Bookabook,
€ 13, ★★★½
Ognuno
raccoglie ciò che ha seminato. Io, a un passo dalla laurea
magistrale, mi accorgo di aver seminato poco. Alla proclamazione,
infatti, vedrò qualche parente e amici sulle dita di una mano.
Dev'essere per questo che la lettura di Stai composta
ha suscitato in me un vago dispiacere. Parlandosi di amicizie
storiche, in tempo di inviti da inoltrare e bilanci, quanto
rimproverare al mio carattere schivo e quanta invidia, invece, per le
tavolate festose di Cosima Spinelli. Con gli stessi sentimenti le
spia anche la narratrice: una presenza anonima che, guardando senza
essere guardata, spia le confidenze intime, gli amori e i segreti
degli amici di sua mamma. Quattro scapestrati figli degli anni
Ottanta che in un'atmosfera distesa e conviviale, di brindisi balli e
risate, condividono a cena i ricordi di una sera del 1994. Nell'anno
in cui sarei nato io, avevano accettato di darsi appuntamento durante
una sera di pioggia e tuoni. C'erano tutti: Claudio, il padrone di
casa sopravvissuto all'infanzia in un quartiere difficile, con un
pastore tedesco accucciato ai piedi e la tendenza a scappare
dall'altra parte del mondo; Anna, infatuata non corrisposta, che si
accompagna agli uomini senza trasporto e fa i conti con un passato di
molestie; Marco, emarginato per le sue preferenze sessuali e
costretto a un noioso lavoro d'ufficio per quieto vivere; Sara, mamma
di due gemelle in crisi matrimoniale. Sembrano un po' i Perdenti di
It, un po' i
commensali del cinema di Ozpetek e Muccino. Come dimenticare il
leggendario concerto dei Pink Floyd nella laguna di Venezia? Come non
lavare i panni sporchi fra amici stretti, se non è tutto oro quel
che luccica? Non sappiamo bene cosa sia stato di loro, se a tavola ci
sia un posto vacante o meno, chi sia il padre della voce narrante.
Un'adolescente ficcanaso senza nome, ma non senza personalità, che
impara a essere figlia e donna occhieggiando le loro nostalgiche
rimpatriate. Il passato non avvisa, scivola frequentemente nel
presente, e la narrazione in terza persona si alterna al corsivo di
quella in prima. Stai composta,
consigliatissimo agli amanti di Federica Bosco e Chiara Gamberale, è
il lascito fedele di quella notte temporalesca. Una lettura lieve e
introspettiva, che emoziona con delicatezza con una storia in cui amicizia rima con famiglia. Ci sono attimi fortuiti che non scegli da
te. Puoi compensare, per fortuna, con le persone giuste. Quelle che
tengono un coperto aggiunto a tavola, il piatto in caldo e la
memoria, sempre, viva.
Baldini
& Castoldi, € 17, ★★★
Ne
hanno fatto la causa di tutti i mali. Una novella Pandora che
scoperchiò un vaso di violenza soltanto per capriccio; solo per
amore. Chi era realmente la mitica Elena? Una moglie trofeo, una
vanitosa sciagurata, o forse una femminista ante litteram? In
un momento storico in cui la voce delle donne ha diritto a un'eco
maggiore, l'esordiente Loreta Minutilli ha dato a una famigerata
femme fatale l'ultima parola. Classe 1995, laureanda in
Astrofisica ma con alle spalle un diploma classico, la giovane
autrice si è fatta notare al premio Calvino prestandosi alla
scrittura con un rischioso lavoro d'introspezione. Può un
ventiquattrenne portare il peplo, un bagaglio carico di sensi di
colpa e immedesimarsi, così, in un mondo perduto cantato già da
aedi e rapsodi? Sin dalle prime pagine l'operazione risulta
convincente: metà umana e metà dea, splendida e impreparata al
mondo, la narratrice appare una anti-eroina che impara con le cattive
che la bellezza è un'arma a doppio taglio. Abusata da Teseo, andata
in moglie a quel Menelao sinceramente innamorato, infine amante di
Paride e Deifobo, Elena scorge nella guerra una promessa di novità.
Non ha né voce in capitolo né autorità, e allora sceglie di
sovvertire lo status quo accelerando i tempi del conflitto: fa un
affronto al prossimo, essere libera, e scappa a Troia. Ma la
reclusione non si confà alla più bella della reggia di Priamo:
anche se la profetessa Cassandra le si dimostra amica e complice;
anche se il laconico Ettore, l'esatto contrario del fratello, non ne
sottovaluta l'intelligenza. Sotto le mura della città sono accampati
Agamennone, Achille e Odisseo: per chi batte il cuore di lei, dalla
parte di chi è schierata? La guerra non scoppiò per lussuria. Non
c'entrarono i dardi di Cupido. Cominciò e finì in nome di una donna
incuriosita dall'altra metà del mondo, che tanto perse – la nipote
Ifigenia, la madre Leda, la figlia Ermione – e, per forza di cose,
a tanto dovette rinunciare. Riassunto condensato di dieci anni di
guerra, Elena di Sparta racconta
il conflitto da una prospettiva eccezionalmente femminile: un punto
di vista sì inedito, ma anche limitato. Servita e riverita,
protetta, la protagonista bramava invano un ruolo d'azione. Peccato
che nessuno le chiedesse un'opinione personale, che nessuno le domandasse di raccontarsi. Ci ha pensato la Minutilli, attraverso un
soliloquio difficile e rigoroso, dal taglio teatrale. Scritto
meravigliosamente ma senza capitoli, senza paragrafi, il romanzo non
risulta di immediata lettura. Una strenua difesa, piuttosto, verso la
goccia che che fece traboccare il vaso. Un esercizio stilistico di
grande maniera e senza anacronismi, ma ispirato a un mito che avvince
più in esametri.
Il primo non mi intriga, ho scelto di lasciare da parte i libri che promettono di risvegliare rimpianti a caso. Il secondo, invece, mi attira assai di più... anche se mi par di capire che pure qui si sono scordati che Elena a Troia c'è andata perché così ha voluto Afrodite, e alla fine non era neanche tanto contenta di rimanerci.
RispondiEliminaIl bello, Kate, è che qui gli dei non ci mettono lo zampino. Gli uomini, e le donne, prendono e subiscono decisioni. Peccato che la struttura fiume scoraggi un po'...
EliminaEntrambi interessanti, confesso di essere molto attratta dal primo titolo che, per storia e ambientazione, può rivelarsi uno di quei romanzi che mi piacciono tanto :)
RispondiEliminaConfermo, Anna! ;)
EliminaMi associo pure io alla preferenza per il primo - sembra avere quel vago sapore di ricordi, rimpianti, tempi andati che sveglia sempre il mio interesse.
RispondiEliminaFra personaggi e belle citazioni, ha le carte in regola per piacerti!
EliminaStai composta mi sa un po' di muccinata di quelle che mi potrebbero piacere. :)
RispondiEliminaElena di Sparta invece mi pare un po' troppo teatrale e impegnativo per i miei gusti. Meglio andare sul primo. ;)
Il primo ricorda veramente tanto il nostro cinema. Gente a tavola, vecchi segreti.
EliminaAuguriamolo a Cosima!
Ho letto 'Stai composta' in aereo, un paio di giorni fa, e concordo con la tua opinione, una lettura introspettiva e delicata :)
RispondiEliminaAspetto la tua recensione. :)
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