Ciao,
meraviglia. Portami nel cuore e cercami nel vento: è lì, che ti ho
dato appuntamento.
Autrice:
Silvia Montemurro
Editore:
Sperling Kupfer
Numero
di pagine: 360
Prezzo:
€ 18,90
Sinossi:
Camilla
vive di note sparse nel vento. Studia al conservatorio e la musica è
il suo mondo. Abita in un paesino vicino a Milano, lo stesso dove è
nata e che, a differenza delle sue amiche, non è ancora riuscita a
lasciare. Chissà, forse un giorno lo farà, per tentare di colmare
quell'inquietudine che ogni tanto la prende. Teo, invece, in paese è
appena arrivato e ha ancora negli occhi il mare della sua Sardegna.
Lo stesso che da piccolo fissava ogni giorno dalla finestra, a casa
di sua nonna. Lì, con il naso incollato al vetro, faceva scoperte
straordinarie, più istruttive di un libro di scuola. Forse è per
quello che, una volta cresciuto, ha preferito rimboccarsi le maniche
e mettersi subito a lavorare anziché studiare. Ed è proprio davanti
a quella finestra che Teo ha iniziato a osservare le persone e a
catalogarle, decidendo che, se mai avesse dovuto infilarsi in una
delle sue assurde categorie, c'era solo una cosa che voleva essere:
un solitario. Camilla e Teo si incontrano in un giorno qualunque, in
un bar qualunque. Ma, in quel momento, qualcosa accade. Perché è
sempre una cosa innocua a cambiarci l'esistenza. Terra e mare, luce e
ombra: Camilla e Teo sono due opposti che, dopo essersi brevemente
respinti, si attraggono. L'amore tra loro è così intenso e unico da
illuderli di essere invincibili. Ma la vita li costringerà presto a
una prova terribile. Allora potranno vincere o soccombere, potranno
farlo insieme o da soli.
La recensione
Dimmi
cosa leggi e io ti dirò quanto è vicina l'Invernale. In periodo
d'esame, i miei interventi diminuiscono e le mie letture, da lontano,
si somigliano un po'. Romanzi che nelle tue corde lo diventano per
necessità, se puoi dedicarti agli hobby solo prima di
andare a letto e se gli occhi, che dalla loro domandano pietà,
ricercano storie semplici e toni sommessi. Gli occhi ringrazieranno e
nel frattempo ringrazierò anch'io se, di comune accordo, mente e
corpo troveranno un compromesso: che sia un passatempo, un
libro coccola, ma che almeno sia di uno scrittore italiano. Così il
passatempo è meno spensierato, così hai modo di conoscere
autori – e stili – che riescono a far brillare, talora, una trama
già proposta. Questo è il caso di Cercami nel vento,
di Silvia Montemurro: una giovane autrice che viene dal thriller –
e con il suo romanzo d'esordio in wishlist da un pezzo, chi si
aspettava che l'avrei scoperta e apprezzata proprio con un new adult?
- e la cronaca di un amore che sembra convenzionale giusto qui e lì,
ma in cui si annidano in segreto un dolore profondo e un infelice
scherzo del destino. La sorte, infatti, ha visto Camilla e Teo come
posano in copertina, belli e in intimità, e ha scattato loro una
foto in treno. In cento pagine, ha voluto metterli duramente alla
prova. Come piace a me, che penso che l'amore non sia davvero memorabile se non è struggente. E come accade in montagna, soprattutto:
dove il tempo cambia in fretta e il cielo, un ritaglio tra i profili
montuosi, spalanca i suoi occhi in acquazzoni che devastano il
sereno. La pioggia somiglia tanto alle lacrime. Lui, che spia le
persone in spiaggia e tenta di classificarle, cosa vedrebbe dal
finestrino, durante questo viaggio dell'anima che li stanca, disturba e
scombussola? Teo, fino a poco prima, era il ragazzo nuovo a Santa
Croce: aveva un ciuffo ribelle che si soffiava via dagli occhi, le
mani callose dei muratori, una casupola nel bosco. Aveva un accento
strano: veniva dalla Sardegna, dal mare. Camilla, che a
Santa Croce è nata e cresciuta, lo conosce come accade tra ventenni:
una città in cui tutti
sanno
tutto di tutti, il solito bar, amici di amici. Lei, che sfugge alle
rigide categorie di Teo, non si sa bene se sia un'estroversa,
un'incallita solitaria o una giovane donna che cerca il ragazzo
giusto.
