martedì 14 agosto 2012

Recensione: 22/11/63, di Stephen King

Le coincidenze esistono, ma sono giunto a credere che in realtà siano rare. C'è qualcosa all'opera, ok? Da qualche parte nell'universo, o al di là di esso, un grande marchingegno ticchetta e fa girare i suoi mirabolanti ingranaggi. Ogni tanto, dal mazzo salta fuori una carta imprevista, ma quasi tutte le cose che sono devono essere. Ciao a tutti! Mi sarebbe piaciuto, quest'oggi, augurarvi buon Ferragosto in compagnia della recensione del coinvolgente "L'eredità di Jenna", ma tra spese e uscite varie non sono riuscito a terminarlo come avrei sperato. Facendo un bilancio delle migliori letture dell'anno,però, mi sono accorto che sul blog mancava la mia recensione di un vero e proprio “must”che ho divorato nei primi mesi di questo 2012. Una lettura carica e avvincente, imperdibile in tutti i sensi. Ampliato e modificato, ecco il resoconto delle galassie di sensazioni che il lavoro di un genio del nostro tempo mi ha trasmesso. Non perdetelo :') 

Titolo: 22/11/63
Autore: Stephen King
Prezzo: € 23,90
Numero di pagine: 769
Casa editrice: Sperling & Kupfer
Sinossi:Jake Epping ha trentacinque anni, è professore di inglese al liceo di Lisbon Falls, nel Maine, e arrotonda lo stipendio insegnando anche alla scuola serale. Vive solo, ma ha parecchi amici sui quali contare, e il migliore è Al, che gestisce la tavola calda. È proprio lui a rivelare a Jake il segreto che cambierà il suo destino: il negozio in realtà è un passaggio spaziotemporale che conduce al 1958. Al coinvolge Jake in una missione folle - e follemente possibile: impedire l'assassinio di Kennedy. Comincia così la nuova esistenza di Jake nel mondo di Elvis, James Dean e JFK, delle automobili interminabili e del twist, dove convivono un'anima inquieta di nome Lee Harvey Oswald e la bella bibliotecaria Sadie Dunhill. Che diventa per Jake l'amore della vita. Una vita che sovverte tutte le regole del tempo conosciute. E forse anche quelle della Storia. 
                                    La recensione 
Una lettura fugace della trama e un'occhiata sbieca alla copertina, all'inizio, mi hanno fatto strabuzzare gli occhi e, tutt'altro che meravigliato, mi sono detto : “Ok, il caro zio Stewie si è rincitrullito! E' proprio vero che il tempo passa per tutti... Il cervello è un orologio!”. 
Questo accadeva quasi un anno fa, quando, sul web, avevo avuto modo di leggere una sommaria sinossi dell'ultimo romanzo del Re del brivido: un'opera che, ad un prima occhiata, avevo liquidato come ambiziosa e poco originale.. un bizzarro episodio di “Ai confini della realtà” in salsa politica! Sono una persona molto orgogliosa, ma - lo ammetto con il cuore in mano - nessun giudizio è stato più affrettato e ingannevole... E' dalla prima elementare che amici e insegnanti mi dicono che ho un modo chiaro e personale di esternare nero su bianco pensieri e sensazioni. Con il passare del tempo ho finito per crederci. Mi piacerebbe fare delle parole il mio passaporto per il futuro, ma, mai come ora, non riesco a trovarne nessuna in grado di suggerire ai lettori la grandezza di questo romanzo. E' veramente unico nel suo genere. Cosa dire di un romanzo in grado di far ridere, commuovere, battere i denti e tremare le gambe nello stesso tempo? Io, sinceramente, come ho più volte asserito, mi lascio prendere molto spesso dall'entusiasmo e, nell'assegnare le “famose” stelline ad un romanzo, non sono mai troppo oggettivo. Ad influenzarmi sono sempre l'euforia del momento e le parole degli autori, impresse nella mia mente per un tempo che, spesso erroneamente, considero eterno. Dei tanti libri che ho letto, sono davvero pochi quelli che, seguendo un ragionamento lucido e calcolato, meritavano un punteggio pieno. 22/11/'63 è uno di quelli! Da quando ho aperto questo blog, mai nessuna valutazione è stata più lucida. 
Questo romanzo è un 5 abbondante su un criterio di valutazione tipicamente “anobiiano”; un'eccellenza su una scala da 1 a 10. King firma una delle sue opere più complesse, elevandosi dal ruolo di “re del brivido” in cui è stato relegato. Questo titolo non basta più per dare un accenno della sua maestria. Non siate scettici: in questo libro c'è veramente T-U-T-T-O ! E' un po' come uno di quei grandi classici per i quali il tempo sembra non passare mai: come in un mix omogeneo e perfettamente ordinato, ci sono amore, sete di vendetta, brutalità, sangue e fantomatiche cospirazioni; il tutto a cavallo di due epoche differenti, dilaniate tra giusto e sbaglio, dubbio e consapevolezza, grettezza morale ed evoluzione, passato, presente.. e futuro. In una trama inizialmente un po' monotona, King parla principalmente del passato e del desidero più grande nutrito dall'essere umano: quello di cambiarlo. Il celebre scrittore non guarda agli anni '60 con l'afflato affettivo tipico dei nostalgici. 
Analizzando piccoli frammenti di realtà nella loro complessità, il Re fa un ritratto lucido e brutalmente realistico della società del tempo, parlandoci di un' America più fiduciosa e sorridente - non ancora schiacciata dalla paura del terrorismo - ma che, nelle fondamenta, è corrosa da arroganza, razzismo e ignoranza. Tuttavia, come direbbe Machiavelli, “l'uomo è un cavallo pazzo”: mai in divenire e sempre uguale a sé stesso, incappa continuamente negli stessi errori, macchiandosi delle stesse colpe e alimentando, con la sua cieca ottusità, quel macchinario misterioso che è il mondo. Cambiano i costumi, le tecnologie, le città intorno a noi si evolvono .. come possiamo rimanere fermi e non progredire, seguendo il fluire frenetico del cambiamento? L'intento dell'autore, per me, è proprio questo: ci vuole dare uno strumento per conoscere il nostro passato e per cambiare il nostro presente. La storia è fatta di costanti che si ripetono. Nulla cambia realmente. Non serve un viaggio nel tempo per fare la differenza. Il libro spiega questo messaggio in più di 700 pagine e non vi nascondo che, nella prima parte, la lettura non mi è parsa particolarmente esaltante. Questo romanzo, però, è come la vita di ognuno di noi: si alternano equamente momenti di tranquillità ad episodi frenetici ed emozionanti; picchi e vette. Tutto contribuisce alla costruzione di questo capolavoro. La voce del protagonista, in alcune pagine, si confonde con la nostra; il suo viaggio nel passato diviene un modo inusuale e meraviglioso per viaggiare lucidamente nella nostra coscienza. King riesce nell'impossibile. 
Dà volto, infatti, a colui il cui nome, per anni, è stato sinonimo di Male. La sua caratterizzazione di Lee Oswald è veramente unica; si finisce con l'affezionarsi alla sua famiglia, a provare per lui pena e compassione, addirittura a comprendere (ma non ad appoggiare, ovviamente) le ragioni del suo scellerato gesto. Sappiamo a cosa andrà incontro e a quale voce del suo animo darà ascolto, ma, inevitabilmente, finiamo con lo sperare, per quest'uomo infelice, un epilogo diverso. 22/11/'63 è la summa del sapere “Kinghiano”. Mai speso 20 € in un modo più costruttivo! I numerosi ed espliciti rimandi al romanzo “IT” non possono non entusiasmare i fan più accaniti e nostalgici! Un'opera irripetibile ed innovativa in cui l'autore si autocelebra, unendo in un unico romanzo quegli elementi che hanno indotto critici e appassionati lettori a scrivere il suo nome nel firmamento della narrativa mondiale. Paradossalmente, pur parlando il libro di uno dei più celebri attentati della storia, le pagine del romanzo trapelano amore: quello travolgente e straziante tra Jake e Sadie, quello tra un autore e i suoi lettori, quello tra un grande professionista e la letteratura.
Io credo nell'amore, sapete? L'amore è vera magia portatile: non credo sia nelle stelle, ma credo che sangue chiami sangue e mente chiami mente e cuore chiami cuore.”
Il mio voto: ★★★★★
Il mio consiglio musicale: Coldplay – Fix You

