22.11.63
è stato il romanzo che, dopo anni di silenzio, mi ha fatto
riavvicinare a Stephen King. Con le sue storie ci sono cresciuto ma,
nella prima adolescenza, ho preso strade che, alla fine dei conti,
non ci hanno allontanati troppo. Quando avevo
diciassette anni, e da allora non è passata poi tanta acqua sotto i
ponti, la pausa di riflessione tra di noi è finita grazie a
quest'ucronia ambiziosa, mastodontica, indimenticabile in cui un uomo
qualsiasi accettava di prendere sulle proprie spalle un fardello
staordinario. Da quel romanzo, tra i miei preferiti e tra i
maggiori capolavori del mio prolifico zio del Maine, il la per questo
blog e per una miniserie evento, andata in onda da febbraio ad
aprile. Otto episodi per ottocento pagine. Dandoci alle proporzioni,
un'ora ogni cento pagine e la vicina possibilità che, per una sacrosanta volta,
un'opera del Re subisse un trattamento d'eccezione. Tanto belli i
suoi romanzi, tanto brutte le trasposizioni. La
trama vede al centro un mite
professore di Letteratura che, dal suo ristoratore di fiducia, riceve un'impensata eredità. Una porta della solita tavola calda
altro non è che un varco spazio-temporale. Ora sei nel 2016, e l'attimo dopo eccoti a spasso nel 1960. Dove i colori
sfavillano, le ragazze a bordopista desiderano un ragazzo che le
inviti a ballare e gli uomini, sbarbati e profumati, portano i completi
eleganti. Jake si scopre felice in un'epoca in cui lui non è ancora nato. Ha, però, un compito da portare a termine e forze che gli mettono i bastoni tra le ruote. Il
tracollo è
avvenuto dopo l'assassinio di Kennedy: da lì i russi, il Vietnam,
perfino l'attentato alle Torri Gemelle. Deve stabilirsi per tre anni a
Dallas, perciò, e sventare il piano del sicario. Nessun uomo è un'isola, e Jake coinvolge nell'impresa l'adolescente Bill e la bella
Sadie, bibliotecaria minacciata da un marito psicotico. Se il battito
d'ali di una farfalla genera un terremoto dall'altra parte del mondo,
cosa possono un'amicizia e un amore che nascono da un paradosso? Con il beneplacito dell'autore in persona e J.J Abrams a
produrre, la serie Hulu è attenta, curata, ben realizzata.
Rispettosa e con volti chiesti in prestito al cinema. Sarah Gadon,
deliziosa, nasce qualche film fa come nuova musa di Cronenberg e
ricorda, qui, le bionde degli storici noir. George MacKay, squattrinato aiutante, e Daniel
Webber, un Oswald umano e corruttibile, sono due volti freschi su cui puntare. Accanto al caratterista Chris
Cooper, un James Franco che si impegna, ma che risulta un Jake tutt'altro
che perfetto. La sua faccia da suola, però, tutto può. O è proprio
quella faccia da suola, l'espressione sorniona che di solito trovo
simpaticissima, a limitarlo? 22.11.63 è una rilettura pertinente e completa dell'opera. La trasposizione che un King assai sfortunato in TV, vedi il pessimo
Under The Dome, meritava. Però, nonostante il
lavoro di costumisti e scenografi, l'impiego di un cast discreto e nessuna pagina maltrattata, da un gran
romanzo non viene fuori una grande produzione. Mancano i riferimenti alla bibliografia del Re e, soprattutto, quel
sentimento impossibile che rende "le cicatrici di vaiolo graziose
come fossette". Mancano la consapevolezza e una personalità
stilistica forte. Non il gusto, né le lacrime ballerine in un finale agrodolce. Leggendo, io, lo immaginavo come Intrigo Internazionale.
Lo avrei voluto diretto e musicato da un maestro del brivido ancora
più grande. Jake, in un altro impossibile viaggio
all'indietro dei tuoi, fa' tappa nel regno di Hollywood: ci prometti che racconti le prodezze dell'intreccio di King al signor Alfred Hitchock? (7)
Momento attesissimo è il ritorno dei Gallagher in città. Miei adorati. Quelli che, se non ricordi quel che è
successo nelle puntate precedenti, ti mostrano il dito medio e che da
sei anni ti consolano a modo loro. Tu che ti lamenti della tua
famiglia, dimmi, l'hai mai vista la loro? A
gennaio, con tutti i motivi del mondo per dirne di cotte e di crude
su quel che resta della mia, li ho trovati dove li avevo lasciati.
