Quello
che dovrebbe essere il resoconto di un viaggio memorabile perde ogni
giorno un po' della sua freschezza. Rimando, rimando, rimando e
intanto i giorni passano e i ricordi si ingialliscono come vecchie
foto. Solo adesso, mentre scrivo, mi accorgo che è tutto finito.
Ufficialmente.
La gita dell'ultimo anno – quella che segna il
consolidarsi di vecchie amicizie, quella bramata e aspettata per
cinque anni di liceo, quella che ci proietta al giorno piovoso del
nostro primo giorno di scuola e al momento in cui dovremo dire addio
all'amato/odiato istituto che è stato testimone delle nostre lacrime
e delle nostre gioie – è un misto di gioia e nostalgia. Siamo
trascinati a metà strada tra passato, presente e futuro. Con ricordi
di prof carogne ormai alle spalle, il pensiero degli esami ad
alitarci gelido e inquietante sul collo e quei compagni che speriamo
di trovare sempre lì, fissi sulla soglia del nostro orizzonte come
stelle onnipresenti. Osservando le fotografie su facebook di quegli
studenti pazzi e romantici che, prima di me, sono saliti e scesi dal
frenetico treno che è la vita liceale, vedo foto di gruppo a maniche
corte e braccia nude, con gli occhi che ridono protetti dagli
occhiali da sole e il cielo che risplende delle luci di Maggio. Foto
in cui la paura degli imminenti esami è distesa da un sorriso
pacifico e spensierato e l'ansia è rimandata a data da destinarsi.
Conta solo quel momento. Con una gita anticipata drasticamente, mi
trovo a vivere una situazione diversa. Gli esami sono ancora lontani,
ma ho come l'impressione di avere già detto addio a tutti. Quando, a
Pescara, ho messo piede a terra, dopo un'ora e mezza di volo e
sballottamenti vari, sapevo che era finita. Nessuna meta da attendere
con l'aspettativa di un tempo, nessun motivo per cui continuare a
sbattere la testa sui libri, nessun buon primo proposito per l'anno
nuovo.
Tutte le tappe bruciate in partenza. E saranno state le
orecchie che fischiavano, gli occhi che si chiudevano, il pavimento
che non smetteva di girare, il cerchio invisibile che mi ronzava
intorno alla testa. Saranno state la stanchezza e il sonno accumulato
in sette giorni senza sonno; sarà che voglio sempre ciò che non
posso avere e che gli arrivi e le partenze mi intristiscono. Ma dopo
aver vissuto una città così, al ritorno, mi sono sentito
chiuso in una scatolina che aveva l'aspetto di un posto che ho sempre
chiamato casa. Barcellona ti apre la mente, il cuore e quegli occhi
sbarrati dalla meraviglia, che si perdono dietro grattacieli da film
e a palazzi che sembrano intagliati nel pan di zenzero delle favole.
Perfino la pioggia è più spettacolare. Qui piove, e io mi chiudo in
casa, con i miei libri e il mio malumore. Lì dà adrenalina,
l'impressione di trovarsi a un concerto che suona solo per noi e che
non chiude i battenti per quattro gocce spruzzate da nubi passeggere.
Mi
mancano quelle luci sfavillanti, brillanti come in una metropoli
americana e colorate come i frammenti arcobaleno che rivestono le
meraviglie visionarie del parco Guell e le tazzine a tema, vendute a
prezzi esorbitanti in ogni angolo di strada. Mi
manca quella vita da rockstar. Con le lenzuola cambiate ogni giorno,
le risate e le esperienze condivise in un'unica camera d'albergo, le
sigarette al sapore di vaniglia e cioccolato, le puntate di Games
of Thrones trasmesse alle sette
del mattino e, allo scoccare della mezzanotte... bhe, programmi che
non hanno nulla a che fare con quelli del nostro soporifero Marzullo.
Piccola considerazione personale: E.L James deve essere stata lì.
Biricchina! Mi
manca il beato menefreghismo di chi, straniero in terra di stranieri,
può sentirsi libero di fare quello che vuole. Il mio mantra?
Chissene, nessuno mi conosce!
