Stagione I
Nel
momento in cui ho smesso di ridermela come un idiota, ho deciso che
avrei dovuto parlarvi nell'immediato di questo gioello strampalato di
comedy: Vicious.
Scoperto di recente grazie a un post del blog In
central perk – che,
come lascia intuire il nome, di telefilm e sit-com epiche se ne
intende - non mi è chiaro come, avendo debuttato lo scorso anno, sia
potuto sfuggire ai miei radar. I protagonisti, a questo punto, come
solo loro sanno fare, mi offenderebbero a morte. E a pieno diritto,
direi, nonostante sia permaloso in una maniera che non vi dico e
nonostante, con alte probabilità, risponderei loro a tono. Io sono
uno di quelli che non si tiene niente: naturalmente intollerante
verso il prossimo. Partiamo da un difetto, l'unico che c'è: Vicious,
con sette episodi di venticinque minuti ciascuno, è troppo breve.
Avrei voluto averne in eterno. Detto questo, potrei proporvi una
lista infinita di pregi che però vi risparmio. Dovete scoprirli da
soli. Perché Vicious
è
imperdibile, quindi? E' inglese fino al midollo, ha come protagonisti
due vecchietti più o meno adorabili, ha un umorismo feroce che si
nutre di tè, cattiverie gratuite, lunghi anni d'amore. Tutte cose
che mi piacciono moltissimo. E di che che parla? Ma di una coppia di
anziani omosessuali che convivono da cinquanta anni – precisamente,
quarantanove – e che nel loro salotto elegantissimo, tutto pizzi e
cianfrusaglie, ospitano amici e vicini per darsela un po' di santa
ragione, dalla mattina presto fino al sacro rituale del tè delle
diciassette. Tirchi, sgarbati, iracondi, ma esilaranti se visti
dall'esterno, fanno le cose che le vecchie coppie fanno:
chiacchierare, raccontare storie e detestarsi, perlopiù. Uno,
egocentrico e melodrammatico, è un attore sul viale del tramonto,
anche se sulla via principale della fama, diciamolo, non ci è mai
arrivato: troppo sperare nel grande boom se si è settantenni?
L'altro, ancheggiante e pacato, insospettabile rubacuori, fa di
lavoro il mantenuto: non ha mai faticato in vita sua e la sua
principale occupazione è telefonare alla mamma. Una specie di mummia
immortale che perfino Dio non vuole e che, bellamente, ignora la
sessualità del figlio: sotto sotto, preme ancora per avere dei
nipotini e per vederlo sposato. Con una donna, ovviamente. Un
clamoroso outing per festeggiare le vicine nozze
d'argento
si può fare? Alla loro porta, in ogni episodio, una migliore amica
grande, grossa e eccitata; una vecchietta smemorata e il suo solito
accompagnatore; e soprattutto, il nuovo vicino di casa: un vetenne
problematico, bello e al cento per cento etero che loro vorrebbero
portare dall'altra sponda ed educare al culto dei superalcolici e
della scortesia. Derek Jacobi – erede della generazione del grande
Olivier – scherza e incanta; Frances de la Tour – ve la ricordate
la giunonica fidanzata di Hagrid, in Harry
Potter?
- si prende in giro e ha voglie inconsuete per un'anziana signora di
classe come lei; Iwan Rheon, spigliato e giovane, è il sosia segreto
di Hugh Dancy. Ultimo, ma primissimo in lista, Ian McKellen:
straordinari tempi comici, un'autoironia invidiabile, vigore ed
eleganza connaturate. Teatrale, superbo, unico e cinico, Vicious
è fatto di poco: scenari fissi, un cast e un budget ridottissimo, un
intreccio semplice e attori in stato di grazia. Basta quest'ultima
cosa, perché al resto si passa su, insieme a risate registrate che –
per una volta – corrispondono inevitabilmente alle nostre. (8)
I (e unica) Stagione
Quattro
episodi; una sit-com. Non si tratta della produzione più breve del
mondo, ma di una preoce cancellazione dai palinsesti. Meritata? Io
guardo un mare di roba, lo sapete, e alla domanda risponderei no.
