Ciao,
amici. Primo post del mese di agosto. Cavolo, come abbiamo fatto ad
arrivare al mese di agosto? Rintanati in casa, tra l'altro, perché
il tempo minaccia tempeste un giorno sì e l'altro pure. Io preparo
svogliatamente un altro esame, leggo, guardo film. Ma non
preoccupatevi: parecchi film di questo post risalgono a una vita fa.
Avevo scritto due parole, all'epoca, e lasciarle lì mi sembrava
male. Poi il tempo sarà pessimo anche da voi: e se voleste qualcosa
da vedere? Perciò ecco un'altra carrellata. Al cinema trovate
Anarchia, Chef, 22 Jump Street.
Tra i film rivisti, invece, il
controverso The Dreamers e
il sopravvalutato Shakespeare in love,
a cui ho dato un'occhiata in vista dell'esame di Storia del Teatro
Inglese. Gli altri, molti inediti e molti disponibili anche da noi,
meritavano giusto qualche parolina. E' tutto. Scrivetemi se avete
visto qualcosa, se avete intenzione di vedere qualcosa, quali sono
stati i vostri film della settimana... Quello che volete. Io, su
consiglio di amici blogger come Marco, di Pensieri Cannibali, ho
recuperato qualcosa della filmografia dell'enfant prodige canadese
Xavier Dolan: c'è da parlarne, sicuramente, e magari lo faccio la
prossima volta. Un abbraccio, M.
In
un futuro non precisato, c'è una notte dell'anno in cui puoi
purificarti nel sangue di chi non ti è amico. La notte del
giudizio. E' così che si chiamava un horror uscito lo scorso anno,
con budget limitato e un'idea forte alla base. The Purge
divertiva: un thriller home invasion, con strizzate d'occhio a
Funny Games e uno sfondo distopico. Gli incassi hanno dato
l'input a un seguito, arrivato puntuale e ben voluto. Zitta zitta, in
questa estate piovosa, ma assai arida di film, giunge alle nostre
porte l'Anarchia. Un film d'intrattenimento non male. Slegato
dal primo, sceglie gli spazi aperti e atmosfere alla Mad Max.
Gli attori sono sempre pochi – spicca Frank Grillo – e i
protagonisti dovranno vedersela con le ostilità dell'esterno. Torti
personali, fughe nel cuore della notte: uccidere o essere uccisi.
Meno crudo e anche meno innovativo di quel che appaia – continui i
riferimenti a Carpenter, Kubrick e a saghe come Hunger Games – è una
riflessione cinica e pungente su certi lati della cara America. La
violenza non sta nelle immagini, ma in una tematica che fa porre
domande e stuzzica ombre buie della fantasia. Questo sequel, tutto azione,
aperto al perdono e ai suoi lati positivi, si chiude con un tocco di
bontà poco dannoso. Qualche ricorso di troppo a un deus ex
machina spuntato per botta di culo, qualche filo dell'intreccio
lasciato per conto suo, ingenuità perdonabili. Siamo ad
agosto e già trovare un film discreto, al cinema, è troppo. Per la
perfezione, cercare altrove. Un B movie che nasconde al mondo i suoi
limiti, con adrenalina, sudore e ipotesi di fuoco. (6,5)
Quando
una chiusa epica segna la fine di un film molto ordinario. Titoli di
coda originali e imperdibili. Molto più di questo sequel, che non è
all'altezza della simpatia del primo. Solita cosa, ma tanta autoironia.
Si parla, tra le righe, dell'inutilità dei seguiti, dei franchising
cinematografici, di alti budget per film discutibili. Se è conscio
dei propri limiti, questo lo rende... meno superfluo? Fa venire
voglia di estate, con le sue feste a cielo aperto e gli eccessi. E qui, da me, piove e tira vento: che amarezza. La
strana coppia Hill-Tatum funziona, ma le gag sono minestra
riscaldata. Sanno anche loro
di essere un po' troppo vecchi, ormai, per il genere. Lo dicono e lo
ribadiscono, in una prima ora e trenta che scorre, ma senza nessi
logici. E' fuffa. Gli ultimi quaranta minuti, i migliori, regalano
sorrisi, trovate impossibili, velocità. I momenti più riusciti sono
i siparietti con Ice Cube. Carino, ma di una comicità che non sempre
coinvolge. Scemo e più scemo con i pistoloni di Bad Boys.