Spia i panni appesi ad asciugare – che storie raccontano? -, ha una cotta storica per il suo insegnante di violino e, talentuosa studentessa di conservatorio, associa ogni suo interlocutore a uno strumento musicale. Teo è un tipo da cantautorato italiano, lei stravede per l'opera lirica: da una parte De André, con le sue canzoni calde, piene di malinconia, sole e onde; dall'altra, le eroine che vivono di arte e muiono cantando. Il solo punto di incontro tra loro: un sentimento fulminante che ha una dimensione a sé, in capitoli iniziali in cui convivono l'idillio e gli ormoni dei vent'anni. Fuori le famiglie, fuori il passato del misterioso isolano. Al romanzo si può rimproverare qualche capitolo in eccesso, soprattutto in un epilogo che non mi ha soddisfatto del tutto, e un cielo che assai bruscamente si rovescia loro addosso. Un andamento sinusoidale, discontinuo, e scene di sesso che a volte mi sono parse fuori luogo: volgari no, mai se le descrive una prosa che osa e concilia.
Piuttosto, di troppo. Siano
benvenute l'iniziale curiosità verso l'altro, la fedeltà
incondizionata, il bene che alla fine vince il male. Ma, loro coetaneo,
penso che il desiderio dei primi tempi morirebbe, in casi estremi. Ci
sarebbe ancora la passione, la voglia, l'attrazione fisica? O si capirebbe, se stanchi e provati, che ci sono amori e amori?
Le montagne sono soffocanti, cancellano l'orizzonte, ma sono
un ponte levatoio per il cielo. E di Cercami nel vento, dunque
più intenso e meno lieve del
previsto, ho apprezzato i risvolti tragici, il linguaggio
schietto, lo spiritualismo che una natura dall'aspetto benevolo e
sorridente assicura. Le originali abitudini di personaggi
naturalmente malinconici, i bollettini "metereopatici" del diario di
Camilla e, a metà, la repentina bufera di parole dure e spietate. Perché è
giusto essere arrabbiati, odiare l'ennesimo sgarro di una gioventù
maligna. Nel romanzo della Montemurro c'è il corpo nudo, tangibile,
descritto nella gioia del contatto fisico e nel dolore della pena. Ora morbido e accogliente, ora un insieme di ossa sporgenti
e costole; spigoloso. Allora si vede che viene dal mondo del noir. Ma
ci sono anche storie dentro storie, il piacere primitivo del racconto –
un bosco magico, una leggenda di principesse e stelle alpine,
montagne che mettono in guarda gli esploratori – e un prezioso
comprimario, Marco, che minaccia di commuoverti: dall'alto della sua
saggezza, dagli abissi della sua pace. Allora si vede che Silvia sa
scrivere. Si sente che sta già facendo breccia.