Manhattan
Love Story
è stato sospeso per tanti motivi, ma non perché fosse brutto. Cosa
oggettiva. Commedia romantica ambientata nella città più bella del
mondo, aveva venti minuti che volavano e le voci incensurate di due
innamorati alle prese con le prime fasi del loro rapporto. Prime fasi
che, ahimè, rimarranno per sempre prime fasi. Non si andrà oltre,
non si saprà mai cosa sarà di quella coppia affiatatissima e
scombinata che si odiava e si amava. Peccato, secondo me, perché
nella sua semplicità questo piccolo prodotto funzionava. Mi
divertiva, era la leggerezza concentrata in streaming. I punti forti:
una malizia destinata a tutto, ma non alla volgarità; location
affollate, metropolitane, spettacolari; e, soprattutto, due
protagonisti belli, bravi e simpatici. Tanto. La frizzante Analeigh
Tipton scoperta con Crazy
Stupid Love,
che bionda si scopre adorabile e bellissima, nonostante un viso
comune e due gambe assurdamente lunghe. Jake McDorman, visto in Greek
e Aquamarine:
faccia da schiaffi, fare strafottente, un cuore d'oro tenuto ben
nascosto. Equivoci, schermaglie, gelosie varie, prima che Cupido
scocchi la sua freccia e l'attrazione fisica si scopra grande amore.
Gli episodi girati, in totale, erano tredici: così dici Imdb. Spero
che, anche in estate, come spesso accade, qualcuno ce li faccia
vedere, anche a tempo perso. Ho visto serial più inutili destinati a
vite più lunghe: le ingiustizie del piccolo schermo. (6,5)
I stagione
C'erano
tante nuove sitcom previste nei nuovi palinsesti. Tra queste - chi
giustamente, chi meno - tante hanno avuto vita breve. Happyland
fa eccezione. Ha solo otto episodi e ce li hanno fatti vedere tutti,
ma proprio tutti, mentre qualcuno parla già di una seconda stagione.
Che cosa bizzarra. Perché dando un'occhiata, come faccio sempre, ai
pilot, non avrei dato ad Happyland
due
lire. Era scontato, era stupido, era inutile. Lo è anche adesso, al
presente. Mentre, con ascolti discreti, continuava a essere mandato
in onda, però, io ho continuato a vederlo, senza accorgermene. Con
lo stesso misto di indifferenza e non curanza, sono arrivato pure
alla puntata finale. Ma non so il perché. Boh. Happyland
è
parecchio bruttino. Non idiota e inguardabile come Pretty
Little Liars,
certo, ma bruttino ugualmente. Io, con il ricordo bello fresco della
commedia indie Adventurland,
pensavo a qualcosa di simile. MTV, dài, non firma mai pessime serie
per ragazzi. Vedi la rivelazione Finding
Carter,
vedi un Faking
It
che continua a gonfie vele, vedi Diario
di una nerd superstar
che a me sta sulle balle, va be', ma si lascia guardare. Questo
piccolo serial, invece, pensato per la leggerezza dell'estate e
mandato in onda in autunno, nel mezzo di una concorrenza spietata,
parla della turbolenta vita dei dipendenti di un parco di
divertimenti. Gente che lì ci è nata e cresciuta. La protagonista
cambia tre ragazzi in una manciata di episodi, ha una mamma che per
vivere si veste da Principessa, un padre facoltoso scoperto
all'improvviso e un aitante fratellastro con cui, inconsapevole, ha
pomiciato. Poi ci sono la migliore amica acidella, il migliore amico
segretamente innamorato di lei, la storiella d'amore, le feste e
l'iscrizione all'università. Un concentrato di cose già viste, solo
senza un briciolo di autoironia e colore. Non ha nulla che lo faccia
spiccare. Che bisogno ce n'era? Sono perplesso, e non lo consiglio. A
