Salve
a tutti!
E'
un grande piacere per me ospitare nuovamente sul mio blog la rubrica
“ Ritratto di signora”! Potete leggere l'articolo sui
blog Booksland,
Miki in the PinkLand e Stasera Cucino io, Franci Lettrice Sognatrice
e The pauper fashionist.
La
rubrica è a cadenza mensile : ogni primo lunedì del mese un blogger
dedicherà un articolo a una donna da prendere come esempio nelle
grandi battaglie di tutti i giorni. L'articolo di oggi è stato
scritto da Clara, del blog The Pauper fashionist. Scappo a
studiare: domani interrogazione di letteratura greca! Vi lascio con
questo delicato articolo: buona lettura :D
,Quando
ho cominciato a pensare a quale personalità descrivere all'interno
di questa rubrica mi è subito venuta in mente l'immagine di mia
nonna. No, non è una barzelletta e nemmeno un modo di dire!
Come
ha detto Miki, l'intento di “Ritratto di Signora” è quello di
parlare di “Donne con la “d” maiuscola, che comunichino un
messaggio di serietà, di valori veri e di moralità”. Io ho
pensato che non è necessario andare troppo distante per trovare
questi esempi: alcuni li abbiamo già accanto a noi ogni giorno. Mia
nonna non si è mai battuta per le pari opportunità, non ha mai
marciato in difesa della libertà di opinione, non ha mai firmato
petizioni per i diritti umani. Ma è stata una donna forte e una
madre pronta a fare di tutto per i suoi figli, come tante altre
madri. Mia nonna è nata nella Sicilia del fascismo, si è sposata in
un abito bianco immortalato in una seria foto in bianco e nero, e ha
cresciuto i suoi quattro figli. Era una donna caparbia, mia nonna,
che non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno. Aveva i valori
di una società tradizionalista, rimasta per certi versi ancorata al
passato: la religione, la famiglia, il rispetto degli altri, il
sacrificio personale in nome di chi si ama. La religione può essere
più o meno condivisa, ma in quanti possiamo dire di avere oggi sotto
gli occhi esempi di personalità che promuovano gli altri punti? E'
forse la televisione a passarci un'immagine di serietà e onestà?
Sono forse gli uomini che ammiccano ogni giorno dalle foto sui
giornali? E' per questo che ora sto scrivendo di mia nonna, perchè
lei, nel suo piccolo, ha fatto tutto ciò che doveva fare, credendo
in ideali che ormai, purtroppo, sono spesso poco considerati. Lei e
tante altre donne “normali”, per le quali non posso però parlare
poichè non le conosco.
Mi
ricordo le sue mani forti e instancabili che impastavano la pasta per
la pizza. Tanta di quella farina che avrebbe potuto sfamare l'Africa
intera, teglie e teglie imburrate per riempire la pancia di tutti i
parenti. Si alzava alle cinque di mattina e incominciava a lavorare
per i suoi nipoti, che tanto amavano tutto ciò che le sue mani di
cuoca in borghese creavano. Quando andavo in cucina alle dieci, già
stremata dal caldo di agosto e stanca come solo noi giovani di oggi
possiamo essere appena svegli, la trovavo più pimpante di me, pronta
a baciarmi, a parlarmi in dialetto, a ridere con complicità. Aveva
una risata bellissima, profonda e calda, che si estendeva ai suoi
occhi neri e faceva venire voglia di sorridere; non come quelle
fredde risate di cortesia che troppo spesso esibiamo. Quando si
arrabbiava, invece, diventava una piccola furia con la voce grossa.
Ma durava poco: non era capace di tenere o farsi tenere “il muso”.
La domenica si metteva un vestito a fiori, un po' si rossetto,
prendeva la sua borsetta e andava a Messa. Era bella, non aveva
bisogno di trucco: la pelle ancora giovane e scura, i capelli neri,
il sorriso aperto e sincero. Non aveva paura di faticare: in autunno
andava a bacchiare le olive, le portava al frantoio, il resto
dell'anno lavorava nel suo negozio di Articoli da Regalo. Non si
tirava mai indietro davanti alla fatica, perchè sapeva che quello
che faceva rendeva felici le persone intorno a lei e contribuiva a
costruire il loro futuro. La sera, quando tornavo dal mare, avrei
potuto chiederle di cucinarmi un tacchino arrosto che lei senza
battere ciglio si sarebbe alzata, sarebbe andata dal macellaio e
avrebbe poi cominciato a prepararlo. Per me, per vedere un sorriso
sul volto di una ragazzina di tredici anni. Dava senza chiedere nulla
in cambio, per amore. In teoria dovremmo farlo tutti, in pratica non
è così. Ma se ognuno di noi condividesse un po' della premura,
dello spirito di sacrificio, della gioia di vivere che mia nonna
aveva, allora potremmo definire la nostra società “civile”. E io
non sarei qui a scrivere questo post.
Concordo sul fatto che questo articolo scritto da Clara è davvero bellissimo!
RispondiElimina"Delicato" è davvero il termine esatto per questo ritratto... In bocca al lupo per domani!
RispondiEliminaHo deciso di premiarvi, perchè ritengo che questo blog rispecchi perfettamente questo titolo :D
RispondiEliminahttp://whisperlavocedeltempo.blogspot.it/2012/04/blog-100-affidabile.html