mercoledì 3 luglio 2019

Recensione: Dracul, di Dacre Stoker e J.D. Barker

| Dracul, di Dacre Stoker e J.D. Barker, Nord Editore, € 18, 60, pp. 470 |

Sono assolutamente convinto non vi sia dubbio alcuno che i fatti qui descritti siano accaduti davvero, per quanto incredibili e incomprensibili appaiono a prima vista.

Nella prefazione al suo capolavoro, pietra miliare del genere horror, Bram Stoker spiazzava l'editore scrivendo queste esatte parole. Verità destabilizzante o trovata commerciale al passo con le moderne strategie di marketing? Nella Londra del tardo Ottocento, terrorizzata dal sangue versato a White Chapel dalle stilettate di Jack Lo Squartatore, meglio non alimentare ulteriore allarmismo; meglio ricacciare i vampiri fra le pagine della narrativa di finzione, sei piedi sotto terra. La nota dell'autore venne censurata, così, assieme alle cento pagine iniziali: smembrato e ricucito, il manoscritto si trasformò sulla scrivania dell'editore. Da allora, è stato al centro di un mistero pari per grandezza soltanto al suo fascino. Centoventi anni dopo risulta impossibile venirne a capo, districando le speculazioni degli studiosi dalle ultime volontà dell'autore: pur avendolo letto e profondamente amato quando non avevo ancora l'età, per esempio, io stesso non ricordavo che nel romanzo non venisse mai menzionato Vlad L'Impalatore. Un'intuizione della critica, in cerca dell'identità del Principe delle Tenebre, poi entrata nell'immaginario collettivo grazie all'indimenticabile Francis Ford Coppola: il film, fedelissimo, aveva il nome di Stoker perfino nel titolo, ma si prendeva licenze poetiche nel tentativo di collocare storicamente la figura del conte. Com'è nata? Meraviglia che l'idea di raccontare la genesi dell'opera sia venuta in mente soltanto ora, francamente, leggendo in una qualsiasi nota biografica dettagli piuttosto sospetti.
Vittima di una malattia che da bambino lo condannò a un isolamento a confine con l'agorafobia, Bram guarì miracolosamente dopo un comune salasso e alla sua morte, avvenuta a sessantacinque anni, diede disposizioni affinché la sua salma venisse cremata secondo una pratica all'epoca poco diffusa. Quale enigma doveva ridurre in cenere insieme alle sue ossa? Dacre Stoker, suo discendente, firma in coppia con J.D. Barker un omaggio che a sorpresa si rivela una gemma del gotico. Tutto ha inizio con la lunga notte di un uomo braccato da voci, ombre e ricordi nel torrione di un'abbazia sconsacrata: rose bianche, specchi e crocifissi possono tener fuori l'invasore, non l'inquietudine. Quell'uomo era Bram Stoker, qui personaggio di un incubo letterario degno dei suoi.

La gente crede solo a ciò che può comprendere.

In compagnia della sorella Matilda, da bambino, il protagonista leggeva troppi gialli, si annoiava, ficcava il naso dove non avrebbe dovuto. Dalla sua soffitta affacciata su una Dublino prostrata dalla carestia, animava i suoi pomeriggi grazie alla cronaca nera – cadaveri trafugati per sperimentazioni scientifiche, stragi domestiche mosse dalla disperazione – e ai comportamenti inspiegabili dell'affezionata tata Ellen. Questa Mary Poppins da brivido cambiava ogni giorno il colore degli occhi, imprevedibili al pari delle sue assenze frequenti, e nei ritratti appariva sempre diversa. Ma tutto le veniva perdonato, dal momento che aveva imparato a rendersi indispensabile all'interno di una famiglia popolosissima, e nessuno poteva spingersi nei meandri della sua camera da letto. Legato a lei da un filo ostinato, in un rapporto simbiotico che sfida il tempo, Bram le deve tutto: l'ispirazione e l'eterna dannazione. Al punto da seguirne le tracce, quindici anni dopo, in compagnia dell'anticonformista Matilda e del fratello maggiore, Thornley, preoccupato dall'improvvisa follia della moglie. I bambini cresciuti, come in It, formano un trio affiatato per illuminare l'oscurità di un'infanzia sospesa nel dubbio. Dopo aver reclutato l'ungherese Arminius Vambery, gentiluomo con il pallino dell'occulto che ispirò il personaggio di Van Helsing, gli imprudenti Stoker si accorgeranno di non essere gli unici sulle tracce dell'ex tata. Ma Ellen, struggente personaggio femminile sbucato quasi da una novella di Boccaccio, intanto cosa cerca?

