venerdì 7 giugno 2019

Mr. Ciak in musica: Rocketman | Aladdin

Quanto devono essere state belle quelle vite che approdando al cinema si fanno musical? La riflessione valeva tanto per i circensi di The Greatest Showman – spettacolo spettacolare per tutta la famiglia – quanto per Sir Elton John, idolo generazionale con un cinquantennio di carriera alle spalle. Non è tutto oro quel che luccica. Spesso, dietro la musica leggera, si nascondono i fardelli. In Rocketman lo dimostra bene un incipit che è tutto un programma: insaccato in una tutina rosso fuoco, il protagonista marcia come un drago nel corridoio di una clinica. Elton, a un bivio, sceglie di disintossicarsi. Scenografico anche nel momento del bisogno, lava i panni sporchi in una seduta psicoanalitica che nella sequenza successiva si è trasformata già in fiaba. E c’è più personalità in poche immagini che in due ore di Bohemian Rhapsody. Benché non eguaglierà al botteghino l’agiografia di Mercury, il biopic di Fletcher – sostituto di Singer nelle ultime fasi del film sui Queen – è superiore per resa e impegno. La storia del grassoccio Reginald, brutto anatroccolo che raggiunge la vetta ma perde sé stesso, non ci risparmia l’alcol, le pasticche, un rimpinzarsi di sesso e cibo che portarono alla bulimia. Conta numeri ispiratissimi – il piano sequenza con Saturday Night’s Alright, le struggenti Your song o Sorry seems to be the hardest word,  il tentato suicidio sulle note della canzone eponima –, qualche caratterista bidimensionale – Bryce Dallas Howard e Richard Madden, troppo antipatici per essere veri: tenerezza infinita, al contrario, per l’amico fraterno Jamie Bell – e un’ampia gamma di emozioni, in un evento all’altezza di una carriera di cui in verità poco sapevo. Come il regista di Dolor y Gloria, il cantante inglese si nutre d’affanni e d’applausi. Si perde nel passato, sperando di venirne a capo. A metà tra una seduta degli alcolisti anonimi e una baraonda colorata, Fletcher attinge direttamente al vangelo secondo John: c’è un po’ di autocelebrazione, vero, ma per fortuna compensano tanta brutale onestà e il contrappunto vincente dell’umorismo britannico. Non cronaca scolastica, ma commedia musicale in tutto è per tutto, ha una scrittura semplice e parabolica, ma risulta comunque innovativo. Sono le canzoni dello stesso artista, come fu per i Beatles in Across the universe, a raccontarne gli alti e i bassi e non si respira l’aria viziata, insincera, delle commemorazioni postume. Vivissimo, onnipresente e fiero, il vero Elton può godersi in vita un tributo trascinante che emozionerà fan e non. Dietro gli occhiali da sole, sotto le piume di struzzo, battono il cuore e il talento puri di un Egerton da Oscar. Tragico e festoso, di un’allegria ora malinconica e ora isterica, l’attore indovina il ruolo della vita e non lo spreca. Canta, balla, recita senza diventare mai macchietta. Piccolo, anagraficamente e di statura, è un razzo sul punto di esplodere. Fa fumo, rumore, e la gioia di chi ama la bella musica e soprattutto il cinema solido. Il suo film, che gli è affine, è un razzo. Non puoi che smarriti nella sua scia, e fra gli applausi. (7,5)

Le premesse sono le stesse del recente Dumbo. Ci si aspettava poco. Dall’ennesimo live action stimato non necessario. Dal nuovo film di Guy Ritchie, regista mai apprezzato particolarmente. Ma mi hanno portato in sala il giusto stato d’animo e il biglietto ridotto, insieme a un’adorazione viscerale per il capolavoro di ventisette anni fa. Avrebbe potuto essere uno sfacelo: gli appassionati di lunga data, si sa, sono una brutta bestia. Ma dopo un prologo goffo, a sorpresa, Aladdin ingrana e appassiona. Un diesel che, contro tutti i pronostici, aspettava proprio l’ingresso del Genio Will Smith per superare l’empasse iniziale: criticato a priori sui social, l’attore afroamericano strappa risate a scena aperta grazie ai pezzi scoppiettanti (su tutti, Un amico come me) e alle mosse riciclate dal successo di Hitch, con cui conquistare l’altrettanto buffa ancella di Jasmine o trasformare il protagonista in principe durante una colorata parata trionfale. La seconda metà, con un intermezzo a palazzo tutto nuovo – il culmine, un’esilarante scena di breakdance – e un epilogo che, per quanto fedele, mi sono goduto più del previsto avendone scarsi ricordi, riesce a far digerire la scelta di uno Jafar lontano dal cattivo viscido e sornione della versione originale e quel briciolo di delusione per Il mondo è tuo, duetto compromesso da una fotografia sin troppo cupa. Ritchie, contenuto il giusto, può concedersi rallenty e volteggi in libertà  grazie al fisico atletico dell’azzeccato Mena Massoud e a una trama già di per sé molto frenetica. Poco deve inventare: per essere un cartone, l’originale era pieno zeppo di intrighi. Lì, al solito, si annidano i difetti e i pregi di operazioni simili a questa. Copie stinte che nulla aggiungono ai capostipiti e, se tutto fila liscio, come in questo caso, nel bene nulla tolgono. L’avventura di Aladdin resta magica anche con attori in carne e ossa, sebbene meno incisiva, e al contrario di ciò che succedeva nel pessimo La bella e la bestia poco si ha da dire contro il decoroso adattamento italiano, il casting perfetto dei protagonisti principali e l’inserimento di un’immancabile dimensione femminista che, complice la potenza della splendida Naomi Scott, non risulta mai stucchevole – certo, quanti luoghi comuni nel testo di Speechless, novella Let it go con acuti da pelle d’oca. Il confronto è inevitabile. E, inevitabilmente, questo nuovo adattamento lo perderebbe. Ma approcciato con basse aspettative, per via dell’aria kitsch e posticcia dei trailer, la riscrittura in salsa Bollywood del classico Disney mi ha sinceramente divertito e, su un tappeto volante, ha fatto volare via due ore di visione e i pregiudizi che portavano con sé. (7)

