venerdì 21 dicembre 2018

Recensione: Ellie all'improvviso, di Lisa Jewell

| Ellie all'improvviso, di Lisa Jewell. Neri Pozza, € 18, pp. 304 |

Qual è il vademecum per il thriller perfetto? Personaggi pieni di ombre, intrighi imprevedibili, colpi di scena spiazzanti in vista del gran finale. Quale, ancora, quello per superare stadio dopo stadio il peggiore dei dolori: seppellire una figlia in un'uggiosa mattina londinese? Autocommiserarsi a piccole dosi, perdonarsi giacché umani e frangibili, stringersi nell'abbraccio dei restanti membri della famiglia. 
Nel primo romanzo che leggo della prolifica Lisa Jewell – giallista, ma in passato anche autrice di narrativa rosa –, a sorpresa nessuna di queste voci viene rispettata. A partire dalla protagonista femminile, mamma affranta che a dieci anni dalla scomparsa della bambina prediletta si è allontanata suo malgrado dai figli maggiori e da un ex marito troppo accomodante, fino a includere un intreccio che non ha sostanziali misteri per il lettore navigato: i legami tra i personaggi saranno presto intuiti, infatti, e la verità è immaginata a cento pagine dall'epilogo. Potremmo rimproverargli prevedibilità e pressappochismo, una protagonista affatto simpatica di primo acchito e un finale tirato per le lunghe: che senso ha prendersi il tempo necessario per chiamare i proverbiali nodi al pettine quando le spiegazioni sui meccanismi di causa-effetto appaiono quasi superflue? L'ultimo romanzo Neri Pozza, editore che non sbaglia mai, è un dramma fosco e introspettivo che nel suo piccolo travalica generi e convinzioni. Che fine ha fatto Ellie, ci si domanda da sinossi?

Da tre anni cercava di non pensare a Ellie. Si era imposta una nuova routine, impegnativa, dura come una camicia di forza. Da tre anni, si teneva dentro la propria follia e non ne parlava con nessuno. Di colpo, però, la follia aveva ripreso il sopravvento.

L'adolescente tutta pepe e sorrisi aveva nella lista dei buoni propositi un giro in deltaplano, perdere la verginità con il fidanzatino di sempre e, a un passo dagli esami finali, vantare una media migliore in matematica – l'insufficienza, suo unico cruccio tralasciando il mancato acquisto di un adorabile criceto da bambina, è da fronteggiare grazie alle ripetizioni di un'insegnante irlandese che puzza di patatine fritte e certi giorni è in vena di confessioni. Sono passati dieci anni dalla sua scomparsa: oggi, all'incirca mia coetanea, ne avrebbe venticinque. Lì per lì si è pensato a un rapimento: in seguito a un furto nella ridente casa Mack sono stati sottratti candelabri di discreto valore, il passaporto e qualche vestito della minore, una torta al cioccolato appena sfornata. Voleva partire per la Francia, suppongono le autorità, e così testimonierebbero le sue ossa: trovate infine sulle scogliere di Dover. 
A poche pagine dall'inizio abbiamo il cadavere e i funerali, e abbiamo l'ingresso di Floyd: matematico fascinoso e benestante, per fortuna troppo umano per incarnare il prototipo del bel tenebroso che non deve chiedere mai, che in un caffè del centro propone una forchettata di torta a una Laurel in via di guarigione. 
La mamma della vittima, cinquantacinquenne fresca di parrucchiere anaffettiva per legittima difesa, ha chiesto il divorzio da un marito di cui ha imparato ad apprezzare tardi l'ottimismo e l'indiscriminata bontà; ha rapporti distesi ma infrequenti con gli altri figli, diventati grandi nonostante Ellie, dei quali ricerca il contatto con la scusa delle pulizie o di una chiamata di cortesia. Laurel e Floyd sono attraenti, eleganti, di mezza età, e il loro colpo di fulmine dalla malinconia post-adolescenziale mi ha ricordato più le modalità di L'età ingrata o di Noi due e gli altri che gli amori bugiardi di Gillian Flynn o le stranezze delle pendolari di Paula Howkins. Il brivido a fior di pelle è comunque dietro l'angolo: indossa vestiti da bambolina da film horror, studia privatamente, rifugge la compagnia dei coetanei e a nove anni legge Donna Tartt, atteggiandosi con arie teatrali. È Poppy, figlia di Floyd, nata dopo la ribelle Sara-Jade: come spiegarsi la somiglianza impressionante tra la bambina prodigio e quella Ellie sepolta da poco, eppure difficile da scordare?

