Devo
dirlo: ci sono cose dello stile di E.L James che davvero non mi
dispiacciono. I periodi sono semplificati ai minimi termini, le
descrizioni non sembrano essere tali senza che l'autrice abbia unito
l'aggettivo “perfetto” a ogni singola cosa che appartenga a
Christian Grey, le scene più convincenti vengono rovinate
puntualmente da battute raccapriccianti, ma, nelle prime pagine di
questo nono capitolo, spunta naturalmente un sorriso ed emergono due
punti a favore dello stile tutt'altro che esemplare dell'autrice.
L'ho
detestata dalle prime pagine, ma ammetto che la vocina interiore di
Ana mi sta finalmente andando a genio. Mentre la protagonista, con
due treccine da scolaretta e la camicia di Christian addosso, dimena la testa
al ritmo delle Tagliatelle di Nonna Pina e si mette alla prova (..del cuoco!) nelle vesti di un'aspirante
Antonella Clerici del porno, intenta a ripassare la notte bollente passata con
il suo “dolce e malinconico” Psycho, l'Ana 2.0 – quella più
divertente e sveglia che vive soltanto nella sua testa – le dà,
nemmeno troppo velatamente, dell'allupata/illusa/sprovveduta/pazza/malata
di sesso.
Questo
piccolo dissidio interiore, sinceramente, ho cominciato a trovarlo
davvero carino, anche perché è inusuale trovare, in un libro che
promette ore bollenti, una vocina acuta e isterica come quella del
Grillo Parlante e una caratterizzazione dei personaggi che non emerge
dai loro comportamenti nel corso dei capitoli, ma dalle parole del
loro stesso inconscio. Per carità, è un qualcosa di alquanto
elementare e non aiuta proprio a dare a Cinquanta Sfumature
quell'aura di eleganza e classe che promettono le pubblicità, ma
fa nascere un moto di pura simpatia verso Anastasia – aspirante
femme fatale, che nasconde le
stesse insicurezze e gli stessi imbarazzanti mutandoni della
“collega” Bridger Jones. Altro elemento a favore di questo
capitolo, sono le scene di sesso tra i due protagonisti.
Pur avendo
poco di scandaloso, sono ben descritte e, sebbene usarlo sia un
termine alquanto improprio, l'erotismo promesso è maggiore in questo
capitolo che nel precedente. Improprio, dico, perché una bella scena
che potrebbe ricordare il bagno tra Richard Gere e Julia Roberts in
Pretty Woman è
rovinata da dettagli superflui che oscillano tra l'esplicito e
l'idiozia pura; tutto merito di una narratrice che osa come può, ma
che, come una bambina, ha paura di pronunciare la parola “pene”
per intero e che continua a usare il termine “lì” per parlare
del suo punto G (Wow, ho fatto anche la rima)!
E
non dimentichiamo Christian – maestro nei preliminari e Speedy
Gonzalez nel resto - che, dopo “Io non faccio l'amore. Io fotto
senza pietà”, continua a regalare perle di saggezza che farebbero
invidia a un'operatrice delle Hot Line. La cosa che continua a
infastidirmi è la discontinuità. Pur mantenendo le distanze
dall'eccellenza, qualcosa di positivo c'è, ma quello che manca è il
collante che dovrebbe unire questi pochi e godibili elementi. Cosa
c'è tra l'Anastasia che canticchia in cucina come Candy Candy e la
panterona che sorprende il suo uomo con... mmm, come chiamarle..
abilità segrete? Ma sì, diciamo che ha imparato a mettere in
pratica gli insegnamenti appresi nell'officina di falegnameria in cui
lavorava. E no, non ha costruito una bambola gonfiabile nello stile
di Geppetto.
Come
può passare da protagonista di uno chick lit a modella umana per
illustratori di kamasutra?
Possibile che le sfumature che dovrebbero rendere un personaggio tale
siano solo nel titolo?
Sì, le sfumature sono solo nel titolo, nel romanzo ci sono cambiamenti repentini tipici degli schizofrenici, o di chi ha cmq forti disturbi della personalità!
RispondiEliminaIo la vocina interiore di Ana l'ho odiata. Come dici tu toglie eleganza a un romanzo che di elegante non ha effettivamente niente... quindi forse ci stava pure bene... boh...
Leggerti è cmq molto divertente!
Il mio commento questa volta te l'ho fatto in diretta :P ahahahahah
RispondiEliminaMi sono persa le prime puntate di questa FANTASTICA rubrica, adesso corro a leggermele. Rido davanti al computer. Forse solo per questo potrei leggere Cinquanta sfumature, così potrei farmi quattro risate! :D
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