – It's Oh So Quiet

17 commenti:

  1. Questo libro ha un titolo fichissimo!
    E, anche se io noh ho più l'età per leggere young adult ancora più di te, sembra proprio che questo libro me lo dovrò cercare...

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    1. Questo, ma pure il precedente.
      Li si adora facile!

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  2. Ho I nostri cuori chimici in lingua in casa da almeno due anni ancora da leggere e adesso tu te ne esci con questa recensione che sembra andare a colpire tutte le parti scomode di me - e posso forse resistere visto che comunque io, anche a quasi trent'anni, vivo ancora di young adult?

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    1. Risolvera I nostri cuori chimici, vedrai che bello. E che dolori di pancia, pure lì.

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  3. Due libri della stessa autrice con una valutazione così positiva! Non posso perdermeli (nonostante anch'io ultimamente mi senta un po' lontana dagli YA)

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    1. Conosco la tua politica. Young Adult pochi ma buoni. Questo ti tocca!

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  5. Non si è mai troppo vecchi per gli ya io ho 31 anni e li amo! Sto leggendo ora questo libro e mi piace tanto tanto mi ritrovo nelle tue parole!

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    1. Passerò a leggerti a fine lettura, allora.
      Salutami la famiglia Solar!

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  6. Tra le tante copertine gattare che girano dalle tue parti, questo sembra avere una marcia in più fin dal titolo. Il fatto che sia uno young adult mi spaventa, ma se riconcilia con il mondo potrebbe essere la lettura leggera e estiva che fa per me!

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    1. Leggera, ma non troppo!
      Prepara i fazzoletti, e i gatti in posa.

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  7. Non ho letto I nostri cuori chimici e ho snobbato pure questo. Mi sa che ho fatto un grandissimo sbaglio! Dritto in wishlist 😍

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    1. Sbagliando si impara, no? Recuperali entrambi, non te ne pentirai. 😁

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  8. Leggere la tua recensione mi ha fatto battere forte il cuore. Inseguire l'ombra della Morte e quindi la Vita è una strada tutta in salita da affrontare con le nostre paure come compagne di viaggio.L'idea mi attrae quindi questo libro e il precedente finiscono dritti dritti nella lista dei romanzi da leggere :)

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    1. Ti ringrazio, Aquila! Lo straconsiglio a te, che leggi di tutto e ami le belle storie.

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  9. Cavoli, che recensione sentita! Bella bella :)
    Devo assolutamente decidermi a leggere I nostri cuori chimici che vegeta sui miei scaffali da fin troppo tempo, per poi recuperare anche questo!

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