Qual
è il tuo film horror preferito? Lo chiedeva l'assassino mascherato
di Scream, in una delle indimentacili scene cult della
tetralogia di Wes Craven. Con Halloween che si avvicina, se una notte
ricevete una chiamata da quel losco individuo in nero, meglio essere
preparati. In questi appuntamenti speciali della rubrica Mr Ciak, in
occasione di un trentuno ottobre che si avvicina e che io passerò al
solito sul divano, non vi parlerò dei miei film dell'orrore
preferiti, ma di quelli che ho scoperto, visto, recuperato. Vorrei
proprio stupire il serial killer, al telefono, con una risposta che
non si aspetta, che dite? Questa mattina, nessun titolo della lista è
propriamente da incorniciare e ricordare a vita, ma qualcosa di
interessante c'è. Facciamo così, dividamo i film in due blocchi:
quelli da bollino giallo, un po' per tutti, e quelli da bollino
rosso, che c'è chi amerà e chi meno. Godibili e crudi il giusto,
Horns, Liberaci dal male.
Forti, sperimentali, audaci, The Seasoning House, The
Woman, We are what we are:
quando gli horror arrivano ai festival cinematografici. Leggermente
off topic, il mio commento a Maze Runner – Il labirinto
che, attesissimo, si è rivelato una mezza “sola”. Non è un
horror, anche se ha mostri e uccisioni, ma è vietato ai minori di 14
anni, mi dicono. La visione degli altri del post, allora, è
consentita giusto ai centenari, a questo punto. Ma quanto siamo bacchettoni? A presto e buon inizio di settimana,
M.
Ennesima
trasposizione cinematografica che giunge al cinema, quest'anno, e io
per una volta ero del tutto impreparato. Non ho letto Il
labirinto: avrei voluto, ma per
un errore dell'ufficio stampa mi hanno mandato un romanzaccio rosa.
Non ho insistito, non l'ho richiesto, non l'ho comprato. Mi
interessava poco, proprio come il film che nella noia delle mie
domeniche pomeriggio, però, ho visto con piacere, per riempire
un'ora e mezza. Il peggior difetto di Maze Runner
è che tutti ne parlano bene: è stato un successo, ha medie
notevoli, perfino i nostri critici non l'hanno massacrato come loro
solito. Tra le distopie arrivate al cinema di recente, questa è
quella che meno mi ha colpito: guardandolo, non avrei mai puntato su
un sequel, che sembra già in produzione avanzata. Non ha l'emozione
di The Giver, il
divertimento di Divergent,
la potenza di Hunger Games:
la distopia c'è e non c'è, al servizio di un filmetto d'avventura
che piacerà solo ai giovanissimi. Io, ventenne, mi escludo dalla
categoria, pensate un po'. Sembra originale, si crea come un'attesa
che dura fino alla fine, ma l'epilogo – destinato a interrompersi
sul più bello – anche se accattivante, propone situazioni già
viste milioni di volte, solo sparpagliate e disperse tra nebbie e
svolte pericolose. Un nì. Perché, in potenza, poteva
essere qualcosa di interessante, invece colpisce per il suo scarso
realismo e una freddezza che ti impedisce di amare i suoi personaggi.
Adolescenti senza identità rinchiusi da anni in un'arena, in attesa
della libertà: maschi, tutti, in preda a mostri ed ormoni. Poi ecco
arrivare una fanciulla nel gruppo - e Kaya Scodelario, mica la tizia
del Mondo di Patty - e
non c'è nessun cambiamento. Un pensiero malizioso verso l'unico
membro dell'altro sesso, una gelosia, un cambiamento forte nelle
strategie. I personaggi, venticinquenni nella realtà, hanno i
compartamenti infantili dei Bambini perduti di
Peter Pan, e la cosa fa storcere il naso. Poteva essere affascinante
analizzarli allo stato brado, in balia di pulsioni e scoperte, ma
invece sono al centro di un esperimento il cui senso sfugge.
Litigano, ogni tanto, e non vedevo simili litigi da quando, all'Isola
dei Famosi, la Elia aveva preso per i capelli la Yespica! Corrono
avanti e dietro, in tondo, ma non si fermano a pensare a loro stessi
e a uno spettatore che meriterebbe di conoscerli di più. Le alleanze
tra loro non interessano, c'è una incompletezza che si scambia
involontariamente per mistero. Visivamente è notevole, ma banale
anche su quel fronte. Un po' Ken Il Guerriero,
un po' Resident Evil,
con mostri che ricordano i ragni del Signore degli anelli.
