Tu
sei tu. E mi capisci. E sei triste come me e, per quanto assudo,
questo è bellissimo. Sei come un cielo grigio. Bella, anche se non
vuoi.
Titolo:
Il mio cuore e altri buchi neri
Autrice:
Jasmine Warga
Editore:
Mondadori
Numero
di pagine: 279
Prezzo:
€ 17,00
Sinossi:
Aysel
ha sedici anni, una passione per la scienza e un sogno che coltiva
con quotidiana dedizione: farla finita. Tutto ormai sembra convergere
in quel buco nero che è diventata la sua vita: i compagni di classe
che le parlano alle spalle, un lavoro deprimente, il delitto commesso
da suo padre che ha segnato per sempre il suo destino. Aysel vorrebbe
sparire dalla faccia della Terra, ma le manca il coraggio di farlo da
sola. Per questo trascorre il tempo libero su "Dipartite
serene", un sito di incontri per compagni... di suicidio. Roman,
perseguitato da una tragedia familiare e da un segreto che vuole
lasciarsi alle spalle, è il prescelto. Eppure, proprio nell'attimo
in cui stanno per abbandonarla, la vita potrebbe mostrare il suo lato
leggero, dolce e pieno.
La recensione
“Mi
domando se anche la gioia abbia un'energia potenziale. O se l'energia
potenziale possa condurre alla gioia, come un siero che agisce nello stomaco e ribolle fino a suscitare la sensazione
chie chiamiamo felicità. Ma anche se così fosse, il mio tarlo nero
la divorerebbe tutta.” Nonostante un titolo che pensandoci su è
anche bello, ma che letto di sfuggita lascia pensare alla biografia
segreta di Valentina Nappi – e, essendo traduzione precisa
dall'inglese, mi viene ragionevolmente da chiedermi: ma questi
americani non conoscono i doppi sensi? -, Il mio cuore e altri buchi
neri, inizialmente ignorato per
un titolo che, come detto, non è colpa nostra e una copertina
stucchevolissima che invece è colpa nostra eccome, complici una
Mondadori prodiga di copie omaggio e recensioni positive di fidati
amici della blogosfera, è finito schiacciato tra i mattoncini –
tutti capolavori, si spera – che mi ero ripromesso di leggere
durante le vacanze. Quando il mare finisce per diventare routine, si
è insofferenti a temperature da bollino rosso e si va in cerca, per
noia e soddisfazione personale, della lettura dell'anno, dopo esami
che spingono a trasformarci in lettori pigri e a divorare, senza
sentirci in colpa, storie brevi, leggere e vagamente
preconfezionate.
Con la solita scusa della stanchezza arretrata,
inserito tra l'ultimo voluminoso King (letto), il vincitore del
Premio Neri Pozza (in lettura) e l'autore Pulitzer di quest'anno (da
leggere), trovarmi tra le mani l'esordio di Jasmine Warga mi ha fatto
rimangiare la promessa di dedicarmi soltano a letture impegnate, ora
che il tempo è dalla mia, e riflettere sul fatto che tanta serietà
non fa per me, dunque perché non spezzarla, ogni tanto, con qualcosa
così? Un romanzo estivo e dal suono sì osceno, ma che dalla sua ha
più di qualche piccolo pregio che, in definitiva, può risultare
abbastanza? Scrivevo in una delle mie familiari parentesi
cinematografiche, qualche giorno fa, la lista degli ingredienti che
devono costuire l'abc della commedia alternativamente romantica che
dico io. Il perfetto film, o romanzo, del filone boy
meets girl avrà
un lui e una lei che si incontrano in un'occasione bizzarra – un
sito anonimo per cercare un compagno di suicidio - , personaggi
particolari che si contano su due dita – Aysel, di origini turche,
lavora in uno squallido call center e ha il pallino della fisica;
Roman, un tempo campione di popolarità, ha l'altezza giusta per fare
canestro e mani d'oro per ritratti bellissimi: entrambi, inoltre,
vogliono morire, a sedici anni –, una scrittura brillante – qui
restiamo purtroppo a bocca asciutta, perché la Warga si limita a
scrivere correttamente e senza guizzi speciali, evitando però
l'aforisma facile e scenette pruriginose di sorta – e temi
importanti, al di là dei toni lievi – il pessimismo cosmico, la
voglia di farla finita, deprimersi. Due numeri primi che si
incontrano, il sentimento che nasce: l'amore li salverà dal baratro?
Arrivato in libreria sulla scia di Raccontami di un giorno
perfetto, adorato e contestato
insieme, parla ancora del suicidio e dei giovanissimi, con punte di
ironia tragica, delicatezza e pochi baci per rimarginarsi a vicenda
le ferite. Pare sia piaciuto di più del romanzo della Niven, dicono
ci sia, almeno, un po' di speranza che non guasta, ma – nonostante
a differenziarli, nella mia valutazione, ci sia appena una mezza
stella – ho preferito l'altro. Politicamente scorretto, tosto,
disperato.
Ci sono più buchi neri in quel Theodore Finch – scrivo
il suo nome senza il bisogno di sbirciare, giuro, perché mi ha
scavato un tunnel nello stomaco – che in una storia
agrodolce e priva di buchi – narrativi, interstellari, neri –
come questa. A volte ci si sveglia tristi e si va a dormire tristi;
si nasce con l'inclinazione alla malinconia e, se l'abisso chiama, non
c'è interferenza a distoglierci dal sogno disgraziato della tomba. A
volte, ed è il caso di Aysel e Roman, brutti pensieri sono legati a
brutte esperienze: il 7 aprile, i due decidono di uccidersi perché
si sentono responsabili di tragedie di cui invece non hanno colpa.