Di 21 Jump Street, visto all'epoca dell'uscita, ho un ricordo
più che positivo. Ma saranno i ricordi che, questa volta, mi ingannano?
Non vi alzate dalle poltrone prima della fine, voi. L'unica cosa, insieme
al buffo colpo di scena, meritevole davvero. (5)
Jon
Favreau – regista di Iron
Man
–
mette faccia, pancia, colesterolo e un cuore di ciccia in Chef,
la sua commedia indipendente. Un film leggero, caloroso e
coinvolgente su un cuoco che, dopo la stroncatura di un cattivissimo
blogger (no, non ero io, ma dovrei informarmi: mangiare gratis ai
ristoranti, gnam!
Tanto il fashion blogger non lo posso fare: sogni infranti...) e una
sfuriata tremenda rimbalzata su tutti i Social del pianeta,
compra un camion rugginoso e, col suo amico di sempre, gira
l'America, vendendo panini e caloriche squisitezze in un viaggio on
the road profumato, intimo e divertente. La sua passione gli ha
portato fianchi larghi, divorzio, un rapporto inesistente col figlio
ancora piccolo, inimicizie, un autentico caratteraccio. La sua
passione, diventata lavoro, non era più tale. Licenziarsi e osare un
po' sarà un gran bel colpo di testa. Venghino, signori: venghino! Il
ristorante ambulante di Favreau apre i battenti e, spendendo poco, si
mangia, si beve e si chiacchiera. Attirati dall'odorino invitante e
non dal frusciare delle banconote, si vedono in giro grandi nomi che
– per amicizia – fanno da sponsor e ci mettono la
faccia. Una sexy e mora Johansson e, al seguito, Hoffman, Downey Jr,
Platt, Bobby Cannavale. Il film, però, è tutto loro: il duo Favreau-Leguizamo è sfavillante, Sofia Vergara incanta e lo
spigliato Emjay Anthony è un bambinetto preoce e curioso, che odia
la birra e fa di Twitter un'impensata arma di successo. Una commedia
familiare su ruote e ai fornelli, che ti prende per la gola e ti
manda cartoline e tweet dagli spettacolari posti che visita. Finito
di vedere in tarda serata avevo anche una certa fame. E uno spuntino
di mezzanotte no? (6,5)
Un
giovane americano, una città straniera, il rifugiarsi tra cinema e
libri. Per fuggire, codardo inguaribile e pacifista convinto, da un
Paese che vuole ragazzi come lui, per spedirli in una guerra lontana.
Mentre fuori impazzano le manifestazioni e il '68 europeo reclama
incontaminati ideali, lui viene coinvolto in un circolo d'anime che è
un lusso per pochi. Isabelle e Theo – fratelli, gemelli, qualcosa
di più – aprono a Matthew le porte della loro reggia e lo lasciano
entrare: in stanze che pulsano di desiderio, libertà sfrenata,
canzoni ispiratrici. L'abc, il Bignami della storia del cinema. Il
cinema che parla di sé. I protagonisti sono appassionati che non si
perdono una proiezione; che – in sala – ci tengono a occupare la
prima fila; che girano liberissimi remake a ogni impresa, movimento,
sguardo. La pellicola, riflessione sui poteri dei registi d'ogni
dove, è la corte di questi tre amanti. Salvaggia. Un gioco della
bottiglia raffinato, turbolento e crudele in cui ci si sfida a fare
cose. Obbligo o verità? In palio, il terzo posto da occupare.
Uno spazio in quella parentesi genetica, in quelle indecorose
affinità elettive: l'onore di essere due gemelli siamesi, più uno.
