venerdì 1 aprile 2016

Recensione a basso costo: Sorella, di Rosamund Lupton

Ripenso alla prima lettera che mi hai scritto, quella con l'inchiostro invisibile, e al fatto che da allora l'affetto ha il profumo di limone. E, mentre penso a te e ti parlo, riesco a respirare di nuovo.

Titolo: Sorella
Autrice: Rosamund Lupton
Editore: Beat – Giano
Numero di pagine: 379
Prezzo: € 9,00
Sinossi: Cinque anni separano Beatrice Hemming, la primogenita, da Tess, sua sorella. Cinque anni segnati dalla condivisione di un lutto incancellabile - la morte di Leo, il fratellino portato via da una malattia genetica - e da un abisso di forme di vita, personalità e aspetto fisico tra le due sorelle. Account director in un'agenzia newyorchese, con elegante appartamento nella Grande Mela, Bea è sempre stata la sorella matura e importante, la maggiore capace di sgridare la sorellina minore capricciosa e irresponsabile e di condurla sulla retta via. Tess, invece, è sempre stata una bellissima, impulsiva, solare creatura. Una ragazza impaziente di vivere che, in nome dei suoi sentimenti, non ha esitato un solo istante ad avventurarsi in una relazione clandestina con uno dei suoi tutor al college d'arte londinese in cui studia, un professore, per giunta, che ha quindici anni più di lei ed è sposato da tempo. Quando apprende, perciò, dalla madre che Tess è irrintracciabile al lavoro e a casa da ben quattro giorni, Bea prende il primo volo per Londra, ma non si angustia più di tanto. Certo, sua sorella è incinta e il tutor, il padre del nascituro, si è chiuso in un ipocrita "riserbo", tuttavia Bea sa che Tess non è una ragazza cosi avventata da mettere a repentaglio la sua vita e quella del suo bambino. Qualche giorno dopo che ha messo piede a Londra, una terribile notizia raggiunge, però, Bea. La polizia la informa di aver rinvenuto il cadavere di Tess a Hyde Park...
                                            La recensione
Mi è parso di sentire la mia voce che ti chiamava. O il tuo nome era in agguato nel silenzio?”
Beatrice usa il secondo dei suoi due nomi di battesimo, perché ha sempre pensato le si addicesse di più, e torna a Londra da New York, nella sua seconda casa, perché Tess è scomparsa da qualche giorno e lei pensava di conoscerla, sua sorella, più di ogni altra persona al mondo. A separarle, cinque anni e, in mezzo, un oceano. Ma tra i ventuno e i ventisei, in fondo, la differenza è meno di quanto sembri e, se ci si vuole bene come loro, ci sono email e lettere vecchio stile, telefonate che sfidano i fusi orari e i biglietti last minute per non fare dell'Atlantico un ostacolo insormontabile. La prima si è stabilita negli Stati Uniti e, inglese doc, ha fatto suo un pezzetto di sogno americano: il posto fisso, un brillante all'anulare e, inevitabili anche nei sogni, i compromessi della lontananza. L'altra, invece, studentessa universitaria e spirito libero, vorrebbe fare l'artista a tempo pieno e, bella senza fronzoli e felice senza legami, aspetta un bambino da un uomo che, già sa, non lo riconoscerà come figlio suo. Un futuro da madre single, però, le fa molta meno paura dei giudizi dei parenti – che tra lei, scapestrata, e la responsabile Bea hanno sempre fatto impietosi confronti – e di messaggi inquietanti in segreteria. Per fortuna c'è quella giovane donna mai troppo irraggiungibile, sangue del suo sangue, che non le punta il dito contro e mai le dà consigli che non siano a fin di bene. Per Bea, quella della sorella maggiore, è una professione per pochi. Quando la chiamata di un genitore preoccupato le fa andare la cena di traverso e Tess, dal cellulare spento, non è lì a tranquillizzarla, giunge sul luogo della sparizione. Che, in fretta, si trasforma in luogo del delitto: transenne, nastri gialli, fiori imbustati attorno a un bagno inutilizzato, a Hyde Park. Lì, le assicurano, Tess ha scelto consapevolmente di morire: si è tagliata le vene sulle mattonelle scheggiate. Come destreggiarsi tra un funerale che ci prosciuga e giornalisti che ci assediano? Come dimostrare che una pittrice gaudente e spigliata non avrebbe mai rinunciato alla propria vita? Romanzo di esordio della britannica Rosamund Lupton, opera prima bellissima, Sorella torna in libreria in edizione tascabile, dopo anni di corteggiamenti e metti-e-togli dai carrelli di Amazon, con la notizia di una trasposizione cinematografica in programma – circolava il nome di Emily Blunt – e lettori ritardatari che, cinque anni dopo, gli si avvicinano coi sesti sensi in allerta. Perché, ve lo avranno garantito anche recensioni più puntuali della mia, non è il solito giallo. 