I protagonisti, quasi robotici, non creano empatia e il cast, con
giovani nomi di richiamo, è assemblato in modo mediocre. La
Scodelario, bravissima e di un carisma impressionante, qui ha due
battute e un ruolo da poco; O'Brien – bella faccia e tutto – ha
un'aria imbambolata a lungo, ma attirerà gente al cinema, nonostante
la sua buona prova nell'adorabile The First Time resti
sconosciuta; non ha il fisico adatto, l'espressione stupida, eppure convince il Will Poulter di Come ti spaccio la
famiglia che qui – stranamente
serio e scontroso – è un leader con un senso, ma senza grinta. Il
twist finale non è male, ma fino alla fine ho pensato a una versione
adolescenziale dei Puffi:
tutti con abilità innate e utili alla comunità, tutti asessuati,
tutti maschi (be', il Puffo Vanitoso non tanto!) e con una Puffetta inviata lì da
Gargamella o dall'alto. Guardabile, veloce, ma senza tratti degni di nota. Una
distopia tutta azione che lascia le riflessioni di carattere morale a
un altro film, forse il prossimo. (5-)
La
vendetta del diavolo è il più bel libro letto
quest'estate. L'ho adorato. Ho aspettato con impazienza la
trasposizione cinematografica con l'assoluta certezza che in Italia
non sarebbe giunta mai. Tutto tace. Da noi, il nuovo film con Harry
Potter, come lo chiamano, è sconosciuto. Me lo sono goduto in
lingua originale, per tutta la sua durata: due ore che volano. Sorge
spontanea la domanda: due ore per un film di paura? Horns non
è un horror, ma un Otello in chiave moderna: un
dramma della gelosia che, nella riuscita prima parte, oscilla dal
grottesco alla commedia nera, con spruzzi di umorismo nocivo alla
salute e un'infarinatura poliziesca. Portarlo al cinema non era
semplice, ma la sceneggiatura salva le parti fondamentali,
riscrivendo l'identità di alcuni personaggi e non facendo mai
sfociare il tutto in un bagno di sangue. La pellicola sa difendersi.
Ha un cattivo gusto di quelli paradossalmente buoni, giusta misura,
ironia e vari registri stilistici. La trama si snoda tra passato e
presente, infanzia e età adulta, e non si ha mai l'impressione che
una cosa sottragga spazio all'altra: una cosa non sfugge, però. Joe
Hill è figlio di King, per forza, perché quelle immagini di
un'infanzia ribelle e spericolata ricordano immancabilmente Stand
By Me. Il protagonista è cresciuto con Bowie che cantava Heroes,
amici inseparabili e il grande amore della sua vita. Perde la sua
donna, perde il resto, ma guadagna un paio di corna e confessioni
scabrose dei suoi compaesani, che lo reputano uno sporco assassino.
La prima parte, scandita da una colonna sonora super, stranisce,
diverte, rispecchia il romanzo. La seconda, fin troppo libera,
presenta cose interessanti e cose meno. Assume su di sè “pretese
thriller” che poco reggono, sarà che nel libro tutto era lampante
e chiaro sin dalle prime pagine, ma è la riscrittura paziale
dell'epilogo, soprattutto, a non farsi perdonare. L'immagine finale
me la porto ancora addosso e il non averla ritrovata, qui, mi ha
amareggiato: l'epilogo cinematografico, supportato da effetti visivi
ottimi, l'ho trovato frettoloso, edulcorato e fastidiosamente diurno.
Perde il fuoco e il fascino dark, la blasfema spiegazione finale, il
tragico coronamento di una grande storia d'amore. La fotografia,
discreta, predilige foschie, boschi, una natura piovosa: fa un po'
troppo Twilight, anche se il film è cosa a parte.
