La
vita non è un paragrafo, e la morte non è una parentesi.
Titolo:
La ragazza del treno
Autrice:
Paula Hawkins
Editore:
Piemme
Numero
di pagine: 306
Prezzo:
€ 19,90
Sinossi:
La
vita di Rachel non è di quelle che vorresti spiare. Vive sola, non
ha amici, e ogni mattina prende lo stesso treno, che la porta dalla
periferia di Londra al suo grigio lavoro in città. Quel viaggio
sempre uguale è il momento preferito della sua giornata. Seduta
accanto al finestrino, può osservare, non vista, le case e le strade
che scorrono fuori e, quando il treno si ferma puntualmente a uno
stop, può spiare una coppia, un uomo e una donna senza nome che ogni
mattina fanno colazione in veranda. Un appuntamento cui Rachel, nella
sua solitudine, si è affezionata. Li osserva, immagina le loro vite,
ha perfino dato loro un nome: per lei, sono Jess e Jason, la coppia
perfetta dalla vita perfetta. Non come la sua. Ma una mattina Rachel,
su quella veranda, vede qualcosa che non dovrebbe vedere. E da quel
momento per lei cambia tutto. La rassicurante invenzione di Jess e
Jason si sgretola, e la sua stessa vita diventerà inestricabilmente
legata a quella della coppia. Ma che cos'ha visto davvero Rachel?
La recensione
Fino
a due anni fa, non avevo mai preso i mezzi pubblici – se non in
gita, lontano da casa. Camminare mi piace e, con le cuffie nelle
orecchie, potrei fare chilometri senza stancarmi; ho la fortuna di
vivere in una realtà ristretta e il mio condominio, costruito chissà
quante generazioni fa in una zona strategica della città, è un po'
vicino a tutto – le poste, il centro commerciale, il liceo e, a un
chilometro scarso, c'è anche il mare. Alle superiori, sono
andato per cinque anni a piedi. Sulle mie gambe. Misurando il
tragitto col numero delle canzoni che ascoltavo strada facendo. Ho
scoperto quanti ritardi si concede Trenitalia e quanto poco la gente
tenga alla propria igiene personale nei miei primi mesi da matricola.
Sono distante un centinaio di chilometri dal mio passato di studente
liceale – non quanti vorrei, purtroppo – e quando i contratti
d'affitto scadono, in questo periodo, mi arrangio e faccio il
pendolare. Un'ora in treno – con il regionale, che costa di meno e
fa tappa presso paesini fantasma sull'Adriatico – e venti minuti,
mezz'ora, in circolare. L'eccezione è l'estate, che mette a dura
prova chi fa questi sali e scendi; altrimenti, da universitario, mi
sono accorto che viaggiare mi piace pure. Leggo un sacco, porto a
zonzo la mente e, quando l'mp3 esaurisce le sue energie, tengo
imperterrito le cuffie – così nessuno mi disturba – e mi
soffermo sulle chiacchiere dei passeggeri, sulle loro storie di cui
mi parlano le occhiaie della mattina presto e le telefonate a voce
alta. Guardo anche dal finestrino, c'è scritto non sporgersi, e
fuori il mondo va veloce, oppure resta fermo? Il ragazzo del treno
non poteva lasciarsi sfuggire, per ovvi motivi, dunque, La ragazza
del treno. Pubblicizzatissimo e così richiesto che, quando mi è
arrivato, omaggio della premurosa casa editrice, non ci credevo:
avevo tra le mani quello che annunciavano come il giallo dell'anno, e
io che ero convinto lo avrei comprato su Libraccio, chissà quando,
aspettando il cinquanta per cento. Curiosità alle stelle. Sarà che
in mesi in cui tutti vanno in ferie, anche gli uffici stampa, un
simile dispendio di energia per il lancio di un nuovo titolo non lo
avevo mai visto. E, sul retro di copertina, a presentare l'esordiente
Paula Hawkins c'erano due padrini illustri: S.J Watson – reduce dal
successone di Non ti addormentare – e soprattutto Stephen
King – che giurava che la Hawkins, con la sua storia imprevedibile,
gli avesse rubato ore di sonno.