Partiamo dalla struttura, particolarissima: voce narrante è una Bea provata e stanca, ma che ha visto trionfare la giustizia, all'indomani dell'arresto di un colpevole che, fino alla fine, noi non conosciamo. Si racconta a un avvocato gentile e comprensivo, che la vizia con i tè nei bicchieri di polistirolo e il calorifero acceso, in preparazione al processo. Parlerà di Tess in vita e in morte, di come ha smascherato il suo assassino giocando a fare la detective, e nel frattempo parlerà a lei. Sorella, infatti, fa tesoro di un espediente struggente e originale. Le sue quasi quattrocento pagine altro non sono che una lunga e privata lettera alla sorella, presunta suicida. Come scusarsi per il ritardo, farsi perdonare – e perdonarsi, soprattutto – se si è vivi e vegeti, mentre l'altra dorme su un letto di terra? Come dirlo agli inquirenti, ai reporter, che le donne della famiglia Hamming hanno conosciuto una volta il dolore e che non avrebbero voluto dispensarne altro, evitando di scoperchiare vasi di Pandora? Emerge così, con un'emotività disarmante e un brutto mistero da svelare, un ritratto di solidarietà femminile e sorellanza, che esula dai sentieri del thriller tradizionale e sfocia nei territori di una narrativa straniera che, tanto accurata e personale, può essere soltanto Neri Pozza e dintorni. Tra Bea e Tess, infatti, si stagliano l'ombra di un fratellino morto di fibbrosi cistica – male ereditario ma forse curabile, che pietrificherebbe qualsiasi donna in attesa – e tutta una serie di personaggi, ora affabili e ora sospetti, che la supersiste eredita dall'estinta. 
Un collega di studi infatuato ai limiti dell'ossessione; un tutor attempato, seducente e traditore; un padrone di casa burbero ma generoso; una ragazza dall'inglese stentato e dalle intenzioni pure, Kasia, che coi suoi modi spicci e la femminilità che le esplode da dentro è, per la donna in cerca di risposte, un memento vivere. Come ha fatto la protagonista a smentire le voci di una psicosi post-partum? Quali prove le hanno fornito i vestitini che Tess non avrebbe potuto permettersi, una finestra spaccata e quadri che esprimevano il disagio? Diamo per certo, infatti, che il caso – ormai archiviato – sia ormai un capitolo chiuso. Sotto quello e altri fronti potrebbero esserci colpi di scena, pensati da una narratrice nostalgica e in lutto, che ha studiato Letteratura Inglese al college e, a giusta ragione, può riempire di piccolezze la sua lettera a cuore aperto. Bea imparerà a lasciarsi andare a ciò che viene; a scoprire – nelle sfumature di giallo – il brivido dell'avventura. A conoscere meglio la sua metà scomparsa, e se stessa. A piantare le giunchiglie, ché servono il terriccio caldo e una dose abbondante di pazienza, e a godersi il miracolo della primavera. A decriptare i LOL – non lot of love, bensì laugh out loud – nel piacere della corrispondenza. Londra è gelida e Sorella, a tratti, come d'altronde suggerisce la copertina, è un medical thriller sotto la neve; neve che copre le orme dei cattivi. Ma, molto più che a tratti, è una lettura emotivamente carica, accorata e coinvolgente, che mi ha ricordato una variazione sul tema dell'autobiografico (e prolisso, nonostante le lacrime ballerine) I miei piccoli dispiaceri. E gli si perdona, dunque, un colpevole smascherato in anticipo, ma non il fatto di averci chiuso in una morsa - quando, quanto e come gli pareva - il cuore.
Il mio voto: ★★★★
Il mio consiglio musicale: Skunk Anansie – You'll follow me down 