Il film ha un regista invisibile e uno sguardo lascivo. Anche
attaccarsi alla stessa bottiglia, aggiustarsi il rossetto, soffiarsi
il fumo nella bocca sa essere seducente. Si capisce,
anche se non si vede. Che ci sono i nudi frontali, i ménage à
trois, il sesso ed eppure potrebbe esserci anche altro, tra questi
due bambini dispettosi che trattano il terzo come una bambola. The Dreamers è un intrattenimento d'autore
sospeso e sognante, etereo e lontano dalla realtà, come un dramma
bucolico della Grecia antica. Sa di gioventù senza limiti. Anche se
ambientato tutto in un appartamento. Anche se girato undici anni fa,
da un regista settantenne, con un trio di attori con trenta candeline
spente sull'ultima torta. Si ci sveglia, calati nel reale, e
l'amor(al)e incanto non dura. Bertolucci descrive una fase
della vita da lui sperimentata chissà quando. Gli bastano poesia,
leggerezza e un grande segreto. I ventenni vogliono le stesse cose;
ma non ditelo in giro. Le rivoluzioni culturali e, perché no, anche
una casa sospesa nel tempo da condividere con loro. Un candido
Michael Pitt; un ombroso Louis Garrel; una travolgente Eva Green –
con il nome della prima abitatrice del mondo - nata già donna, con
gli occhi da vergine e il corpo da Venere di Milo. Un sogno erotico
per tutti gli sfiorati da Morfeo. Adulti, non svegliateci. (8)
Film
strapremiato, arrivato al cinema quando io avevo qualcosa come
cinque anni. Visto all'epoca e mai più recuperato. Alcune cose le
ricordavo. La Paltrow che, coi capelli sciolti, volteggiava per
liberarsi della fascia che le comprimeva il seno. Rush bonariamente
torturato nella prima scena. Il film nel film, il teatro nel teatro:
Shakespeare in Love, mentre in scena andava Romeo &
Giulietta. La storia d'amore dietro la tragedia, la realtà
dietro il mito. Realtà? Tutto è farsa anche nel gioiello di
commedia diretto dal sapiente John Madden, ma incanta e tu,
spettatore, credi. Il film, lieve e scenografico, si avvale di un
cast eccellente, di grandi impieghi di masse, di costumi opulenti e
dettagli ricercati. La sceneggiatura, ben cesellata, incastra la
storia d'amore tra William e la ricca Viola e la drammaturgia del
poeta di Stratford: così lei ispira Giulietta; così lei ispira La
dodicesima notte e il sonetto n°18. Diverte, tocca, intrattiene
ad arte. Concilia relax e storia. Ottimo cast, comprimari nobili,
interessanti citazioni da cogliere sparse in giro. Il mistero, piuttosto, sono le
tredici nomination agli Oscar e la vittoria della Paltrow, con un
ruolo poco impegnativo. Quell'anno la concorrenza doveva essere
scarsa, o un film che io ho trovato bellino e poco più è stato
fortemente sopravvalutato. Snobbato dalla critica invece un ottimo e preciso
Fiennes; la Dench – bravissima, per carità - esce mezza volta e si
becca un Oscar. (7)
Interessante
esempio di thriller psicologico dal piovoso Regno Unito. Il
linguaggio delle chat, i pericoli della rete, la paura del terrorismo
nei primissimi anni duemila. Identità in frantumi e giochi di
potere, in una storia di morte e amicizia anche un po' prevedibile,
ma coinvolgente e frenetica. Scenari umidi, trama che mischia dramma
umano e giallo, rapporti strani per adolescenti strani. Spiccano i
due bravi protagonisti, non ancora noti all'epoca. Un bruttino e
gracile Toby Regbo (Reign), uno sfrontato e sicuro Jamie
Blackley (Resta anche domani). Tra Disconnect e Diario
di uno scandalo, una pericolosa e affascinante storia vera. (6,5)
Che
film carino. Molto estivo. Commedia musicale sconosciuta, diretta dal
sempre bravo David MacKenzie (Follia, Perfect Sense). Le
atmosfere di un concertone all'aperto, belle voci, belle facce,
