lunedì 18 gennaio 2021

Recensione: Un giorno questo dolore ti sarà utile, di Peter Cameron

| Un giorno questo dolore ti sarà utile, di Peter Cameron. Adelphi, € 11, pp. 206 |

Da quando sei triste? Quando gli pongono questa domanda, James fa spallucce. Vorrebbe rispondere che triste lo è da sempre. Paragona il raggiungimento della felicità a una fatica erculea; essere in pace con sé stessi gli appare un'impresa agonistica, un po' come attraversare a nuoto il canale della Manica. Perché questo pessimismo cosmico, per di più alla tenera età di diciotto anni? C'entrano forse il divorzio dei genitori, i dubbi legati a una sessualità ancora inesplorata, la paura di un salto nel vuoto chiamato futuro? Scuote energicamente la testa. Poco importa se l'incostante mamma gallerista sia tornata da un viaggio di nozze a Las Vegas già in procinto di divorziare nuovamente o se il papà affarista, eterno Peter Pan, inganni lo scorrere del tempo con qualche ritocchino di chirurgia estetica; poco importa se qualcuno lo pensi gay, dopo un'adolescenza problematica e solitaria; poco importa dell'iscrizione a un college esclusivo, se all'improvviso medita di mollare gli studi per comprare una casetta isolata nel Midwest. James ha visto crollare le Torri Gemelle senza riportare grossi traumi, è fisicamente in salute, appartiene alla classe privilegiata che beve acqua Evian e spende diciotto dollari per un piatto di pasta. Ma in una metropoli popolata di squali e avvoltoi, percependosi alla stregua di un coniglio candido e indifeso, prevedibilmente non si sente a proprio agio. Ci si può sentire soli a New York? A colloquio con una psicoterapeuta che ha il brutto vizio di rispondere a una domanda con un'altra domanda, James verrà a capo di un viaggio a Washington che l'ha condotto sull'orlo del suicidio. Cos'è successo in gita scolastica? Cosa non è successo?

So di pensare e di parlare nella stessa lingua, e so che in teoria non c’è ragione per cui io non possa comunicare i miei pensieri appena si formano o immediatamente dopo. Eppure la lingua in cui penso e quella in cui parlo sembra spesso talmente lontane che mi pare impossibile colmare il vuoto sul momento o anche retroattivamente. […] Credo che nel mio cervello ci sia un setaccio che impedisce un rapido (e tantomeno simultaneo) travaso di parole. Un po’ come il filtro nello scarico della vasca da bagno. C’è qualcosa che trattiene i pensieri nel cervello e così bisogna cavarli a forza, come quegli schifosi grovigli di capelli bagnati.

Da quando sei triste? Se me lo chiedessero, risponderei anch'io da sempre. Anch'io, come James, non avrei altre argomentazioni. Prendendo in prestito uno dei passi più veritieri scritti da Peter Cameron, potrei aggiungere che a certe domande non c'è risposta; che qualche volta le parole non bastano. Un conto è pensarle, le cose, e un conto è esprimerle a voce alta. Nel passaggio dal cervello alla bocca si perdono sfumature sostanziali, come nelle traduzioni simultanee; i contenuti finiscono per suonare ridotti all'osso, banali. Il disagio di James somiglia al mio. Dal momento che purtroppo o per fortuna l'identificazione è stata istantanea, ho finito per affezionarmi a un romanzo destinato a dividere: o lo si ama o lo si odia. Diviso tra frustrazione e speranza, lieve e filosofico insieme, Un giorno questo dolore ti sarà utile è composto da episodi e dialoghi giustapposti. Manca una trama portante, manca perfino un epilogo. Nonostante tutto, avrei voluto sottolinearlo da cima a fondo, acquistare un diario Smemoranda e trascrivere a penna le pagine in cui mi sono sentito prima spiato, poi tradito, infine compreso. Eccomi qui: stimo noiosa la compagnia dei miei coetanei (James stravede per la nonna); vorrei saltare a pie' pari le tappe, essere già vecchio e avere il peggio alle spalle (come nei dipinti di Thomas Cole); mi vanto di usare al meglio modi e tempi verbali per mettere ordine al caos cosmico (i pensieri sono intrasponibili, perciò le parole vanno dosate con cura); sui social ho una vita parallela ben più interessante di quella vera (iscritto su un sito d'incontri, James si finge colto, di successo e con un pene di ragguardevoli proporzioni).