Racliffe mi è piaciuto parecchio. La sceneggiatura lo mette alla
prova e lui, con la stessa intelligenza che lo porta a scegliere film
tutti diversi e tutti particolari, accetta la sfida: mi ha sorpreso
con un accento americano credibilissimo, il sorriso furbo,
l'intensità di alcune scene che richiedevano sfuriate a voce alta e
lacrime di rabbia. La Temple, con un ruolo piccolo e toccante, si
conferma una delle attrici più promettenti delle nuove generazioni:
con i capelli rossi, Juno, sei ancora più bella; lasciali così. La
regia di Alexandre Aja, che stimo dai tempi di Alta tensione,
non brilla come potrebbe, anche se riconosco la difficoltà di una
resa perfetta. La storia, troppo articolata, non era nelle sue corde.
Si poteva fare senza dubbio meglio, ma Horns male
non è: l'ottimo punto di partenza, però, poteva renderlo un
qualcosa di più che semplicemente discreto. Ma forse a parlare è il lettore tradito. (6+)
Non
male, questo Liberaci dal male. Sicuramente meglio del mio giochetto di parole. Uscito al
cinema in un periodo morto che predilige solitariamente film pieni di
morte, per mettere qualche brivido sporadico allo spettatore che, nel
mese di agosto, ha un caldo boia, non ha fatto parlare tanto e
benissimo di sé. Ho scordato di guardarlo subito, l'ho messo in
coda, non avevo grosse aspettative. Volevo guardare un film che mi
divertisse e sapesse intrattenermi, ma forse ho trovato qualcosina di
più. Il regista dell'ottimo Sinister,
dopo il notevole The Exorcism of Emily Rose,
torna a parlare di possessioni demoniache, esorcismi e presunte
storie vere, per chi avesse ancora voglia di ascoltarlo. La trama non
è di quelle mai mostrate, però una cosa salta all'occhio. Liberaci
dal male ha una fotografia
elegante, personaggi che in due ore trovano quasi vita propria, un
segreto che cattura. Si vede che alla regia c'è uno bravo, che ama
più l'horror d'atmosfera che la violenza gratuita. Uno che studia,
mette a punto, guida. Il punto di forza del film, secondo me, è il
proporti i clichè più classici in ordine sparso, in chiave diversa.
Bambini che sghignazzano, giocattoli che sembrano muoversi, demoni
che parlano latino, animali imbizzarriti. Lontana dalle consuete
notti buie e tempestose, la pellicola ha come protagonista non una
casa stregata, ma la strada. Brutti ceffi, la violenza ordinaria, i
giochi di potere, un Bronx al buio. Un agente di origine italiana
lavora lì, lotta con il male ogni giorno, ha smesso di credere in
Dio, ma non nel suo eterno rivale. Protegge una famiglia che
trascura, convive con un peso nel cuore, finchè davanti all'ennesimo
atto di violenza si trova impreparato. Il soprannaturale collega quei
casi che, nella stessa notte, hanno portato la volante della polizia
a studiare crimini diversi: un uomo che ha picchiato a sangue la
moglie, una donna che ha gettato il figlioletto nella gabbia dei
leoni, un cadavere ritrovato in una cantina. La verità la conosco i
reduci di guerra, braccati dal maligno, e un tenebroso prete di
origine spagnola con un passato da tossicodipendente. Eric Bana, che
a me convince sempre, ha un personaggio duro, monolitico, ma emotivo,
che lo mette alla prova fisicamente e non solo. Accanto a lui, la
bella mogliettina Olivia Munn e Edgar Ramirez, che ha il parrucchiere
del nostro Marco Bocci e le sigarette di Constantine.
Il film, furbo nella
perdonabile maniera degli americani, evoca spiriti al suono dei The
Doors e, inevitabilmente, cattura districandosi tra generi vari: non
manca l'emozione, il sorrisino per qualche battuta tra compagni di
ronda, un filo di tensione che si sa dov'è che andrà a sciogliersi.
Liberaci dal male è un thriller dai toni soprannaturali: il
gradito e accattivante incontro tra un poliziesco e i misteri della fede. (7)
Essere
adolescente in Jugoslavia. Essere donna. Vivere la guerra
indirettamente: col tocco dei maschi, con il loro odio e la loro
sofferenza impazzita, con il loro corpo che schiaccia il tuo. A
volte, si limitano – oltre al sesso – a un occhio nero. A volte,
fanno vittime. Ragazze lacerate, rotte: inutili bambole in una casa
del piacere. The Seasoning House è un film sulla
guerra, non un film di guerra. La guerra personale di una ragazzina
sordomuta che, dopo lo sterminio della sua famiglia, viene trascinata
in un edificio fatiscente, insieme ad altre coetanee giovani e belle.
