Sono
passati quattro anni. Se non tanti, comunque abbastanza.
Per
capirci, per saperci leggere tra le righe a vicenda. Libri aperti.
Il
non conoscerci ci rende senza peli sulla lingua e senza segreti. Non
abbiamo niente da rinfacciarci. Nessuna debolezza su cui fare leva.
Al contrario che nei rapporti interpersonali – dove, vuoi o non
vuoi, ad un certo punto, si pretende l'amore, l'amicizia, una mano
nei momenti no -, in ballo non ci sono interessi.
Mi
presti gli appunti di Linguistica?, Ma tu mi vuoi
bene?, Passo a prenderti stasera?
Ci
leggiamo solo perché ci fa piacere. Perché quel giorno ci andava
così. Di me, in prima persona, piace poco parlarle. Strano, direte,
per uno che ha scelto la parola diaro per battezzare
il suo blog. Strano, soprattutto, per uno che scrive lunghe
recensioni, per parlare un po' dei libri e un po' dei libri secondo
lui. Il compleanno di Diario di una dipendenza, però, mi
coglie sempre in momenti di forte malinconia. Sarà un caso? Ero
malinconico anche quel giorno, scommetto, quattro anni fa. Partito da
zero, con poche e stentate idee, che somigliavano tanto a una lista
di buoni propositi. E' bastato un click, pazienza e una dose di
fortuna. Quella volta, forse, una volontà superiore mi voleva vedere
sorridente e, in minima parte, realizzato. E questa volta, invece?
Cos'è di me, quattro anni dopo? Il diploma, l'inizio dell'università
e, se Dio vuole, a novembre, la laurea triennale. La laurea, sì, e
chi verrà a sentirmi discutere la tesi? Uno dei pensieri che in
questi giorni difficili mi è balenato per la mente: il più stupido.
Una volta, al veglione di Capodanno, ho visto una ragazza scoppiare a
piangere all'improvviso, circondata dalle sue amiche; non capivo che
avesse. Adesso, a modo mio, ho capito. Le feste ti ricordano cosa hai
fatto e cosa non hai fatto. Chi non c'è. Vi ho accennato al mio
Natale buio, ed è stato più buio – e freddo, e solitario – di
quanto pensiate. Meglio non parlare del primo dell'anno.
Chi non c'è a Capodanno non c'è per tutto l'anno? In tanti mi avete chiesto cosa stesse succedendo. Ma cosa rispondervi... Non lo sapevo nemmeno io. A qualcuno l'ho detto, poi; scriverlo l'ha reso più vero e spietato. Chiaro. Mi ha sbattuto in faccia una verità che non posso negarvi, adesso, in un post di resoconti, bilanci e promesse, diverso dai miei soliti. A freddo, senza ricercare motivazioni e colpe, in pillole amare, sputo d'un fiato che mia mamma non vive più con noi e che domani sarà un mese esatto che non la vedo. Che sono arrivate le lettere degli avvocati, ma quello è stato il minimo, e che la situazione, dopo due figli e trent'anni di confidenze, con gli alti e bassi comuni a ogni famiglia, è diventata sporca, complicata. C'è chi porta acqua al proprio mulino come può, ci sono stati i musi lunghi, la rabbia, la depressione, i colpi proibiti sotto la cintola. In tre, piccoli uomini, ci siamo fatti forza e compagnia. Ma mancava il meglio. Non ho mai passato un Natale in silenzio. Mi rendevo conto di avere apparecchiato per quattro, e piangevo. Al supermercato, la radio passava il ritornello di Le tasche piene di sassi e io avevo un attacco d'ansia tra i panettoni senza candiditi e le lenticchie del cenone. Facevo una lavatrice, appendevo il bucato e mi chiedevo se lei avesse bisogno di qualcosa, se avesse con sé i calzini spessi o mutande a sufficienza. E se sta meglio di noi?, e io la odiavo. E se invece sta peggio?, e mi odiavo io. Sono appena stato in cucina e ho strappato un pezzo di Scottex, ché mi accorgo di piangere ancora. Dopo la tempesta, infatti, la siccità emotiva per la stagione più corta al mondo. Squilla il cellulare e io fingo indifferenza: papà è stato peggio di tutti e gli risparmio la notizia che il figlio tornato all'università, lontano ma non troppo, non ha finito tutte le lacrime appresso a loro. Però va meglio, piano piano. Mio padre ha ripreso a lavorare, mio fratello aspetta di sapere se al call center gli prolungheranno il contratto un mese ancora e mia madre dice che la lontananza, almeno quella, è una cosa provvisoria. Non so quando sarò pronto a vederla. Ho preso a rispondere ai suo sms da poco. Io come sto? Io sto. Galleggio e solo rare volte mi passa di mente com'è, quella storia dell'inspirare ed espirare. Il blog era l'ultimo dei miei pensieri, in ordine di importanta. Una marea di post programmati, per fortuna, e