venerdì 3 maggio 2019

Recensione: Non leggerai, di Antonella Cilento

| Non leggerai, di Antonella Cilento. Arya – Giunti, € 14, pp. 197 |

La letteratura è diventa una disciplina morta gradualmente, come il latino e il greco ai giorni nostri. Tutti volevano fare gli scrittori, raccontandosi in autobiografie a tavolino. Nessuno, però, voleva leggere più. Le fascette promozionali strillavano invano superlativi assoluti dagli scaffali. Le librerie ospitavano youtuber e influencer. I piccoli editori morivano per colpa dei colossi del digitale, gli ebook spopolavano prima che ci si rivolgesse direttamente ai riassunti, la carta bruciava. Siamo all'indomani di una crisi – economica, editoriale – senza precedenti. Siamo in un futuro che forse è già qui. La parola svilita, l'apparenza come unica legge. Nello skyline di una splendida Napoli distopica, fra macchine volanti e distributori di proiettili, promesse d'immortalità e social network che inneggiano al tempo perso, si staglia una scuola superiore intitolata alla memoria di Pino Daniele. Tutt'intorno, rioni fatiscenti e una criminalità in rapida evoluzione, mentre la tecnologia avanza di pari passo alla disinformazione. Gli adolescenti del quartiere Sanità, i cui pensieri sono messi costantemente al vaglio da un governo che intanto tutto spia, seguono svogliatamente lezioni proiettati sulle lavagne digitali, consegnano videocompiti scopiazzati qui e lì, si descrivono alla classe con appositi trailer di presentazione: in molti casi, hanno lasciato l'asilo a dodici anni.

Non ve lo dirò mai abbastanza: voi non dovete avere idee! Ormai, i libri sono estinti e questo rischio non lo correte più, ma a ogni angolo, a ogni svolta un'idea è in agguato! Vi sembrerà piccola, ingenua, insignificante... Un'innocua trasgressione, una passioncella... […] È una bomba! È un mostro pronto a divorarvi, a rovinarvi la vita, a impedirvi ogni felicità!

Help, la protagonista, non è l'eccezione alla regola: un abbondare di tatuaggi indelebili – rami fioriti sulle braccia, segni di punteggiatura sui polpacci muscolosi – e un appartamento al quinto piano, circondato perennemente da ponteggi e impalcature, che raggiunge per sfida con cavi e rampini. Ha sprezzo del pericolo e dell'autorità, e qualche volta puoi vederla sfrecciare o arrampicarsi con il suo inimitabile giubbotto: un capo acquistato dal cinese all'angolo, con il disegno di un drago sulla schiena. L'amicizia con Farenàit, l'ultima arrivata in classe, è l'ennesimo rischio da correre: perché la ragazza, nascosta dietro le sciarpe ingombranti, ama le ragazze e le fotografie dei defunti. A Napoli non si legge, infatti, e la morte è un tabù: nessuno ne parla, nessuno presiede ai funerali dei propri cari. Figurarsi allora la follia di trafugare la tomba di una sconosciuta per pura curiosità. E di scoprire nella cassa da morto cinquanta libri proibiti: i migliori, a memoria d'uomo, prima che la narrativa e la saggistica sparissero dai nostri radar. Sfrontata, autoironica, semplicemente irresistibile, Non leggerai è l'avventura di due ragazze che sperimentano così un linguaggio segreto. Si infatuano della vampira Carmilla, diffidano dal Grande Fratello di Orwell, sognano i tesori di Stevenson, identificano i concittadini sgraditi con gli usurai di Dostoevskij, sognano le attrazioni fatali di Cime tempestose, parafrasano il Bardo nei corridoi. La letteratura – una ribellione contro l'inerzia, uno schiaffo all'apatia – le invoglia a nutrire idee tutte loro. E le mette nei guai.

Ma cosa ci piace? Il divieto che affrontiamo o le storie che leggiamo?

Il lessico forbito e quei congiuntivi azzeccati potrebbero suonare sospettosi alle orecchie di due antiquari senza scrupoli o a quelle di Cazzimma, figlio del temibile camorrista O'Russ, a capo di una baby gang che coordina l'intera delinquenza minore. Essere attratti dal proibito, però, inevitabilmente significa anche quello: ficcare il naso nei libri polverosi, e lasciarsi sedurre da prose per cui vivere o morire. La prima volta dell'affermata Antonella Cilento con la narrativa per ragazzi, all'interno di una nuova collana da tenere d'occhio, è una chicca da non lasciarsi sfuggire. Una satira per ogni età, ricca di fantasia, che parla ora il dialetto stretto di Elena Ferrante, ora il linguaggio della ribellione secondo Ray Bradbury. Ha uno stile scoppiettante, un manipolo di personaggi che fan subito simpatia e un'estetica a metà fra quella dei Manetti Bros e l'animazione di Alessandro Rak. Tutto si è ribaltato. I giovani scappano altrove, gli adulti fanno lavori da pischelli, le nonne governano la casa armate di cucchiarella e aiutano a sbarcare il lunario attingendo alla pensione. Ipnotizzati dai cellulari, ignari di cosa siano l'inchiostro o perfino la pellicola, i ragazzi del futuro – tristemente simili ai troppi Millenials che oggi si sognano star di Instagram – hanno trasformato le catacombe in discoteche e rinunciato di buon grado alla privacy. I bibliotecari sono novelli terroristi. Lo spirito d'iniziativa, il male nel mondo.

Una società che vive stando allo specchio muore.

A distanziarci da questa Italia futuribile ci sono davvero tre generazioni? È possibile contare su un destino alternativo, senza trasferirsi in invidiabili bunker o salpare per isole esotiche? Meno cupa dei colleghi scrittori che ci hanno raccontato catastrofe ambientali o donne al macello sotto il giogo dei padroni uomini, ma non per questo meno preoccupante, la leggerezza di Antonella Cilento ci fornisce una via di fuga in anticipo attraverso lo strumento migliore. Un libro sui libri, che fa allungare all'inverosimile le whishlist – che vergogna: al momento ho letto pochissimi dei titoli rinvenuti nella cassa da Help e Farenàit – e andare ancora più orgogliosi di essere topi di biblioteca, parte di una specie ormai in via d'estinzione. Se la fame vien mangiando, infatti, la voglia di mettersi in salvo vien leggendo.
Il mio voto: ★★★½
Il mio consiglio musicale: Ligabue – G come Giungla

6 commenti:

  1. Desidero leggerlo sin dal primo momento in cui ne ho scoperto la sua pubblicazione �� sembra davvero molto carino. I romanzi che parlano di scrittura, poi sono fra i miei preferiti ��

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    1. È carinissimo. Io, invece, non amo particolarmente i libri che parlano di libri, ma ho fatto un felice strappo alla regola. :)

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  2. È sul mio tavolo in attesa di essere letto ehehe
    la tua recensione mi è piaciuta molto ma non ho ben capito se il libro ti ha colpito o no mmmhh... :-)

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    1. Colpito no, è una lettura carina e basta, di quelle non particolarmente segnati, ma nel momento giusto fa comunque buona compagnia!

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  3. Ehm, mi sa che non lo leggerò.
    Giusto per tenere fede al titolo, mica per altro... :)


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    1. Fai male! Questi mondi distopici, vedi?, saranno colpa tua. 😜

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