L'intreccio, complicato, affascinante,
seguiva tre campane, tre vie, tre voci di donna. Parlava, a me
curioso, dei rischi della curiosità: come dicono i proverbi, è
quella a uccidere il gatto. Ucciderà anche Rachel, reduce da un
divorzio burrascoso con il fedifrago Tom, che nell'arco di un paio
d'anni ha perso casa, forma fisica, lavoro? Pigra e apatica, infatti,
vive paradossalmente di corsa: ogni giorno raggiunge Londra e,
sbirciando la pace della periferia dal solito treno, con una
bottiglia di vino in borsa, a un punto del tragitto deve confrontarsi
con puntualità con tutto ciò che ha perso. Non può fare a meno di
soffermarsi sulla sua vecchia villetta confinante con la ferrovia –
occupata adesso dalla bella Anna, che da amante occasionale è stata
promossa a compagna di Tom – e su un immobile vicino, abitato da
una giovane coppia che – immagina, sbagliando – vive una favola
moderna. Non sa che quella donna si chiama Megan e che non è così
felice, e così fedele, come pensa: i telegiornali annunciano la sua
scomparsa e Rachel, alcolista mai vigile, potrebbe essere stata
testimone di un gesto, un bacio rubato, capace di scagionare il
misterioso Scott, accusato della scomparsa della consorte.
La polizia
le crederà, nonostante l'insana gelosia che mostra, le bugie
avventate e le amnesie dell'acol? Trama accattivante, capitoli belli
e snelli, un triplice sguardo su un comune mistero. Eppure La
ragazza del treno è tutto una lunga, monotona nota dolente.
Trecento pagine quando potevano essere la metà – ma poi come fare
pagare il libro venti euro, che già così sono spropositati? -,
esiti prevedibili e uno stile anonimo. La Hawkins non è una maestra
di eleganza e la scelta coraggiosa di adottare tre voci narranti, per
lei che non è una cima, porta il romanzo a deragliare. Fastidiose
all'inverosimile, le tre donne hanno lo stesso timbro scostante e –
nevrotiche perché vittime del diffuso mal d'amore – fanno apparire
ogni uomo traditore e inutile la tripartizione del romanzo: storie
diverse raccontate palesemente da una persona sola. E ripensandoci,
man mano che i difetti diventano lapalissiani, neanche la trama si
rivela tutta questa novità: scomodiamo Hitchcock, con La finestra
sul cortile, ma anche il
modesto Derailed, con
un'attrazione fatale tra Clive Owen e la Aniston scoppiata come un
proiettile proprio in una selva di pendolari. Gonfiato da caso
editoriale e travestito in maniera convincente, La ragazza
del treno – sotto altre forme,
sotto altre maschere – si classifica come l'ennesimo aspirante
epigono di L'amore bugiardo.
Ma tra la Flynn e la Hawkins – nonostante la solidarietà femminile
– c'è lo stesso baratro che passa tra l'ultimo Fincher e i gialli
di Rai Due. In quanto a te, mio caro Stephen King, quella volta non
sarai riuscito a dormire perché l'età si fa sentire, nel cuore
della notte ti scappa a più non posso e Tabitha, cuoca provetta,
avrà cucinato la peperonata. Confidavo nel finale ma, incapace di
cattiveria, anche quello si rivela lampante come il resto: i
personaggi sono così pochi che anch'io, più abile col greco che con
la matematica, ho fatto due più due. In realtà, nei miei primi anni
di lettore non ho letto che thriller – tascabili in economica,
sempre targati Piemme – e se appartengono a un genere che di rado
ospito sul blog è perché mi sono bastati; letti tanti, letti tutti.
Si aspetta, perciò, la rivelazione folgorante. Quest'anno – dopo
La verità e altre bugie,
che comunque resta scritto meglio, e non è cosa da poco – La
ragazza del treno è il secondo
romanzo che le fascette presentano come il giallo del 2015. Se così
stanno le cose, tocca adeguarsi. Un'estate attaccati al
condizionatore, se i brividi di freddo sono i soli concessi. Fino a
quando, almeno, il controllore – o un grande editore – non ci timbrerà l'abbonamento alle patacche, sponsorizzando l'ennesima promessa mancata. Meta: delusione. Meglio scendere prima del capolinea?
Il
mio voto: ★★
Il
mio consiglio musicale: Kelly Sweet – In The Air Tonight (Phil
Collins)
Okay, mi è ufficialmente passata la voglia prendere questo treno...quest'anno si parte in macchina xD
RispondiEliminaPerò, mi raccomando, niente autostop: tanti film ci dicono che è pericolosissimo ;)
Eliminaahahah eviterò!
EliminaSaggia scelta!
EliminaSarò sincera: quando vedo la pubblicità di un libro in tv divento molto, molto scettica riguardo al libro pubblicizzato e più questo viene spinto, più la voglia di leggerlo finisce sotto le scarpe.
RispondiEliminaLo so che non dovrei avere certi pregiudizi ma non posso farci nulla: se si tratta di fascette riesco a concedere il beneficio del dubbio ma quando si tratta di pubblicità in tv mi blocco.
