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Cat Person, di Kristen Roupenian. Einaudi, € 17,50, pp. 250 |
Come
affrontare un caso editoriale? Cercare di metterci le mani sopra
all'istante, prima che il gran parlarne – bene e male, purché se
ne parli – te lo faccia perdere di vista fino a lettura da
destinarsi. La fama precedeva Cat Person. All'indomani del
successo straordinario del racconto eponimo, uno dei più cliccati e
condivisi nell'intera storia del New Yorker, si attendeva con un
misto di scetticismo e trepidazione l'esordio ufficiale della
trentottenne Kristen Roupenian: in una raccolta che comprendeva
dodici storie – compresa, appunto, quella con il merito di averla
portata alla ribalta nella generazione di Twitter e del #metoo –,
avrebbe saputo tenerci tutti sul filo del rasoio?
Uso
quest'espressione, presa in prestito dalla narrativa d'azione, non a
caso: l'ultimo successo Einaudi non appartiene al genere thriller né
tanto meno alla mia comfort zone – come saprete, con risultati
altalenanti sto acquisendo familiarità con il formato del racconto
soltanto dallo scorso anno –, eppure ti obbliga a divorarlo
implacabilmente. Un'abbuffata da fame chimica che lascia satolli fino
alla repulsione, straniti, affascinatissimi. Per fortuna sapevo
giusto a grandi linee a cosa sarei andato incontro: alla cieca ho
scoperto una scrittrice che presto qualcuno giurerà d'amare e
qualcun altro d'odiare – la norma quando, sulla scia degli autori
cannibali, si gioca a destabilizzare –, con uno stile da porto
d'armi e il misterioso sesto senso dei nostri amici felini.
Immaginate l'umorismo nero di una Diablo Cody in pieno spolvero, le
vergini suicide di Sofia Coppola, i body horror di David Cronenberg.
Aggiungete sullo sfondo gli appuntamenti su Tinder, le scorpacciate
in compagnia di Netflix con un calice di Merlot ai piedi del divano,
le molestie in ufficio post caso Weinstein, la guerra dei sessi
all'alba di un'ondata avanguardista che ha resto le donne battagliere
e gli uomini insicuri. I temi: eros e thanatos, qui fusi insieme in
un'unica catena da sadomaso spinto.
A volte,
quando nelle storie s'imbatte nel paranormale, la gente inorridisce
come se il tessuto della realtà si lacerasse mettendola di fronte al
fatto compiuto che tutto quello in cui ha creduto fino a quel momento
era una menzogna. Abbassando gli occhi sul telefono ho provato
esattamente la stessa cosa, ma al contrario: non orrore, bensì un
vertiginoso, crescente senso di gioia. Quello era quanto tutti quei
libri promettevano. Lo sapevo, ho pensato. Sapevo che il mondo è più
interessante di quello che finge di essere.
Come
aiutare un amico fresco di rottura? Se parte di una coppia impigrita,
mettere a disposizione del terzo incomodo il divano in soggiorno e, a
furia di sguardi ammiccanti, provocarlo per aprirgli le porte di
camera da letto e galera in uno sconsiderato ménage à trois.
Quando
fuori corrono gli anni Novanta, hai dodici anni e in cuffia non
passano altro che gli strilli dei Guns N' Roses, meglio non accettare
mangianastri in regalo dagli sconosciuti: soprattutto se inneggiano a
Charles Manson e ti propongono appuntamenti nel parco a mezzanotte.
Tu
che il compleanno stai invece per compierlo, stai bene attenta a cosa
desideri: la rabbia verso un padre fedifrago e la disperazione di una
mamma brilla per dimenticare potrebbero farti confidare in un
intrattenimento più vicino alle visioni di The Human Centipede
che alle feste a tema.
Come
se la cava un maestro pieno di buona volontà con le turbolente
allieve di prima media, per di più in Kenya: terra di leggende
metropolitane, di stranieri in terra straniera, dove gli effetti di
una buona istruzione e le notti tranquille sono un lontano miraggio?
L'unico
che ho mai amato al mondo è un grottesco fantoccio composto da uno
specchio incrinato, un secchio ammaccato e un vecchio femore. La
notte che abbiamo passato nel mio letto è stata l'unica in cui ho
conosciuto la felicità. E pur sapendo di cosa si tratta, soffro, la
desidero, l'amo ancora. Che altro può voler dire, se non che sono
viziata, egoista e arrogante e capace di amare solo un riflesso
deforme del mio animo contorto?
Una
principessa in età da marito ama più un fantoccio, metafora
lampante della propria autonomia, che il principe azzurro; per sempre
felice e scontenta appare anche la cassiera di un cinema d'essai, che
si concede a malincuore una serata di brutte conversazioni, brutti
preliminari, brutto sesso, con un goffo boscaiolo che sembrava più
brillante per messaggio; stessi rimpianti spettano anche alle
conquiste sedotte e abbandonate da un ex sfigatello che, non
abbastanza equilibrato per tenere i piedi in due scarpe, fa i conti
con la testa rotta e il cuore in subbuglio nella versione infernale
di un capolavoro di Federico Fellini. Chi non vorrebbe che l'ospite
speciale all'addio al nubilato fosse l'adone in slip attillati che
faceva arrossire le adolescenti ai pigiama party? Galeotto un libro
d'incantesimi, preferireste intrappolare in cantina l'uomo perfetto o
il genio della lampada, se alcuni desideri – denaro, forza,
bellezza – oggi hanno la meglio sull'amore? Grattarsi a sangue,
farsi prendere a pugni, mordere: le tentazioni irrinunciabili che
rispettivamente riguardano una giovane sposa tormentata da tarme
invisibili; il piacere erotico di una ragazza da motel, che gli
amanti giura di bramarli disperati e violenti; una mite impiegata che
cerca scuse e predatori sessuali per unire il piacere carnale alla
vendetta di genere.