qualche risata. Due musicisti di band rivali, in una notte surreale e movimentata, si trovano ammanettati insieme per capriccio di un misterioso passante. Spalla a spalla, mano nella mano, hanno una manciata di ore, l'arrivo dell'alba, una chitarra e un ritornello da intonare per conoscersi meglio. E scoprire di piacersi. E mandiare al diavolo i loro attuali compagni. Romanticismo e rock 'n roll, una super colonna
sonora. Il mash-up con la Tainded Love di Marilyn Manson - ok, la sua era una cover, ma è l'unica che ricordo - che è già un mio personale must. (6+)
Paulette
è una nonnina dolce e gentile che vive all'ombra del Louvre, in una
Parigi piena di farfalle e fiorellini colorati. No, scherzo! E' una
vedova sarcastica e stronza, che – in una Francia piegata in due
dalla crisi economica – si muove per le strade di periferia come
una barbona senza identità. Vivere con lei non è facile e
sopportarla ancora meno. Finché comincia a farsi bella, a comprare
oggetti al di fuori della sua portata, a riempire la sua famiglia di
regali. Ha messo su una fiorente attività: fa la spacciatrice.
Paulette è un Come ti spaccio la famiglia della terza
età. Un incrocio tra L'erba di Grace e Chocolat. I
suoi punti di forza sono una trama che mescola attualità e farsa e,
soprattutto, una protagonista straordinaria: la settantaquattrenne
Bernadette Lafont. Paulette è stato il suo ultimo film: si è
spenta, purtroppo, nel luglio dell'anno scorso. Quella vecchina bisbetica,
crudele e simpaticissima che ho appena scoperto mi mancherà un
mondo. Divertitevi, guardatelo e – ci scommetto – mancherà
prestissimo anche a voi. (6,5)
Ammetto
le mie colpe: NON ho mai visto OldBoy. Dieci anni dopo, il
remake: massacrato pubblicamente. Non avere un criterio di paragone mi aiuta: ho
scoperto questa storia crudele sequenza dopo sequenza e,
nell'epilogo, sono stato colpito allo stomaco da un atroce colpo di
scena. Tanto bello, tanto cupo, tanto estremo da far stare male. Deve
tutto all'inventiva del film originale, non lo metto in dubbio, ma è solo grazie a Lee se
vedrò quel film che non conoscevo. Il suo è un action movie
classico, elegante, caratterizzato da un voyeurismo malato e
condannato da un intreccio machiavellico a un finale da tragedia.
Mostra un coriaceo e generoso Brolin armato di martello, come il suo
collega orientale, impegnato in un combattimento reso con un maestoso
piano sequenza e in una scena di sesso vista da mille telecamere e da
due occhi diabolici. Con lui, una Elizabeth Olsen delicata e
innocente. (7)
E'
brutto. E' sporco. E' cattivo. E' Machete, ed è tornato al cinema.
Che bisogno c'era? Questo
Machete Kills, per
quanto simpatico, violento ed eccessivo, scoccia. Una stanca copia del
primo, poco ispirata e poco necessaria, innaffiata da sangue a fiumi,
belle pupe e sparatorie alla Rambo. Danny Trejo – 69 anni! -
è un gran simpaticone. Il cast è grande e variegato e, tra
comprimari e semplici comparse, si avvale di attori di tutto
rispetto. Soprattutto, si avvale di attrici... be', non proprio di
tutto rispetto dal punto di vista attoriale, ma che, più scollate e
trasgressive, più crudeli e letali, fanno un baffo a quelle bellone
imbalsamate delle Bond Girl. Rodriguez usa e getta tante belle
fanciulle, facendo di alcune fugaci comparse e di altre
coprotagoniste, tanto belle, quanto stupide. Ma lui e il suo Machete
ci piacciono perché sono così: poco galanti, maschilisti, rozzi,
fisici e poco brillanti. (4)
Male male male, Mr. Ink, l'Oldboy originale andava visto sicuramente prima di questo americano, che continuerò ad ignorare perchè non c'era così bisogno di un remake, proprio no.