breve non ricorderò neanche di averlo visto, anche se non è stato
mai mai un peso. (4,5)
Please Like Me
II Stagione
Please
Like Me mi
ha accompagnato inaspettatamente in autunno, in una casa nuova, in
cui, con me, avevo però vecchie e care conoscenze. Non c'è stato
uno stacco tra la prima e la seconda stagione di questo gioiellino
colorato “made in Australia”. Finiti i pochi episodi che mi
avevano fatto incontrare il simpatico Josh, la sua famiglia a
soqquadro e i suoi folli coinquilini, avevo già a disposizione
qualche puntata della nuova stagione. Una stagione più lunga, di
dieci episodi complessivi, che eppure già è finita. Volata in
fretta. E niente,
Please Like Me
non penso si smentisca. Manca qualcosina – il totale e travolgente
effetto sorpresa degli esordi? - ma resta l'inedito, esilarante
eppure sensato divertimento che era un tempo: l'anno prima, vale a
dire, anche se io ho dovuto aspettare solo pochi giorni per finire
una serie e attaccare direttamente con l'altra. Cosa è cambiato, nel
frattempo, nella vita di quello strambo omino biondo che è l'anima
della serie? Tutto e niente, al solito. La mamma è a farsi curare da
analisti bravi, il padre vuole sposare la sua compagna bambina dagli
occhi a mandorla, il suo migliore amico patisce gli scherzi della
solitudine, lui torna ad innamorasi. Ancora e ancora. Abbandonate
ufficialmente le donne dopo il colpo di fulmine con il bel Geoffrey,
questa volta a ronzagli intorno sono quel bellimbusto del nuovo
coinquilino, uno che fa conquiste su conquiste, e un fragile ragazzo
pieno di manie, ansiolitici e turbe. Sarà troppo per uno che si è
dichiarato su due piedi, da qualche mese, e che ha tutte le fortune e
le sfortune di questo mondo? Fotografia bellissima, regia
cristallina, dialoghi di una assurdità che contagia, un protagonista
rivelazione – sì, perché Josh Thomas scrive e recita, risultando
ottimo in entrambe le cose – a cui è impossibile non volere un po'
di bene. Il finale di stagione, tenero ma con un pizzico di amaro
sulla punta della lingua, ti lascia in attesa per una terza serie
che, prima o poi, arriverà. Lo dice Wikipedia, e noi ci fidiamo.
Quando Josh tornerà a fare torte e disastri culinari, dalla cucina
si alzerà l'odore dei cupcake e le mongolfiere diventeranno scenario
per fallimentari proposte di matrimonio, tutti saremo più contenti e
fischietteremo, spensierati, quella sigla che ti entra in testa...
Uh-uh-uh-Uh-uh,
Yeah, I'll
be fine. (7+)
alla seconda stagione di please like me in effetti è mancato l'effetto sorpresa della prima, però resta sempre delizioso. e la sigla è grandiosa! :)
RispondiEliminadi happyland ho visto giusto la prima puntata e non mi è venuta voglia di continuarlo manco per sbaglio...
manhattan love story non era troppo malaccio, però non piangerò per la sua cancellazione.
quanto a vicious, nonostante il tuo parere positivo continua a non ispirarmi molto. troppi vecchini come protagonisti XD
Ma no, i vecchini sono splendidi. Io vorrei tutte le serie in versione "ospizio". Ti immagini le Pretty Little Liars o Gossip Girl con ottantenni?! ahahah :-D
EliminaVicious è una di quelle serie di cui ho visto il primi due episodi, mi sono assolutamente innamorata (con tanto di consgli a destra e manca) per poi non avere più tempo di finirla... e dire che le serie inglesi sono pure corte!