Numerosi e splendidi, accalcati sul portico. Questo, all'indomani di
una stagione che si era fatta
perdonare le svolte più dolorose e una Fiona preoccupantemente simile a Frank, il suo papà
alcolista e delinquente. Ci sarà mai una stagione intensa come la
quarta, che mi aveva spezzato il cuore, logorato il fegato e portato a baciare i piedi ai
creatori? Chi può dirlo – la settima è stata già confermata -, ma quella andata in onda quest'anno su Showtime ha gli stessi pregi e gli stessi difetti di quella che l'ha
preceduta 365 giorni fa. Nel pilot lascia amareggiati l'arrivederci
di Mickey, il bullo omosessuale che, a sorpresa, aveva amato
l'instabile Ian di un amore fedelissimo. E' dietro le sbarre, si fa
uno sgrammaticato tatuaggio sul petto perché anche lui porta i
Gallagher nel cuore, chiede al fidanzato di aspettarlo. Ci si riprende in
fretta dalla sua rinuncia al ruolo di regular, però, e si segue
indulgenti Ian che gli volta le spalle per qualcun altro. Il rosso
bipolare scopre la vocazione per il prossimo – vuole diventare
paramedico – e frequenta un pompiere che lo rende migliore. Parlando di sentimenti, allora,
sono fortissimi quelli tra Fiona e Sean. Ma il suo capo, che giura di avere messo la testa a posto, appare troppo perfetto per essere vero. Kevin e
Veronica, genitori, rischiano invece che la loro attività tracolli e dicono
in coro di sì a un esilarante ménage a trois: Svetlana, tu dove dormi?
Il brillante Lip è colui
che questa volta, invece, subisce le conseguenze dell'essere un Gallagher nel Dna. Il sangue, d'altronde, non mente. La sua relazione con una sexy docente
universitaria è a rischio, il suo mentore chiede tanto e ci si
accorge che lui, festaiolo e promiscuo, beve un filino troppo. Gli
exploit, invece, toccano ai piccoli di casa, Debbie e Carl: ormai
adolescenti, possono avere diritto a una storyline tutta loro. La
prima, irritante ma vera, accoglie la cicogna e la venuta di
responsabilità di notevole portata. L'altro, carcerato per fare
contento papà, torna in libertà con le treccine afro, una bella
coetanea da conquistare e il desiderio di una conversione che ha del
paradossale. Frank, be', resta Frank. Manca a tratti il mordente e,
più spensierati del solito, i Gallagher si godono una tregua con la
vita, che risulta bella finché dura. Il season finale darà loro, inutile dirlo, le
inevitabili batoste. A stringerli insieme, la paura di perdere una
casa sommersa dagli avvisi di sfratto – cosa sarebbero senza un
tetto? - e due possibili fiocchi rosa alla porta. Si calca poco la mano
su alcune svolte, forse, ma il bello è lo spazio concesso ai
personaggi secondari – ogni anno, da tradizione, si fa a turno per
le luci della ribalta – e il fatto che nemmeno loro, estremi e
selvaggi, possano vivere ogni giorno al limite. Così si comportano
da famiglia. Così, per un po', vivono vite normali osando, immaginandosi al riparo dal temporale che bagna Chicago. I Gallagher, ho pensato,
sono diventati meno problematici di me. E, da amico di lunga data,
per nulla invidioso, sapeste quanto sono stato contento per loro. (7,5)
Ma perché sono così capra con le serie tv?
RispondiEliminaCon Shameless sono ferma alla fine della quarta stagione e posso guardare 22/11 senza aver letto il romanzo di King? No, no e no!!!
Cmq mi sono ripromessa che appena finisco Lei Che Ama Solo Me lo inizio subito!
Capra! Capra! Capra!
Elimina(però ti perdoniamo, perché segui Coliandro, minchia...)
22/11 l'ho iniziata ieri...debbo ancora fare la stessa cosa però con il libro, che da tempo immemorabile giace nella libreria a casa dei miei. Non mi dispiace, ma Franco ha una discreta faccia da pirla.