Partivano
così discorsi davvero poco filosofici con i prof, avventure serali
al supermercato per un festino improvvisato su due piedi, serate in
discoteca in cui – la timidezza in valigia – abbandonavo il mio
solito angolino per raggiungere il centro della pista (e la cima del
cubo!), imbarazzantissime e super segrete (quindi, shhhhhhhh!)
incursioni in un sexy shop sulla falsa riga dell'esilarante Will
ti presento Will e parodie in
metro del tormentone Gangnam Style. E mi mancano già quegli amici a
cui, a giugno, dirò arrivederci e che mi sto godendo come se avessi
tutto il tempo del mondo a mia disposizione. Mi manca l'essere stato,
anche solo per sette giorni, così poco... me. Quello malinconico,
serio, riflessivo e forse un po' noioso.
Una
parte del mio essere che era ordinatamente riposta nel bagaglio a
mano e che, nei momenti di pausa, emergeva timidamente. Un appendice
luminosa e tecnologica, che sembrava una variante dell'iPod, ma che
nascondeva dietro un semplice click un mondo di fantasia, passione e
inventiva.
Un mondo di libri. Nel vero senso della parola! In
viaggio con me, l'ultima novità firmata Mondadori: il nuovissimo
Kobo Touch. Una tavoletta poco più grande di una mano che, come la
lavagnetta magica dei bimbi, dà sfogo alla magia e alle meraviglie
della lettura. Ebook
o non ebook: è questo il dilemma? Come
sapete – e non lo nascondo – mi sono sempre espresso a sfavore,
da lettore tradizionalista quale sono. Non immaginerete, quindi, il
mio stupore e la mia soddisfazione quando una gentilissima addetta
all'ufficio stampa della casa editrice mi propose di testare il
prodotto. Fino a quel momento, avevo letto gli ebook nel pc, con
sforzi di vista notevoli e risultati disastrosi. Pur non essendo
passato ufficialmente al lato più tecnologico della lettura,
tuttavia, ho provato il piacevole brivido di chi, inizialmente fermo
nelle sue decisioni, viene sorpreso in positivo. Il Kobo mi ha aperto
un mondo, con un universo di titoli e generi letterari tutti
custoditi in un piccolo e prezioso scrigno. Rivestito
posteriormente da una copertina vellutata che lo rende morbido come
un cuscino, con una batteria instancabile, tre titoli scaricabili
gratuitamente per l'eventuale acquirente tra i maggiori successi
dell'anno (Cinquanta sfumature di grigio, Il cacciatore di occhi,
1Q84, Steve Jobs) e una serie infinita di grandi classici e di teaser
in anteprima, luminoso e pratico, resistente agli urti di aerei in
turbolenza e ad attacchi di mal d'aria, non è il nuovo modo di
leggere. E' un altro modo di leggere.
Non solo il più figo per chi
ha il pallino della tecnologia, ma il più immediato e comodo per chi
vuole leggere tanto senza temere il peso immane della cultura! Vi
faccio qualche esempio pratico. E'
ottimo se si viaggia e se si deve già combattere contro un bagaglio
che non vuol contenere nemmeno i nostri jeans. Per ingannare l'attesa
dal dentista, alla posta o mentre si aspetta che i bambini escano da
scuola. Per leggere comodamente (e senza il pericolo scoliosi) un
mattone che né le nostre manine, né la nostra libreria possono
sorreggere. Per chi non resiste agli acquisti e vorrebbe portarli
tutti con sé in borsa o nel zaino, in modo da scegliere uno tra i
titoli salvati che maggiormente ci aiuterebbero a fare i conti con il
nostro umore altalenante. Per chi, a modo suo, vuole risparmiare. Il
Kobo è una spesa che va fatta una volta sola e che rimane nel tempo.
Comprensibili remore ci sono riguardo ai prezzi elevati degli ebook.
Su questo non ci piove. Io per primo – e mi rivolgo alle grandi
case editrici – non pagherei mai un ebook 12,00 euro o più,
quando un cartaceo raggiunge i 15, 17.00 euro. Posso dirvi che ci
sono comunque editori che guardano ai nostri bisogni e alle nostre
tasche, con titoli di grande qualità che costano il prezzo di un
aperitivo al bar. O, meglio ancora, vi consiglio di attuare dei
legalissimi scambi su Anobii o altri Social Network, in modo da
mettere i vostri ebook a disposizione degli altri e di avere
l'occasione di scegliere quelli che occupano i posti più alti della
vostra wishlist, in un “do ut des” all'insegna del libero
scambio, della civiltà e del dialogo tra lettori.
