I
cambiamenti non avvengono da un momento all'altro, sono modellati
piano piano dalle persone che non si arrendono.
Titolo:
L'eredità di Jenna
Autrice:
Mary E. Pearson
Editore:
Giunti Y
Numero
di pagine: 443
Prezzo:
€ 14,50
Sinossi:
Sequel del fortunato "Dentro Jenna", non solo affascina per
l'ambientazione futuristica e per la trama avventurosa, ma affronta
temi spinosi, come gli esperimenti estremi di biotecnologia, con uno
sguardo profondo sull'animo umano. Jenna, Kara e Locke, tre amici
inseparabili, tornando da una festa rimangono uccisi in un terribile
incidente. I loro corpi non possono essere salvati ma le loro menti
vengono tenute in vita e intrappolate in un computer. Jenna è la
prima a risvegliarsi con un corpo artificiale grazie a un esperimento
di biotecnologia avanzata. Kara e Locke invece vengono dimenticati e
rimangono isolati in un lunghissimo limbo telepatico dove esistono
solo i loro pensieri e i loro sentimenti. Passano gli anni e poi i
secoli e finalmente, dopo 260 anni, Locke e Kara si trovano di nuovo
nei loro corpi, resi perfetti da uno scienziato senza scrupoli. Ma il
mondo in cui si risvegliano è un luogo estraneo e pericoloso dove
tutto e tutti quelli che conoscevano sono ormai scomparsi. Tutti
tranne Jenna Fox.
La recensione
Si
possono avere tanti amici nella corso di una vita, ma il legame che
creiamo con quelli che spiegano le ali insieme a noi è diverso.
Tre
mani intrecciate su un letto di erba. Tre sguardi persi che
contemplano la nera meraviglia di un cielo stellato. Tre adolescenti
alle prese con ormoni in subbuglio, pazzi sentimenti e pensieri
rivolti a un futuro spaventosamente vicino. Jenna, la dea bionda
della ricca famiglia Fox. Il fascino e l'allegria in diciassette anni
di pura perfezione. Kara, la ribelle: la ragazza con le gonne troppo
corte, la frangetta troppo lunga e lo smalto troppo acceso. Poi è il
turno di Locke, il più piccolo del gruppo: lo “strano”, il
“ragazzo nuovo”, che, improvvisamente, si scopre parte integrante
di questo riservatissimo sodalizio in rosa. Sono giovani e
straripanti di vita e, all'alba di un mondo che promette nuove
tecnologie e cure contro i mali più grandi, si sentono invincibili.
Uniti contro le loro famiglie e contro i doveri dati dal
sopraggiungere all'età della ragione. Poi, il nulla. Intrappolati,
per 260 anni, in trenta centimetri di silenzio e solitudine. Un
inferno che ha la forma di un cubo d'acciaio, scandito da un tempo
che sembra non passare mai e dai graffi di un lacerante senso di
colpa.
Una
festa fuori città, un incidente d'auto, il burrone che accoglie la
fine di tre giovani esistenze. La morte come l'inizio di un'avventura
che incrocia le traiettorie di fantascienza e distopia, i binari del
romanzo di formazione e del medical thriller.
Non
eravamo morti. I nostri familiari non potevano saperlo. I nostri
corpi erano privi di vita, ma questo non significava che anche le
nostre menti lo fossero. Erano già state rapite, copiate,
archiviate, conservate.
A
Ottobre, sarà passato un anno esatto da quando la Giunti mi regalò
la lettura di Dentro Jenna –
romanzo intenso e profondo, finito ai primi posti delle migliori
letture del 2011, che, con scrittura vibrante e ispirata, narrava
l'amore estremo di un padre verso la sua unica figlia, capace di
superare il confine del giusto e della scienza. Avevo chiuso il
romanzo con la sensazione di aver terminato una lettura perfetta,
indimenticabile nella sua unicità.