RispondiEliminaIl pilot è meritevolissimo. Soprattutto per l'incipit, da brividi, che viene preso pari pari da un brano del romanzo.
EliminaOk, sul telefilm tratto dal romanzo di King non mi hai incuriosita, ma sul romanzo si!
RispondiEliminaNon ho mai letto nulla di quest'autore e questo, assieme a pochi altri, mi attira. Non sono una grande fan del genere, ma mi rendo conto che la mia è una grande lacuna.
Sente porlare di Shameless in ogni dove, ma io questa serie non l'ho mai guardata. XD
Scopriresti che King non è solo horror... ;)
Elimina22.11.63 lo sto leggendo ora, e sta riavvicinando anche me King (Mr Mercedes mi è piaciuto, ma non come usavano piacermi i suoi libri). Quando lo finirò guarderò la miniserie, anche perchè - pur senza essere perfetta - sembra un adattamento almeno carino, e King si merita un adattamento che sia almeno carino.
RispondiEliminaSì, più che carino. Per una volta, King non viene maltrattato, e già è tanto.
EliminaAhahah, il Re ci unisce e ci divide un po'. ;)
RispondiElimina22 11 '63 è stato il primo libro che ho letto di King e l'ho scelto proprio perché si avvicinava più ad uno storico sui generis che ad un horror e l'ho amato anch'io tantissimo. Sulla serie alcune perplessità ci sono - Franco, seppur bravo, non è il mio Jake al contrario della Gadon che ho trovato una Sadie perfetta e inoltre ho trovato eccessivo dedicare un intero episodio ai Dunning ed il finale un po' affrettato - ma penso sia stata una bella trasposizione. :)
RispondiEliminaConcordo. E, soprattutto, ho presente le altre trasposizioni di King. Fatta eccezione per film storici come Carrie, Misery o Shining - comunque, altro dai romanzi - quasi tutta robaccia... La Gadon è bellissima. Ti consiglio, o forse te l'ho consigliato, A Royal Night Out. Interpreta la regina Elisabetta da giovane. :)
EliminaMe lo avevi già consigliato ma Elisabetta non mi sta simpatica tanto quanto nipoti acquisite e pronipoti, quindi passo, sono sicura ci saranno altre opportunità. Grazie comunque. :)
EliminaMa è super romanzato. Lei e la sorella a spasso per Londra, dopo la fine della Guerra Mondiale. Incrociano il charleston e l'amore. E' una bella commedia british. Sulla regina non so: già che è giovane...
EliminaNo, il fatto che sia stata giovane non posso accettarlo. :)
Nessuno che non l'abbia vista con i propri occhi penso possa accettarlo ma la cruda verità è che, Carlo potrà pure mettersi l'anima in pace, li seppellirà tutti.
EliminaParlando di roba fantastica, in tutti i sensi, ho visto il pilot di Daredevil e devo dire che Charlie Cox è estremamente migliorato dai tempi di Stardust, buon per lui e per noi che questa dritta sia andata a segno. :)
La sesta di Shameless ancora non l'ho iniziata, ma sono consapevole che una volta partito me la berrò in un attimo.
RispondiEliminaEd essendo un grande estimatore di Stefano Re non mi perderò neanche l'altra. ;)
Ahhh, cosa devo sentire! :-D
EliminaAnche se il libro non l'ho letto, si intuiva fosse migliore di una serie che perde colpi nella fase centrale, diventando troppo lenta e pesante. Devo riconciliarmi e conoscere meglio il Re, è arrivato il momento ormai!
RispondiEliminaI nostri Gallaghers non deludono, i più piccoli danno il meglio di sé, e gennaio 2017 sembra già lontanissimo.
Il libro è pesantino, non dico di no, però la serie non ne lascia percepire la grandezza... E' un librone, non solo per le tante pagine.
EliminaI Gallagher a questo giro troppo poco problematici non mi hanno convinto un granché.
RispondiEliminaSerie sempre valida, ma per il primo anno mi è sembrata in fase calante...
11.22.63 parte bene, mentre poi il secondo episodio mi ha annoiato parecchio e l'ho al momento messa da parte. Anche se il suo essere di un livello medio-buono, però non ottimo, mi fa desistere ancora... E comunque quella faccia da suola di James Franco tra film, serie tv, impegni da attore, regista, sceneggiatore e altro, quando lavora?
