mercoledì 17 gennaio 2018

I ♥ Telefilm: Black Mirror - Stagione IV | The End of the F***ing World

Specchio, specchio delle mie brame, qual era la serie più attesa del reame? L'ho trovata per fortuna già lì, senza aspettarla quasi. Sei episodi – geniali al solito, si sperava – caricati a cavallo fra l'anno vecchio e il nuovo. Tempismo sbagliato per pensare ai listoni, già chiusi e fissati su carta, ma non per darsi all'abbuffata – saltando le feste e i loro banchetti da mille portate, scarsi sensi di colpa da parte mia. Qualche boccone, qualche episodio, mi è andato però di traverso. Ma andiamo con ordine, partendo da una stagione fa: la terza – la prima che ho visto in realtà – magistrale sì ma, con il senno di poi, già in procinto di allontanarsi dall'umorismo british, dalla satira rivoluzionaria delle prime due. Preferendogli qualche volto noto, mano fermissime alla regia e gli amori dell'indimenticato San Junipero. L'impressione va accentuandosi nel corso della quarta. Riflesso confuso di una serie antologica che questa volta ha troppe eroine e pochi spunti vincenti. Di quelle puntate divorate per foga, per curiosità, poche non lasciano l'amaro in bocca. Si apprezzano l'aria vintage e il cast della prima – regata virtuale in stile Star Trek, capitanata da un frustrato e onnipotente Jesse Plemons – ma la fantascienza anni Settanta, forse limite mio, annoia un po' (6,5). La seconda, diretta da una Jodie Foster assolutamente fuori forma, racconta le ansie di mamma Rosemarie DeWitt, diventate ossessione nell'attimo in cui le nuove tecnologie le permettono di spiare costantemente l'unica figlia: una protagonista insopportabile e il taglio da giallo di Rai Due non aiutano (5). La terza, un Fargo al femminile, è la mattanza a opera di un'ottima Andrea Riseborough per proteggere interessi personali, segreti e lacrime di coccodrillo (6,5). La quarta, splendido fiore all'occhiello a metà tra 500 giorni insieme e Equals, ha finalmente del capolavoro: lui incontra lei, si piacciono, ma una società che monitora i cittadini, gli amanti, ha piani imperscrutabili per la loro relazione (8,5). Della quinta, survival horror in un rigoroso bianco e nero, si salva la regia di David Slade: la storia della donna braccata da un cane robot, in un anonimo deserto, non volevamo sentirla, almeno non qui (5,5). Per fortuna, qualche lampo di brillantezza nella chiusa metatelevisiva, in cui però l'ennesima femminista, l'ennesima vendetta, giustificano la grande stranezza, e la riducono ai minimi termini (7). Charlie Brooker è stanco. Lo Specchio Nero, nella stagione che ha meno colpi di scena, meno cose su cui spingerci a riflettere, è appannato. Se contro l'opacità non basta il Vetril, qualcosa possono la straordinaria delicatezza dell'inconsueto invito a cena di Hang the DJ; un museo degli orrori, in memoria dei Black Mirror presenti e passati, in cui non vorremmo che i cimeli esposti fossero vestigia di un futuro che già non c'è più. (6,5)

