lunedì 11 gennaio 2016

Recensione: Noi due e gli altri, di Fionnuala Kearney

La immagino incartata come un regalo [la mia vita], l'involucro esterno senza sbavature, chiuso col nastro biadesivo o che altro ci vuole, perché una parte del contenuto appaia curato e in ordine – nascosto alle persone che amo.

Titolo: Noi due e gli altri
Autrice: Fionnuala Kearney
Editore: Neri Pozza
Numero di pagine: 415
Prezzo: € 18,00
Sinossi: Beth è una donna tradita, ferita per ben due volte da Adam, ai suoi occhi ormai nient'altro che un donnaiolo incallito e bugiardo. La prima volta è stata capace di perdonare l'"innocente scappatella" del marito. Ha comprato con lui un rudere e l'ha trasformato in una bella casa di tre piani in stile edoardiano, affacciata su un viale costeggiato da sicomori. Là ha accudito con cura Meg, la loro adorata bambina e, al chiuso della mansarda rallegrata dalla luce che penetra da tre lati, ha ricavato il suo studio, dove ha composto le sue canzoni, e scacciato definitivamente l'ombra del primo tradimento. Come perdonare, però, un marito che ti tradisce una seconda volta, per giunta con una "cameriera" che ha la metà dei suoi anni? E come non cadere dopo una simile doppia ferita nell'incertezza nei riguardi del mondo e di sè stessa? Sino al punto da accorgersi per la prima volta dei segni lasciati dal tempo sul proprio corpo e pensare che, al di là di qualunque rotolo del Mar Morto, Dio è indiscutibilmente maschio? Adam si è reso conto di essere nei pasticci nell'istante stesso in cui ha incontrato Emma nel ristorante in cui lavora. Sguardi, occhiolini, sorrisi e poi, sul sedile posteriore del taxi... l'irrimediabile. Per un istante l'immagine di Beth, così bella, fedele e piena di talento ha attraversato la sua mente. Ma solo per un istante, perché subito dopo l'idea di fare sesso con una donna più giovane ha preso il sopravvento, e Adam si è sentito riconciliato di nuovo con la vita a quarantatré anni....
                                              La recensione
Quanto ci lasciamo ingannare dalle etichette? Quanto dalle apparenze? Quanto influisce nella vita di tutti i giorni il ruolo che hanno disegnato per noi e quanto possono, mentre curiosiamo in libreria, una copertina giusta e una copertina sbagliata? Soprattutto, quando la tua famiglia è un ammasso di macerie e tu, figlio, devi badare a mamma e papà, quando è il momento adatto per leggere un romanzo che, neanche a farlo apposta, parla di coniugi ai ferri corti, fiducia infranta, bugie che hanno le gambe corte e la lingua lunga? Subito, seduta stante, se è opera di un'esordiente di cui sentiremo presto tessero le lodi e se, come capita in Noi due e gli altri, una storia amara di quelle che per te non hanno più sorprese ti insegna a prenderla con il sorriso e, un passo dopo l'altro, a tornare a desiderare il bene dell'altro, ma sotto forme diverse. Anche se i ruoli ci desiderano antagonisti – il marito infedele e la moglie cieca davanti all'evidenza, il traditore e la tradita – e dividersi fa un male che potrà però riservarci tanto bene. In realtà, non ero così certo di trovarmi, in partenza, al cospetto di una commedia romantica giunta al capolinea: inguaribilmente british, buffa, aspra il giusto. Mi hanno convinto del contrario, per fortuna, le parole della mia amica Stefania e i paragoni calzanti con David Nicholls, amatissimo da queste parti, di cui aspettavo, se non un nuovo scritto, almeno un'erede lampo. Lo stress, lo studio matto, la ricerca del primo libro con cui iniziare l'anno nuovo al meglio. Scelta saggia, mi domandavo, mentre nella notte tra il trentuno dicembre e il primo gennaio, in attesa che finissero i boati dei fuochi artificiali e i brindisi, soppesavo tra le mani il romanzo di Fionnuala Kearney e, tra me e me, mi convincevo che, essendo un titolo Neri Pozza, non ci sarebbero state speranze mal riposte. Al massimo, giusto un po' di attenzione in più da parte mia. Quattrocento pagine, tutta l'aria di una realistica saga familiare e una settimana buona per portarlo a termine e farmene un'idea. Tanta titubanza per nulla. Ma che volete farci, dovevano essermi passati di mente i ragionevolissimi