Cose che capitano quando sei ragazzino, solo e, in mancanza di
responsabili, accusi te stesso: per la vita che ha strappato tuo
padre (puoi compensare strappandoti la tua?), per una dimenticanza
che ha significato tanto dolore (puoi ricordartene, adesso, andando
via a un anno esatto da quel giorno?). Per Green era colpa delle
stelle – ogni riferimento a John non è casuale, con
protagoniste dai nomi in assonanza, lunghe chiamate telefoniche,
salti a casa di Gus o Roman -, per la Warga è colpa delle
circostanze, per la Niven – e ciò mi ha davvero colpito; non c'è
consolazione – non è colpa di nessuno. Chi cerca una
lettura garbata, rasserenante, simpatica apprezzerà Il mio
cuore e altri buchi neri. Io
sono per la cruda verità, anche se alla redenzione delle favole mi
piacerebbe crederci. Un romanzo non
troppo simile a Raccontami di un giorno perfetto,
purtroppo o per fortuna, che vorrei assicurarvi sia una storia mai
letta. Non posso. Non va oltre i classici racconti sugli amori salvifici, le
seconde opportunità e gli innamorati sfortunati e un po' geniali. Ma
non sembra scritto a tavolino, ha un messaggio da comunicare e, se la
vita dovesse farsi dura, Jasmine Warga – dolcemente – ci direbbe
che c'è del buono. Rassicurante, come sentirsi dire una parola giusta nel
momento sbagliato.
Il
mio voto: ★★★
Il
mio consiglio musicale: Ozark Henry – I'm Your Sacrifice
Secondo me è quello che voleva essere, un romanzo rassicurante. Sicuramente il fine della Warga e quello della Niven sono diversi, ed è una cosa che apprezzo, ho un motivo in più per leggere Raccontami di un Giorno Perfetto :)
RispondiEliminaPerò ogni romanzo young adult vuole essere rassicurante, Silvia. Quello è il difetto, secondo me. Spicca poco poco.
EliminaUna cosa è sicura..quella copertina è terrificante! io l'avevo snobbato per quella.
RispondiEliminaHai proprio ragione. Quella americana, più astratta, mi piace.
EliminaHo acquistato proprio due giorni fa "Raccontami di un giorno perfetto", questo romanzo invece non mi convince proprio!
RispondiEliminaSpero ti piaccia; leggilo nel momento giusto.
EliminaNon è perfetto, anzi, ma a tratti - nonostante l'utilità di lei, Violet - mi ha scosso.
Che sorpresa trovare questo libro tra le tue letture!
RispondiEliminaComplice l'argomento, e il titolo vagamente ammiccante, ho deciso di saltare questo libro, però ti ringrazio comunque per la recensione sempre azzeccatissima.
Grazie mille, Alessandra!
EliminaOgni tanto il guilty pleasure ci sta, ma questo - in realtà - non ha niente di "guilty".
Molto a modo, a dire la verità.
Non m'ispirava prima e non m'ispira adesso. Piuttosto leggerò Il buio oltre la siepe, almeno conoscerò l' omonimo del caro Theodore.
RispondiEliminaDevo leggerlo anch'io, assolutamente. Lo dico da secoli. Lo conoscevo già di fama, ma è stata la saga di Beautiful Creatures a mettermi la pulce nell'orecchio. :)
EliminaIdem. Le citazioni di libri e simili sono gli unici elementi che mi sono davvero rimasti di quella saga.
EliminaIo, invece, la adoro proprio. Descrizioni e suggestioni che gli urban fantasy, solitamente, possono sognarsi. Ma, a onor del vero, mi manca l'ultimo volume. Speriamo di recuperarlo, tra le altre cose, questa estate.
EliminaEcco, forse è stato un problema anche di genere; gli urban fantasy non mi entusiasmano molto e, dopo il primo volume molto carino e scorrevole, mi era venuto un pò a noia. Dell' ultimo, ricordo proprio poco; a livello di sensazioni mi ha infastidita per la sua improbabilità.
EliminaSono sicura però che la penserai diversamente, quindi buona lettura :)
Grazie!
Eliminacom'è che mi ritrovo sempre a postare commenti sui libri che stai leggendo sulle recensioni appena pubblicate? :) ma tant'è ... L'amica geniale è un libro meraviglioso, per certi versi la location mi ricorda tanto la fortezza della D'Urbano, con ovviamente una storia completamente differente. Non vedo l'ora di conoscere il tuo giudizio in merito!
RispondiEliminaCommenta dove vuoi, Chicca. :)
EliminaL'ho iniziato ieri notte, praticamente, ma - dal poco che ho letto - mi sembra all'altezza delle tante aspettative. A presto!
bene grazie lo farò :)
Eliminaio invece sono nel pieno de Il ladro di nebbia, mi sento trasportata da un tornado di bizzarrie in quel di Tirnail. Spero di non rimanerne delusa, soprattutto dopo aver finito di leggere Fiore di Fulmine che è stato un libro splendido.
A me Fiore di fulmine è piaciuto, ma non troppo. Mi è mancata la Sardegna del romanzo precedente. Era molto simile ai gotici inglesi, dunque perdeva un po' la sua caratteristica base, per me. Il ladro di nebbia, invece, è tutta un'altra cosa. Sono certo ti piacerà: il finale è la parte migliore ;)
Eliminaaccidenti adesso sono ancora più curiosa sia di finire Il ladro di nebbia che di recuperare il primo libro della Roggeri :P buona giornata, torno al lavoro!!!!
EliminaEro convintissimo lo avessi già letto. Sarà un bel recupero!
EliminaBuona giornata :)