andava avanti con le magie del pilota automatico. Non pensavo sarebbe sopravvissuto a tutto questo, che avrebbe spento la sua quarta candelina. Un mese fa sì, ma quanto cambia in un mese? Mi sono trascurato, ho troncato rapporti – il tempo ci darà la pace, si spera, ma alcuni legami vanno declinati al passato, troppo grande il male – e, dal mio personale eremo, ho saltato i festeggiamenti. Non so bene dove sia mia madre, non so se mi legge. Ma, se mi legge, le dico che non importa. Se sa dov'è, le dico vieni qui. Ieri, tornato alla mia mansardina di studente fuori sede, ho messo ordine. Richiamato alla base d'urgenza, con un dispendioso Intercity, avevo lasciato la stanza nel caos, le felpe e il pigiama ad ammollo nella lavatrice, il cibo ormai guasto in frigo. Ho buttato qualcosa, dato una pulita, fatto fare un'altra centrifuga ai panni abbandonati oltre l'oblò. Ho ricominciato. Ma a lungo non ho saputo dove andare. Casa mia l'ha strappata da terra un uragano, mi domandavo? E se è ancora, lì, invece, quanto rovinata la trovo? Chi ci trovo a passeggiare scalzo tra le macerie, con scopa e paletta per salvare il salvabile? Tornare a scrivere di quello che scrivono gli altri, a leggere, è stato sollievo e distrazione. Qui, dove tutto rimaneva uguale, con il resto che mi cambiava intorno. Quindi, di cuore, grazie. Più di quanto lo abbia detto prima d'ora. Restiamo una bella storia, anche se quest'anno – nel solito post commemorativo – c'è un capitolo che, mi dispiace, mette tristezza. E sono qui, ignaro di ciò che succederà domani, sfiduciato sul fatto che la corrente elettrica possa presto tornare a brillare sulla mia famiglia, ma ci sono piccole cose che so che farò – arrivare informato alla notte degli Oscar, divertirmi a leggere storiacce di persone che se la passano peggio di me, iniziare la tesi, in estate, e per l'estate mettere un punto a qualcosa che vorrei leggeste – e circoscrivo, così, pensieri che altrimenti mi spezzerebbero in due. Con Diario di una dipendenza non si ricomincia. Semplicemente, si continua. I libri, e chi li legge, mi hanno teso infatti un salvagente. L'ennesimo.
Chi non c'è a Capodanno non c'è per tutto l'anno? In tanti mi avete chiesto cosa stesse succedendo. Ma cosa rispondervi... Non lo sapevo nemmeno io. A qualcuno l'ho detto, poi; scriverlo l'ha reso più vero e spietato. Chiaro. Mi ha sbattuto in faccia una verità che non posso negarvi, adesso, in un post di resoconti, bilanci e promesse, diverso dai miei soliti. A freddo, senza ricercare motivazioni e colpe, in pillole amare, sputo d'un fiato che mia mamma non vive più con noi e che domani sarà un mese esatto che non la vedo. Che sono arrivate le lettere degli avvocati, ma quello è stato il minimo, e che la situazione, dopo due figli e trent'anni di confidenze, con gli alti e bassi comuni a ogni famiglia, è diventata sporca, complicata. C'è chi porta acqua al proprio mulino come può, ci sono stati i musi lunghi, la rabbia, la depressione, i colpi proibiti sotto la cintola. In tre, piccoli uomini, ci siamo fatti forza e compagnia. Ma mancava il meglio. Non ho mai passato un Natale in silenzio. Mi rendevo conto di avere apparecchiato per quattro, e piangevo. Al supermercato, la radio passava il ritornello di Le tasche piene di sassi e io avevo un attacco d'ansia tra i panettoni senza candiditi e le lenticchie del cenone. Facevo una lavatrice, appendevo il bucato e mi chiedevo se lei avesse bisogno di qualcosa, se avesse con sé i calzini spessi o mutande a sufficienza. E se sta meglio di noi?, e io la odiavo. E se invece sta peggio?, e mi odiavo io. Sono appena stato in cucina e ho strappato un pezzo di Scottex, ché mi accorgo di piangere ancora. Dopo la tempesta, infatti, la siccità emotiva per la stagione più corta al mondo. Squilla il cellulare e io fingo indifferenza: papà è stato peggio di tutti e gli risparmio la notizia che il figlio tornato all'università, lontano ma non troppo, non ha finito tutte le lacrime appresso a loro. Però va meglio, piano piano. Mio padre ha ripreso a lavorare, mio fratello aspetta di sapere se al call center gli prolungheranno il contratto un mese ancora e mia madre dice che la lontananza, almeno quella, è una cosa provvisoria. Non so quando sarò pronto a vederla. Ho preso a rispondere ai suo sms da poco. Io come sto? Io sto. Galleggio e solo rare volte mi passa di mente com'è, quella