Le storie sono l'unica cosa reale al mondo. Tutto il resto è sogno.

Se i dettagli più torbidi sulla triste sorte della giovane scomparsa non ci vengono risparmiati, al punto da far sorgere spontaneamente il paragone fra Ellie e l'indimenticata Susie di Amabili Resti, a rendere la lettura un'eccezione alla regola è stata la sensibilità tutta femminile dell'autrice: amante dei particolari eleganti e delle atmosfere borghesi, dei personaggi inquieti e sfaccettati, delle seconde opportunità. A pochi passi da dove viveva un tempo, quando era parte di un nucleo felice, Laurel cerca di costruire così una famiglia allargata, speculare, ignorando volutamente e non segni allarmanti – l'aura del suo compagno è oscura, le giura la cognata al telefono, e qualche conoscenza in comune proprio non torna. Fino a che punto spingersi per il folle sogno di tornare a essere donne desiderate, ancora madri? Si fanno largo ben presto nuovi e strazianti punti di vista: quello di Ellie e, in prima persona, quello di chi deve averla tenuta sottochiave per un po'. Vengono messi da parte prospettive che ritenevamo all'inizio cruciali. Abbondano gli esami di coscienza e le riflessioni sul perdonare, sul perdonarsi, quando la presunta infallibilità di un genitore alza bandiera bianca davanti alla tragedia ordita da una mente criminale. In apertura si parlava delle regole del giallo, dell'importanza dei colpi di teatro e degli incastri che sfuggono. 
Non solo di quello vivono i thriller. Non solo di quello, soprattutto, vivono le storie ben raccontate. I romanzi belli all'improvviso.
Il mio voto: ★★★★
Il mio consiglio musicale: Sia – Alive

22 commenti:

  1. Ho visto questo post grazie al commento che hai lasciato a Dany, meno male perchè stavo per spegnere il pc! Questo libro è da avere. Grazie per averne parlato :-)

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  2. La mia prossima lettura, da terminare rigorosamente prima di Natale... Che per le feste faccio un salto nel 1800!lea

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    1. Lo divorerai. Io, invece, a Natale torno al thriller: sempre in tema, vero? 😅

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    2. Sono curiosa: che lettura hai messo da parte per Natale?

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    3. La segretaria (Piemme). Lo avete letto? 😁

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    4. Ancora no. Attendiamo la tua recensione allora.

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    5. È il caso di dirlo: l'anno prossimo, però! Quest'anno solo Seguimi con gli occhi, dolcissimo, poi via di listoni. 😉

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  3. Mi sa che lo metto in WL, in attesa che cali di prezzo :)

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  4. Tu mi conosci bene e, se me li consigli, non potrò fare altro che leggerlo! E comunque mi ispira un botto ;)

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    1. Sarà che si parla moltissimo di genitori e figli, sarà che se ne parla con onestà e stile... :)

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  5. Sai che tanto mi è piaciuta la prima parte, tanto ho trovato scontata la seconda!? Godibile, per carità, ma un po' deludente negli ultimi capitoli ;)

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    1. Pensa che io invece ho preferito quelli. Scontati, scontatissimi, eppure quanta umanità. Nelle vittime, e anche nei carnefici.

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  6. Lo volevo già, ora metto da parte tutto il resto e mi ci fiondo! Non vedo l’ora

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  7. L ho messo in coda tra i primi del 2019, i diversi pareri positivi mi hanno convinta *_*

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    1. Mistero, tragedia, e quel tocco femminile che non guasta. È una storia decisamente nelle tue corde, Angela.

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  8. Dell'ennesimo thriller non ne sentivo molto il bisogno.
    Di romanzi belli all'improvviso che ricordano Amabili resti invece sì! ;)


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  9. Libro molto chiacchierato nell'ultimo periodo, diversi pareri letti in giro e per poco non mi perdevo il tuo. Queste feste non hanno fatto altro che distrarmi. Metto in lista per il nuovo anno :)

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    1. Bentrovata, Anna, e buone feste (con distrazione). 😬

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