Buon inizio di settimana a tutti! Appuntamento fisso del primo lunedì del mese, ritorna Ritratto di signora. L'autrice dell'articolo, questa volta, è
Clara del blog The Pauper Fashionist che ci delinea con originalità
un personaggio controverso, oscuro e di grande fascino. La
sanguinaria Medea, regina della tragedia nonché mio personaggio
preferito, con la sua sete di vendetta e le sue fragilità,
all'interno del vasto mondo della letteratura antica. Una donna decisamente diversa da
quelle di cui siamo abituati a leggere. D'inchiostro. Ma, nel bene e
nel male, vera.
Ciao
ragazzi, passano i mesi ma noi coi nostri Ritratti siamo sempre qui.
Per
la seconda volta oggi tocca di nuovo a me, e chiamatelo destino,
chiamatelo culo, chiamatelo tempismo, è un'occasione che capita
veramente a proposito: mi ha dato modo di pensare a certe cose e
chiarire meglio alcuni aspetti ancora nebulosi della mia vita. E
niente, buona lettura!
Antica
Grecia, nave Argo: una spedizione di cinquanta uomini guidata
dall'eroe Giasone si appresta a rubare il prezioso vello d'oro
custodito da un drago e proprietà di Eete, re della Colchide e padre
di Medea. Appena vede Giasone, la ragazza se ne innamora e lo aiuta
nell'impresa, poi si imbarca con lui portando con sè il fratellino.
Eete si lancia all'inseguimento; Medea fa a pezzi il fratello e ne
getta i resti in mare: il padre è costretto a fermarsi per
raccoglierli. Dopo
varie avventure i due innamorati arrivano a Corinto e lì si
stabiliscono: nonostante abbiano due figli, Giasone è sempre più
distante e il risentimento di Medea continua a crescere, fino a
raggiungere il culmine quando lui annuncia di volerla ripudiare per
sposare la figlia del re Creonte in modo ottenere il trono. La donna
è furiosa: capisce di essere stata usata, comprende l'indole
opportunista dell'amato e detesta il suo disonore, la sua
vigliaccheria. Dall'altra parte riceve solo indifferenza: nulla
importa a Giasone della moglie, ormai di nessuna utilità per i suoi
scopi. Medea
soffre terribilmente, ma è decisa ad ottenere vendetta; prima uccide
la futura sposa inviandole in dono un peplo e una ghirlanda
avvelenata, poi prende la risoluzione più difficile: ammazzare i
suoi stessi figli. Ma come si può compiere un atto del genere?
Non
posso farlo sì devo farlo non ne ho il coraggio avanti basta
indugiare via la viltà è necessario deciditi forza deciditi!
uccidili e poi piangi e allora sì che avrai la tua vendetta e lui
sarà straziato dal dolore, sarai maledetta tu ma anche lui si
maledirà in eterno per le sue azioni! E
poi lo fa: ormai non può più tornare indietro.
Perchè
vi ho raccontato questa storia? No, decisamente non è per istigarvi
all'infanticido. Non vi sto nemmeno consigliando di lasciare il
vostro fidanzato o di rimanere single a vita.
Abbiamo
visto tanti Ritratti fino ad ora: Ritratti di donne che affrontano le
loro paure, che lottano per far venire a galla la verità, che non
rinunciano ai propri ideali.
E
Medea? Medea è un personaggio che ha il coraggio di vivere
completamente.
I suoi sentimenti non conoscono le mezze misure: ama totalmente, odia
totalmente, soffre totalmente. Fa una scelta e segue la sua strada
fino in fondo; ha un obiettivo e non ci rinuncia. E' un'assassina ma
non è pazza, è combattuta ma perfettamente consapevole di quello
che sta facendo: non importa quanta sofferenza ne ricaverà lei
stessa, basta che il marito paghi per le sue colpe. Mi ricorda l'Anna
di Tolstoj, ma Medea è ancora più fiera, più orgogliosa.
Ecco,
è per questo che ve ne ho parlato: io credo che una figura di tale
grandezza e tragicità sia da prendere ad esempio. E' ambigua e il
suo gesto è condannabile, ma non è da condannare il suo coraggio,
la sua forza: bisogna ricordarli, ed è un augurio che faccio a voi
ma anche e soprattutto a me stessa. Lo sapete, ormai l'ho ripetuto in
tutte le salse: tra un po' si chiuderà un' "era" della mia
vita, e chissà a cosa andrò incontro. Ho dovuto finora compiere
della scelte, ma mi sono sempre sentita protetta, come se il margine
d'errore fosse limitato: ero sul sicuro sentiero dell'università, le
cose potevano andare diversamente ma non più di tanto. Invece a
breve avrò il pieno controllo, mi troverò del tutto allo sbaraglio
ed ogni cosa dipenderà solo ed esclusivamente da me; sarò ancora
più responsabile delle mie azioni. Ho paura di non trovare un
lavoro, o di trovarne uno inadatto e farlo per anni, troppo pigra o
timorosa di osare per cambiare. Non so ancora esattamente cosa
voglio, ma so bene cosa non
voglio,
e non voglio che una cosa del genere succeda. Spero, e spero che voi
facciate lo stesso, di avere il coraggio di seguire i miei obiettivi,
senza accantonarli o facendolo solo momentaneamente, scendendo a
compromessi il meno possibile e avendo la forza di decidere, di
cambiare, di evolvermi. Bene,
brava, direte voi, belle parole. E se si dovesse fallire? Be', io vi
risponderei che una cattiva mossa è sempre e comunque meglio di
nessuna mossa.
Nella
speranza che questo Ritratto non vi sia sembrato troppo inquietante,
vi do appuntamento al prossimo mese... Clara, Mr Ink, Miki, Monica, Fede e Francesca ;)
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