Tuttavia la settimana passata ero a un passo dall'acquistarlo... poi ho visto il prezzo e il mio braccino corto ha preso il sopravvento a causa del rapporto prezzo-quantità delle pagine, e da quanto leggo ho fatto bene, anche perché ho seri problemi con i gialli (il quadro d'insieme, spesso e volentieri, mi pare chiaro fin troppo presto quindi spesso non me li godo molto) e una pessima esperienza avrebbe potuto bloccarmi proprio adesso che ho ripreso a dedicarmi più spesso a certe letture.
Sabato passato ho schivato una pallottola ma sono consapevole che avrei potuto rischiare di essere colpita in futuro; grazie alla tua recensione mi terrò decisamente alla larga da questo libro.
La pubblicità in televisione, fortunatamente, mi era sfuggita.
EliminaFelice di esserti stato d'aiuto: chiariamoci, non che il libro sia brutto, ma nel suo essere niente di che non capisco il troppo clamore, ecco.
L'ho ricevuto anch'io e adesso mi divido tra un "lo leggo giusto per cortesia nei confronti dell'editore o simulo un'improvvisa amnesia?".
RispondiEliminaE leggilo, che lo bramavano in tanti. Mi ritengo fortunato - ho evitato l'acquisto di tasca mia - ma quel che è giusto è giusto.
EliminaSpinta dalla pubblicità stavo per comprarlo per il kindle per il quale il prezzo del romanzo era conveniente.Poi casualmente ho letto un tuo accenno sulla noia del suddetto e mi sono bloccata.Ti ringrazio perché il mio tempo e il mio denaro sono preziosi.
RispondiEliminaGrazie a te!
EliminaHo sbirciato solo il voto finale, perchè mi mancano una cinquantina di pagine. L'inizio mi è piaciuto molto, poi ho trovato il brodo un po' allungato...spero ancora un in colpo di scena finale (ma il tuo voto non mi fa pensare bene). In generale non un capolavoro, ma leggibile.
RispondiEliminaLeggibile sì, ma appena appena, Tessa.
EliminaSe lo avessi trovato su una bancarella, allora sì che mi ci sarei accanito di meno.
Qui hanno fatto talmente tanta di quella pubblicità che manco lo spin-off delle Sfumature :/
In effetti in questo periodo io ho vissuto molto con la testa fra le nuvole, non mi ero neanche accorta del clamore mediatico. Avevo letto la solita tirata sul miglior thriller dell'anno, ma quella ormai mi fa un baffo! forse per questo non mi ha dato tanto fastidio (ecco, qualche mese fa Il settimo bambino, che aspettavo con ansia...mi ha deluso-irritato mica da poco).
EliminaE poi il Settimo bambino, mi sa, è più ingombrante del Cardellino :-D
EliminaE pure quello ce l'ho doppio! un incubo.
EliminaI tuoi amici ti vogliono male: certi regali "massicci" non si fanno!
EliminaIo lo sto leggendo in ebook, ma sono ancora all'inizio, fino ad ora nulla di eccitante.. ma speravo mi prendesse di più, almeno per lo stile, sincera...
RispondiEliminaE, Franci, resterà nulla di eccitante fino alla fine. Sigh!
EliminaIo quando leggo la frase 'Il caso editoriale dell'anno' mi blocco. Mi smonta quasi più che vedere un libro stroncato da tutti. Anzi ci sono più probabilità che mi piaccia un libro che tutti hanno stroncato, rispetto ad uno che viene definito 'il caso editoriale dell'anno'. Ma si sa, i lettori della domenica sono attirati da queste parole magiche. Noi meglio ci dedichiamo ad altro u.u
RispondiEliminaBelle le tue mirabolanti avventure sui mezzi pubblici xD Io vivendo fuori città sono entrata in questo meraviglioso mondo alla tenera età di 14 anni, ed è stato un vero trauma. Sono passata dal percorrere 200 m scarsi che mi servivano per raggiungere le medie, situate precisamente a due case di distanza, a prendere un autobus all'alba, per farmi mezz'ora di strada, più un'altra mezz'ora a piedi (o in tram quando ero pigra). I primi tempi mi veniva da piangere. Ho avuto anche modo di dilettarmi con i treni, avendo avuto una storia con un tizio che stava a milano (curiosamente, Trenitalia ha pensato finalmente di mandarmi la tessera che avevo richiesto da secoli esattamente la settimana in cui lui mi ha lasciato. Che cattiveria)
Comunque, bla bla a parte, non credo lo leggerò u.u
Trenitalia ritardataria e dispettosa. Perà, da esterno, la situazione è tragicomica abbastanza, ahahah! E se non lo leggerai, non ti perderai niente di niente.
EliminaSei stato cattivello :D a me non ha annoiato, non è il thriller dell'anno ma una lettura discreta :)
RispondiEliminaNon so come non ha fatto a non annoiare te, che fai abbuffate di thriller. :-D
EliminaA metà del libro era già tutto chiaro. Ho sperato fino all'ultimo in un colpo di scena. Invece tutto come da copione. E questo sarebbe un giallo? Ma mi faccia il piacere ...