E'
un marchingegno di chip e di ingranaggi, ma è divertente, solare,
professionale e alla mano al tempo stesso. All'accensione, ti
accoglie con una bella faccina sorridente in bianco e nero, ma
immediatamente ti porta a una schermata che ha l'ordine e la pulizia
di una libreria virtuale che nella realtà non avrai mai e ad un
dizionarietto che, nel momento necessario, con un click sulla parola
incriminata, apre una finestra con tanto di significato etimologico e
di divisione in sillabe! Ho dimenticato tanto di quello che avrei
voluto dire. Tutti gli altri pregi e tutti i trascurabili difetti. Ma
il frutto concreto del suo più grande pregio ce l'ho proprio qui,
seduto su una poltrona alle mie spalle. Ha riavvicinato alla lettura
mio padre, che in questo momento, con gli occhi vicini allo schermo e
le mani strette attorno a questo gioellino di luce, morbidezza e
lettere è perso in chi sa quale galassia. E questo avverrà con le
vostre mamme sempre affaccendate, i vostri fratellini svogliati, i
vostri ragazzi troppo superficiali. Sono
dell'idea che non li priverà del piacere della carta e
dell'inchiostro. Darà loro una valente e perfetta alternativa.
Glieli farà scoprire con lo stupore di un bimbo davanti a un regalo
di Natale inaspettato! :)
Tralasciando la parte sul Kobo (assolutamente molto professional da parte tua XDXD) posso dire che mi sono commossa leggendo la prima parte del tuo racconto? Mi hai fatto tornare indietro con la memoria, al mio ultimo anno di scuola, alle promesse che ci saremmo sempre state le une per le altre, io e le mie amiche e tutta la vita davanti. Non sto qui a dirti che nel futuro ritroverai tutti, si diventa grandi e si prendono strade diverse, ma se l'affetto c'è .. beh ci saranno anche le persone! Detto questo, ti auguro che questo sia solo il primo di tanti e meravigliosi viaggi, che tu possa scoprire il mondo e ogni tanto essere anche un po' "NON MIK" .. goditi la vita, vivila, assaporala perchè è meravigliosa in tutti i suoi aspetti! Hai 18 anni e il mondo ai tuoi piedi, se lo vuoi è tuo! (oddio come mi sento romantica oggi XDXD) Bellissimo resoconto!
RispondiEliminagrazie mille, Monica :) Sì, sei una filosofa!
EliminaPs. Io non ho fatto proprio niente in stile Cinquanta sfumature... erano dei tizi alla tele ù.ù xD
........ sempre io.......... entro in modalità MAMMA ... O.O che cosa avete combinato sullo stile "cinquanta sfumature" ??? OK NO NON LO VOGLIO SAPERE XDXD
RispondiEliminaNon posso fare a meno che concordare con Monica, la parte sul Kobo molto professionale (come sei sempre) e quella sul viaggio molto emozionante. E' bello ogni tanto essere stranieri in terra straniera e lasciarci un po' andare, goditi questi ultimi mesi di liceo. Io sono al secondo anno di università, ma ti dico sinceramente che preferivo il liceo (anche se più duro). Viva le gite scolastiche e la spensieratezza! :)
RispondiEliminaun racconto bellissimo! mi hai fatto venire in mente i viaggi che ho fatto io insieme ai miei compagni e amici :)
RispondiEliminaCiao
RispondiEliminail tuo blog è davvero bello e ricco di cose interessanti.
Qui c'è un premio per te :D
http://silviadaveri-autorialblog.blogspot.it/2012/11/premio-unia-che-lettore-sei-in-7-domande.html
Bello il tuo reseconto sulla gita dell'ultimo anno. Sono sicuro che il kobo ti troverai bene, credo che alcuni titoli vadano bene per e-book e altri cartacei
RispondiEliminaChe bello il tuo resoconto, Mik!
RispondiEliminaMi hai fatto fare un tuffo nel passato, e m'è venuto un po' di magone perché mi manca tanto l'ambiente del liceo, ma vabbè...! :P
Complimenti pure per il Kobo! ^^ Pure io ero titubante nei confronti degli e-books, poi a febbraio ho provato il Kindle, e ormai siamo inseparabili. Gli ho pure dato un nome :'D