Beati gli ultimi, perché di essi il regno è dei cieli. Siamo sicuri, però, che sia un premio di consolazione? L'interrogativo, insidioso, ci bracca fino all'ultima pagina di questo gioiello del southern gothic. Caratterizzato da ritmi imperiosi e da una cupezza a cui è impossibile sottrarsi, ha il fascino crudele dei miti biblici e le atmosfere sospese della fiaba nera. Giovanissima e animata da una spaventosa furia incendiaria, Flannery O'Connor – leggenda della letteratura americana di cui recupererò presto la biografia romanzata – assilla e perturba con una storia sui lati più oscuri della fede. Tarwater ha quattordici anni e la stessa fame della sua autrice. Orfano di entrambi i genitori, è stato cresciuto in campagna da un prozio che gli ha negato l'istruzione scolastica e lo ha avviato al fanatismo religioso. Lui ha una missione divina: è l'eletto.
L'amore è tagliente come il vento gelido e la volontà di Dio è brutta come l'inverno. Dov'è l'estate della volontà di Dio? Dove sono le verdi stagioni della volontà di Dio? Dove sono la primavera e l'estate della volontà di Dio?
Rimasto solo, si ricongiunge all'unico parente ancora in vita, Rayber: un uomo di scienza libero e progressista, con un figlio disabile a carico. Il piccolo Bishop non è mai stato battezzato. Ha inizio una convivenza tesa, psicologicamente logorante. E un braccio di ferro in cui si sfidano due inconciliabili visioni del mondo. Tormentati da sentimenti viscerali, i personaggi di O'Connor danno il via a un gioco di sopraffazione psicologica in cui i cattivi maestri non smettono mai di sobillare, nemmeno da morti, e l'amore si confonde con la vergogna. Tarwater, in fondo, prova affetto per il suo nuovo tutore? Rayber vede forse in lui il sostituto sano, forte e robusto di quel figlio maledetto dalla malattia? Vicino alle atmosfere torride e viscose di Thomas Savage, Il cielo è dei violenti è il romanzo di formazione di un novello Malpelo che, a pagine alterne, un po' avversa e un po' abbraccia il suo destino. Tarwater fugge e ritorna, disobbedisce e si affranca. Cerca sé stesso, o forse la salvezza, lungo il cammino insidioso che conduce alla grazia. Ma anche una parabola tragica in cui il firmamento ci schiaccia sotto il suo peso immane e Dio parla la stessa lingua del demonio.
Il mio consiglio musicale: Little Peggy March – I Will Follow Him

Letto alcuni anni fa, lo scelsi in quanto romanzi che in qualche modo ruotano attorno al tema fede-religione vs ragione mi interessano sempre molto, e avevo apprezzato molto la penna di quest'autrice; ho intenzione anche io di leggere il romanzo su di lei.
RispondiEliminaciao Michele :)
Ciao Angela! Devo assolutamente leggere altro dell'autrice. Una potenza unica.
EliminaParrebbe interessante, dove c'è religione c'è abbondanza d'argomenti su cui costruire trame spesso inquietanti.
RispondiEliminaAspetto le tue classifiche di fine anno amico 😉
Ciao Lory! È un'autrice da scoprire. Ho anche acquistato la biografia romanzata: La ragazza di Savannah.
EliminaLe classifiche arrivano!