24 commenti:

  1. Andrò a vedere sicuramente Aladin 😊😊 ho amato il cartone animato 😊😊

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    1. Il cartone resta imbattuto, però è piacevole rivivere le stesse situazioni ventisette anni dopo, con attori veri. :)

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  2. Anche a me è piaciuto Aladdin :-)

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    1. Più carino del previsto, ammetto la mia sorpresa!

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  3. "Aladdin" lo vorrei vedere anch'io! ^^
    Di "Rocketman" ho visto il trailer in sala: non so bene perché, ma non mi ha colpito esattamente in positivo... Ho come l'impressione che non faccia al caso mio, non fosse altro che perché non è il mio genere...

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    1. Prometto che cambierai idea, Sophie.
      Rocketman è di un'umanità che commuove, soprattutto se in gioventù ci si è sentiti incompresi come Reginald.

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  4. Su Aladdin la penso come te: divertente e due ore ti passano in fretta.
    L'originale però è di tutt'altra pasta (persino Jasmine era più cazzuta prima, che oggi dove appare in cerca di un ruolo maschile).
    Rocketman ancora non lo vedo, è la seconda rece entusiastica che leggo oggi quindi ok... Mi piace l'approccio utilizzato.

    Moz-

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    1. La nuova maturità di Jasmine, lo ammetto, non mi è dispiaciuta. Anzi. Caso emplematico: lì puttaneggiava per distrarre Jafar dalla sua avanzata, come fosse una Bond Girl dei tempi, qui usa invece un'innegabile capacità retorica per richiamare all'ordine la guardia che li ha traditi.
      Generalmente, come te, però il politicamente corretto non lo apprezzo.

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  5. Come sai per me Aladdin è stato un no. Non urlato, ma ormai stanco per queste riproposizioni che niente aggiungono e tanto tolgono rispetto alla magia dell'originale. Continuiamo random a vederci video del cartone, per dire, e non resisterò fino a Natale per rivedermelo tutto...

    Rocketman musical non perfetto (sul finale mi è pesato un po'), ma con tanto da dire. Numeri musicali, protagonista e colori azzeccatissimi!

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    1. Ah, il cartone lo rivedrei anche adesso, ma Ritchie è riuscito a non farne scempio. Cosa che non posso dire del mito di Re Artù o di Sherlock Holmes, che con lui si trasformano in tamarrate cosmiche!

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  6. Fantastico il film e soprattutto il nuovo taglio dato a Jasmine. Il fatto che ancora si definiscano "ruoli maschili" i ruoli di potere mi fa pensare sempre più che, lungi dall'essere "politicamente corrette", queste riscritture sono più che mai necessarie per educare le nuove generazioni...

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    1. L'importante è non cadere né in un eccesso né in un altro. Emblematico il caso di Keira Knightley, che alla figlia non legge per partito preso le fiabe classiche in quanto contraria alle principesse della tradizione. Una tradizione da rinnovare, certo, senza rinnegarla. La Disney fabbrica sogni dal 1937, e non ha generato grandi mostri.

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  7. Aladdin non credo andrò a vederlo... Rocketman mi è piaciuto, ma mi ha un po' deluso il fatto che si fermi così presto: la maggior parte delle canzoni di Elton che ho amato erano posteriori e non sono presenti nel film. Concordo comunque con ogni parola della tua bella recensione!

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    1. Ciao Nadia! Io conoscevo giusto le più famose, ad esempio l'immancabile Your Song, quindi non ho percepito nessuna mancanza. Insomma, sia dal punto di vista musicale che cinematografico, è stato una scoperta!

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  8. Il film "Aladdin" lo voglio vedere :) anche se è diretto da Guy Ritchie (come sai non ho apprezzato il suo "King Arthur - Il potere della spada").

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    1. Ah, io di Ritchie non ho apprezzato mai niente, consolati!

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  9. Due enormi incognite. Dalle mie parti potrebbero essere massacrati in maniera tremenda, oppure rivelarsi delle sorprese.
    Considerando che a me Bohemian Rhapsody era contro tutte le previsioni piaciuto e che Aladdin non l'ho trovato magico manco in versione animata, l'impressione è che i miei giudizi possano essere opposti ai tuoi. Tutto però può succedere...

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  10. Molto curioso di Rocketman, che sarà tra le prossime visioni.
    Aladdin visto con i Fordini, invece, non mi è rimasto per nulla, da vecchio amante del cartone. Peccato.

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    1. A una settimana di distanza, ha lasciato poco anche a me, ma poteva andare peggio.

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  11. Due film entrambi gradevolissimi, più il primo che il secondo, anche se in effetti con Aladdin partivo già piena di pregiudizi visto che adoro il cartone originale.
    Per quanto riguarda Rocketman, grazie a Dio non è arrivato un altro Bohemian Rhapsody!

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    1. Per quello ci pensa la prossima fiction con Beppe Fiorello. In quanto a livello, lì stiamo!

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  12. vorrei vederli entrambi al cinema, ma a causa della sessione non potrò (argh!). Sicuramente li recupererò una volta finita. Sono molto curiosa comunque *_*

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