|Doppio vetro,
di Halldóra
Thoroddsen. Iperborea, € 15, pp. 128 |
Osservare
la vita in differita per non lasciarsi scalfire. A una certa età, sedersi
accanto a una finestra e aspettare. L'inevitabile va accolto
sferruzzando, facendo il conto di tutte le volte in cui il telefono
squilla per annunciare che un altro amico è passato a miglior vita. Ma qualcosa, qualcuno, a sorpresa
ha il potere di risvegliare il desiderio del mondo esterno. Come
ignorare la chiamata di una seconda opportunità? La protagonista,
sulla soglia degli ottant'anni, lavora a maglia, scribacchia i propri
pensieri, scruta: il divario generazionale, la prevedibilità di
storie destinate nel bene e nel male a ripetersi, il disinteresse di
quei nipoti ormai disaffezionati alle favole della buonanotte.
Pur considerandosi un residuo del secolo passato, a modo suo cerca di
stare al passo. Nella Parigi degli anni Cinquanta, d'altronde,
frequentava gli intellettuali alla moda e studiava matematica per
accontentare la famiglia intransigente, filosofia per diletto.
Il mondo è cambiato in fretta, e i telegiornali le
portano notizie dal mondo direttamente in soggiorno. Nei giorni
storti, infatti, perfino la caduta del governo o una manifestazione
studentesca risultano essere fiammelle sparute contro le giornate
buie dell'inverno nordico. Invecchiando, la vedova ha imparato ad
apprezzare gli uomini medi, un po' noiosi. Invecchiando, sono cambiate le priorità imminenti:
in caso ci si innamori, non si parlerà più di andare in vacanza bensì di case di riposo da mettere al vaglio.
La
passione richiede sacrificio. Sempre la stessa storia, eterni
sacrifici. Ma la vecchiaia non deve bruciare tra le fiamme, semmai
tenere vive le braci. Prendersene cura, badare alla continuità. “I
desideri non si avverano in un attimo pavido”, le sussurra una voce
dentro di lei. Vuole davvero rallentare la discesa, raffreddare il
fuoco per pura e semplice grettezza e starsene a casa con i suoi
doni?
Affezionata
alla propria autonomia, la protagonista biasimava i coetanei che
cercavano un partner a ogni costo. Ma in una caffetteria è saltato
fuori Sverrir, arzillo ma non troppo, con un'onorata carriera da chirurgo alle spalle e una famiglia negli Stati Uniti: fra loro
mancheranno il fuoco e lo struggimento, ma senza
etichette si godono comunque nella buona e nella cattiva sorte una convivenza
guardata di cattivo occhio dagli eredi. Che pensano maliziosamente al
sesso vissuto a fatica, ai risparmi sperperati e, invano, desidererebbero condurli sulla retta via. Agli occhi degli altri
questi innamorati della terza età non sono niente. Possono forse
viversela senza promesse solenni, con tanto di ex
sospettose fra le scatole? Quale nome si leggerà per
primo sui necrologi?
Il doppio vetro dell'ultimo successo Iperborea
ammortizza la pioggia, il sole e il vento. I suoni e i rumori
violenti. Le emozioni, mai. Dall'altra parte, tuttavia, qualcosa si
perde. Sommesso, essenziale, delicatissimo, il romanzo della
Thoroddsen incanta e lascia estranei quanto o più di Le nostre anime di notte: storia
d'amore e senilità, interrotta in fase di scrittura dalla scomparsa
dell'autore Kent Haruf. Al punto da risultare più vicino al racconto che al
romanzo; una vicenda irrisolta. Le padrone di casa restano per tutto il tempo
prive del nome di battesimo. Alcuni comprimari entrano ed escono disordinatamente: a
volte senza annunciarsi, altre senza congedarsi. La leggerezza impalpabile dello stile, insieme a coloriture politiche poco lampanti agli occhi dei lettori disinformati, piacciono a metà.
È
brutto non sentire se si è vivi.
Come
superare la paura di morire? Ci si rifugia prima in casa, poi
nell'illusione di un amore speciale perché tardivo. Infine, nei
vaneggiamenti della fantasia: la testa persa fra le nuvole, come
succede al soggetto della meravigliosa copertina illustrata. Romanzo
realistico e quotidiano, benché perdutamente proiettato nella dimensione
poetica del sogno per contrastare così l'avanzata dell'oblio, Doppio
vetro si legge in un pomeriggio dolce-amaro. E lascia di pari
passo fascino e confusione, davanti a una sensibilità, a un lirismo,
così diverso dai nostri. L'Islanda non è soltanto un punto sulla
carta geografica, ma tutto un mondo di nomi impronunciabili, scenari
mozzafiato e politici fanfaroni. È un altro mondo, lontano dal mio gusto, di raccontare e raccontarsi. A cuore aperto, a
porte chiuse.
Il
mio voto: ★★½
Il
mio consiglio musicale: Ornella Vanoni - Domani è un altro giorno
Le tue recensioni mi piacciono sempre, adoro come scrivi... e se per te è un quasi no, allora niente ;)
RispondiEliminaPer quel po' che ti conosco, scommetto che ti lascerebbe fredda.
Eliminae allora confermo il no ;)
EliminaSarà per la prossima recensione. :)
EliminaMi incuriosiva, e parecchio... Ho letto qualche recensione sporadica sul web, e non mi era sembrata una lettura malvagia 😊😊 a me però le atmosfere surreali e oniriche piacciono, dunque... Ci farò un pensierino 😊😊
RispondiEliminaInfatti, Gresi, non lo sconsiglio. Sono in difetto io, uscito troppo dalla comfort zone. Degli Iperborea mi è piaciuto davvero soltanto Isola.
EliminaLo avrò guardato in libreria, ma un due e mezzo.... O pensi che a me possa piacere di più? Lea
RispondiEliminaDipende dalla tua familiarità, Lea, con la narrativa nord-europea. Io ci provo puntualmente, le copertine Iperborea sono sempre un bel vedere su uno scaffale di casa, ma boh: trattandosi di una storia d'amore, alla fine, avrei preferito più cuore.
Elimina"Le nostre anime di notte" è un libro che mi è rimasto nel cuore. La poesia delle sue pagine accarezza l'anima e non vorrei perdermi nel sogno di "Doppio vetro". Tuttavia c'è un vocina in me che dice:"Dagli un'oppurtunità". Tu che dici, bisogna ascoltare la voce o far finta di niente? :)
RispondiEliminaSe a Simi l'ho sconsigliato, con te invece non mi sento di farlo. Anzi, come scrivevo sono in difetto io. Altrove è un libro molto amato, in particolare dalle lettrici!
EliminaIl prossimo sogno da realizzare è volare in Islanda, prendo appunti sui i libri da portarmi e anche se non ne sembri troppo entusiasta, questa ottantenne già mi incuriosisce. Per il momento in lista assieme a Reykjavik Cafè :)
RispondiEliminaQuesto apprezzato a metà, letto e dimenticato, sarà che i vecchini mi piacciono quando commuovono. In quanto al viaggio in Islanda: che meraviglia, spulcia tutto il catalogo Iperborea. Qualcosa trovi recensito anche sul blog.
EliminaE leggi Divorare il cielo, in uscita a giorni anche in economica: fa tappa in quei luoghi nel finale. :)
Se mi nomini Kent Haruf che io ho adorato, mi tenti e non poco.
RispondiEliminaPerò tanto è emozionante Haruf, quanto è distaccata l'autrice. Non so se ti piacerebbe...
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