venerdì 26 aprile 2019

Recensione: Ora che sono Nato, di Maurizio Fiorino

| Ora che sono Nato, di Maurizio Fiorino. E/O Edizioni, € 16,50, pp. 184 |

Qual è il colmo per un bambino di nome Fortunato? Essere l'ultimogenito in una sciagurata famiglia del sud Italia. Di comune accordo, infatti, hanno scelto per lui un nome augurale, ma il protagonista – il più piccolo di tre figli – non ha mai avuto esistenza facile fra le modeste mura di casa. Il destino ha un beffardo senso dell'ironia. La vita sembrava essere ben altra cosa prima della sua nascita: di certo migliore. Betta e Tonio, studenti fuori sede, sono ormai fuori dal nido. Mamma Tina si è fatta nevrotica e amareggiata, fra misteriosi colpi della strega, diaboliche vampate di calore e attacchi di tosse di chiara natura psicosomatica. Papà Peppe, scaramantico ai limiti del macabro, voleva costruire un impero di acqua e farina – un panificio ai limiti della città, con la speranza di esportare focacce e rosette fragranti in tutto il globo terracqueo – ma non sono bastati gli scongiuri: corna e grattate poco possono contro il fallimento di un'attività imprenditoriale che, purtroppo, non va in porto. Gli affari andavano a gonfie vele prima che il protagonista venisse al mondo. Si andava in vacanza, e non in pellegrinaggio in quel di San Giovanni Rotondo. Nelle foto ci si metteva in posa con sorrisi all'apparenza sinceri. Cos'è andato storto? Perché i genitori dormono in camere separate, prigionieri di una relazione ventennale intessuta di bugie, gesti di sopraffazione e sfrontati spernacchiamenti? Perché l'affetto per Fortunato, detto amichevolmente Nato, non è stato abbastanza intenso da rendere l'ultimo arrivato un miracoloso collante? Al complesso di inferiorità di un ragazzino mosso dalla consapevolezza di non essere nato da un'autentica storia d'amore, aggiungete due segreti da fronteggiare con l'arrivo dell'adolescenza: Non è la Rai e le hit delle Spice Girls.

«Papà».
«Dimmi».
«Cosa è successo dopo la mia nascita?».
«In che senso?».
«E come se... come se fosse sparito qualcosa».
«Dove».
«Nella famiglia».

La pecora nera della famiglia Goldino sogna di trasferirsi al liceo classico e, rimasto a casa da solo, nel bel mezzo di una crisi economica e coniugale senza diretti precedenti, ammazza la noia canicolare rubando le gonne a fiori di Tina: le cuffie del walkman nelle orecchie, e vai di piroette, salti e spaccate. Le lezioni di danza, però, può frequentarle soltanto nascondendosi dietro la scusa fittizia dei problemi di scoliosi: Billy Elliot avrebbe carriera difficile in una regione imprecisata che, tra me e me, per tutto il tempo ho immaginato come la Calabria di Maurizio Fiorino. Terzo romanzo dell'autore e fotografo trapiantato a Milano – è suo, ad esempio, il bellissimo scatto in copertina – ma primo pubblicato con il beneplacito di un grande editore, Ora che sono Nato è una storia di formazione dal retrogusto autobiografico. Quello che Mine vaganti e Dillo tu a mammà ci hanno lasciato appena intravedere. Cosa scatta nell'animo irrequieto di un figlio del Mezzogiorno, con uno scheletro nell'armadio a forma di Ambra Angiolini? Omosessuale lontano dal dichiararsi, Nato scandaglia impietosamente gli effetti collaterali delle famiglie infelici: luoghi di manipolazione psicologica, covi tossici di anatemi e ricatti tipici della commedia nera, sono né più né meno che agglomerati casuali di perfetti sconosciuti. Per diventare indipendente – e trovare il proprio posto a tavola e nel mondo inesplorato – deve fare a meno dei Goldino, dannosi tanto insieme quanto separatamente. Sul cammino dell'affrancamento: le estati al Lido Aurora, dove sperimentare i primi palpiti per l'impossibile Nello e le confidenze con Dimitri, orfano ucraino che non si vergogna affatto di atteggiarsi a vamp del quartiere con i suoi Chupa Chups a tema e gli anellini luccicanti; l'inimicizia con Sergio, bullo con un futuro da guida spirituale della cristianità; un viaggio forzato in una Parigi all'ombra di Notre Dame, in cui le tragicomiche dei Goldino raggiungo il significativo punto di non ritorno. Limpido, divertentissimo e immediato com'è, il romanzo ha l'incomodo di un epilogo troppo sbrigativo a minarne la compiutezza. Un'opportunità che cala bruscamente dall'alto, una sensazione di fretta.

Forse abbiamo tutti il nostro modo diverso di dirci che ci vogliamo bene.

La crescita interiore di Nato avrebbe avuto bisogno di qualche capitolo in più. Lo conosciamo bambino, lo lasciamo diciannovenne. Mi piacerebbe che tornasse a parlarci della sua seconda vita dopo il punto fermo messo alla fine del romanzo. Vorrei sapere cosa ha raccolto, dopo ciò che ha seminato. Come vanno gli attacchi d'ansia e le morse allo stomaco. Come va l'amore. Se è felice oppure no, se finalmente è più sé stesso, alle prese con una vita su misura. 
Ora che sono Nato si conferma, nonostante tutto, una commedia agrodolce su una casa senza santi in paradiso; l'apprendistato di un brutto anatroccolo che in queste pagine rischiara le ombre sinistre dei genitori, danza fra i paradossi, si appresta a rinascere crescendo. 
Un toccasana, dopo lo stress della laurea e delle festività in fila indiana, una forzata reunion familiare, il freddo eccezionale di un mese di aprile sbucato direttamente dai rigori dell'inverno. Mentre la lettura di una bella storia vera, intanto, suggeriva già l'estate.
Il mio voto: ★★★½
Il mio consiglio musicale: Space Girls – Viva Forever

14 commenti:

  1. Ciao Ink, non conoscevo il romanzo, ma la storia m'intriga! :-)

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  2. Sembra davvero carino, anche se non rientra nella mia Confort zone :) Mi incuriosisce conoscere invece il tuo parere sul libro che hai in lettura :) Sarà anche una delle mie prossime letture :)

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    1. Finito ieri.
      Tutt'altro che perfetto, ma da provare. La recensione, già scritta, arriva lunedì!

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  3. Mi incuriosisce molto, credo che lo metterò in wl :)

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  4. L'avevo già adocchiato su Instagram.
    Ma voglio capire come mai citi la mia cittadina, se NON ci vanno in vacanza XD

    Moz-

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    1. Diciamo solo che Nato voleva andare agli studi di Non è la Rai, mentre mamma sperava di chiedere la grazia a Padre Pio per il panificio da inaugurare con tutti i sacri crismi? 😂

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    2. Non diciamolo a Nato, però!

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  5. Dico sempre di approfondire il catalogo E/O, si trovano chicche interessanti. Commedia agrodolce, racconti di formazione: sono nel mood, questo potrebbe essere il momento giusto per infilarci un libro del genere :-D

    Quanto amavo sta canzone delle Spice!!!!!!!!

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    1. È il tuo pane quotidiano. Apprezzerai di sicuro. Della EO, al solito, adoro tutto.
      Bellissimo, di Cuomo, lo avevo letto per caso?

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  6. La "presenza" delle Spice Girls rende questo romanzo potenzialmente molto interessante. :D

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    1. Ah, sì, è proprio il trionfo pop che fa per te!

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