storia dell'inspirare ed espirare. Il blog era l'ultimo dei miei pensieri, in ordine di importanta. Una marea di post programmati, per fortuna, e andava avanti con le magie del pilota automatico. Non pensavo sarebbe sopravvissuto a tutto questo, che avrebbe spento la sua quarta candelina. Un mese fa sì, ma quanto cambia in un mese? Mi sono trascurato, ho troncato rapporti – il tempo ci darà la pace, si spera, ma alcuni legami vanno declinati al passato, troppo grande il male – e, dal mio personale eremo, ho saltato i festeggiamenti. Non so bene dove sia mia madre, non so se mi legge. Ma, se mi legge, le dico che non importa. Se sa dov'è, le dico vieni qui. Ieri, tornato alla mia mansardina di studente fuori sede, ho messo ordine. Richiamato alla base d'urgenza, con un dispendioso Intercity, avevo lasciato la stanza nel caos, le felpe e il pigiama ad ammollo nella lavatrice, il cibo ormai guasto in frigo. Ho buttato qualcosa, dato una pulita, fatto fare un'altra centrifuga ai panni abbandonati oltre l'oblò. Ho ricominciato. Ma a lungo non ho saputo dove andare. Casa mia l'ha strappata da terra un uragano, mi domandavo? E se è ancora, lì, invece, quanto rovinata la trovo? Chi ci trovo a passeggiare scalzo tra le macerie, con scopa e paletta per salvare il salvabile? Tornare a scrivere di quello che scrivono gli altri, a leggere, è stato sollievo e distrazione. Qui, dove tutto rimaneva uguale, con il resto che mi cambiava intorno. Quindi, di cuore, grazie. Più di quanto lo abbia detto prima d'ora. Restiamo una bella storia, anche se quest'anno – nel solito post commemorativo – c'è un capitolo che, mi dispiace, mette tristezza. E sono qui, ignaro di ciò che succederà domani, sfiduciato sul fatto che la corrente elettrica possa presto tornare a brillare sulla mia famiglia, ma ci sono piccole cose che so che farò – arrivare informato alla notte degli Oscar, divertirmi a leggere storiacce di persone che se la passano peggio di me, iniziare la tesi, in estate, e per l'estate mettere un punto a qualcosa che vorrei leggeste – e circoscrivo, così, pensieri che altrimenti mi spezzerebbero in due. Con Diario di una dipendenza non si ricomincia. Semplicemente, si continua. I libri, e chi li legge, mi hanno teso infatti un salvagente. L'ennesimo.
Adoro come scrivi. Altrimenti non sarei qui. E' come se ci fosse qualcosa di magnetico che mi porta a leggere riga dopo riga. Mi piace molto il modo e l'originalità con cui hai costruito tutto questo in questi anni.
RispondiEliminaTi mando un abbraccio virtuale che spero arriverà...
Grazie mille, Cristina!
EliminaCommentare non è semplice, ma mi va di farlo.
RispondiEliminaLa situazione di certo non è semplice e nessuno vorrebbe trovarsi mai in una situazione del genere. Non ti dirò che tornerà tutto alla cosiddetta normalità, ma che a tutto (purtroppo o per fortuna) ci si abitua. Ti serve tempo e prima o poi la tranquillità tornerà.
So che non vi ho messo in una situazione semplice, Ninfa, ma egoisticamente avevo bisogno di dirvelo. Così, la mia storia diventava un po' anche la vostra. E insieme, in tanti, riuscivamo a gestirla. Grazie ancora.
EliminaNon so bene cosa scrivere, perché in situazioni complicate e buie, sebbene differenti, mi ci sono ritrovata, e so che le parole non cambiano comunque i fatti...non si è mai preparati a scossoni di questa portata, eppure col tempo nuovi equilibri andranno delineandosi e tutto diventerà più sopportabile e, in modo diverso, familiare...anche il dolore. Grazie per questi quattro anni di emozioni trasformate in parole. Un abbraccio
RispondiEliminaGrazie a te, Stefania!
EliminaTu non lo sai, è stato un gioco del caso, ma anche la lettura di Noi due e gli altri - i temi, grossomodo, sono quelli, con famiglie incasinate e il resto - mi ha tanto aiutato a prenderla col sorriso, per quanto possibile.
Dopo anni, è sempre un piacere leggere le tue recensioni, i tuoi commenti, le tue riflessioni in cui sparsi sempre un po' di te; è sempre un piacere leggerTI, insomma, pur commentando raramente - ammetto la mia colpa, se di colpa si può parlare.
RispondiEliminaMi ritrovo spesso affine ai tuoi gusti, e
E ti mando un abbraccio, nella vicinanza emotiva e anche fisica - perché ci sono passata e ci passano in molti e fa male, tanto male ma poi ti assicuro che ti ci abitui - nella speranza che quest'anno prosegua nel miglior modo possibile.