A volte le brutte esperienze aiutano, servono a chiarire che cosa dobbiamo fare davvero. Forse ti sembro troppo ottimista, ma io penso che le persone che fanno solo belle esperienze non sono molto interessanti. Possono essere appagate, e magari a modo loro anche felici, ma non sono molto profonde. Il difficile è non lasciarsi abbattere dai momenti brutti. Devi considerarli un dono, un dono crudele, ma pur sempre un dono.

C'è qualcosa che non va? Tutto. Niente. La nostra inquietudine misteriosa è celata dalle acque alte, mentre dall'esterno i più scorgono soltanto la punta dell'iceberg. Essere nella testa ingarbugliata di Cameron è un privilegio. Leggere di James è terapeutico. Non è mai troppo tardi, infatti, per rivivere i propri tormenti adolescenziali. Non è mai troppo tardi, soprattutto, per auscultarsi e scoprirsi così degli adorabili disagiati. A diciotto anni lo avrei considerato uno dei miei romanzi preferiti, ma nella mia vita – prigioniera di uno di quei loop temporali da film – è cambiato poco da allora. Sono irrisolto, confuso, incasinato. Alle vecchie ansie se ne sono aggiunte soltanto di nuove. Ma vado fiero di me e dei dispiaceri grandi e piccoli che mi hanno reso come sono oggi. A quasi ventisette anni, dunque, vado dicendo di essermi imbattuto a scoppio ritardato in una di quelle storie-specchio che riflettono tutte le mie nevrosi; tutte le mie contraddizioni. E anche se sono un personaggio alleniano, cinico e fatalista, non smetterò di prestare fede al titolo. Una frase di Ovidio, una promessa solenne. Perché il dolore non passerà mai, non c'è guarigione né vaccino – non è mal di denti, non è Covid –, ma prima o poi si scoprirà una ricchezza interiore. Vivo con impazienza in attesa di questo giorno, per vantarmi del mio dolore anziché affannarmi a mettergli una museruola.

Il mio voto: ★★★★½
Il mio consiglio musicale: Samuele Bersani – En e Xanax

22 commenti:

  1. Si, sei tu, in ogni tuo commento ti trovo, in questi tuoi scritti preziosi che un giorno nel rileggerli ti faranno sorridere, ma che ti hanno definito. Certi dolori resteranno sempre con noi, semplicemente resteranno accanto, come delle ombre via via un po' sfumate. Nei libri ho sempre trovato aiuto, delle porte da aprire, ho trovato maestri, spesso arrivavano risposte, hanno riempito la mia solitudine, infatti ho sempre pensato che chi legge molto è fondamentalmente solo. Hai una vita davanti, una strada lunghissima, quando ti leggo spero sempre che la vita arrivi a darti il meglio, te lo auguro con tutto il cuore.
    Avevamo parlato di questo libro che io ho letto ormai tempo fa e ricordo poco, così come "Quella sera dorata". Sei poi riuscito a trovare il film? Anche di questo esiste, ma non l'ho visto.
    Ciao Michele, un abbraccio.

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    1. IL MIO MONDO

      Il mio mondo è il mio mondo
      non posso aprirlo davanti a voi

      E se anche descrivessi
      le statue dei dodici mesi
      celate nel fitto verde

      ognuno di voi vedrebbe
      un verde diverso
      una statua diversa
      e non questo verde

      E se descrivessi la mia tristezza
      apparirebbe ridicola
      e infantile

      perché la mia tristezza
      è piena d'incanto

      come un giardino verde
      in inverno

      Jaroslaw Iwaszkiewicz

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    2. Ciao Lary, grazie mille. Per tutto. Il film è su Prime Video, ma non l'ho ancora visto. Recupero nei prossimi giorni.

