Se
in guerra e in amore tutto è permesso, far la guerra con l'amore è
da criminali. E
non c'è punizione.
Titolo:
L'innamoratore
Autore:
Stefano Piedimonte
Editore:
Rizzoli
Numero
di pagine: 269
Prezzo:
€ 18,00
Sinossi:
Ivan
Sciarrino è un killer molto particolare. Forse il più spietato.
Perché alle sue vittime non toglie la vita, toglie l’amore. I suoi
committenti sono uomini d’affari disposti, pur di rovinare i
nemici, a ricorrere alle armi non convenzionali dell’innamoratore,
colpendo le loro mogli e distruggendo i loro matrimoni. Un gigolò?
No. Un truffatore? Neanche. Solo qualcuno dotato di un’innata,
diabolica capacità di ascoltare le donne, scoprendo cosa desiderano
davvero. Eppure per Ivan non si tratta solo di lavoro: è quello che
prova a spiegare ai due carabinieri che lo stanno interrogando in
ospedale, dove si trova dopo che qualcuno gli ha fatto esplodere
l’auto. Già, perché l’ultimo incarico è finito male, con la
sua macchina che saltava in aria e Soraya, splendida italo-marocchina
dagli occhi chiari e una timidezza quasi infantile, che pare
scomparsa nel nulla. Lei che doveva essere la preda… e invece Ivan
se ne è innamorato. Perché questa è la sua regola, l’unico
metodo: per catturare il cuore di una donna, deve prima aprire il suo
e donarglielo senza mezze misure. Ma a quale prezzo? E dove sta il
confine tra vittima e carnefice? Stefano Piedimonte, in un
sorprendente thriller sentimentale, ci racconta la chimica dell’amore
con una straordinaria gamma di sfaccettature, dall’ironico
all’enigmatico, dal romantico al dolente. E lo fa attraverso gli
occhi di un uomo che ama ogni volta come fosse l’ultima, con una
sete destinata a non placarsi mai.
La recensione
In
questi giorni, studio Letteratura Italiana – ho iniziato con un
mese buono di ritardo, per via del trasloco, ed è così che mi
ammazzo di fatica, all'inseguimento del tempo perduto – e leggo
l'amore in ogni dove. Quello vagheggiato e spensierato di uomini
schivi e muti, persi per donne – pallide e bionde: tutte quante,
come in pittura – che facevano voltare le teste e sciogliere loro
le lingue. C'è chi studia senza ripetere a voce alta; ma come fa?
Io, in una casa in cui c'è ancora l'eco a rispondermi, li vado
invece ripetendo tutti – dai medievali con il cilicio sotto i
vestiti, ai più gaudenti
umanisti – e così stanco, così annoiato dalla mia stessa voce, mi
sono detto, un giorno di questi, che tutto quell'amore parafrasato e
commentato era decisamente troppo per me. Dovevo disintossicarmi.
Avrei spruzzato il flit contro le prime zanzare e gli ultimi Cupidi,
che si attardavano alle finestre o in libreria, armati di faretra,
arco e frecce. Ma la sera, nei ritagli di tempo, mi mettevo a letto
e, venendo meno alle mie intolleranze momentanee, leggevo intanto di
uno che s'innamorava e faceva innamorare per professione. Com'è che
cade, il colpo di fulmine? Le farfalle nello stomaco possiamo
liberarle a comando dalla loro crisalide? Fa male il cuore, se
spezzarlo e spezzartelo è la tua missione segreta? Il giorno dopo,
sceso dal letto con il piede giusto, continuavo, perciò, con il mio
declamare al povero Ciro, il gatto, di nodi d'amore e infiniti stadi
del sentimento. E avevo un occhio di riguardo, forse un po' meno
scettico, verso chi se li piangeva, gli amori lontani e quelli
vicini, quelli angelici e quelli carnali. A lezione di seduzione e
temporeggiamento da Ivan Sciarrino, innamoratore a tempo pieno,
scopro infatti i rischi e i miracoli del corteggiamento e la penna a
me sconosciuta di Stefano Piedimonte. Diciamolo: anche di
corteggiamento stavo a pena e acqua. L'autore napoletano che seguivo
su Facebook giusto a colpi di “mi piace” sparsi, qui al suo
quarto romanzo, passa a Rizzoli e con la mia amica Sonia in
maternità, lei che tra l'altro me lo consigliava e consigliava sin
dai tempi dell'esordio, mi immolo per la patria – Sonia, in chat,
mi chiedeva come lo stessi trovando, con la piccola Cloe in braccio; un
Cavalcanti, ancora, mi assicurava che l'ancheggiare della
sua donzella lo rendesse ineffabile, ma tra Napoli e Roma vive un uomo
che invece sa la spiegazione di ogni battito o sguardo – e
faccio la conoscenza dell'Innamoratore. Il segreto abc del
cuore, in bocca a Stefano, suona diverso dal previsto; il suo
protagonista – non un gigolò e non un agente segreto, o forse
tutte e due le cose – in comune con Il truffacuori impersonato
da Roman Duris, adorabile commedia d'oltralpe, non
ha che il curriculum. Entrambi, pagati profumatamente da terzi,
spezzano coppie e regalano brevi lieto fine a donne infelici: ricordo
Duris, che imparava la coreografia di Dirty Dancing per far
contenta Vanessa Paradis, e Ivan, che s'imbuca al ristorante
marocchino della sua Soraya pur non vedendoci granché, nella cucina
etnica.