RispondiEliminaPer il resto in programma ho Anarchia, anche se pure su questo non necessitavo di un sequel, salterò a pie' pari 22 jump street con l'insopportabile (per me) Channing. Di Shakespeare ho vaghissimi ricordi, e non troppo positivi, segno invece Chef, che mi incuriosisce, e Paulette che incredibilmente mi manca ma so già adorerò.
Per finire, Machete 2 non ha la stessa carica dell'1, proprio per niente, e The Dreamers è una meraviglia che dovrei rivedere, ne è passato di tempo ma l'amore per Michael Pitt è rimasto :)
Sicuramente l'originale sarà notevolissimo, ma sono rimasto vittima della storia affascinantissima e tragica che quello di Lee - che è comunque un grande regista - prende in prestito. Poi non sono un gran fan di film giapponesi/cinesi/coreani. Bho, mai stato. Però prometto che recupero, recupero. Sì Machete 2 veramente fiacco, girato - come 22 Jump Street - tanto per... A te è rimasto l'amore per Pitt, a molte fanciulle che ho su Facebook quello per Garrel. Io mi tengo la Green, se permettete, visto che ultimamente ci sono moooolto in fissa. Devo recuperare Womb, perché queste trame malatissime mi ispirano!
EliminaCiaooo!
RispondiEliminaTanta ciccia, allora: La notte del giudizio vorrei vederlo da un pò, così come 21 Jump Street perchè, beh anche l'occhio vuole la sua parte, ma sono una fan di Channing Tatum :D Chef mi incuriosisce tanto, Shakespeare in love mi piacque quando li vidi da ragazzina, ma l'ho rivalutato molto da adulta, e devo dire che non è niente di che :/
Vero. Un gran ritmo e bei toni, però assolutamente immeritevole di tutti quegli Oscar. E quell'anno c'era Elizabeth, con una Blanchett paurosa D:
EliminaAccipicchia quanti film! Oldboy (non l'originale) l'ho visto qualche mese fa e non mi era piaciuto granché, ma non l'ho neanche disprezzato! Machete Kills l'ho visto di sfuggita perché non mi è piaciuto proprio per niente!!
RispondiEliminaAnarchia. La Notte del Giudizio vorrei tanto vederlo, come 22 Jump Street, mi sembra divertente! Chef. La Ricetta Perfetta ho visto i primi 5 minuti su RealTime l'altro giorno e mi ha incuriosita!
Chef è proprio bellino. Una bella commedia per famiglie. Non male Anarchia, ma fiacco proprio 22 Jump Street. :/
EliminaSono andata al cinema ieri a vedere Anarchia ed è stato un film piacevole, apparte qualche coccolone qua e là (non puoi immagiarti due vecchie che erano vicino a me quando urlacchiavano v.v)!
EliminaL'ho preferito al primo ovviamente!
Io forse ho preferito il primo. Non so!
EliminaBeh ho trovato uno che la pensa come me sul nuovo Oldboy (anch'io non ho visto il vecchio). Devo vedere Anarchia e Machete Kills ce l'ho da un po' in stand-by, credo aspetterà ancora...
RispondiEliminaAspetta, tanto non ti perdi niente, praticamente. Ah, ricordi che Oldboy US ti era piaciuto: non siamo più forever alone :-D
EliminaThe Dreamers, meraviglioso! 22 Jump Street, l'ho trovato divertente ma niente di che..
RispondiEliminaA me hanno divertito solo i titoli di coda. Il resto era roba riciclata.
EliminaVoglio vedere: Anarchia, 22Jump Street, Oldboy, the dreamers e Chef. Di Machete mi è già bastato l'orribile primo film, eppure ho adorato Sin city. Cmq hai ragione sul tempo, è proprio un estate di m***a. Sono andata a mare solo 3 volte.