confronti e le recensioni sentite. Colpa, in larga parte, di una copertina da romanzo d'appendice, né brutta né bella, che invecchia e intristisce troppo Noi due e gli altri. Mi sono accorto a pagina uno, però, che quella lì – un'aspirante Madame Bovary che fa m'ama, non m'ama con dei gigli in agonia – non era la nostra Beth e che il suo Adam, bastardo con il cuore d'oro, non era mica poi così bastardo. E se Bridget Jones non si fosse accasata con Colin Firth, ma con l'altra sua fiamma dagli occhi blu? Beth, quarantenne, è stata infatti tradita per la seconda volta e ha deciso di non perdonare. I suoi sogni erotici sono popolati da Gordon Ramsey, ha una casa da mettere in vendita, una figlia all'università e molta paura. 
Di restare sola, di finire per riprendersi quel compagno che va calandosi impunemente i pantaloni a destra e a manca. Aspirante compositrice, approfitta nel frattempo del cuore spezzato per scrivere una ballad da Oscar e si vede come la straordinaria Adele: sfigata in amore sì, ma piena di quattrini. La tristezza ispira. A proposito di Adam, invece: il farabutto. Esiste forse il gene del tradimento e quando si smette di crescere una volta per tutte? Figlio di due genitori vissuti e morti d'amore, scrupoloso uomo d'affari, svolazza di fiore in fiore. E la rancorosa Beth, la sensuale cameriera Emma e Keira, sbucata da un passato non lontano, sono fiori irresistibili, grazie alla bravura di un'autrice che sa fare di due pesi due misure e ci lascia leggere l'humor e il brio nella tradita, la sofferenza e il cruccio nel traditore. Lei, che su una spalla ha un angelo e sull'altra un diavolo – si chiamano Babushka e Lucy Fer, e sapeste quanto chiacchierano – e che, alticcia e spassosa, conia parolacce a fantasia per quel partner inaffidabile. Lui, che al contrario si esprime con più decoro e lucidità della moglie, ha un valido movente per i suoi sbagli da vigliacco e ancora qualche sassolino nella scarpa di cui liberarsi. Alto è il rischio di frane rovinose. 
Al centro esatto, la giovane Meg: figlia coscienziosa e cresciuta in fretta, che tenta di proteggersi dalle schegge volanti di una coppia scoppiata e di essere abbastanza forte per sopportare l'ultima rivelazione di papà. Nelle pieghe delle loro reciproche solitudini, il fardello delle menzogne – e ce n'è un'altra, dolorosissima, che minaccia di mandare a monte il salvabile – e la libertà sconfinata della vita da single. Fionnuala Kearney, come l'indimenticabile Un giorno ci ha già insegnato, dà voce a capitoli alterni a un uomo e a una donna che si piacciono nonostante tutto, ma non osano ammetterlo. Quanta voglia, con Emma e Dex, di leggerli e rileggerli e di far cozzare le loro teste dure l'una contro l'altra? Come in Noi, l'ultimo Nicholls in ordine di pubblicazione, il nucleo domestico si è qui ampliato – non più lui e lei, ma un coro greco di amici intimi, figli e parenti assurdi – e si sono ammassate scartoffie da firmare, per certificare la fine di un amore agli sgoggioli. I richiami a uno dei miei scrittori preferiti per dirvi che le fascette promozionali, ogni tanto, dicono cose sensate e che la giovane Fionnuala, artefice di un esordio pieno di maturità e grazia, ha anche il suo bel da dire. Terapista di coppia dei suoi personaggi complicatissimi, campionessa di apnea nei meandri di due menti debitamente scandagliate, mi ha divertito a sorpresa e sempre a sorpresa, in ultime pagine in cui emergono ombre e pene d'amore, mi ha incrinato il cuore con la leggera nonchalance di chi passa di palo in frasca, da un Crazy Stupid Love a The Affair. E senza scorciatoie di sorta, perché dall'amore, folle e stupido che sia, alla presa di coscienza del tradimento c'è un lento processo che somiglia all'elaborazione del lutto e una parentesi spaziosa abbastanza per racchiudere le mezze confessioni, le mezze verità, le mezze parole di un sentimento persistente, eppure vago, che ci raccontano un po' lui e un po' lei. Ma restituendolocelo, paradossalmente, integro.
Tu scrivi canzoni”, mi dice, poi scuote la testa. “Non può mai essere questa la fine della storia”.
Il mio voto: ★★★★
Il mio consiglio musicale: Adele – Water Under The Bridge

