Quella
follia la avevo accolta a braccia aperte, poi le avevo richiuse per
stringerla forte fino a restarne infuso; ma temevo che una tale dolce
follia non fosse eterna. Per lei, la realtà non esisteva.
Titolo:
Aspettando Bojangles
Autore:
Olivier Bourdeaut
Editore:
Neri Pozza
Numero
di pagine: 141
Prezzo:
€ 15,00
Sinossi:
Immaginate
di essere un bambino e di avere un padre che non chiama mai vostra
madre con lo stesso nome. Immaginate poi che a vostra madre
quest’abitudine non dispiaccia affatto, poiché tutte le mattine,
in cucina, tiene lo sguardo fisso e allegro su vostro padre, col naso
dentro la tazza di latte oppure col mento tra le mani, in attesa del
verdetto; e poi, felice, si volta verso lo specchio salutando la
nuova Renée, o la nuova Joséphine, o la nuova Marylou... Se
immaginate tutto questo, potete mettere piede nel fantastico universo
familiare descritto dal bambino in queste pagine. Un universo in cui
a reggere le sorti di tutto e tutti è Renée, Joséphine, Marylou…
la madre. Di lei, suo marito dice che dà del tu alle stelle, ma in
realtà dà del voi a tutti, a suo marito, al bambino e alla
damigella di Numidia che vive nel loro appartamento, un grosso
uccello strambo ed elegante che passeggia oscillando il lungo collo
nero, le piume bianche e gli occhi di un rosso violento. Renée,
Joséphine, Marylou, o anche, ogni 15 febbraio, Georgette, ama
ballare con suo marito sempre e ovunque, di giorno e di notte, da
soli e in compagnia degli amici, al suono soprattutto di Mister
Bojangles di Nina Simone, una canzone gaia e triste allo stesso
tempo. Per il resto del tempo si entusiasma e si estasia per ogni
cosa, trovando incredibilmente divertente l’andare avanti del
mondo. E non tratta il suo piccolo né da adulto né da bambino, ma
come un personaggio da romanzo. Un romanzo che lei ama molto e nel
quale s’immerge in ogni momento. Di una sola cosa non vuole sentire
parlare: delle tristezze e degli inganni della vita; perciò ripete
come un mantra ai suoi: «Quando la realtà è banale e triste,
inventatemi una bella storia, voi che sapete mentire così bene». La
realtà, però, è a volte molto banale e triste, così scioccamente
triste che occorre più di una prodigiosa arte del mentire per
continuare a gioire del mondo.
La recensione
“Quando
la realtà è banale e triste, inventatemi una bella storia, voi che
sapete mentire così bene.”
Ho
mangiato paella a pranzo – ma del tipo surgelato, in busta, senza
poesia – e mentre scrivo ascolto il blues di Nina Simone, allegro e
struggente proprio come mi assicuravano, giusto per tenerli con me un
altro po', un'altra giornata. I protagonisti di un romanzo piccino,
dico, e arrivato a sorpresa, che si legge in un attimo ma resta.
Eccome, se resta. Al pari di quelle storie, di quelle persone, con
cui ridi e scherzi, inconsapevole della commozione a tradimento. Lo
dicevano le fascette, me lo assicuravano i colleghi blogger.
Onestamente, però, Aspettando Bojangles non me lo aspettavo
così. Dell'idea che fosse troppo surreale, poco Neri Pozza, mi
ricordava – a un'impressione superficiale, almeno – La schiuma dei giorni, del compianto Boris Vian. Che mi era piaciuto, a modo
suo, e ricordo ancora nel dettaglio (come scordarsela, d'altronde,
una storia così azzardata?), ma non ero pronto a qualcosa di simile: non in un momento simile. Nella sensibilità di Olivier Bourdeaut,
esordiente bravissimo e francesissimo, c'è qualcosa dell'estro di
Gondry, eppure abbondano le suggestioni e i colori di un Jeunet: a unire
il cinema dell'uno e dell'altro, la costante della deliziosa Audrey
Tautou, bravissima e francesissima pure lei. Sono abbastanza duecento
pagine per racchiudere una saga familiare in pillole, vera, e adorabile, e disarmante? Bourdeaut, mi pare chiaro, dev'essere magico al pari
dei suoi protagonisti. Una famiglia di tre persone, che basta a se
stessa così. Con il mondo contro, i pugni chiusi, il proposito di
bere per dimenticare. L'amarezza va giù con le bollicine. Loro,
intanto, ballano, festeggiano, vivono la vita – e l'amore – come
fosse un eterno compleanno. Si danno del "voi" e, quando fioriscono i
mandorli, scappano ad abbronzarsi nel loro castello in Spagna.
Testimone di una tenerezza rara, paggetto di un matrimonio sui
generis e figlio desiderato, il protagonista legge
i diari del padre, George, per sapere come ha conosciuto la sua anima
gemella. Una donna che dà a tutti del voi – anche alle stelle,
anche al figlio – e che ogni giorno chiede di essere chiamata con
un nome alternativo. Renée, Marylou, Joséphine, però, sono mille
facce della stessa persona. Una visione in abiti da charleston che, a
bordo piscina, con le piume nei capelli e un cocktail in mano, dice
a George, uomo d'affari, che è tale e
quale al soldato prussiano raffigurato sul suo caminetto. Ha
immaginato di sposarlo, quel soldato, notte e dì. Così, dopo la
festa e una fuga in macchina, conoscenti e poco più, i genitori del
narratore si sposano e ballano la Simone sul sagrato. La ballerina
sfacciata, però, si accende e si spegne, come una luce ad
intermittenza: all'interno, è rotta.
