Tornare
a casa in una città della provincia inglese in cui ogni dettaglio
urla tragedia. Affittare un cottage a un prezzo stracciato, perché
teatro di un delitto violento: una mamma, poi morta suicida, ha
frantumato la testa del figlio contro il televisore, lasciando
scritto con il sangue che l'adolescente non era quello di sempre. Fra
passato e presente, con un futuro in forse, imbattersi
inevitabilmente in un mistero da risolvere: qual è il filo rosso che
lega la città mineraria a una serie di drammatiche sparizioni e,
soprattutto, di impossibili ritorni? Prendete i ritorni all'ovile di
It, mossi dall'attrazione per l'orrore; aggiungete gli abomini
di Pet Semetary – i
defunti, sì, trovano anche qui nuova linfa grazia a una
macabra sepoltura –, con la partecipazione tutt'altro che insolita
di ragazzini prima persi per sempre, poi ritrovati, che si
trasformano a vista d'occhio negli eredi di Regan MacNeil.
Abbonderanno, superfluo specificarlo, le cave dell'occulto e le
pareti imbrattate di rosso, i tubi gorgoglianti e le bambole logore,
presenze inquietanti che all'improvviso liberano la vescica sulla
moquette. Insomma: nel romanzo di C.J. Tudor, da me attesissima dopo
il buon L'uomo di gesso,
è presente tutto l'armamentario. C'è una botola che porta i giovani
sconsiderati al centro della terra. E c'è qualcuno che, giusto
sopra, vorrebbe costruirci un parco pubblico: cosa non smuovono il
vile denaro, infatti, e la paura di morire?
A
volte hai solo una scelta, ed è quella sbagliata.
Per
fortuna c'è Joe, voce narrante che fa la differenza: ex emarginato
infiltratosi nella banda dei gradassi, da adulto è un
piantagrane che non vorresti conoscere. Un professore di
letteratura con false referenze a carico, una coscienza lercia e i
conti in sospeso di quei giocatori d'azzardo famosi per avere sempre l'asso nella manica: anche se i debiti hanno le gambe
lunghe – e hanno spezzato le sue, ormai zoppo – e lo scovano
anche ad Arnhill, dove ci sono ben altre grane per un bugiardo
patologico.
Un'email anonima lo convoca lì, dove la fine ha avuto inizio, e lo obbliga a ricordare l'amicizia con il fragile Chris, il bullo Hurst e l'inarrivabile Marie, finita in moglie al ragazzo sbagliato. I fantasmi delle adolescenze passate, le questioni irrisolte e archetipi destinati a ripetersi, parlano dappertutto di Annie: la sorellina di Joe scomparsa per quarantottore, venticinque anni prima, e riapparsa dal nulla che l'aveva inghiottita con un'indole stravolta. In questo pullulare a fantasia di vizi e drammi pregressi c'è tanta carne al fuoco e i guai, i luoghi oscuri, stanano te: mai viceversa. Quando l'omaggio, spudoratissimo, è però una pallida imitazione?
Un'email anonima lo convoca lì, dove la fine ha avuto inizio, e lo obbliga a ricordare l'amicizia con il fragile Chris, il bullo Hurst e l'inarrivabile Marie, finita in moglie al ragazzo sbagliato. I fantasmi delle adolescenze passate, le questioni irrisolte e archetipi destinati a ripetersi, parlano dappertutto di Annie: la sorellina di Joe scomparsa per quarantottore, venticinque anni prima, e riapparsa dal nulla che l'aveva inghiottita con un'indole stravolta. In questo pullulare a fantasia di vizi e drammi pregressi c'è tanta carne al fuoco e i guai, i luoghi oscuri, stanano te: mai viceversa. Quando l'omaggio, spudoratissimo, è però una pallida imitazione?
Vorrei
poter dire alla mia sorellina che le volevo bene. Che la amavo con
tutto il cuore. Era la mia migliore amica, la persona con cui potevo
essere davvero me stesso, l'unica capace di farmi ridere fino alle
lacrime.
Ma non posso. Perché a otto anni mia sorella è scomparsa. All'epoca pensai che fosse la cosa più terribile che potesse mai accadere al mondo.
