lunedì 2 aprile 2012

Ritratto di signora # 7


 Salve a tutti!
E' un grande piacere per me ospitare nuovamente sul mio blog la rubrica “ Ritratto di signora”! Potete leggere l'articolo sui blog Booksland, Miki in the PinkLand e Stasera Cucino io, Franci Lettrice Sognatrice e The pauper fashionist.
La rubrica è a cadenza mensile : ogni primo lunedì del mese un blogger dedicherà un articolo a una donna da prendere come esempio nelle grandi battaglie di tutti i giorni. L'articolo di oggi è stato scritto da Clara, del blog The Pauper fashionist. Scappo a studiare: domani interrogazione di letteratura greca! Vi lascio con questo delicato articolo: buona lettura :D
 
,Quando ho cominciato a pensare a quale personalità descrivere all'interno di questa rubrica mi è subito venuta in mente l'immagine di mia nonna. No, non è una barzelletta e nemmeno un modo di dire!
Come ha detto Miki, l'intento di “Ritratto di Signora” è quello di parlare di “Donne con la “d” maiuscola, che comunichino un messaggio di serietà, di valori veri e di moralità”. Io ho pensato che non è necessario andare troppo distante per trovare questi esempi: alcuni li abbiamo già accanto a noi ogni giorno. Mia nonna non si è mai battuta per le pari opportunità, non ha mai marciato in difesa della libertà di opinione, non ha mai firmato petizioni per i diritti umani. Ma è stata una donna forte e una madre pronta a fare di tutto per i suoi figli, come tante altre madri. Mia nonna è nata nella Sicilia del fascismo, si è sposata in un abito bianco immortalato in una seria foto in bianco e nero, e ha cresciuto i suoi quattro figli. Era una donna caparbia, mia nonna, che non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno. Aveva i valori di una società tradizionalista, rimasta per certi versi ancorata al passato: la religione, la famiglia, il rispetto degli altri, il sacrificio personale in nome di chi si ama. La religione può essere più o meno condivisa, ma in quanti possiamo dire di avere oggi sotto gli occhi esempi di personalità che promuovano gli altri punti? E' forse la televisione a passarci un'immagine di serietà e onestà? Sono forse gli uomini che ammiccano ogni giorno dalle foto sui giornali? E' per questo che ora sto scrivendo di mia nonna, perchè lei, nel suo piccolo, ha fatto tutto ciò che doveva fare, credendo in ideali che ormai, purtroppo, sono spesso poco considerati. Lei e tante altre donne “normali”, per le quali non posso però parlare poichè non le conosco.
Mi ricordo le sue mani forti e instancabili che impastavano la pasta per la pizza. Tanta di quella farina che avrebbe potuto sfamare l'Africa intera, teglie e teglie imburrate per riempire la pancia di tutti i parenti. Si alzava alle cinque di mattina e incominciava a lavorare per i suoi nipoti, che tanto amavano tutto ciò che le sue mani di cuoca in borghese creavano. Quando andavo in cucina alle dieci, già stremata dal caldo di agosto e stanca come solo noi giovani di oggi possiamo essere appena svegli, la trovavo più pimpante di me, pronta a baciarmi, a parlarmi in dialetto, a ridere con complicità. Aveva una risata bellissima, profonda e calda, che si estendeva ai suoi occhi neri e faceva venire voglia di sorridere; non come quelle fredde risate di cortesia che troppo spesso esibiamo. Quando si arrabbiava, invece, diventava una piccola furia con la voce grossa. Ma durava poco: non era capace di tenere o farsi tenere “il muso”. La domenica si metteva un vestito a fiori, un po' si rossetto, prendeva la sua borsetta e andava a Messa. Era bella, non aveva bisogno di trucco: la pelle ancora giovane e scura, i capelli neri, il sorriso aperto e sincero. Non aveva paura di faticare: in autunno andava a bacchiare le olive, le portava al frantoio, il resto dell'anno lavorava nel suo negozio di Articoli da Regalo. Non si tirava mai indietro davanti alla fatica, perchè sapeva che quello che faceva rendeva felici le persone intorno a lei e contribuiva a costruire il loro futuro. La sera, quando tornavo dal mare, avrei potuto chiederle di cucinarmi un tacchino arrosto che lei senza battere ciglio si sarebbe alzata, sarebbe andata dal macellaio e avrebbe poi cominciato a prepararlo. Per me, per vedere un sorriso sul volto di una ragazzina di tredici anni. Dava senza chiedere nulla in cambio, per amore. In teoria dovremmo farlo tutti, in pratica non è così. Ma se ognuno di noi condividesse un po' della premura, dello spirito di sacrificio, della gioia di vivere che mia nonna aveva, allora potremmo definire la nostra società “civile”. E io non sarei qui a scrivere questo post.

3 commenti:

  1. Concordo sul fatto che questo articolo scritto da Clara è davvero bellissimo!

    RispondiElimina
  2. "Delicato" è davvero il termine esatto per questo ritratto... In bocca al lupo per domani!

    RispondiElimina
  3. Ho deciso di premiarvi, perchè ritengo che questo blog rispecchi perfettamente questo titolo :D
    http://whisperlavocedeltempo.blogspot.it/2012/04/blog-100-affidabile.html

    RispondiElimina