Spia i panni appesi ad asciugare – che storie raccontano? -, ha una cotta storica per il suo insegnante di violino e, talentuosa studentessa di conservatorio, associa ogni suo interlocutore a uno strumento musicale. Teo è un tipo da cantautorato italiano, lei stravede per l'opera lirica: da una parte De André, con le sue canzoni calde, piene di malinconia, sole e onde; dall'altra, le eroine che vivono di arte e muiono cantando. Il solo punto di incontro tra loro: un sentimento fulminante che ha una dimensione a sé, in capitoli iniziali in cui convivono l'idillio e gli ormoni dei vent'anni. Fuori le famiglie, fuori il passato del misterioso isolano. Al romanzo si può rimproverare qualche capitolo in eccesso, soprattutto in un epilogo che non mi ha soddisfatto del tutto, e un cielo che assai bruscamente si rovescia loro addosso. Un andamento sinusoidale, discontinuo, e scene di sesso che a volte mi sono parse fuori luogo: volgari no, mai se le descrive una prosa che osa e concilia.
Il
mio voto: ★★★½
Il
mio consiglio musicale: Shawn Mendes & Hailee Steinfield –
Stitches
Ho letto l'estratto e numerose recensioni, tutte positive, ma continua a non convincermi. Mi sa che questa volta passo.
RispondiEliminaUn pensiero, secondo me, puoi farcelo. I protagonisti hanno il loro perché e, in meglio, stravolgono la storia. :)
EliminaPasso pure io, sono un po' allergica alle storie d'amore. Però Un giorno di Nicholls mi sta piacendo moltissimo! Ieri mi ha fatta pure piangere di rabbia (Dex ubriaco al ristorante che si annoia con Em e adocchia la sigarettaia).
RispondiEliminaUn saluto da lea
P.S. Come mai non hai recensito il Baco da Seta? Ti ha deluso? Scusa, ma sono curiosa.
Ciao, Lea! Il Baco da seta, purtroppo, non l'ho letto. Tanto amore per il primo capitolo, ma con il secondo... non ho avuto ancora modo di acquistarlo. Con Un giorno sfondi una porta aperta: tra i miei romanzi preferiti. ;)
EliminaNon è "solamente" una storia d'amore...c'è molto di più come la sofferenza, la tenacia e la forza di andare avanti...tutti noi ci siamo sentiti "convinti" solitari oppure sognatori...il live motive è la speranza, il riscatto, il riporre delle aspettative in qualcosa che ci attrae, ma che ci spaventa al tempo stesso!
EliminaSecondo me questo romanzo coglie appieno questo e non credo che possa scandalizzare se a volte la passione dei ventenni (oltremodo sottotono rispetto alla realta) contribuisce ad "accendere" qualche pagina! ;-) Consiglio vivamente!
Be', caro anonimo, le storie d' amore - e speranza, e dolore, e tenacia - le troviamo da un po' sugli scaffali. Il successo di Colpa delle stelle docet. Il romanzo di Silvia, come avrei letto nel mio post, a mio dire ha la sua particolarità nei protagonisti, nelle piccole cose che fanno. Concordo sulle scene di sesso, per nulla scandalose, ma la mia domanda era una, pur rischiando di fare spoiler. Nella vita vera, in casi di malattia e sofferenza, chi penserebbe al sesso, se non rarissimamente? Oltretutto, si fa in due. Tu lo consigli vivamente e, nonostante i miei "ma", io non lo sconsiglio mica. ;)
EliminaHo letto questa recensione per te, non per il libro. Insomma per leggere un po' le tue parole, che quando recensisci diventano musica e mi rilassano, soprattutto in questo momento che Cloe dorme e non ho bisogno di dormire anche io. Non sarà il tipo di romanzo che leggerei, tra l'altro non lo conoscevo neanche, ma questo è il tipo di recensione che mi piace leggere e oggi ne avevo proprio bisogno :)
RispondiEliminaOh, ti ringrazio. Un bacione a te e a Cloe!
EliminaDal titolo avrei detto che si trattava del nuovo di Nicholas Sparks... :)
RispondiEliminaBe', Sparks e il sick lit sono una sola cosa.
EliminaPerò in lui, religioso com'è, il sesso è PECCATO!
Ha scomunicato pure la sua cara Giorgia Meloni, pare. ;)
Scopro dai blog che i romanzi rosa,ora elegantemente chiamati new adult,vanno alla grandissima mentre quando ero ragazza io erano un genere bistrattato e considerato,con un certo snobismo,per commesse o casalinghe.