Speriamo, Annamaria. E grazie.
EliminaVoi lettori silenziosi, sapete?, siete importantissimi.
Mi scuserai per il commento un po' asenso, però mi sono accorta adesso di non aver copia-incollato bene il messaggio quindi proseguo: "Mi ritrovo spesso affine ai tuoi gusti, e anche quando non lo sono, ho piacere a dare una lettura ai tuoi pareri perché sono sempre espressi in modo intrigante e mai banale.
EliminaBellissimo, nella sua tristezza che traspare è assolutamente uno scritto meraviglioso. E mi dispiace dire queste parole nel momento in cui tu sprofondi nell'infelicita e nell'amarezza, ma allo stesso modo ti sarei di conforto dicendoti di farti forza, di risistemare la tua vita perchè questa situazione ti renderà più forte? In questo momento non mi crederesti. Perciò ti dico solo di continuare, di aggrapparti a quel salvagente fatto di parole e cover, che per qualche momento ti allontanano dalla tua angoscia. Ti abbraccio!
RispondiEliminaSono fortunato. Almeno, io ho il salvagente.
EliminaE grazie. Dare una forma scritta all'angoscia, al dolore di queste feste, è stato catartico.
Mi hai commosso. Ti abbraccio forte; tu tieniti stretto al salvagente, mi raccomando.
RispondiEliminaLo tengo stretto, sì.
EliminaOh ma sai che io i 4 anni di blog li faccio domani (contando anche l'anno e mezzo su wordpress)? Bellissimo post comunque, buon bloggeanno!
RispondiEliminaGrazie, Alfonso. Allora domani - o meglio, oggi - passo a farti gli auturi. ;)
EliminaE' sempre un piacere leggere i tuoi post. Tieni duro la vita talvolta è difficile ma riserva anche situazioni positive che si possono palesare improvvisamente allo stesso modo delle negative.
RispondiEliminaGià questi commenti sono un po' la luce alla fine del tunnel. Grazie, Nazario!
EliminaTi ho scoperto adesso e non ti conosco ma questo post è molto bello e vero! Io ho un blog di cinema e gatti, se vuoi dare un'occhiata➡ gattaracinefila.blogspot.it
RispondiEliminaCinema e gatti: due cose che adoro.
EliminaPasso subito!
Un sistema perturbato tenderà sempre a trovare un equilibrio, dicono. Non posso immaginare cosa stai provando. Ti leggo da quattro anni e gli appunti di linguistica non mi servono, ma continuerò a leggerti in qualsiasi forma. In bocca al lupo per quel progettino cui accenni tra le righe, con la tua solita modestia, con la tua consueta eleganza. Hold on, Mr. Ink, hold on.
RispondiEliminaNon vorrei averti offeso. So che gli appunti li prendi bene, eh. È che quando ti ho chiesto quelli di biofisica mi hai detto che non li avevi. :-D
EliminaGuarda, quelli di linguistica non so se li prendo tanto bene. Ogni tanto, mi cala la palpebra... Due volte grazie!
EliminaCaro Ink,
RispondiEliminacome dice il mio vecchio amico Drugo, "a volte sei tu che mangi l'orso, e a volte è l'orso che mangia te".
L'importante, anche quando è difficile, è guardare a quello che ci muove e che amiamo, persone o passioni che siano.
A fronte delle sensazioni che ci tengono vivi - anche nel pianto - piano piano tutto il resto si supera. E chissà che non si risolva anche, qualche volta.
Ha ragione il tuo amico Drugo.
EliminaMe la segno, la frase. Grazie, Ford. ;)
Hai ragione Mr. Ink il blog è terapeutico, recensioni, storie, pezzi di persone e per un attimo stacchi la spina dai problemi e sei più tranquillo. Capisco che non sia facile parlare a volte, a volte non si ha proprio voglia di scrivere ed è più che giustificato, ci sono passata anche io lo scorso anno, ma appunto il blog mi ha aiutata. Quindi non ci resta che raccogliere i cocci e andare avanti, un abbraccio e tieniti stretto a quel salvagente!
RispondiEliminaHai davvero ragione, Jerry. Un angolo tutto per noi è di impensabile aiuto. Grazie. Un abbraccio a te.
EliminaE' mezz'ora che cerco di scrivere qualcosa di sensato, ma forse in questi momenti le parole servono a poco.
RispondiEliminaSembrerà una frase fatta, ma l'unica cosa che mi sento di dirti dal profondo, è di tenere duro e non mollare. Sei una bellissima persona, sei forte e supererai tutto.
Un abbraccio ♥
Grazie mille, Arianna. Ti assicuro che, in questi casi, anche se è difficile dire qualcosa a chi è in difficoltà, ti assicuro - croce sul cuore - che non esistono frasi fatte. Un abbraccio.