RispondiEliminaNon deve venirlo a dire a me, caro Paolo.
EliminaIn due cartelle di Word, è quello che ho scritto anch'io.
Giallo+noia=gira al largo. Almeno per me questo è il risultato.
RispondiEliminaAffidiamo ai libri il nostro tempo (che ahimè è sempre troppo poco), perciò ogni volta che non si rivelano all'altezza è sempre un piccolo dispiacere.
Concordo con te, Alessandra.
EliminaLo sto leggendo in questi giorni e sono arrivata a metà. A me sta piacendo abbastanza, sì forse è un po' lento ma comunque non lo trovo così male. Poi chissà, magari alla fine mi ricrederò ;)
RispondiEliminaMeglio così ;)
EliminaPer fortuna non mi ispirava particolarmente, ogni tanto anche il mio istinto ci azzecca :D credo proprio che me lo eviterò volentieri!
RispondiEliminaC'hai visto bene, sì ;)
EliminaDiciamo che non era tra i libri che avrei letto a breve, troppo esaltato forse...ecco adesso lo depenno, ci sono troppi libri che meritano di essere letti per perdere tempo prezioso. Come sempre è un piacere leggerti.
RispondiEliminaGrazie mille ;)
Elimina"La vita non è un paragrafo, e la morte non è una parentesi."
RispondiEliminaQuesta la Hawkins me la deve spiegare.
Ricordo che era una frase scritta su un muro.
EliminaNon sarà manco opera sua! :P
Uhm, io sono sempre curiosa. Mi sono avvicinata da poco a questo genere e devo ammettere che mi piace molto! Magari lo prenderò di seconda mano, per sicurezza..e anche perché 19,50€ per me sono troppi. Sembra che ultimamente tutte le case editrici puntino a questo prezzo =_=
RispondiEliminaappena finito di leggerlo avevo capito chi era l assassino ma pensavo che le tre donne fossero una sola o ho capito male?e alla fine chiama la polizia? sono proprio ignorante ciao
RispondiEliminaCiao Mr. Ink ti ho citato nel mio post. Per il mio parere è forse più opportuno considerare "La ragazza del treno" un romanzo drammatico travestito da thriller.
RispondiEliminaIl finale non è sorprendente e inatteso, il ritmo non è incalzante, i protagonisti non hanno un profilo psicologico ben distinto… perché non è un thriller!
Se interessa, la mia recensione è qui: https://goo.gl/BbNAmi
È vero a metà del libro sai già chi è il colpevole.vai dritta al punto perché i capitoli sono brevi non c'è immaginazione non sono riuscita a dare un volto alle tre donne (e neppure agli uomini) si posso dire che mi ha deluso .
RispondiEliminaA tratti poco limpido nella scrittura, secondo me, per di più amo ed odio il fatto che sia scritto come un diario; Lo amo perchè mi piace come tipo di scrittura, ma lo odio perchè le date non si susseguono e quindi portano il lettore nella via della perdizione.
RispondiEliminaPotresti contattarmi per dirmi il finale del libro? L'ho letto appena uscito e ora non lo trovo più però mi servirebbe per una scheda libro il finale mi ricordo poco.. solo che c'entra Tom
Eliminacorinne.greco04@gmail.com
In effetti, il fatto che la piacevolezza di un libro sia inversamente proporzionale alla campagna pubblicitaria che lo lancia può anche essere considerato come un assioma.
RispondiEliminaHo letto il libro in circa due giorni, più per inerzia che per vero interesse.. e direi che "piatto" mi pare calzante come commento a caldo.
Sono d'accordissimo con l'autore del post, inutile dividere in tre la narrazione se poi le tre donnette hanno un unico neurone.. inutile dividere i capitoli per creare suspance alla "Preston&Child". Se voleva essere dissacrante e costruire i soliti personaggi stereotipati per poi sorprenere e far riflettere il lettore con il cambio del punto di vista e con una trama folgorante, ecco non ci è riuscita! E se di solito dopo un libro interessante provo una sorta di lutto e di dispiacere dovendomi separare dai personaggi e dalle vicende... diciamo che in questo caso è come se li avessi visti passare velocemente, come dal finestrino appunto.
Ho letto con piacere la tua recensione, e sono contenta di vedere che ci sono ancora pensone che usano il cervello e che non comprano libri alla moda solo per farcisi i selfie sui mezzi pubblici! :D
Io lo definirei "il libro del treno".. ci passi vicino, lo guardi scorrere dal finestrino ma non ti lascia niente e passi distrattamente alla prossima fermata.
Silvia
Sinceramente a me è piaciuto un casino questo libro! *-*
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