      Posso anticiparti che oggi, nel lunedì notoriamente più triste dell'anno, è arrivata una piccola soddisfazione. Domani, a cose fatte, potrò dirti meglio.

      Meravigliosa la poesia, da occhi lucidi. La custodirò con cura. Un abbraccio a te. ❤️

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    3. Allora aspetto, fammi sapere 🤞😍

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    4. Ti rispondo tardi, Lory, ma exccomi. Sono stato un po' impegnato. ❤️

      Ho ricevuto una supplenza per un liceo scientifico. Da martedì, insegno latino e italiano ai ragazzi di quarta e quinta. Il viaggio è faticoso (un treno e due pullman), la supplenza è breve, ma sono contentissimo. Speriamo si prolunghi!

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    5. Sono contentissima, davvero davvero!!!
      Un treno e due pullman, accipicchia, una levataccia, ma l'importante è partire in qualche modo.

      L'insegnamento... wow!!!
      Assolutamente ci dovrai fare un post, voglio sapere tutto!

      Te l'avevo detto, sempre avanti, metti la quinta!!!!
      ❤️😁🤗

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    6. Ti leggo in ritardo, Lory, ma prometto che un post arriverà. ❤️

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  2. Recensioni scritte col cuore... che toccano il cuore.
    Quando viviamo una situazione dolorosa è difficile credere che ciò che abbiamo provato possa "servirci" in futuro, insegnarci qualcosa ecc... ma evidentemente è così, e immagino occorra tempo per giungere a questa consapevolezza (c'è un tempo per tutto, del resto).

    Grazie Michele. ♥ h

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  3. Il romanzo non l'ho né amato né odiato, letto sul tumulto del momento mi ha lasciato più indifferente che altro.
    Forse troppo cresciuta io o troppo abituata a una letteratura americana diversa.
    Il tuo post, invece, è bellissimo.

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    1. Ti ringrazio!
      Capisco che possa non piacere, è un po' come Il giovane Holden (che non mi piace). Era il momento giusto per Cameron, o forse quello sbagliato.

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  4. Di Peter Cameron ho letto "Quella sera dorata" e l'ho adorato. Geniale e delicato come pochi altri autori che conosco. Invece, il suo libro più famoso non l'ho ancora letto. Non so perché lo rimando sempre.Ho paura che non c'entri con l'età essere pronti o meno a scavarsi dentro. Che bella recensione Nick, da incorniciare.
    Sull'inadeguatezza potrei scrivere volumi pure io. Come sulle esperienze dolorose. Dato che sono sostanza, abbracciano la nostra anima e il nostro corpo. Ci temprano, pur distruggendoci. Ma saremmo inutili e opachi senza. Per cui ben vengano, nonostante tutto. Ti abbraccio.

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    1. Quella sera dorata è quello che più mi consigliano. L'ho subito ordinato su Ebay, ho trovato una copia usata della prima edizione. Sono soddisfazioni!

      Questo te lo consiglio, sì. Non insegna come conviverci, col dolore, ma ci dice che abbiamo diritto a dargli voce.

      Un abbraccio a te, buona giornata!

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  5. Una bellissima recensione. Anche a me piacque molto ☺️

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  6. Voglio leggerlo da un po', ma qualcosa mi frena. Nel mettere una delle mie canzoni preferite però giochi sporco...

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    1. Potresti amarlo, così come odiarlo.
      Sicuramente a tratti è un po' pretestuoso, ma mi sono identificato pienamente con James.

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  7. Avevo visto il film clamorosamente scarso che ne avevano tratto, e quindi mi era passata la voglia di recuperare il romanzo. Mi confermi però l'impressione che sia qualcosa di parecchio più interessante che la pellicola non era riuscita a cogliere.
    Ho come l'impressione che anche io potrei ritrovarmi decisamente nel protagonista...

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  8. Devo dire che mi hai convinta, Mik! È uno di quei libri che ho sempre visto in giro, ma non ho mai preso in considerazione... dopo la tua recensione va dritto in wish.
    Mi sento molto affine anche io al personaggio già solo a leggere le tue parole dunque non posso farmelo scappare :)

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