24 commenti:

  1. Vabbè, solo tu potevi farmi mettere un romanzo giallo in WL u_u

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    1. Più che amare i gialli, l'importante è non essere figli unici, in questo caso. :-D

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  2. Me ne avevi parlato la scorsa volta, con la recensione mi hai convinto definitivamente ;)

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    1. Sono curioso di sapere come lo troverai.
      E' un thriller sentimentale, ma nel senso lato del termine. ;)

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  3. E' un tema delicato per me, che ho una sorella maggiore di 5 anni, pensa un po' le coincidenze. Avevo sentito parlare del film e mi farebbe davvero piacere vederlo se ci fosse la Blunt, indimenticata Regina Vittoria, ma questa volta limitarmi solo a quello, nonostante tutto.

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    1. Purtroppo, sul film, tutto tace. E l'annuncio, ho notato, risale al 2012. Stringiamo le dita, però.

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  4. Questo me lo ero proprio perso, lo recupero in fretta perchè mi attira tantissimo! e quanto è bella la tua recensione? ti sei superato.

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    1. Ma grazie. :)
      Oltretutto, tra la protagonista di Gli occhi neri di Susan (che no, non è una Susan) e questa, è un anno di thriller e Tesse. Notato?

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    2. Mhm mi pare facciano però una brutta fine! scherzi a parte, mi sento molto "alla moda" :)

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    3. E c'hai ragione. Quella del romanzo Newton, per risvegliarsi su un letto di ossa, se la passa benone. Guardiamo il lato positivo, ahahah!

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  5. Che bello quando scrivi di libri che ho già letto! Questo mi era piaciuto molto e magari ora, grazie alla tua recensione, a qualcuno verrà voglia di leggerlo. Mi pare un bel regalo da fare ad un bel libro ;-)
    Ciao da lea

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    1. Ah, e sono felicissimo io quando posso confrontarmi con qualcuno. Poi se, come in questo caso, anche tu concordi, mi pare perfetto! Grazie, Lea. :)

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  6. beh che dire è un romanzo impegnativo e molto interessante. tra le due sono io la sorella maggiore e nonostante viviamo in italia, siamo comuque distanti diverse regioni. è un piacere leggerti e scovare nuovi libri ;)

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    1. Ti ringrazio, Saya.
      Nonostante sia ricchissimo dal punto di vista emotivo, però, ti assicuro che è una lettura molto molto scorrevole. L'avrò letto in non più di tre giorni. :)

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  7. Recensione sublime di un romanzo che non conoscevo, uno di quelli che potrebbe piacere a mio marito.

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    1. Contento ti avertelo fatto conoscere!
      Buona lettura al marito, e non solo. E' infatti un giallo tutto al femminile.

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  8. A volte mi affascinano più le tue recensioni del libro in sé... mi appunto il titolo che mi era completamente sfuggito! ;)

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    1. Ma grazie, Sara. A te piace di sicuro, ci scommetto!

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  9. Sembra deprimente abbastanza da potermi piacere. :)

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    1. Poi, in qualche tuo post, era emersa una sorella cannibale. Ricordo. ;)

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  10. si beh questo mi piace di sicuro...
    e la colonna sonora che gli hai affibbiato è strepitoso

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    1. Eh, gli Skunk Anansie...
      Peccato che Skin come giudice di X Factor, un'idiota, abbia messo un po' in discussione il mio amore per certe canzoni delle sue.

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  11. Non lo conoscevo, ma devo dire che mi hai convinta! Sembra davvero intrigante... e il fatto che non sia "il solito giallo" mi fa ben sperare! Vado a leggermi l'incipit :D

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    1. Ai non amanti del giallo, ci scommetto, piacerà anche di più. Il mistero c'è, anche se non dura per tutte e quattrocento le pagine. Il brividone per la lettera postuma decisamente sì. Già l'incipit ti dirà l'importante: un'autrice bravissima. Lucrezia, anni fa, mi aveva straconsigliato un altro romnzo della Lupton, Nel Limbo, ma io sò di coccio...

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