27 commenti:

  1. Il libro l'ho letto e per le prime 200 pagine ne sono stata rapita. Poi ho iniziato a faticare, come se il brodo (mi si passi il termine) fosse stato allungato troppo...
    Interessanti i due punti di vista, straziante soprattutto quello di Ben. Sembra forse che le donne abbiano maggiori risorse e ce la facciano sempre...forse è verò. D'altra parte è scritto da una donna.
    Mi ha fatto ripensare a "La metà di niente" della Dunne, ma in quel caso il marito sembrava un stronzo e basta...invece qui si è andati oltre e nonostante tutto ho capito anche Ben.
    Certamente una bella prova d'esordio.
    Ciao da Lea

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    1. Adam!!! spero almeno che Ben fosse il fratello buono. In caso contrario...lasciamo perdere.
      Lea

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    2. Sì, Ben è il fratello di Adam. Non ti sei sbagliata troppo! Un esordio notevolissimo, sì, ma presentato in maniera un po' ingannevole. L'aria seriosa scoraggia. La Dunne non l'ho mai letta, ma quant'è vero: Adam, così triste, tocca parecchio.

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  2. Mi attira un sacco, il paragone con Nicholls lo rende ancora più appetibile. Ecco, l'unica paura è che assomigli invece alla Dunne (@Lea), che trovo spesso insostenibilmente triste.

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    1. La Dunne la conosco giusto di nome, ma questo non rischia mai, ma proprio mai, di essere triste. Anzi. Ti dirà meglio Lea!

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  3. Sono davvero felice che il mio suggerimento si sia rivelato utile e che Beth e Adam abbiano conquistato anche te *-* Tra l'altro ci hai regalato una bellissima recensione - ricca delle tue sfumature - che rende meravigliosamente l'essenza della storia. Concordo, la tristezza non è uno degli ingredienti principali, ci sono dei passaggi toccanti che si alternano ad altri spassosi, in un mix che ai miei occhi è risultato bilanciato e tutt'altro che pesante. Un abbraccio! :)

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  4. No,non ti preoccupare Tessa! Mi è venuta in mente la Dunne solo per la tematica (cioè marito che abbandona la moglie), ma poi lo stile è diverso. Anzi diversissimo.
    Lea
    P.S. Io non ho mai letto Nicholls. Da quale suo libro inizio?

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    1. Ti direi di partire dal più noto, Un giorno, che trovi anche in una bellissima edizione a € 9,90. I romanzi di gioventù, buoni ma troppo leggeri, magari lasciali alla fine. E buone letture!

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    2. Ah..per la reperibilità dei libri non ti preoccupare! ;-)
      Ho sempre tutto a portata di mano perchè faccio il lavoro più bello che esista.
      Lea

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    3. Che meraviglia! Allora leggili tutti e presto, no? ;)

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    4. Ah, che bello il lavoro di Lea! :) e che bello avere ancora tutti i Nicholls da leggere! a me sono piaciuti tanto anche i romanzi di gioventù. Le domande di Brian, ad esempio, mi ha strappato più di un sorriso. E Il sostituto lo ricordo come un romanzo dal gusto amaro, ma piacevole. Non ho invece amato tanto l'ultimo in ordine di pubblicazione(Noi), che a Mik viceversa è piaciuto molto :)

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    5. Vedi? Lea, aspettiamo di conoscere le tue preferenze. :)

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    6. ah...i libri sopra il comodino che aspettano di essere letti ;-) Una poesia
      Vi farò sapere, ma per il momento sto finendo un libro di Fannie Flagg e poi mi attende L'uomo di Lewis
      ciao

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    7. Facci sapere, sì, e buone letture!

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  5. È già in lista e sarà sicuramente una mia lettura del 2016! Il tuo pensiero non fa che farmi venire ancora più voglia di leggerlo!

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    1. Però chissà. Se ben ricordo - e preferirei non ricordare, ahahah - Nicholls non fa breccia con te. ;)

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    2. Ahahaha ricordi bene! Ma di Nicholls non mi hanno convinto le storie, non lo stile!

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    1. A pelle, così, dico che ti si addice. Non so, per me ti piace. ;)

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  7. Non lo conoscevo, ma la tua recensione me l'ha fatto inserire al volo nella lista dei desideri di amazon :D

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  8. Ciao! E' la prima recensione che leggo scritta da te e trovo davvero stupendo il modo in cui racconti il libro e i paragoni che si intrecciano. Non avevo sentito parlare di questo libro fino ad oggi, mi hai totalmente conquistata e il libro va dritto nella mia WL =)

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  9. Non ho mai letto Nicholls quindi non colgo il paragone di riferimento, ma nonostante tutto questo libro mi ispira tanto. Un po' il fatto di essere edito dalla Neri Pozza gli dà quella garanzia di qualità da cui mi lascio spesso sedurre, un po' c'è l'argomento che tratta e che a vedere come ne parli non sfocia nella banalità. Personalmente mi piacciono molto i libri in cui l'autore (autrice in questo caso) cerca non solo di raccontare la storia della protagonista prendendo le sue difese, ma tenta anche di far capire al lettore il punto di vista di tutti i personaggi; alla fine i motivi che spingono qualcuno a tradire possono essere innumerevoli, così come i motivi che portano una relazione a concludersi.
    Tutta sta manfrina per dire che la tua recensione mi ha fatto davvero venire voglia di leggerlo questo libro.

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    1. Grazie mille, Maryjane! Sono doppiamente contento, in questi casi, perché noto che in tanti - me compreso - si erano persi l'arrivo in libreria, in autunno. :)

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  10. https://www.facebook.com/FionnualaKearneyAuthor/?fref=photo

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