La sua
intera esistenza, le pareva ogni tanto, si fondeva sull'idea che
perseguire il piacere fosse meno importante che evitare il dolore.
Forse il problema dell'età adulta era che valutavi troppo
attentamente le conseguenze delle tue azioni, tanto da ritrovarti con
una vita che ti disgustava. E se Ellie avesse morso Corey Allen? E se
l'avesse fatto? Cosa sarebbe successo?
Non
aspettatevi una morale. Allegorici, malati ed esilaranti, i racconti
di Cat Person offrono
al lettore più smaliziato un impensato viaggio nel lato oscuro, nel
torbido di relazioni interpersonali e pulsioni profonde, che spiazza
dal principio alla fine e spazia dalla commedia grottesca alla fiaba
gotica, dall'orrore inspiegato all'erotismo scabroso. Senza generi
prestabiliti né freni, senza peli sulla lingua. Fragili solo
all'apparenza, le donne della Roupenian hanno infatti luci e ombre,
il coltello dalla parte del manico. Non esitano a mostrarsi
tiranniche e manipolatrici. Non tentennano davanti all'evenienza di
piantarti una lama nel petto fino al manico sanguinante. La ricerca
della parità è soprattutto coerenza. Ammettere fuori dai denti di
non voler essere né un angelo del focolare, né una suffragetta
arrabbiata contro il mondo, bensì una regnante narcisista, una
vampira sanguinaria, una piccola festeggiata dai desideri mostruosi.
Spezzare cuori, soprassedere a riti magici e ad accoppiamenti
volutamente ambigui. Riconoscere, se c'è, anche il buono nel sesso
falsamente dominante: si simpatizza, quindi, per i volontari vessati,
i cicisbei vittima della regola dell'amico, i mariti prostrati che
restano nonostante tutto. Con totale sprezzo del politicamente
corretto e delle velleità del novello femminismo, l'autrice parla
delle debolezze degli uomini e dell'onnipotenza delle donne; dei
diritti e dei doveri di denunciare, concedersi o tirarsi indietro
all'ultimo minuto, scioccare fino al disgusto con l'inimmaginabile
qui debitamente messo al vaglio. I dodici racconti non contano gatti
fra i figuranti, no, eppure soffiano, mordono, graffiano. Si
nascondo, sornioni, e infine tendono agguati. Sullo zerbino del
radical chic, così, l'autrice depone i corpi già tesi delle
vittime: personaggi come topi da laboratorio, che ora catturano e ora
vengono catturati. Irresistibile e malfidata, Kristen
Roupenian è troppo scaltra per lasciarci lo zampino.
Il
mio voto: ★★★★
Il
mio consiglio musicale: Janis Joplin – Cry Baby
le storie in cui emerge il lato oscuro,inquietante e torbido dell'essere umano hanno il loro "sporco fascino" (consentimi l'espressione), e io ahimè nn di rado lo subisco (del resto amo i noir).
RispondiEliminaBuon sabato:))
È la volta buona che tu ceda ai racconti, Angela!
EliminaIl titolo è una dedica alla tipa di This Is Us?
RispondiEliminaAh no, quella è Kate Pearson. :)
Pure io non sono un grande fan dei racconti, anche se personalmente mi sono cimentato nella scrittura di alcuni. Cosa che non faccio da un po' (forse per il bene dell'umanità). Questa raccolta comunque pare proprio una roba da Cannibal Kid coi fiocchi. XD
Vediamo un po' se l'hype è giustificato...
Cannibale, in tutti i sensi: confermo.
EliminaCerti casi editoriali sembrano fregature, ma è bello poi sapere che non è così :) Sono felice si sia rivelata una bella lettura :)
RispondiEliminaLo tenevo anch'io, e invece è una bomba!
EliminaNon avevo sentito/letto il racconto virale ma ho letto un'intervista all'autrice che mi ha incuriosito. Con quello che scrivi anche sugli racconti, mi viene da metterlo in lista subito, che anch'io devo fare pace e concedermi al genere ogni tanto.
RispondiEliminaPur non essendoci i gatti promessi dal titolo, apprezzerai. La HBO ha già i diritti per la serie, figurati. 😁
EliminaOk smetto di curiosare nel tuo blog oggi o vado fallita ma le zampette in foto mi hanno attirata e fatto leggere anche questa recensione... Mi piacciono le citazioni che hai inserito quindi anche questa finisce nei futuri acquisti amazon...
RispondiEliminaAhahahah, le zampette fanno danni!
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