EliminaE quando ti trovi davanti delle parole così forti sapere cosa scrivere è quasi impossibile perché sembra che nessuna frase possa essere davvero un supporto. Ma poi penso che a me piacerebbe ricevere anche solo un commento con scritto un semplice 'ciao,ti sono vicino' per sentirmi meglio e un po' meno sola, seppur di un briciolo. Quindi voglio soltanto dirti che scrivere un post così forte non è da tutti, di non smettere mai con le parole e soprattutto di provare a non scoraggiarti quando questi momenti bui arrivano anche se so che le belle parole in circostanze simili non servono praticamente a nulla. Farti gli auguri per il blog sembra strano dopo aver letto un post così triste ma... beh, AUGURI! Per quanto virtuale sia questo posto e per quanto poco tutti ci conosciamo beh, sappiamo che siamo persone vere e che ogni lettore del tuo blog spera DAVVERO che tu possa scrivere post pieni di voglia di vivere e continuare a scrivere con entusiasmo. Un abbraccio!
RispondiEliminaGrazie mille, Francy. Hai ragione.
EliminaBasta un commento, vero. A presto!
E leggere questo post mi ha fatto venire in mente una sola cosa: non ci conosciamo dal vivo, ma è come se ci conoscessimo. e posso solo dirti che ti voglio bene, e pure Cloe già te ne vuole! Ti abbraccio, di nuovo
RispondiEliminaMa vi voglio bene anch'io. E poi, secondo te, adesso che nasce, non la vengo a conoscere? :)
EliminaScrivo e cancello, scrivo e cancello, perché non riesco a trovare le parole giuste per cercare di farti stare meglio... so solo che ci sono rimasta malissimo e che mi dispiace per ciò che stai passando. Fai bene ad aggrapparti alle cose che ti fanno stare meglio e spero con tutto il cuore che tornerai ad essere sereno molto presto <3
RispondiEliminaMan mano che vi leggo, credimi, lo sono già un po' di più.
EliminaGrazie, Franci.
Ciao! Ho appena scoperto il tuo blog e commentare questo post non è facile, ci sono momenti in cui le parole sono sopravvalutate e altri in cui sono un àncora di salvezza. Ho passato una situazione simile alla tua anni fa e so che non è facile, ci si ritrova tra l'incudine e il martello, si soffre per qualcosa che fondamentalmente ci riesce difficile comprendere e accettare, ma cerchiamo di andare avanti e ci aggrappiamo ai nostri sogni, le nostre passioni. Ora tutto sembra sfocato, ma il tempo aiuta e fa vedere le cose con più lucidità. Concentrarsi su noi stessi è sempre un bene, estraniarsi e buttarsi in un mondo che ci distrae è meglio di qualsiasi altra "terapia".
RispondiEliminaSupererai questi momenti, ne sono certa. Un abbraccio!
Grazie mille, Avid, e benvenuta.
EliminaCi saranno post, e momenti, più lieti. Promesso!
Leggendo fra le righe e avendo imparato a conoscerti un po', qualcosa avevo intuito. Non sai quanto mi dispiaccia, e lo so che sembra impossibile, impensabile, ma con certi dolori si impara a convivere, con tempo e pazienza. Nel frattempo, ci sono salvagenti e genti che salvano ad aiutarti... Ho scorto un certo Macbeth in un certo sito, Marion e Michael sono un perfetto antidolorifico :)
RispondiEliminaUn abbraccio grande, e incrocio le dita e attendo con ansia quel tuo progettino!
Marion (ma pure Michael) può tutto. :)
Eliminacaro mr ink, ti seguo da tanto tempo e credo anche di essermi presa una piccola cotta per te quando ero più piccola, forse due o tre anni fa. Ma adesso? Adesso provo tanta stima per te, l'affetto per uno sconosciuto che allo stesso tempo ho conosciuto un pochino pezzo per pezzo tramite le sue pagine, i suoi pensieri. Voglio dirti che ogni momento difficile presenta inevitabilmente la sua convalescenza, a volte lunga, a volte lunghissima. Ma l'importante è non perdere mai di vista ciò che ancora c'è accanto a noi e ricordarci che le persone non vanno mai via davvero, se rimangono nel nostro cuore! Un abbraccio :)
RispondiEliminaGrazie mille! Onoratissimo anche per la cottarella di qualche anno fa, sai? Mai capitato in vita mia. :)
EliminaMi dispiace molto del periodo che tu e la tua famiglia state passando. Non posso immaginare il dolore e la confusione che la scelta di tua madre ha causato - e sta causando - a te, tuo fratello e tuo padre, ma sono felice per te quando dici che hai cominciato a risponderle perchè sembra un piccolo passo verso la guarigione.
RispondiEliminaQuello che posso dirti è che non è il peggio, e non te lo dico da stronza che minimizza o che siccome ad altri va peggio allora non hai diritto alla sofferenza.