RispondiEliminaPer la cronaca, ti consiglio "In the flesh": solo gli inglesi potevano fare la serie emotivamente devastante sugli zombi, e sono tre episodi.
Dai, finiscilo. Qui gli episodi sono sette: io li ho visti in una sera sola. :)
EliminaSì, di In the Flesh mi parlano tutti, e benissimo. Provvederò!
Manhattan Love Story ancora lo rimpiango, era davvero un'amore di sitcom. Peccato l'abbiano stroncata sul nascere, io avrei mandato in onda tutti gli episodi e magari, se proprio non si fosse ripresa un pochino in fatto d'ascolti, allora non l'avrei rinnovata. Ma non sarebbe stato giusto lo stesso, ormai Dana e Peter erano simpaticissimi amici della porta accanto, per me.
RispondiEliminaInfatti anche a me è dispiaciuto tanto, tanto.
EliminaIl noiosissimo A to Z va ancora in onda, mentre mi hanno troncato pure Selfie, che sarà mandato direttamente online. Sigh!
Almeno Selfie può essere considerato salvato parzialmente, MLS non ha avuto questa fortuna. Come dici, " le ingiustizie del piccolo schermo". :/
EliminaSpero solo che di Selfie mettano ugualmente i sottotitoli, altrimenti mi passa la voglia. Spero che riesumino, in qualche modo, anche MLS: con 666 Park Avenue, se non sbaglio, hanno fatto qualcosa del genere. L'hanno troncato sotto Natale e mandato in onda in estate.
EliminaDovrebbero esserci anche se la mandano come web series. Io ne seguo giusto un paio e li hanno, fortunatamente
EliminaSpero avvenga il miracolo, mi accontento di sapere come finisce tra i due piccioncini, non mi sembra di chiedere molto, dai :)
Sarebbe finita di sicuro con un happy ending, ma uno era curioso uguale. :P
EliminaNon proprio per il lieto fine in sé, ma per come il tutto era strutturato; il fulcro era lì e mi faceva ridere da pazzi :)
Elimina:)
EliminaVicious non si può non adorare, e poi per due amanti dei vecchietti come noi è davvero la comedy perfetta, quante risate! Chissà che arrivi presto la seconda stagione :)
RispondiEliminaSulle due novità americane mi sa che lascio stare, il mancato rinnovo di quella che sembrava promettere meglio e la trama poco ispirante dell'altra mi bastano per farmi passare la voglia.
Please like me invece l'ho trovato più sottotono rispetto alla prima, e non solo per la mancanza dell'effetto sorpresa, ma perchè Josh mi ha parso un filino troppo stronzo e meno tenero del solito, fortunatamente con la scampagnata in Tanzania mi ha riconquistato e quel finale amaro una lacrimuccia me l'ha rubata.. fidiamoci di wipedia ora e aspettiamo pazientemente :)
Sì, spero che esca presto una seconda stagione. Dobbiamo assolutamente convertire Marco all'amore per i vecchietti: non ha un cuore il Cannibale! Be', neanche questi vecchietti: magari vanno d'accordo. :P
EliminaHappyland è davvero brutto, mentre MLS - secondo me - ti sarebbe piaciuto, ma vista la cancellazione perché iniziarlo? Peccato, peccato.
Josh non so inquadarlo. Aspetta sempre che le cose gli capitano e a volte, sì, la voglia di prenderlo a schiaffi viene. Speriamo si dia una svegliata nella prossima stagione! :)
Elimina
Non sapevo che Manhattan Love Story fosse stata cancellata e in qualche modo non me ne stupisco: ho visto due episodi e mi sono parsi debolucci (per quanto non orrendi).
RispondiEliminaMi è dispiaciuto molto invece della cancellazione di A to Z, che, per quanto non originalissimo, mi regalava 20 minuti di leggerezza :(
Io invece odio A to Z, ma l'altro mi piaceva tantissimo. :/
Eliminarecensioni davvero interessanti.
RispondiEliminawww.nonsidicepiacere.it