mercoledì 10 gennaio 2018

Recensione a basso costo: Il postino suona sempre due volte, di James M. Cain

| Il postino suona sempre due volte, di James M. Cain. Adelphi, € 9, pp. 122 |

Ha suonato due volte, al cinema. La prima con John Garfield e Lana Turner, l'altra con Jack Nicholson e Jessica Lange. Il postino – anche se il titolo, da prendere non alla lettera, pare si riferisca alla puntualità del destino secondo un proverbio – portava i grandi divi, l'erotismo, il mistero. Ho aperto loro la porta anni dopo. Facciamo quasi novanta, considerando che questi amanti diabolici – con i loro misfatti, con la loro passionalità feroce – scandalizzarono in principio l'America dei tardi anni Trenta: galeotta la scoperta di James M. Cain che, lo scorso novembre appena, mi aveva incantato con un ritratto femminile umano e spregiudicato, a cavallo fra i generi e le generazioni. Il postino suona sempre due volte, senz'altro più noto di Mildred Pierce, sembra portare i suoi anni peggio della bellissima signora che seppe reinventarsi all'indomani della Grande Depressione – scoprendosi ora imprenditrice di successo, ora pessima madre. La trama la conoscete a grandi linee. Frank, autostoppista con la strada come casa, fa tappa presso una taverna di provincia: vigoroso e amichevole, scafato, trova presto lavoro come factotum. Ad allettarlo, non tanto le offerte del proprietario – un generoso e sfortunato immigrato greco – quanto le grazie della giovane moglie di lui, Cora. Reginetta di bellezza che ha abbandonato l'Iowa inseguendo la gloria, cacciandosi però nel vicolo cieco di un matrimonio infelice. Nel nuovo arrivato, l'irrequieta casalinga trova l'amore. Soprattutto, un complice. Per la perfetta relazione clandestina, e per il delitto perfetto.

Ma che cosa ci resta? Eravamo in cima ad una montagna. Eravamo così in alto, Frank, quella notte! Non avrei mai creduto di poter sentire nulla di così meraviglioso. Ci siamo baciati; e quel bacio aveva saldato un patto, tra noi, che sarebbe dovuto durare eterno, qualunque cosa accadesse. Nessun’altra coppia di amanti al mondo poteva dire d’aver avuto altrettanto dalla sorte. E invece siamo caduti. Tu per primo; poi io. Sì, siamo pari. Tutti e due quaggiù, insieme. Non siamo più lassù, in alto. E la nostra bella montagna è sparita.

Uccidere un marito senza il senso degli affari, intascare i soldi della solita assicurazione sulla vita, farla franca. Se la gatta ci lascia lo zampino, però, non tutto va come da piano. Colpa di un uomo che non vuole farsi ammazzare al primo tentativo, di una giustizia che non ci crede, di un rapporto troppo morboso per rimanere in piedi. Il crimine logora tutto, e Frank e Cora perdono di vista il punto. Si sporcano, si pentono, si perdono, e se ne rendono conto soltanto dopo. Legati a doppio nodo dalla stessa cosa che potrebbe dividerli. Lui vorrebbe fuggire dai fantasmi di una notte di sangue, lei vorrebbe restare per diventare finalmente qualcuno. Lacrime di coccodrillo, allora, su un bene che vive di sesso riparatore e sbornie, del male fatto agli altri. Sull'illusione di ammansirsi a vicenda. Duro e laconico, senza fronzoli, Il postino suona sempre due volte ha la dimensione del racconto e, per forza di cose, personaggi più stilizzati – lui semplice faccendiere, lei femme fatale con qualche guizzo di umanità. I moventi nudi e crudi del noir in bianco e nero, i risvolti stucchevoli del mèlo.

L’amore, quand’è mescolato alla paura, non è più amore. È odio.

Colpa di una parentesi giudiziaria cavillosissima, finita troppo tarallucci e vino; dei troppi finali, e di quell'epilogo da tragedia greca che gioca con le spirali di ricatti e false redenzioni, con il karma, esagerando spesso. Può forse nascere un sogno d'amore da un incubo? 
Per rispondermi, al citofono ha suonato per la seconda volta James M. Cain. Senza purtroppo cogliere di soprassalto come in passato, senza rinnovare una sorpresa che mi figuravo senza tempo.
Il mio voto: ★★★
Il mio consiglio musicale: No Doubt – It's My Life 

4 commenti:

  1. prima o poi lo devo leggere questo libro, dato che è un classico ormai della letteratura ^_^

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    1. Lettura per me non così memorabile, ma da fare, sì.

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  2. Per me un caso in cui la trasposizione cinematografica è più famosa del libro, di cui ignoravo l'esistenza. E ora il dubbio amletico è se colmare prima la lacuna cinematografica o quella letteraria :)

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    1. Ammetto che i film mi mancano.
      Forse avrò visto quello con la Lange, anni fa, o forse mi lascio suggestionare dalla fama della notissima scena d'amore sul tavolo della cucina. Insomma, le lacune ci sono anche da queste parti. :)

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