La mamma, quindi, da regina
della casa, diventa regina dei dementi, in un istituto per arginare
il danno. La si chiude in soffitta, nelle sue giornate no, per
evitare che faccia male a se stessa e ai propri cari. C'è cura per
la donna che ha cento nomi, ma un solo cuore malandato?
C'è speranza in una fuga impossibile, sulla scia della salvezza? Ci
raccontantano l'attesa del signor Bojangles, tanto simile alla
chimera di Becket, le pagine di un'autobiografia tragicomica,
lasciataci in eredità, e le parole di un diretto testimone: un
bambino con una mamma instabile, un padre succube e un uccello
esotico per migliore amico. I suoi genitori lo lasciano restare
sveglio fino a tardi. Permettano che faccia un tiro con la sigaretta,
perché adora fare gli anelli con il fumo e deve esercitarsi, per
farne di perfetti. Beve qualche drink di straforo e sa, nelle stanze
da letto, cosa fanno gli ospiti con le ospiti. Lo ritirano da scuola; i maestri giudicano e non capiscono. Gli fanno vivere una
vacanza che perdura, su di giri. Dandosi alla pazza gioia. Un pessimo
modello per qualcuno, ma sono innamorati ribelli che si sono
trasformati in genitori – e amici, soprattutto – che fanno
invidia. E non per i party che non finiscono, ma perché tra
separazioni e lotte per l'affidamento, la lontananza da casa e altri
mali delle famiglie contemporanee, tutti e tre ci insegnano che è
possibile e doveroso amarsi come la prima volta. Cercarsi, anche nel
momento del bisogno.
E se il bisogno non passa più? Se il momento si estende per un'intera esistenza? Allora ci si trasferisce lì: chiaro. Si fanno i bagagli e la follia, in coppia, è un fardello tollerabile. Com'è che si dice? Mal comune, mezzo gaudio. Aspettando Bojangles è irresistibile, lunatico, e non c'è trucco e non c'è rimedio. Leggerlo, però, sarà la vostra migliore pazza idea; la cura.
E se il bisogno non passa più? Se il momento si estende per un'intera esistenza? Allora ci si trasferisce lì: chiaro. Si fanno i bagagli e la follia, in coppia, è un fardello tollerabile. Com'è che si dice? Mal comune, mezzo gaudio. Aspettando Bojangles è irresistibile, lunatico, e non c'è trucco e non c'è rimedio. Leggerlo, però, sarà la vostra migliore pazza idea; la cura.
Il
mio voto: ★★★★
Il
mio consiglio musicale: Nina Simone – Mr. Bojangles
Ciao Mik, come sempre splendida recensione.
RispondiEliminaHo finito questo libro in settimana ed io forse non ero pronta sul serio, o forse non sono riuscita ad andare in oltre una storia che poi in realtà non è una storia. :(
Ma come? Per me è una signora storia, invece!
EliminaE poi, tra tutti i drammi e i romanzoni storici Neri Pozza, per carità, di gran classe, questo mi è sembrato una boccata d'aria fresca. Li ho molto amati, loro. :)
Già nella mia chilometrica WL. Recensione, inutile dirlo, davvero bella!
RispondiEliminaCiao :)
Grazie mille, Tessa!
EliminaOgni tanto rileggo l'epilogo, con Nina Simone in sottofondo ed è sempre magico. Vedo che alla fine il corriere è passato :)
RispondiEliminaE' passato, e ha lasciato anche Vani. :)
EliminaIo la aspetto in settimana, questo ritardo non mi dispiace però ché altrimenti tutti i buoni propositi per la Sessione vanno a farsi benedire; poi, al momento, sono comunque in buona compagnia. :)
EliminaMeglio così! Io, stranamente, non ancora sento la stanchezza della estiva, nonostante ritmi assurdi: con il trasloco, ho dovuto recuperare tanto tanto tempo perso.
EliminaTra Basile e Alice, però, c'è chi mi trama contro... ;)
Un'altra bellissima recensione! :) Ricevuto a sorpresa, cosa aspetto a leggerlo? Avevo una mezza idea di portarlo in vacanza, ma non so se riuscirò ad attendere tre settimane :/
RispondiEliminaSarebbe un peccato, però. Si legge in un attimo.
EliminaPs. Cavolo, tra tre settimane già è giugno! Non ci posso pensare! :/
Mi sa che lo faccio fuori prima :P Sì, già giugno! Per ora ho messo da parte quattro libri, per una settimana dovrebbero bastare, altrimenti ho sempre l'ereader >.<
EliminaMa tu sei un fulmine!
EliminaOh che bello! Qualcuno che ha amato questa storia quanto me. Cominciavo a sentirmi aliena ;)
RispondiEliminaE' Daniela, nel commento più giù (o più su?), l'aliena!
EliminaCattiva Daniela! :-P
Ahahahah infatti sono io aliena! ;)
EliminaSolo due parole: Lo voglio!
RispondiElimina:))
EliminaSono curiosa di leggerlo.
RispondiEliminaun saluto da Lea
Non vedo l'ora di conoscere le tue impressioni!
EliminaHo amato questo romanzo follemente, è piovuto dal cielo con tutto il suo carisma e mi è entrato dentro, non so se riuscirò a esprimere ciò che ha significato per me a parole, non sono brava come te io ;-)
RispondiEliminaTi leggo mentre ascolto la canzone che hai aggiunto alla fine della recensione...amo Nina Simone e ammetto di aver riavvolto il nastro parecchie volte durante la lettura del libro.
Grazie per questa recensione, sentita, coinvolgente e intima.