Indifesa e innocente, la protagonista – ribattezzata Angel –
viene protetta da colui che è a capo di tutto: uno sfruttatore senza
scrupoli che, in un modo incomprensibile e sbagliato, quella bambina
un po' la ama. Il corpo di Angel non si tocca: lei prepara le altre
ragazze. Le stordisce con la droga, le trucca spalmando ombretto e
rossetti con le dita. Non sente, lei, ma vede: ha occhi ovunque. Come
un topolino, sgattaiola nei condotti dell'aria, si introduce tra gli
intercapedini della casa, e coglie squarci di cattiveria e degrado.
Finché, un giorno, quando la sua sola amica è in pericolo, si
ribella, provocando le ire dei militari che faranno di lei – in
fuga – una nuova missione. L'esordio alla regia del britannico Paul
Hyett, nome di spicco nel mondo degli effetti speciali, è un film
senza trucchi, paradossalmente: povero, scarno, nudo. La fotografia è
cupa e dolente. Mentre la prima parte, claustrofobica e crudele, è
ambientata all'interno, la seconda vede la protagonista fronteggiare
i suoi mostri all'esterno, in boschi pieni di cadaveri carbonizzati e
case inospitali. La tensione è alle stelle, certe immagini fanno
prudere le mani, c'è apprensione e disprezzo. La dolcissima e
espressiva Rosie Day è un animaletto braccato, protagonista di una
storia di violenza carnale e vendetta degna di I spit on your
grave e L'ultima casa a sinistra, ma inserita in
un contesto storico schifosamente vero. The Seasoning
House, per le tematiche trattate, non tanto per la cruenza,
è un prodotto per spettatori dai nervi d'acciaio. Una storia
disgustosa al servizio di un ottimo film dell'orrore. Le schegge di
pagine insanguinate di storia, la soddisfacente vendetta che solo il
buon cinema sa rifilare ai colpevoli. (7,5)
Una
donna che vive nei boschi, libera e incivilizzata. Un padre di
famiglia che va a caccia e, alla sua famigliola, un giorno, porta una
preda più appetibile e ingombrante di un cervo selvatico. Cattura
quella selvaggia senza nome, infatti, e la incatena nello scantinato,
sotto il giardino perfetto della sua casa perfetta. Vuole educarla,
vuole addestrarla, con conseguenze inumane e imprevedibili. Gli
esseri umani sono strane creature e il coraggioso Lucky McKee,
basandosi su un romanzo dell'estremo Jack Ketchum, analizza in salsa
horror i loro sentimenti, i meccanismi del loro raziocinio, le
impalcature dei loro legami. The Woman è un film
forte e disturbante, scomodo e originale, che funziona, comunque lo
si voglia leggere. Metaforicamente e non. Parla di abusi e violenza
domestica, di segreti luridici e sanguinanti. Ciò che colpisce non è
il sangue che, copioso, scorrerà soltanto negli ultimi dieci minuti.
A impressionare e ad attrarre è la cruda violenza psicologia del
tutto. I coniugi Cleek e i loro figli, che hanno un modo stranissimo
di guardare alla prigioniera che abita la loro cantina. Il papà,
viscido, che è attratto sessualmente da quella creatura brutale e
inerte; la mamma che biasima il suo sposo, ma vuole compiacerlo; il
figlio che vorrebbe sfogare le pulsioni dei suoi quattordici anni su
quell'ospite forzata che spia, quand'è notte; la figlia che, invece,
sostiene segretamente la donna, per via di cose che nessuno sa. Chi è
il buono, chi il cattivo? La risposta, evanescente, in un film
grottesco e tutto spigoli, con una colonna sonora modernissima.