Dopo tanto, iniziare come preferisco io. Il ragazzo incontra la ragazza. James, seduto da solo al tavolo della mensa, conosce la scostante Alyssa, ultima arrivata. Lei, annoiata da tutto e tutti, da una famiglia allargata di cui non può sentirsi più parte, vorrebbe fuggire via – e nel silenzioso coetaneo dalla macchina perfettamente funzionante ha individuato un ideale compagno di viaggio. Lui, psicopatico senza se e senza ma, dopo un'infanzia passata a seviziare animali randagi, ha deciso di passare agli esseri umani: perché non partire proprio da quella ragazza che, dal nulla, gli si è gettata fra le braccia? Succede che partono, sulle tracce del papà truffatore di lei. Succede che il male, prima in teoria e poi in pratica, lo sperimentano davvero strada facendo. Assieme a quella tenerezza, a quella specie d'amore che amore non è, che né l'uno né l'altra – troppo anaffettivi, troppo fuori – contemplavano in partenza. Alyssa, alla cieca, si affida a un aspirante serial killer. James, somigliante al protagonista di Atypical ma con in aggiunta la vena di sadismo di Bates Motel, sente presto di non poter fare a meno della compagnia di un'attaccabrighe per natura. Acuto, violento, dolcissimo, The End of the F***ing World è la commedia adolescenziale che si veste di nero. Una scoperta su ruote divorata in tempi record, con i personaggi assurdi a cui mi affeziono per principio, le tavole calde dei boy meets girl di cui non avrò mai abbastanza, una sognante colonna sonora sottratta per rapina a mano armata alla grazia degli anni Cinquanta. Bonnie e Clyde, al giorno d'oggi, hanno grosse questioni irrisolte con mamma e papà. Sfoggiano camicie hawaiane super kitsch e tinte biondo platino. Hanno i volti freschi degli ottimi Jessica Barden e Alex Lawther, il pulp del fumetto d'origine, il mondo intero contro. Se si innamorano, complici d'omicidio e braccati, chi lo sa. Ma di loro, strambi e adorabili, mi sono innamorato un po' io. Perché fanno ridere, fan preoccupare, dall'inizio alla fine: la stessa che purtroppo cala presto dall'alto, sorprendendoli come a metà della corsa. In patria, hanno fatto poco rumore per disseminare veleni, cadaveri e cuori infranti. Le cose, da questo mese, potrebbero andare diversamente su un Netflix non sempre all'altezza delle proprie produzioni originali, vero, ma generoso Mecenate. Sperando vivamente che la fine del titolo sia soltanto l'inizio della loro avventura. E, sì, di una c***o di fantastica storia d'amore. (7,5)

31 commenti:

  1. Mi sono piaciute entrambe, anche se Black Mirror non è più quella di una volta, resta comunque una serie di ottima qualità. Cheers!

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    1. Concordo, sulla qualità non si discute.
      Ma dove sono le idee?

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  2. Io e Black Mirror non ci vediamo da molto, da tanto, purtroppo per differenze di vedute. Un mio amico su instagram diceva in modo più o meno lo stesso: questa stagione non l'ha entusiasmato.
    The End of the F***ing World invece è un recupero da fare, ma qui non c'è mai tempo per concludere qualcosa e iniziare altro, anche se, se non sbaglio, sono una ventina di minuti a puntata.

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    1. La svolta americana, se hai provato con le prime due, chissà, potrebbe convincerti di più. Anche se concordo con il tuo amico, a malincuore.

      The End of the F***ing World si finisce in un pomeriggio, assicurato!

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    2. (Mi sono perso un "in modo più sintetico", ma hai usato la fantasia :D)

      Mi ci lancio!

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  3. Black Mirror prima o poi lo recupererò, più per i commenti altrui che per vero e proprio interesse, ma senza fretta.
    The End of the F***ing World invece sarà la prossima serie che guarderò appena finisco qualcosa su Netflix XD

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    1. Black Mirror merita sempre, fidati, anche se quest'anno non brilla (evviva i giochi di parole).

      L'altro, uno spasso. E dura pochissimo, come dice Pier sopra.

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  4. ah queste le devo recuperare e tra un po' lo farò xD

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  5. Black Mirror 4: visto solo il primo episodio e m'è piaciuto abbastanza.
    The end: messo in lista, ora che ho letto la tua rece mi attira ancora di più :)

    Moz-

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    1. Primo, quarto e sesto sono i migliori, difetti e tutto.

      Ti aspetto per The End. Fa al caso tuo, secondo me. :)

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  6. Black Mirror mi devo ancora riprendere dalla terza stagione, sarà la vecchiaia ma San Junipero mi ha lasciata scossa per giorni, l’altra è, tanto per cambiare, in lista..comunque prima o poi le vedrò entrambe

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    1. Quest'anno, purtroppo o per fortuna, c'è poco da cui riprendersi...

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  7. E' vero, anche secondo me "Black Mirror", quest'anno, non si è rivelata particolarmente stupefacente... ma l'ho apprezzata comunque tantissimo, soprattutto "Black Museum" e "Hang the Dj". Oddio, in realtà l'unico episodio che mi ha proprio annoiato è stato quello della Foster, il più atteso: tema importantissimo, e concordo in pieno col messaggio, d'accordo... ma di tutta quelle retorica prevedibile, alla fin fine avrei fatti volentieri a meno! :(

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    1. Infatti, sembrava quasi una pubblicità progresso...

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  8. Io non seguo più Black Mirror da quando è passato a Netflix, anche perché la seconda stagione si era un po' ridimensionata nei contenuti (secondo me).