Quando
ho saputo che, basandosi sul successo del romanzo, Mary E. Pearson
avesse deciso di rendere la magnifica Jenna parte di una trilogia,
sono stato combattuto tra felicità e riluttanza. A guidarla nella
stesura dei tre romanzi era stata la passione verso un mondo
avveniristico ancora da svelare o la comprensibile voglia di volere
sfruttare il successo della sua opera più ambiziosa e apprezzata?
Questi interrogativi mi hanno accompagnato da Marzo ad adesso e, dopo
cinque mesi dall'approdo del romanzo nelle librerie, restio ma con la
voglia crescente di rimanere stupido, dopo gli avvincenti Matched
e La ragazza di fuoco,
ho deciso che la mia odissea
nelle Orwelliane galassie poteva proseguire ancora.
E'
stato così che L'Eredità di Jenna mi ha trascinato nel suo
inquietante e fascinoso mistero. E' bastato il prologo, trapelante
amore e repulsione, a farmi immediatamente aggrappare alla voce di un
nuovo narratore, umano e realistico tanto quanto Jenna. O forse, un
po' di più..
Locke
è una delle poche voci maschili nella moderna narrativa Young Adult.
Ha una sensibilità nuova, un timbro diverso, una capacità
alternativa di mescolare l'umorismo dei giovani e la poesia tipica
dello stile dell'autrice. Come me, ha la capacità di innamorarsi al
primo sguardo e di far coincidere l'amicizia tra sessi opposti con la
forma più pura e duratura di amore. Un amore che si nutre di ricordi
e di pensieri condivisi, di complicità e di comuni avventure, di
gelosie e di sentimenti che diventano troppo ingombranti da
contenere. Contraddittorio e complicato, è a metà strada tra il
platonico e il concreto, fin troppo familiare per chi, come me, dopo
anni di lenta e instancabile costruzione, è emotivamente legato al
viscerale rapporto creato con le migliori amiche di sempre.
Come
gli Emma e Dexter di Un giorno,
Jenna e Locke sono protagonisti di una delicatissima storia di
sentimenti e scelte, ma accanto a loro c'è una terza figura che il
rancore e la gelosia hanno reso l'ombra sbiadita di sé stessa.
Dov'è
la linea di confine tra un miracolo e un mostro? La
“nuova” Kara ha gli stessi tratti fisici della “vecchia”, ma
i suoi occhi riflettono la condizione chi, per troppo tempo, è
esistito senza avere la possibilità di vivere. Accanto ai tre,
organi essenziali di questa nuova ed entusiasmante avventura,
emergono intensi e simpatici comprimari. Due tenaci compagne di
viaggio e un antagonista che sembra uscito da un bel film Disney. Le
atmosfere claustrofobiche e vagamente inquietanti dei primi capitoli
cedono il passo agli scorci di un'America futuristica e originalmente
descritta, le cui novità sono spiegate a Locke da due Ciceroni
d'eccezione: il robot Dot - dal cuore di metallo e coi sogni di libertà
di un comune umano - e la saggia Miesha – una Mary Poppins un po'
attempata che, nella sua borsetta, nasconde non poche sorprese.
Più
attenta alla costruzione di rapporti verisimili che di un mondo
immaginario, la Pearson proietta il libertarismo e l'inquietudine
adolescenziale in un'ottica da effetti speciali, abbandonando i dubbi
etici che avevano reso il primo volume una versione fantascientifica
di La custode di mia sorella
e dando vita a un prodotto che, sebbene leggermente più prevedibile,
omaggia i film di Luc Besson e di Stephen Spielberg, unendo l'azione
di Léon alla fantasia
spaccacuore di AI:
Intelligenza Artificiale.
Il
mio voto: ★★★ +
Il
mio consiglio musicale: David Guetta feat. Sia - Titanium
Ciao Mik, se passi da me hai appena ricevuto un premio!
RispondiElimina