Attenti, ché potreste farvi male. Come se non fosse abbastanza, poi,
lo sguardo intenso e silenzioso della ferina Pollyanna McIntosh: lei
ti inchioda. Il mito del buon selvaggio riadattato
dal creatore di La ragazza della porta accanto. Robinson
Crusoe e consorte, nel loro borghese e isolato lotto privato, chissà
come educheranno il povero Venerdì, questa volta. (7)
Una
mamma annegata in una pozzangera, due sorelle che portano il nome di
un fiore e un fratello piccolo, arrivato da poco: curioso e
irriverente si chiede perché ci sia un mostro nello scantinato. Gli
unici mostri della storia: loro. Una famiglia cannibale che, isolata,
vive in un bosco, come in Hansel e Gretel. Il fiume straripa, un
giorno, e i resti che nemmeno la raccolta differenziata può smaltire
– ma poi le ossa umane andranno nel secco o nell'umido? - tornano a
galla. Remake di un film messicano non di mia conoscenza, questo We
are what we are. Un horror movie con le caratteristiche del film
indipendente e il ritmo morbido del dramma che, pur non essendo senza
difetti, con il suo gusto fiabesco e la sua fotografia sgranata ma
bella, mi ha stupito. La formazione di due adolescenti nate in una
casa diversa dalle altre, che imparano prima l'accettazione, poi la
ribellione e, infine, una parvenza sofferta di libertà. Malato e
ammorbante, dopo la sciocca svolta finale propria di ogni film
dell'orrore, trova il riscatto in corner. La violenza straripa nella
giusta misura, il tema disgusta, ma ha qualcosa di strano e bello. Un
pallore cereo e spettrale. Lo stesso che rende le brave Julia Garner
e Ambyr Childers pure e inquietanti insieme. Bill Sage, nei panni del
capo famiglia, l'orologiaio assassino, è ottimo. Una storia forte
nel contenuto e delicata nelle forme che, col suo animalesco
miscuglio di bestialità e vita alla Stoker, riflette
sulle eredità, i legami di sangue... l'importanza sacrosanta di
cenare a tavola tutti insieme. (6,5)
Di: il labirinto ho letto il film, ovviamente xD che però mi ha lasciato abbastanza freddina, troppe pagine di aspetta non ne possiamo parlare, capirai dopo etc, ok incuriosire il lettore, ma dopo un po così ci sia annoia. Un po di movimento quando arriva la ragazza e si aprono le porte. I ragazzi nel finale sembrano essersi bevuti il cervello e ragionare come bimbi di due anni...Però, il seguito potrebbe essere più interessante. Per ora non l'ho letto e non ho visto neanche il film. Carino il tuo riferimento ai puffi XD
RispondiEliminaCarino e calzante :-D
EliminaUltimamente sono un po' indietro con i film. Di questi ho già We are what we are e credevo fosse na sola, invece....Liberaci dal male è quello che mi ispira di più. Alla tua domanda iniziale oggi d'istinto mi verrebbe da rispondere The Skeleton Key, il quale ha comunque sfumature thriller ;)
RispondiEliminaNo, io su We are what we are ci puntavo. Si vede che è "roba alla Sundance", quindi brutto non doveva essere. The Skeleton Key ce l'ho già recensito sul pc: nel prossimo post, ne parlo :)
EliminaDi Maze Runner non ho ancora visto il film, che penso andrò a vedere presto comunque, però ho letto il libro lo scorso mese e mi è piaciuto molto, sorprendendomi anche. L'ho trovato estremamente avvincente e appassionante. L'idea che mi sono fatta è che sullo schermo potesse funzionare, per via dell'azione e della suspense continua. Anche se per come si conclude, penso che la vena più marcatamente "distopica" ce l'avranno i seguiti, che intendo assolutamente leggere :)
RispondiEliminaMagari, Giada, la componente distopica sarà nei seguito, come dici tu, ma allora che senso aveva presentare il film come tale e trovarsi davanti a un filmetto d'azione assai modesto? :/
EliminaNon ho ancora visto il film, quindi su quello non posso dare un giudizio. Magari hai ragione tu e la storia nel film "muore" un po'. Però nel libro, secondo me funziona. Ed è chiaro che l'autore avesse progettato sin dall'inizio di scrivere una trilogia, quindi magari nel primo ha gettato le basi per gli altri due. Il libro intrattiene bene, secondo me. Ti consiglierei di leggerlo, ma non so quanto tu possa trovarlo godibile dopo aver visto il film, visto che nel libro tutto ruota intorno allo scioglimento dell'enigma e al cercare risposte a un milione di domande. Conoscendo il finale, forse non lo apprezzeresti, non so. O magari potresti rivalutare il film ^-^
EliminaSe lo leggo, ti dirò :)
EliminaMi sa che stavolta passo la mano su tutto: i distopici young adult mi hanno già stancato e rimango fedele solo a Hunger Games, con gli horror (anche se psicologici o splatter) non ho proprio un bel rapporto.