Sono nel gruppo di quelli che un genitore l'hanno perso per lutto, e forse per questo vedo quella piccola luce che magari, vivendo la tua situazione, non troverei.
Tua madre è viva. Tutto quello che provi, hai ancora la possibilità di dirglielo. Perdonarla o meno, hai la possibilità di farlo.
Non so se è una situazione temporanea ma è una situazione che può cambiare, nel breve o nel lungo periodo, ma può cambiare e ti posso assicurare che anche la più piccola, ipotetica, possibilità di cambiamento... è una cosa positiva. Anche se non lo sembra, anche se ti sembra che non ci sia.
Vi rimetterete in piedi. Non è vero che il tempo cura le ferite, ma fidati che ti insegna a conviverci. Inizierete a stare meglio, poi arriverà il giorno che non starete tanto male. E ci sarà anche quello in cui starete bene.
Nel frattempo, un abbraccio di cuore.
Ti ringrazio, carissima Kate, e mi dispiace tanto per il tuo lutto. Capisco che non volevi minimizzare la situazione, anzi. Ma, un briciolo, posso capire anch'io quei momenti: in questi giorni, ho messo le cose che servono a mia madre in qualche scatolone. Ho sgombrato la specchiera, svuotato le sue due ante dell'armadio. Mi ha ricordato di quando è morto nonno e abbiamo dato via le sue cose - per prenderla sul ridere, c'erano anche videocassette zozze che chissà dove aveva rimediato; arzillo il vecchietto! La paura di perdere mamma e papà, per un periodo, c'è stata: mia mamma è una donna molto fragile, e non ero certoa vesse aiuto a sufficienza; mio padre, sotto Natale, si è fatto portare al pronto soccorso perché avvertiva i sintomi dell'infarto. Quella mano che tira, di cui spesso ho letto. Però, hai ragione, sono fortunato ad averli. E ci sarà il tempo per chiarirci. Ma ne deve passare un po'. Quello è il segreto del dolore.
EliminaCiao Michele.
RispondiEliminaSai volevo fare come al solito: leggo il post e me ne vado, intanto, quello che da dire io, non fa differenza.
Sinceramente, non so nemmeno cosa dirti perchè un dolore del genere non l'ho mai provato ma voglio dirti che mi dispiace dal profondo del cuore. So che queste poche parole non faranno niente e anche se non ti conosco, e tu non mi conosci, sappi che l'emozione che c'è dietro è vera.
Grazie, Nora. Come dicevo ad Arianna, ogni parola vostra mi è immensamente utile. Grazie, davvero.
EliminaSplendido post.
RispondiEliminaA voler vedere il lato positivo, una situazione negativa può portare a scrivere ottime cose.
Lo so che preferiresti avere una situazione differente e magari scrivere peggio, però se non altro è già qualcosa...
Buon quarto bloggheanno, in ogni caso, e speriamo che per la quinta candelina ci sia qualche motivo in più per festeggiare. ;)
Ma io sono come Adele, solo senza soldi, trucco da Moira Orfei e colesterolo. Grazie, Marco!
EliminaTi scrivo le parole di De André, molto migliori di quanto potrebbero essere le mie:
RispondiEliminaPasserà anche questa stazione
senza far male.
Passerà questa pioggia sottile
come passa il dolore.
Anche se il mondo delle lacrime è misterioso e irraggiungibile, ti mando un abbraccio forte.
Parole splendide, Gisella. Grazie mille!
EliminaChe tu scriva bene l'ho sempre pensato e post come questo non possono che confermarlo. Ti leggo da anni, commento poco per pigrizia. Ogni parola oggi credo sia inutile, perché non allevierà il dolore. Però comprendo bene ciò che provi, problemi in famiglia ne sto passando ormai da due anni e non so né quando né come avranno fine: la situazione nella mia famiglia è un po' diversa ma credo che ciò che sto imparando da tutto questo possa aiutarti almeno un po', o almeno lo spero. L'assenza di qualcuno, che sia fisica o mentale, non deve condizionare per sempre chi resta: le conseguenze di quell'assenza ci saranno, questo è sicuro, ma bisogna promettere a sé stessi di ricostruire un nuovo equilibrio, con o senza quella persona. Magari si scoprirà una forza che non si pensava di avere - io ho scoperto più cose di me in questi due anni che nei diciannove precedenti. E se quella persona tornerà, intanto abbiamo dimostrato a noi stessi che, nonostante il dolore, possiamo essere forti anche da soli, forti del nuovo equilibrio che abbiamo creato insieme a chi, come noi, è restato.
RispondiEliminaUn abbraccio forte
Grazie ancora, Chiara. Con il commento di oggi - e il messaggio su Facebook, preziosissimo - ti "perdono" anni di lettura silenziosa, ahahah!