    L'unico cosa che è riuscita ad incuriosirmi sono la presenza di Hillcoat in regia e quella del figlio di Kurt Russell nel casting...

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    1. Riprovaci, Cristian. Perché sì, rischia di essersi un po' svenduta col tempo, ma ha i suoi picchi (soprattutto nella terza):

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  9. Premetto che ho lasciato la terza a metà per dedicarmi alla quarta onde evitare spoiler, ma di quel che ho visto (4 episodi su 6), non stava entusiasmando nemmeno me, seppur qualche episodio molto bello (Zitto e balla, tra l'altro con Alex Lawther). Della quarta mi manca solo il terzo (ho visto gli episodi un po' a caso) e in generale l'ho trovata piacevole da guardare, seppur anche secondo me è molto lontano dal black mirror delle prime due stagioni. Detto questo, ho adorato Hang the dj; Metalhead non mi è dispiaciuto, anche se non mi è ben chiaro se il finale sia collegato o meno a Black Museum (cioè, io voglio credere che sia così); l'ultimo invece penso che sia l'unico che potrebbe essere all'altezza delle prime stagioni, mentre nel primo potevano spingersi un po' oltre!

    the end of the fucking world mi è piaciuta molto!

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    1. Fammi sapere, Giusy, come ti sembrano gli episodi che restano. Metalhead non è dispiaciuta neanche a me, ma mi è sembrata parecchio fuori posto. Però che regia, che b/n!

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  10. black mirror mi è piaciuta ma mi unisco al coro di voci che pensa che le prime due fossero più crude. il secondo episodio del tablet mi ha inquietato perché conosco molti genitori che lo farebbero (brrrrr). per il resto direi che hang the dj resta quello più coerente.
    the end of the fucking è in lista prossimamente! come sei messo con channel zero e room 104? (ho visto che è ricominciato search party!)

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    1. Ciao, Saya!
      Sia Channel Zero (di cui, a marzo, debutta la terza stagione), sia Room 104 non li inizio ancora. Che disastro. Mi farò perdonare.

      Di Search Party peccato carichino gli episodi quando capita capita...

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  11. Vista Black Mirror ma per niente soddisfatta.. le serie precedenti lasciavano mille quesiti, la testa tra le nuvole, l'amaro in bocca. Questa stagione invece non mi ha lasciato nulla, soprattutto la puntata del cane robot :/

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    1. Purtroppo, tocca concordare pienamente.
      Specchio, specchio, torna in te.

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  12. La stagione di Black Mirror un po' sui generis e poco " bastarda ", ma in generale mi è piaciuta ( persino Metalhead che molti criticano ).
    The End è carinissima, ma devo ancora finirla per un giudizio più completo.

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    1. Non è dispiaciuta neanche a me, no, ma il nero questa volta è mancato.

      Di The End confidiamo in un rinnovo insieme, anche se i fan del fumetto apprezzano questo finale qui (mortacci loro).

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  13. Il vetro di Black Mirror è sempre meno nero e sempre più appannato, non siamo abituati al lieto fine, e la stanchezza si sente. Netflix ha fatto male al creatore, questa volta? Fortuna che Hang the DJ si staglia, si fa ricordare, scalda il cuore, e io lo preferisco già a San Junipero.

    Gli adorabili psicopatici già mi mancano, non sarò mai stanca neanch'io di questi boy meets girl, di quelle tavole calde, delle stranezze più belle.

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    1. Netflix è il vero villain della stagione sospetto, sì.
      Speriamo si faccia perdonare dando visibilità ai nostri psicopatici del cuore però. :)

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  14. Me li sono goduti entrambi. Bella scoperta "The End..." (che spero non prosegua, trovo giusto questo finale) e piacevole continuazione con Black Mirror, il cui discostamento dalle prime due serie è ripagato da chicche come USS Callister che io ho trovato geniale.

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  15. Black Mirror quest'anno mi è piaciuto ancora meno che a te. Per me anche il pur valido Hang the DJ è deludente piuttosto che no. Il quinto episodio poi l'ho trovato orribile. Ridatemi San Junipero!

    Di The End of the F***ing World è davvero f***utamente difficile non innamorarsi.
    Qualcosa del Bates Motel ce l'ha. Credo che i due protagonisti potrebbero diventare amichetti del cuore del giovane Norman. :)

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