RispondiEliminaIo un po' di più, perché ho il mare sotto casa, ma niente di che. :/
EliminaA me Machete era piaciuto. Trash e divertente. Questo... solo trash, nel senso di spazzatura.
Una mia amica mi costrinse a vedere Shakespeare in Love qualche anno fa e onestamente non mi piacque granché, forse perché ero più piccola, o forse perché ero stata obbligata a vederlo.. Però in molti mi hanno detto di guardarlo di nuovo ora che sono cresciuta, magari gli do un'altra possibilità! :)
RispondiEliminaNon ti sembrerà tutta 'sta cosa, ma di sicuro si lascia guardare molto bene. Se conosci il periodo storico - io lo stavo studiando per un esame, quindi l'ho rivisto come fosse un ripassone generale - ci sono alcune chicche sull'omicidio di Marlowe e sulla stesura dei sonetti veramente, veramente notevoli. La sceneggiatura è perfetta.
EliminaAgosto in effetti è arrivato troppo in fretta >-< ti sei visto un bel po' di film, eh? ^^ A me ispira solamente Shakespeare in Love tra questi titoli, che pensavo fosse più carino dalla trama :P
RispondiEliminaSei una delle poche al mondo a non averlo visto :P
EliminaAnarchia mi incuriosisce parecchio dal trailer :3 al più presto mi sa che vedrò sia il primo che questo. 22 Jump Street ammetto che vorrei vederlo solo per Tatum, ma non so..ne varrà la pena due ore di film solo per un bel fusto? xD
RispondiEliminaComunque, di recente non ho visto nessun film, ma alcune serie tv. Ho iniziato e finito in una sera Faking it e devo ammettere che è davvero molto carina! Ho anche iniziato la prima stagione di Glee anche se gli scorsi anni, quando la trasmettevano in tv, ho visto un paio di puntate. Mi piace :3 poi al solito, Teen Wolf. La nuova stagione è fantastica!
Tutte serie che ho seguito. :)
EliminaTeen Wolf, purtroppo, ha perso l'allegria dei primi tempi ed è dalla scorsa serie che non mi sta piacendo più di tanto.
Guarda anche l'Oldboy originale, Mik, non te ne pentirai! ;D "The dreamers" l'ho visto tipo una vita fa, quand'ero ancora adolescente. Suggestivo, sicuramente, ma magari avrei bisogno di rivederlo anch'io per capirci qualcosa di più.. Decisamente "Shakespeare in love" é uno dei filmetti più sopravvalutati della storia, invece! :p lieta di sentire che "Anarchia" sia un film che intrattiene: lo voglio vedere! :)
RispondiEliminaRivedendolo sicuramente lo troveresti meglio. Alla luce delle lezioni di Storia del Cinema che ho seguito nel primo semestre, ormai a febbraio, appare un manifesto bellissimo della Nouvelle Vague e dei movimenti precedenti. :)
Elimina7 all'orripilante remake di oldboy????
RispondiEliminaAAAARGH!
XD
meglio se recuperi xavier dolan, dai ;)
"Shakespeare in Love" lo avevo trovato un film molto carino e interessante.
RispondiEliminaLa trama di "Uwantme2killhim" mi ispira molto, il tuo voto un po' meno :P Magari in questi giorni gli do una possibilità ;)
Adoro questa tua rubrica! Guardi un sacco di film! E, grazie a te, ne conosco molti di più io, perché mi incuriosisci con le tue opinioni e vado a recuperarli :D Tra tutti questi ho visto solamente Shakespeare in love e lo adoro (anche se mi domando anch'io il perché dell'Oscar alla Paltrow), e vorrei vedere The dreamers...
RispondiEliminaHo letto la tua recensione al film "Shakespeare in love", che mi trova d'accordo quasi totalmente. Scrivo "quasi" perchè in definitiva credo sia uno spettacolo del quale va apprezzato l'intento di richiamare l'attenzione sul grandissimo scrittore inglese, almeno solo uno dei tanti modi di raccontarlo. La Dench è da Oscar anche in un infinitesimo ruolo cameo!
RispondiEliminaLuz