(volevo dire: quanto lavora?)
EliminaLavora così tanto, ma così tanto che, diventando onnipresente, rischia di starmi sulle scatole. Però quando fa l'idiota mi fa impazzire: in The Night Before, accanto a Rogen, fa uno dei suoi soliti cameo ambigui e ho riso troppo. :-D
EliminaNon seguo Shameless ma la miniserie 11.22.63 l'ho vista ed apprezzata molto.
RispondiEliminaNon ho letto il libro, mea culpa. Leggo in giro per il web molte critiche a Franco, a me è piaciuto parecchio per quello sguardo malinconico che gli viene benissimo.
Nonostante abbia trovato la storia alquanto banalotta (più di un passaggio era prevedibile sin dall'inizio), mi è piaciuta ed ho trovato commovente il finale.
Diciamo che la serie semplifica il romanzo - che devi assolutamente recuperare - ai minimi termini. Però no, davvero non dispiace. Malinconico Franco, sì, ma qui e lì anche un po' tonto. Mi ha convinto sì e no. E poi, da lettore, Jake me lo ricordavo più vecchietto e meno bello...
EliminaInizierò a vedere 22.11.63, la pubblicità che fanno mi sta incuriosendo molto.
RispondiEliminaBuone letture!!
Buone letture a te, e buona visione!
EliminaLa parte di recensione dedicata a King non l'ho potuta leggere perché mi manca ancora il libro, ma quando ho visto che parlavi di Shameless mi sono fiondata! Lo adoro troppo.
RispondiEliminaFrancamente, in questa stagione non ho visto i Gallagher meno problematici di prima: non solo Lip beve un filino troppo, diventa un alcolizzato che si fa cacciare prima dal campus, poi direttamente dalla scuola! Anni di sudore per niente!
E Carl finalmente si rende conto che la thug life non fa per lui nel peggiore dei modi... perdendo un amico e assistendo a un omicidio. Ho pianto moltissimo, per lui.
Debbie con la figlia, il ritorno di Queenie, Fiona alle prese con Sean, Mickey tra le sbarre, Ian che fatica a lavorare per via della sua malattia... mi sono sembrati sempre i soliti, insomma. Giusto il finale di stagione mi ha un po' delusa, perché mi aspettavo un boom molto più grande.
Io, invece, li ho visti felici ogni tanto, alla ricerca della normalità. La stagione abbonda di personaggi più positivi, tra il pompiere, il buon Sean e, volendo, perfino la nonna hippy (quanto ho riso nella scena in cui armeggia col piede di Lip?!). Ci provano loro a portare i Gallagher sulla retta via... ma son Gallagher! :-)
EliminaSì, beh, hanno avuto dei buoni momenti, questo è vero... ma come hai detto anche tu, erano "alla ricerca della normalità", ahaha! Non l'hanno mica trovata, poi! Comunque mi è dispiaciuto che Sean sia stato mandato via così - non credo che lo rivedremo. La sua relazione con Fiona è stata la più bella, tra tutte, e quasi quasi avrei preferito che Frank l'avesse ucciso davvero... sarebbe stato mille volte più drammatico, e una svolta gigantesca nella storia dei Gallagher! Così, invece, diciamo che sono rimasti un po' nella comfort-zone. Un Frank omicida sarebbe forse stato troppo, da gestire. Soprattutto, impossibile da redimere.
EliminaQuanto lo avrei odiato.
EliminaChissà che combineranno prossimamente!
11.22.63 la voglio vedere la ho lí in rampa di lancio per quando finisco cosacce come PLL o Sleepy Hollow (shame o me!).
RispondiEliminaShameless mi é piaciuta molto, soprattutto lo spessore dato al personaggio di Carl,che regna sovrano in questa stagione!
Carl idolo!
EliminaSi son salvati sul finale più o meno rispettoso, che mi ha strappato anche qualche lacrimuccia, e con la performance della bellissima Sarah Gadon ma 11-22-63 inciampa spesso e volentieri in cialtronate fuori da ogni possibilità di perdono e ha avuto l'enorme difetto di dare spazio ad un personaggio, quello di Bill, inutile, banale e dannoso. Peccato, come al solito.
RispondiEliminaA me, invece, Bill tanto che è piaciuto!
EliminaMa nel romanzo c'era o no? La memoria fa brutti scherzi...