RispondiEliminaTempo guadagnato e notti con sonno tranquillo assicurate :)
Viva Hunger Games :3
EliminaQuesta volta mi ispirano davvero tutti.
RispondiEliminaOttimo!
EliminaEcco il post, eccoloooooo!!!! Grazie mille per tutti gli splendidi consigli! <3
RispondiEliminaAllora, allora... vorrei vederli praticamente tutti, anche se, a dire il vero, non so se riuscirei a reggere "The Seasoning House": il tema è veramente brutale, e l'avevo scartato a priori praticamente per questo motivo... solo che la tua recensione mi ha anche incuriosito, adesso, e se dici che comunque è un bel film, potrebbe valerne la pena! :)
L'adattamento de "Il Labirinto" mi tenta tantissimo, e lo guarderò senza ombra di dubbio: dopo sarò in grado di dirti se, secondo me, hai fatto bene a evitare anche il romanzo (che a me personalmente comunque è piaciuto tanto), oppure se è il film a non aver reso giustizia a una storia che, grazie allo stile incisivo di Dashner, risultava sulla carta decisamente avvincente.
"Liberaci dal male" lo recupererò senz'altro, come dicevamo qualche giorno fa, mentre per "Horns" voglio prima leggere il romanzo: non ho ancora letto nulla di Joe Hill, ma penso proprio si stia avvicinando il momento di rimediare! *___*
Ma a me, in realtà, non è dispiaciuto nemmeno il film del Labirinto, però l'ho trovato molto inutile. Se lo avessero bacchettato all'unisono, probabile, lo avrei visto con occhi diversi :-D Difendo sempre i deboli, si sa!
EliminaSì, di Horns recupera il romanzo. L'ho trovato bello bello. Il film non è male, e ha un ottimo Radcliffe.
Ciao Mik!:) Come al solito sono indietrissimo, ma è colpa di Violet che mi ha costretta a guardare Le Tartarughe Ninja...ancora non mi sono ripresa!:D Ho visto Il Labirinto, non mi ha convinta totalmente anche se adoro Dylan.^^ Ho appena finito di guardare Annabelle...risparmiatelo per carità!@.@ Horns e Liberaci dal Male sono in lista, gli altri li recupero, promesso!^^
RispondiEliminaAnnabelle, al momento, si vede troppo troppo male, quindi aspetto, perché sai che lo vedrò sicuramente lo stesso, ahahah :)
EliminaPosso parlare soltanto di The maze runner perché è l'unico che ho visto! xD
RispondiEliminaAllora. Non mi è molto piaciuto. Ovvero, come storia e come effetti speciali non è stato malissimo ma gli attori non mi hanno per niente convinta. Forse O'Brien si salva; non che mi sia piaciuto, ma lui e Chuck erano gli unici a non avere l'espressività di statue di bronzo. E quelle sanno essere anche più espressive. E ho avuto l'impressione che il finale fosse leggermente troppo frettoloso, del tipo che durante il film succede poco e nulla e poi scoppia il putiferio?
Non avendo letto il libro non posso fare un confronto, ma concordo con il tuo voto. Piacevole per perdere un pò di tempo ma niente di speciale.
Sì, ho avuto la tua stessa impressione sul finale.
EliminaPoteva essere carino, ma si salva pochissimo. Non dico siano pessimi gli attori, ma avevano personaggi tratteggiati maluccio, secondo me. Che potevano fare? Sembrava un videogiocone... :/
Li ho tutti in lista d'attesa, anche se Horns aspetterà che abbia letto il libro (Joe Hill mi ha favorevolmente colpita con Ghosts e La scatola a forma di cuore, e conquistata totalmente con Locke & Key).