Sta venendo la morte per tutti noi; sarà prodigiosa.

C'erano una volta, tanto tempo fa, una contessa innamorata di un contadino senza arte né parte; un uomo dagli occhi fiammeggianti e con l'accento con l'est, che si vocifera abbia stretto un patto con il Diavolo; le sciagure della famiglia O'Cuiv, decimata sì ma non dall'inedia. Rispolverando il piacere delle fiabe folkloristiche e il gusto per la suggestione dei racconti orali, Dracul è un'avventura che riprende nei minimi particolari l'impalcatura del successo di Stoker e, senza tralasciare nulla del breviario horror – cuori pulsanti nei barattoli di formaldeide, cadaveri in fuga dagli obitori, insetti e poteri psichici –, sbarca infine in un villaggio fantasma in Baviera. Se i pericoli non sono soltanto soprannaturali, meglio temere il calare delle tenebre o al contrario aspettarlo? 
Elegante e rigorosissimo, il romanzo prequel segue passo passo le regole del Dracula originale. Ne viene fuori una lettura bellissima, che abbraccia una narrazione ad ampio respiro e una struttura familiare, fatta com'è di fitti carteggi, note dattiloscritte e pagine di diario. Dietro la notte cupa e tempestosa dei proverbi si nasconde un lavoro filologico credibilissimo, che ha davvero del magico. Quando la curiosità è un prurito inestinguibile, proteggiti il collo dal bacio dei morsi; mettiti al riparo. La popolano un conte diverso da quello che pensavi di conoscere e una storia, in perfetto equilibrio fra biografia e finzione, che invece non conosci ancora. A casa dovresti essere al sicuro. Questo brivido vecchio stile picchietta alla finestra con discrezione, desidera un invito formale per morderti. Ci sono cresciuto, e ne avevo nostalgia. Io, come il giovane Bram, l'ho lasciato entrare.
Il mio voto: ★★★★
Il mio consiglio musicale: Annie Lennox - Love Song for a Vampire

15 commenti:

  1. Quindi Dracul non è la storia di Bram vera e vissuta, ma comunque sempre una romanzata attorno alla sua vita e all'esperienza con questa tata misteriosa... giusto?

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    1. Ah, sì sì, è pura fiction. Dubito che una famiglia, per quanto disperata, possa affidarsi a qualcuno come Ellen! Tutto, a partire da lei, è un'invenzione degli autori. :)

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  2. Ma sai che mi ispira?? Il piccolo bram e la sua inquietante tata *_*

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    1. Oltre che come horror, funziona alla grande anche come romanzo storico, fra le altre cose. Te lo consiglio!

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  3. Bellissima recensione Michele! Realtà, finzione, fantasia, horror, leggenda...ma in questi casi quanto vorresti sapere la verità e ciò che passava per la testa dello scrittore durante la stesura del romanzo?

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    1. Grazie mille, Nunzia!
      In risposta alla tua domanda: niente. Si perderebbe tutto il fascino.

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  4. Lo aggiungo?
    Sì lo aggiungo nell'infinita wishlist!

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    1. Aggiungi, è sicuramente uno dei titolo più interessanti proposti nell'ultimo periodo. :)

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  5. Un affascinante horror con incursioni storiche è una lettura a cui non so resistere. A dir il vero io adoro i libri e tu, mio caro Mr Ink, sei colpevole di far aumentare i libri sul mio comodino. Però che bello avere una pila di libri da leggere!Ti seguo sempre ammaliata dal tuo scrivere :)

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    1. Grazie mille, Aquila. Questo, più di altri recensiti di recente, prometto solennemente che è nato per il tuo blog. :)

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  6. Direi che sei riuscito a stuzzicare tutta la mia curiosità! Dracula letto anni e anni e anni fa, lo ricordo come un bellissimo romanzo gotico e questa leggenda -che non conoscevo- potrebbe farlo tornare sul mio comodino, grazie!

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    1. Veramente un omaggio intelligente e sentito, che riesce a raccontare personaggi nuovi pur muovendosi nel solco del passato. Da leggere, con brividi annessi!

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  7. Non gli avrei dato due lire, ed invece...
    Se uscisse in formato economico ci farei un pensierino.

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    1. L'anno prossimo di questi tempi, forse, ma l'economica sicuramente arriverà in versione Tea. Merita parecchio!

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