6 commenti:

  1. Di questo libro ne parlano tutti bene. Io ho letto poco di King è l'unico che mi è piaciuto veramente è stato il miglio verde. Devo ancora finire la serie della torre nera. Forse lo leggerò anche se non so quando. Complimenti per la recensione ogni parola e un inno al re del brivido...

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  2. Oh santo cielo!! é da una vita che voglio leggere questo libro! (ma questo probabilmente già lo sai!) Complimenti per la recensione!!! :)

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  3. Ollapeppa. Anch'io ho allegramente snobbato questo romanzo dopo neanche due righe della sinossi, ma dopo un'ode come questa mi tocca decisamente leggerlo.

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  4. Io amo King, ma temo che dovrò leggere questo libro quando il caldo non mi renderà soporifera ogni lettura, anche la più avvincente... sigh. Perchè nonostante mi piaccia il suo stile è spesso prolisso e 769 pagine non sono poche O_O

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  5. Credo di trovarmi d'accordo praticamente con ogni parola da te scritta, ma, sulle ultime righe, ho sorriso annuendo e commuovendomi. King ha fatto uno strepitoso lavoro, monumentale, se vogliamo cogliere tutto quello che è dovuta per forza di cose essere "l'impalcatura" di questo libro. Ne è risultato qualcosa di immenso. E poi, sì...in ultimo, in questo romanzo, scorre amore. Scorre a fiumi, ne è quasi il motore.
    Bellissima analisi.
    Bellissima recensione.

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  6. Sono a metà libro ...ma è davvero avvincente. King, semplicemente geniale!

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