martedì 23 aprile 2019

Recensione: Bye bye vitamine!, di Rachel Khong

| Bye bye vitamine!, di Rachel Khong. NN Editore, € 17, pp. 185 |

Le feste in famiglia sono una trappola per topi. L'ho sperimentato in prima persona io, in queste vacanze di Pasqua in cui i miei piani di fuga sono stati smantellati da una reunion che, nell'insofferenza generale, ormai si protrae ininterrottamente dal giorno della mia laurea. L'ha realizzato Ruth, trent'anni da poco compiuti, che con la scusa del Natale nell'aria ha viaggiato da San Francisco a Los Angeles per fare compagnia ai genitori solitari. La sua pausa dal lavoro durerà più a lungo del previsto: resterà con mamma e papà anche una volta giunto il tempo di mettere via decorazioni e luminarie. Per tutto l'anno successivo. Il motivo? Il brillante Howard, professore di storia con qualche macchia sulla reputazione, sta perdendo sé stesso. L'Alzheimer mangia cellule cerebrali, dignità, ricordi, e alla primogenita spetta un compito tanto ingrato quanto sentito: prendersene cura per un po', restituendogli il favore di averla cresciuta suscettibile e orgogliosa. La convivenza forzata, prevedibilmente, avrà alti e bassi. L'uomo qualche volta smarrisce la via di casa e i vestiti; a volte è in vena di tenerezze, altre di cattiverie gratuite. Non esce dal suo studio, al punto che tocca passargli tranci di pizza da sotto la porta. Non ricorda il primo appuntamento galante con la moglie – donna prosciugata dalle richieste del marito, anche se clinicamente sana – e confonde candidamente la madre dei suoi figli con le amanti frequenti, collezionate fra colleghe e studentesse. Come ignorare le carte di divorzio già firmate nel cassetto della scrivania? Come dar torto a Linus, fratello minore che dice di non voler sapere nulla di loro, se durante l'adolescenza si è sorbito liti furiose e tradimenti reiterati? Come far sì che Howard si senta ancora utile per la comunità, quando i problemi con l'alcol lo avevano già reso un insegnante inaffidabile all'università?

Che oggetti d'amore imperfetti siamo, e che imperfetti donatori. I motivi per cui ci prendiamo cura l'uno dell'altro possono non avere niente a che fare con la persona di cui ci prendiamo cura. C'entra solo come eravamo noi insieme a quella persona – cosa sentivamo per quella persona.

Bye bye vitamine! è la dichiarazione programmatica della famiglia Young: per metà cinese e per metà americana, durante la lettura se ne va in cerca di una dieta equilibrata e di una routine tranquilla. Il rosmarino ha proprietà benefiche, i broccoli e i semi di lino contengono antiossidanti, le meduse surgelate del minimarket orientale sono ricchissime di proteine, le pentole d'alluminio sono l'incubo di ogni salutista che si rispetti! In città potresti incontrare John Travolta e Brad Pitt. Al dipartimento di Storia, invece, un assistente con il potere di far dimenticare gli sgarbi di un ex storico, Joel. Le visioni di reality show e televendite potrebbero essere disturbate da incendi o terremoti. In casa, come si fa in presenza di bambini troppo curiosi, vanno nascosti gli oggetti contundenti, chiuse a doppia mandata le porte e schermate le prese della corrente. Dopo Meglio sole che nuvole, quasi a scatola chiusa, mi sono trovato mio malgrado a leggere un'alta autobiografia travestita da romanzo. Il diario giorno per giorno di una convivenza difficile e inevitabile, che poco mi ha entusiasmato nel mentre – colpa di una scrittura cronachistica, aneddotica –, nonostante a fine lettura gli riconosca una straordinaria delicatezza.

Darei:
Tutti i soldi che ho. Tutti i miei denti. Quello speciale dollaro d'argento che mi ha dato tuo nonno, dicendo che avrebbe avuto un valore di 300.000 dollari quando tu saresti andata al college. Darei tutto, qualsiasi cosa, pur di tenerti qui.

L'esordio di Rachel Khong non ha i tecnicismi di Still Alice, le lacrime copiose di In viaggio contromano, le risate leggerissime di Heidi. Ho trovato, insomma, che poco aggiungesse al tema della dimenticanza. Ma quanta dolcezza, quanta violenza, in questo dialogo a parti invertite! Una collezione di momenti quotidiani, di attimi ora preziosi e ora superflui, sulle mancanze dei figli e la vulnerabilità dei nostri genitori. Il tutto, dal punto di vista di una figliol prodiga che vuole superare una delusione amorosa rendendosi utile per il prossimo. Che, per sdebitarsi, vuole assumere provvisoriamente il ruolo di tutrice dei suoi stessi genitori. Mettersi a dieta, infatti, è un toccasana per corpo e mente. Rendersi indispensabili fa sentire meno inutili. Tornare a dormire nella stanzetta in cui siamo cresciuti, la nostra esistenza ormai ferma a un bivio, ci trasforma in bambini.
Il mio voto: ★★★
Il mio consiglio musicale: Calcutta – Paracetamolo

4 commenti:

  1. L'idea del diario e la tematica del "perdere la memoria" mi piacciono, fanno "al caso mio". Me lo segno, potrebbe essere un'interessante proposta per il club di lettura! Ciaoo :))

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    1. Penso proprio che vi piacerebbe, Angela. Ben più che a me! :)

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  2. Che bella visione che hai delle feste in famiglia! :)

    La lettura non sembra proprio fondamentale, però quel titolo invoglia...

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    1. Domani altra recensione di famiglie disastrate. La Pasqua mi ha ispirato!

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