EliminaMi lasci senza parole. Io che tra le tue, di parole, mi perdo e penso a quanto giovane tu sia e quanto bene tu scriva.
RispondiEliminaNon mi pare di poter dire nulla, proprio perchè non ti conosco di persona, ma mi dispiace e tengo questo tuo sentire a memoria, come madre, per ricordare quali devono essere, sempre, le mie priorità.
un abbraccio Lea
Grazie mille, cara Lea. Come avrai letto, la situazione l'ho semplificata e riassunta. Ci sono vecchi precedenti e mia madre non ha sostanziali colpe. Non ci ha abbandonato. L'abbiamo chiusa fuori dal nostro triangolo, all'indomani della notizia della separazione, e lei aveva bisogno di cercare aiuto altrove. Però noi abbiamo noi. Quindi penso che, in tutto ciò, lei se la passi altrettanto male. E' sempre una nostra priorità, e noi siamo la sua. I figli non si smettono di volere bene, anche se lì per lì, sai?, ne ho dubitato.
EliminaCome gli altri, mi ritrovo in difficoltà a trovare le giuste parole, ma volevo comunque farti sapere che ho letto (e mi sono pure commossa, a lezione!) e che ti mando un abbraccio, tutto qui. ❤
RispondiEliminaSo di avervi messo in difficoltà - renditi conto che dei miei amici veri, in carne ed ossa, intendo, ben pochi sanno la situazione; non avrei voluto rovinare loro le feste -, quindi ti ringrazio per il tempo che ti sei presa per commentare e per l'abbraccio. Il pianto a lezione, al momento, non l'ho sperimentato però. :-D
EliminaSono mancata dal web per qualche giorno ed ora mi rimprovero di non essermi accorta della tua assenza, di non esserti stata vicina almeno con uno stupido mess su Fb.
RispondiEliminaQuesto post mi ha spiazzata ma so che uscirai forte come sempre anche da questa situazione. Purtroppo la vita non va quasi mai come ci auguriamo ma va avanti comunque, per fortuna abbiamo il nostro modo per evadere almeno per poche ore dalla realtà che ci circonda attraverso i libri che, come forse ricordi, hanno salvato anche me da momenti complicati!
Sii forte, dopo ogni temporale c'è sempre un nuovo arcobaleno... non dimenticarlo!
Ti abbraccio forte! :*
Mi dispiace, Sara, darti questo brutto bentornato.
EliminaRicordo bene, sì. Come riassumeva, nell'intestazione, il blog di un'altra collega, il blog di un'altra Sara, i libri ci salvano. Ricambio l'abbraccio.
Sappi ke ti seguo sempre e ti continuerò a seguire anche se negli ultimi tempi nn ho trovato tempo x commentare. Purtrp tra il lavoro odioso e il poco tempo libero nn mi è facile ma cerco sempre di recuperare i post arretrati, sopratt quelli di Mr.Ciak ke adoro. Non ho potuto xò nn commentare qst post xke mi hai colpito al cuore. Sn triste x la tua situazione e nn nascondo di essermi commossa leggendo il tuo post ma allo stesso tempo sn felice ke tu ti sia sfogato condividendo con noi il tuo dolore. Fatti coraggio e ricordati ke nn si è mai davvero soli, ci sarà sempre qlkn a darci coraggio. Non chiuderti in te stesso. Un abbraccio.
RispondiEliminaCiao, Dean, e bentrovata. Che piacere rileggerti.
EliminaLo dico sempre e lo ribadisco: sono fortunato, molto, perché ho voi.
Grazie. Se hai bisogno di sfogarti io ci sono. Non c'è problema. è bello poter aiutare gli altri anche nel nostro piccolo. Puoi contattarmi anche x email se ti va di parlare di qualsiasi cosa. Dovresti averla già.
EliminaAuguri passati Milk mi dispiace per la tua situazione, speriamo in un 2016 migliore x te e x tutti noi. Pensa io il 17 dicembre mi sn anche dimenticato di fare il post del conpleanno del blog :-)
RispondiEliminaGrazie, Nico. Be', allora auguri anche a te!
EliminaIo avevo grandi idee, per il compleanno di quest'anno, ma mi faccio un appunto mentale. Sarà per la prossima. ;)
Poi la scritta conpleanno non si può vedere. Giuro che ho sbagliato tasto :D
EliminaAhahah, giuro che non ci ho fatto neanche caso!
EliminaNon penso di essere la persona più adatta per tentare di offriti un po' di dolcezza e di calore in questo momento difficile perché non ho mai vissuto una situazione simile. Ma ho avuto anch'io la mia fetta di dolore e posso dirti che imparerai a convivere con tutto ciò.Certo, ci saranno ancora momenti in cui ti sentirai perso,in cui vorresti svegliarti da quel brutto sogno che invece è la realtà ma avrai sempre qualcosa e qualcuno a cui aggrapparti, che siano persone a te vicino, film o libri.Lo so che non commento spesso, però leggo il tuo blog da tre anni, più o meno, e un po'mi sembra di conoscerti e sappi che ti voglio bene, per quanto non ti conosca <3 Comunque un buon blogcompleanno!! :) e ricorda “When pain brings you down, don't be silly, don't close your eyes and cry, you just might be in the best position to see the sun shine.”