Entrambi, non bellissimi ma con il loro perché, lasciano
nelle loro missioni cocci di cuore, tra mariti sospetti, donne fatali
e momenti così perfetti che illudono: i mercenari come loro possono
avere un posto fisso, e una donna, da chiamare casa? Dopo
aver parlato di Camorra con ironia, condannando il malaffare e
fotografando un'Italia che, senza eccezioni, è incantata dai reality
in tivù, Piedimonte confeziona una commedia strana, che, sin nel
miratissimo prologo, mostra di conoscere ben più che
cinquanta sfumature e di rifiutare etichette che stan strette.
Abbiamo un narratore colto e indagatore, caustico ma lirico, che
richiede impegno e debita attenzione: lui parla d'amore; noi, da
bravi somari, prendiamo volentieri appunti. In contrasto – e quello
è il bello – situazioni che oscillano dall'hard boiled al boy
meets girl, con ombre fosche che si addensano all'orizzonte, tacchi
alti che sono stilettate sui sanpietrini e prose, a sorpresa, che
indugiano su confini sdrucciolevoli. Il protagonista, un
oratore che ci fa pendere dalle sue labbra, è un
melanconico e guardingo Casonova. Le donne le studia, le seduce e,
infine, agguantata la preda tra pollice e indice, la bacia. Qual è
la differenza tra questo Ivan e Christian Grey? A dar voce a una
domanda che potrebbe essere la nostra, un'accoppiata di curiosi
carabinieri. Anche nell'arma, evidentemente, si conosce il boom degli
erotici in libreria. Le mogli, sui comò, avranno storie pruriginose e, sotto il cuscino, sogni di cavalieri oscuri dalla doppia vita.
L'importante è scordare per un po' i mariti che russano... Ivan,
amatore seriale, le raggira e ronza loro attorno; ma loro, appunto,
non lo sapranno mai. Crederanno in un incontro fortuito, nel destino, e crolleranno davanti a lui. Che sembra bisognoso,
romantico e, quando sorride, ha le fossette sulle guance. Invece è
tutto un inganno; l'esatto contrario.
Perché chi va a
braccetto con Cupido impara a innamorarsi e Ivan Sciarrino ci casca
ogni volta; maestro di perfetti incontri casuali e sentiti addii,
cura con visite in farmacia – dove, sotto banco, domanda “il
solito” - e riflessioni troppo intime il suo cuore malandato per
via dell'usura. Lo rimetteranno in riga, per fortuna, chiamate a
mezzanotte e lunghe email senza risposta: il committente, che vuole
sapere se il pesce ha abboccato; Imma, dolcissima e
lontanissima sorella; Nadia, la
mia preferita, libraia omosessuale e sboccata, che lo rimbrotta come solo le amiche vere fanno.
Mentre la stanza d'ospedale in cui Ivan si racconta è un via-vai di
indiscreti e aspiranti allievi, si sorride qui e lì e ci si emoziona
spesso. Non importa il perché e il per come: le spassose referenze
del protagonista sono giusto un pretesto. Soraya più che sfuggente
si fa irrisolta, la sottotrama gialla si stempera nella sbrigatività
di un epilogo un po' affrettato e restano, scopo reale
dell'autore, i pensieri e i silenzi di uomo solo, ma in un letto che
accoglie un harem. Semiserio e maturo, incline alla tristezza,
L'innamoratore è un romanzo
che, a situazioni comiche, si approccia con la pancia e con la testa.