Solo che poi tornò.
Ma non posso. Perché a otto anni mia sorella è scomparsa. All'epoca pensai che fosse la cosa più terribile che potesse mai accadere al mondo.
Solo che poi tornò.
L'autrice
venera i mondi di Stephen King, ma questa volta non riesce a
rielaborarli con originalità. Di superarli, ovviamente, non c'è il minimo rischio. Scontato e derivativo, con il difetto aggiunto di comprimari
inverosimili – su tutti Gloria, sadica strozzina sbucata quasi
dalla schiera di bulli e pupe di Martin Scorsese –, Chi ha
rubato Annie Thorne? risulta
eppure un riuscitissimo romanzo di genere. Che intrattiene e intriga
dall'inizio alla fine. Che in una casa vuota, alla luce sbilenca
della lampada, nell'ora delle streghe spaventa.
I dialoghi suonano cinematografici, il protagonista è indagato con la scrupolosità di uno scavo archeologico e, in conclusione, ecco una raffica di colpi di scena a catena, sorprendenti ma poco ragionati. Il vero enigma è uno: l'inspiegabile efficacia di un horror mordi e fuggi, che al pari dell'ultimo film in sala di Pascar Laugier brilla a modo suo, per raccapriccio e strizzate d'occhio così esagerate da far simpatia.
Lo scriveva Umberto Eco a proposito di Casablanca: «Due cliché ci fanno ridere. Cento cliché ci commuovo. Perché si avverte oscuramente che i cliché stanno parlando fra loro e celebrano una festa di ritrovamento».
I dialoghi suonano cinematografici, il protagonista è indagato con la scrupolosità di uno scavo archeologico e, in conclusione, ecco una raffica di colpi di scena a catena, sorprendenti ma poco ragionati. Il vero enigma è uno: l'inspiegabile efficacia di un horror mordi e fuggi, che al pari dell'ultimo film in sala di Pascar Laugier brilla a modo suo, per raccapriccio e strizzate d'occhio così esagerate da far simpatia.
Lo scriveva Umberto Eco a proposito di Casablanca: «Due cliché ci fanno ridere. Cento cliché ci commuovo. Perché si avverte oscuramente che i cliché stanno parlando fra loro e celebrano una festa di ritrovamento».
Quanto
divertimento c'è, in questa piccola festa di morte?
Il
mio voto: ★★★
Il
mio consiglio musicale: Phaeleh feat. Augustus Ghost – Whistling in
the Dark
A me è rimasto vagamente indigesto, ma non è proprio il mio genere! Un bacio!
RispondiEliminaIl mio genere lo è, invece, ma amore non è stato. Un bacio a te!
EliminaMi intriga notevolmente... ma il prezzo per il momento è proibitivo, soprattutto se non è un capolavoro °-°
RispondiEliminaHai ragione. Prova col prima, è in edizione Bur!
EliminaEffettivametne mi è piaciuto. Sono certa che leggerò pure il terzo. Concordo con quanto hai scritto, soprattutto sul finale, ma la Tudor mi intriga.
RispondiEliminaLea
Speriamo che sappia distaccarsi meglio dal Maestro...
EliminaIl terzo romanzo sarà quello decisivo.
EliminaLo leggerò senza pregiudizi, mi sai. 😊
EliminaEssendomi piaciuto L'uomo di gesso, ho accolto con entusiasmo la notizia di questo libro. La tua recensione un po' mi "spaventa" perché non vorrei mi deludesse, però so già che lo leggerò comunque :-D
RispondiEliminaSpero ti piaccia.
EliminaLea, ad esempio, si è detta ancora una volta estremamente coinvolta. 😊
Mi spiace si sia rivelata una lettura non propriamente bella, eppure continua a non ispirrmi :)
RispondiEliminaIn questo caso, meglio così.
EliminaNeanche brutta, ma un riempitivo come tanti...
La penna della Tudor è intrigante, lo ammetto, ma il precedente Uomo di Gesso mi ha convinto di più...!
RispondiEliminaIdem!
EliminaDevo recuperare la Tudor, ma mi sa che lo farò con "L'uomo di gesso"
RispondiEliminaStefi
Meglio!
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