RispondiEliminaIo, da quest'estate, amo assolutamente Hill <3
EliminaThe maze runner è vietato ai minori di 14 anni?!? D: Oh cavoli, avevo promesso a mio nipote che venerdì l'avrei portato al cinema e la scelta era ricaduta proprio su quel film visto che a me interessa e a lui sembra "figo"! Proverò a contattare il cinema per informarmi meglio! Fortuna che l'hai scritto nel post o non l'avrei mai scoperto!
RispondiEliminaGli altri film di cui hai parlato sembrano tutti molto interessanti ma non essendo un'amante del genere preferisco evitare di andarli a vedere! Anche perchè sono molto impressionabile! xD
Già. Incomprensibile il divieto. C'è violenza, ma nulla di mai mostrato esplicitamente. I ragazzini di oggi non penso si lascino suggestionare per così poco...
EliminaNon ho visto nessuno di questi, ma ero proprio in cerca di un nuovo horror da vedere, credo che proverò liberaci dal male comunque :)
RispondiEliminaA breve, arriveranno altri post in merito, con film belli e film brutti ;)
Eliminathe woman l'avevo visto un bel po' di tempo fa. anche io gli avevo rifilato un 7, se non sbaglio.
RispondiEliminahorns e liberaci dal male invece non mi sono piaciuti. mi sono sembrati due pasticci poco riusciti. in particolare i finali di entrambi li ho trovati spaventosi. e non intendo in senso horror :)
the seasoning house mi incuriosisce...
Horns, purtroppo, l'hanno rovinato alla fine.
EliminaL'immagine finale è imbarazzante.
Avete visto Django a cavallo in giro per Milano? Sarà su Cielo (DTT 26, Sky 126, TivùSat 19) in prima visione assoluta in chiaro, stasera mercoledì 15 ottobre
RispondiEliminaInteressante...
EliminaVisto solo The woman che mi ha letteralmente sconvolta. De il labirinto vorrei leggere il libro, lo young adult distopico mi diverte piú sulla carta. liberaci dal male ce l'ho in attesa
RispondiEliminaSì, magari in versione cartacea è davvero più simpatico.
EliminaIl film è troppo serioso, si tollera poco.
Su Maze Runner mi fido sulla parola perchè ancora non l'ho visto e ne ho decisamente le scatole piene di distopici per adolescenti fatti con lo stampino..sono stato decisamente entusiasta, anche più di te su The Woman e su We are what we are, totalmente d'accordo anche su The seasoning house, notevole mentre dissento da Liberaci dal male che a me è piaciuto pochino, è stata una grossa delusione perché mi aspettavo decisamente di meglio....
RispondiEliminaAh, su Liberaci dal male ho letto cose pessime, guarda: forse me lo sono fatto piacere di più per quello ;)
EliminaEccomi a leggere meglio la tua opinione riguardo al film de Il labirinto! Ma sai che in questi giorni ho provato a iniziare il secondo della serie e... una delusione °-° mi ha colpito il fatto che hai parlato di "freddezza che impedisce di amare i personaggi e scarso realismo" perché sono proprio gli elementi principali del seguito XD infatti per ora l'ho messo in pausa...
RispondiEliminaComunque riflettendoci il film a me è piaciuto... però è vero che è stato un po' freddino o.o io infatti sono stata avvantaggiata proprio perché il libro l'avevo letto XD sennò probabilmente sarei uscita dalla sala più confusa che altro XD
La malizia per l'arrivo di Kaya in mezzo ai ragazzi ce l'hanno avuta i ragazzi che erano in sala al cinema però :'D ahahah XD
Comunque non capisco nemmeno io perché l'abbiano vietato ai minori di 14 anni o.o sono scemi? XD non mi è sembrato ci fosse niente di che... ma va beh del resto su Sky dicono anche che Teen wolf è consigliato a un pubblico adulto X°D
Horns sono quasi contenta non sia ancora uscito da noi invece... così magari avrò il tempo di leggerlo prima (sperando che arrivi prima o poi però XD) U.U il problema è che mi sono fissata che voglio il cartaceo e non lo trovo usato e nuovo costa un tot Y.Y ma non resisterò ancora per molto é__é ho scaricato l'estratto sul kindle e se mi piace quello, me ne frego e lo prendo U_U
Non capirò mai la censura, boh! :-D
RispondiEliminaHorns secondo me prima o poi uscirà, dai. Hai comunque tempo per leggerlo. A breve inizio l'altro di Hill :3