RispondiEliminaTi ringrazio, Mari, e mica è vero. Tu mi commenti spesso. ♥
EliminaVado a cercarmi la citazione, perché non mi si è stranamente accesa la lampadina!
Ti mando un forte abbraccio. In certe situazioni credo che nulla possa esprimere conforto come abbraccio, non riesco a trovare parole che reggano. Sii forte, passerà anche questa tempesta.
RispondiEliminaAuguri a te e al blog, se questo angolino è la tua isola felice, non smettere mai di scrivere.
P.S. Scusami se non commento mai, sappi però che leggo tutto ciò che scrivi ☻
Come hai scritto, noi che ti leggiamo effettivamente non ti conosciamo nel senso tradizionale del termine. Ma continuando a leggerti si sviluppa una sorta di affetto leggero, di ammirazione per riflessioni e pensieri. Insomma, un rapporto. Per questo non so bene cosa dirti, cosa fare. Vorrei solo farti sapere che mi dispiace moltissimo, e spero che il dolore pian piano passi, e ti mando un abbraccio (o una pacca sulla spalla, a seconda di quel che ti fa sentire più a tuo agio).
RispondiEliminaBuon compleanno Mr Ink...Michele, stringi i denti, la vita è una grandissima stroza, prima ti da poi ti toglie, ma vale sempre la pena di essere vissuta, e possiamo farlo solo con quello che ci offre...il tempo lenisce, le situazioni si risolvono al meglio o ci si mette una pezza, comunque sia ciò che adesso ti fa vacillare, ritroverà il giusto equilibrio. Ti abbraccio fortissimissimo, Francesca.
RispondiEliminaBuon Bloggheanno in ritardo... e auguri perché il 2016 ti porti non tanto la felicità, ché quella è un po' difficile da raggiungere in situazioni come questa, ma almeno la serenità e la forza di affrontare tutte le cose brutte.
RispondiEliminaUn abbraccio enorme!
Auguri un po' in ritardo! Finora non avevo mai commentato ma è da un bel po' che ti leggo... Ammetto che ultimamente quando inizio a leggere un libro faccio sempre un saltino sul tuo blog per vedere se ne hai parlato... Per non parlare del fatto che sei una delle poche persone a cui piacciono i film che piacciono anche a me!
RispondiEliminaBeh questo tuo post mi ha toccato, veramente. Se finora non avevo ritenuto necessario commentare, oggi l'ho considerato un'esigenza.
Mi dispiace tanto per quello che ti sta succedendo, nessuno dovrebbe provarlo. Ti auguro di riuscire a superare questo momento... e che questo nuovo anno ti porti dei motivi per ritrovare qualche "pensiero felice". Un abbraccio, ti sono vicina.
Alice
Sono giorni che pensiamo alle parole giuste per una situazione del genere senza averne trovate. Oggi vogliamo esserti vicine cosi, lasciando un piccolo commento sul tuo blog, su ciò a cui tieni di più, il microcosmo per cui ti dispendi in ogni modo con passione e l'ancora alla quale ti appigli nei giorni di burrasca. Si dice che dopo la pioggia ritorni il sereno e che il sole risplenda più forte di prima. Noi speriamo che vada cosi e che tu possa ritrovare equilibrio e tranquillità, anche se lo cose stanno cambiando. Speriamo che possa andare tutto per il meglio e che se la fine dell'anno ti ha privato di una certa felicità, ti auguriamo che l'inizio del nuovo ti possa regalare il doppio di quella che hai perso. Puoi e potrai sempre contare su di noi, qualunque cosa accada. Ti vogliamo bene.
RispondiEliminaLe tue amiche: Francesca, Ilaria e Sara
Buon Anno e buon Blog compleanno Mr. Ink, anche se con estremo ritardo.
RispondiEliminaE' difficile trovare qualcosa da dire, anche perché non conosco la situazione e non ho vissuto qualcosa del genere. Ho provato a chiedermi come mi sentirei al tuo posto, ma davvero non so darmi una risposta.
Credo che, a prescindere dalle ragioni che spingano una madre a fare questa scelta, io non potrei evitare di sentirmi un po' tradita.
Ma d'altra parte credo che il suo intento non fosse assolutamente quello di ferirvi.
Continua a galleggiare Mr Ink, a prendere acqua e a gettarla via dalla tua barchetta, che ora può sembrarti sgangherata, ma vedrai ci saranno nuovi e vasti mari da navigare e bellissimi soli all'orizzonte. Ti auguro di vederli tutti.