RispondiEliminaUltimamente ne ho letto uno di una scrittrice che amo molto ma il cliché è sempre lo stesso in più,rispetto ai miei tempi,abbondano le brutte parole e il sesso descritto con dovizia.
Mi chiedo a quali prove siano chiamati i ragazzi di oggi per sostenere il confronto con questi maschi.
Vale sempre la regola che diede Schumann nelle Regole di vita musicale:"...non ascoltate e non divulgate cattiva musica..."
Sicuramente non sarà cattiva letteratura ma ...cui prodest?
Più che romanzi rosa, i new adult sarebbero i vecchi young adult cresciuti. Protagonisti che vanno all'università, più pelle esposta. Però sì, la sostanza grossomodo non cambia: te lo dice uno che, onestamente, ancora non sa come classificarli. Ci sono quelli carini - belli non ne ho trovati - e quelli bruttissimi. Questo di Silvia, che oltretutto ha una cultura musicale notevolissima, è una piacevole eccezione. A sorpresa. Ci piacerà - e nel "ci" includo anche te, che sei sempre alla ricerca di un bel thriller - il precedente, L'inferno avrà i tuoi occhi. Dovrei leggerlo presto, pare. Ti dirò!
EliminaNon lo conoscevo, ma devo dire che la trama non mi dispiace per niente! Ci farò volentieri un pensiero :D tu che dici? Me lo consigli? Ti sfrutto sempre come consulente ormai XD
RispondiEliminaNon so, tu sei imprevedibile! :-D
EliminaCiao Mik come stai? Spero tu non stia ancora studiando a quest'ora?!?!
RispondiEliminaHai recensito un libro che alla sottoscritta potrebbe piacere, amore struggente, è il mio, grazie :-)
Ciao, in realtà ho pubblicato il post a ridosso dell'esame. Il primo di febbraio è andato: tutto bene, per fortuna! Il romanzo di Silvia potrebbe piacerti sì: sei una ragazza di cuore, non solo nel nickname. ;)
EliminaCiao! Questo romanzo non mi ha catturata per nulla dalla trama, ma grazie alla tua recensione mi sono un po' ricreduta e magari più avanti ci farò un pensierino =)
RispondiEliminaCiao Avid, ti ringrazio per la fiducia.
EliminaLa trama, hai ragione, non racconta niente di nuovo.
Ed è a questo punto, per fortuna, che interviene il guizzo dell'autrice: per me, molto in gamba.
Leggere le tue recensioni è un toccasana, in questa sessione che non ne vuole sapere di finire.
RispondiEliminaPer il libro della Montemurro, mi sa che per il momento passo. Mi ispira più il thriller d'esordio, a dirla tutta :P
Grazie mille, Mel! Sì, anche a me ispirava più l'esordio. Questo l'ho letto un po' per caso, un po' per necessità. ;)
EliminaHo appena finito di leggere questo libro e devo dire che non mi é piaciuto un granché. La scrittrice scrive decisamente bene, mi piace lo stile e il taglio che da, ma per il resto...L'inizio mi ha conquistato,sono onesta, pensavo ad una storia d'amore diversa dal solito e piú realistica...invece ci troviamo difronte alla solita storiella Harmony con amore che trasuda a fiotti, protagonisti bellissimi che non devono fare alcuno sforzo per essere accettati da qualsiasi gruppo, la banda ospedaliera che ho trovato davvero una forzatura letteraria banale e irritante, cosí tutte le dinamiche interpersonali stereotipate e prevedibili, e anche segreto finale tanto atteso nel testo quanto banale e scontato ( lo avevo capito alla terza pagina ma speravo in uno scatto di fantasia in piú).Adatto a chi crede nelle favole e nelle storie d'amore banali.
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