Incerto nelle intenzioni, sul finale, ma lampante nel messaggio,
Stefano Piedimonte ha bicipiti grossi quanto la mia testa e profondità spiccata; uno stile pieno e un protagonista memorabile
che, al contrario, convive con i vuoti. Ivan Sciarrino, protagonista
di una brutta gioventù sullo sfondo del Vomero e delle prime droghe
sintetiche, si aggira in città come un sicario. Sembra maschilista,
freddo e malintenzionato. Sembra avere in serbo scherzi crudeli per
la donna, una delle tante, che studia all'inizio del romanzo. La
donna, sul tappeto all'ingresso, anziché un promemoria inquietante,
trova però un mazzo di rose con una solitaria spina insanguinata. E
L'innamoratore, a chi
non conosceva la sensibilità di Piedimonte, potrebbe sembrare, dalla
quarta di copertina, una lettura disimpegnata e al maschile. Invece,
lettrici, ha per voi un occhio di riguardo: vi tiene aperta la
portiera dell'auto, vi scosta la sedia quando prendete posto al
ristorante, vi dice che siete le più belle e, per quel giorno, per
lui davvero è così. E, sul suddetto bicipite, guizza anche un
tatuaggio. Vi riverisce e vi lusinga, ma è sincero. Si sveglia,
però, in un letto vuoto. Nessuna Soraya è pronta ai suoi
incontrollati attacchi di fame notturna, né alle sue lacrime
ballerine. E, nella sua ars, lui che ancora non
ha imparato la lezione, ha un'etica e una filosofia tali che potrei
trovarmi a ripeterne i punti salienti tra me e me.
A casa. A Ciro. A voce alta.
A casa. A Ciro. A voce alta.
Il
mio voto: ★★★½
Il
mio consiglio musicale: Samuele Bersani – Spaccacuore
Non avevo prestato molta attenzione a questo romanzo, ma l'idea che si possa assoldare un uomo per distruggere il matrimonio di un potenziale nemico mi mette curiosità. Da cacciatore a preda...lo segno.
RispondiEliminaTi consiglio anche quel film francese lì.
EliminaE' veramente bellino. L'innamoratore, va da sé, ha al centro toni molto più profondi.
No, questo non è un romanzo che mi attira. Non mi pare il mio genere.
RispondiEliminaSì, ripetevo sempre a voce alta...;-)
Un saluto e buon fine settimana.
Lea
P.S. Vedo che stai leggendo la Gamberale! Sono curiosa di conoscere il tuo pensiero.
La Gamberale si legge, ma è poca roba.
EliminaComunque, mi aspettavo peggio.
Buon weekend a te!
Lo avevo annotato! Questa storia mi incuriosisce molto, soprattutto per l'alternarsi di comicità e toni più malinconici.
RispondiEliminaA te, ecco, piacerebbe di certo.
EliminaPs. Ho visto il tattoo. Bellissimo!
grazie! *-*
Elimina:)
EliminaAnch'io punto da un po' un secondo tatuaggio, e proprio sulla clavicola. Devo mettermi a caccia di idee.
Ho letto tutti e tre i romanzi di Piedimonte (e anche quel micro racconto ambientato in libreria, che mi aveva un po' delusa). Mi erano piaciuti, eppure a questo ancora non mi sono avvicinata. La tua recensione però mi ha fatto venire voglia di leggerlo :)
RispondiElimina(Io non riuscivo a studiare senza ripetere!)
Ah, ma allora siamo in tanti. E, dimmi, anche tu passeggiavi per casa? Io faccio le maratone, tra cucina e cameretta.
EliminaPiedimonte è tutto in lista. A pelle, dico che apprezzerò più i precedenti, anche se questo Ivan è un tipo che ti consiglio. :)
Scovato e acquistato, il titolo mi ha subito affascinata, come il personaggio, desiderosa di letture particolari che "restino".
RispondiEliminaIo vorrei poter schiacciare il tasto rewind e studiare, ripetere a voce alta o no, ma studiare accipicchia...tutte le mie speranze le ripongo in un quindicenne spettinato di nome Antonio, mio figlio ♥
Antonio, allora, rendi orgoglioso la tua mamma. :))
Elimina:-) <3
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