Che aspetto ha il mondo, oggi? Lo riconoscerai? E' grigio? Gli alberi sono impazziti? I fiori, le canne, il cielo? Il mondo intero è uscito di senno? Combatte contro se stesso? La terra rifiuta i suoi oceani? Il vento è aumentato: ha visto qualcosa? E' pazzo anche lui?
Autore:
Josh Malerman
Editore:
Piemme
Numero
di pagine: 306
Prezzo:
€ 17,00
Data
di pubblicazione: 12 Maggio 2015
Sinossi:
Là
fuori, in un mondo dove nessuna certezza è più tale, c'è qualcosa
di terrificante. Qualcosa che non deve essere visto. Chi è così
folle da tenere gli occhi aperti, va incontro a un destino
spaventoso. Cinque anni dopo i primi episodi di terrore, pochi sono
rimasti a popolare la terra. Vivono bendati, in una cecità
autoimposta che li confina in un'oscurità perenne, in case buie e
polverose con porte e finestre sprangate. Nessuno di loro ricorda di
che colore è il cielo, com'è fatta una nuvola, quanto può
abbagliare la luce del sole. Come Malorie che, rimasta sola con i
suoi due bambini, ha soltanto una speranza: attraversare il fiume,
bendata, e raggiungere un luogo dove alcuni uomini stanno combattendo
contro quel male senza nome. Ha aspettato quattro anni perché sa che
il fiume, a un certo punto del percorso, si divide in quattro rivoli.
E, per scegliere quello giusto, Malorie dovrà fare qualcosa che non
fa da anni: aprire gli occhi. E sfidare la sua stessa mente per non
cedere alla follia.
La recensione
La recensione
"L'uomo è la creatura che lui stesso teme."
Una mamma, scalza in una casa buia, i capelli spettinati, magari un pigiama sbiadito, va a svegliare i suoi piccoli. Le finestre chiuse, ma fuori è già giorno. Gli uccelli, nella loro gabbia, cantano: il suono che fanno somiglia a un allarme antincendio. Ora di andare a scuola. Il Bambino e la Bambina – privati del nome, condannati per sempre al buio – si vestono, indossano da bravi il loro zaino, non si lamentano. Risparmiano sulle parole, il cibo, la luce. Allevati come segugi ad assecondare il più utile dei cinque sensi in un mondo da affrontare tutto ad occhi chiusi: guidati dall'udito. Escono di casa che è ancora presto, ma non hanno un pulmino giallo, bravissimo sui compiti e compagni di giochi ad aspettarli. Una panoramica di quel quartiere in rovina di un mondo in rovina per precisare che quella non è la storia di una famiglia americana. Il che non è del tutto corretto: Malorie, un figlio per mano e gli occhi bendati, i piedi che si muovono accorti lungo i giardini di un vicinato decimato, è il soggetto principale di una grande storia di famiglia; solo, ha lo sfondo nero dell'apocalisse. Cinque anni prima, un boom di suicidi inspiegabili e la necessità di barricarsi in casa come topi in una tana, per non avere contatto alcuno con le creature che hanno rubato i nostri spazi: sono silenziose, invisibili, misteriose. Non chiederti cosa vogliono. Non guardarle. Chi le ha fissate negli occhi – ma hanno occhi? - è diventato pazzo. Malorie non esce da allora, e i suoi figli non sono usciti mai. Il romanzo ha inizio con il loro primo e falso giorno di libertà, in fuga da una casa con la moquette e le pareti luride di sangue, verso un fiume che scorre e una voce – finalmente una voce umana, dopo tanta solitudine - che chiama. E dice vieni qui, ché c'è un posto: speranza. Il romanzo di Malerman si è imposto in cima alle mie letture, arrivato con qualche giorno d'anticipo, grazie alla sua copertina. Osservatela, in libreria. La “o” di “morte” è come un oblò e le rondini in picchiata si vedono da quello spiraglio rotondo, stampate sulla copertina rigida. E' tridimensionale. Ci giocherellavo, facendo scorrere le dita lungo il taglio nella carta, e ho iniziato a leggerlo sovrappensiero. Mi aveva attirato, mesi prima, ma l'altro giorno non sapevo... Il booktrailer ben confezionato, l'autore famoso in un campo diverso da quello letterario, la prospettiva di un film mi insospettivano.
Una mamma, scalza in una casa buia, i capelli spettinati, magari un pigiama sbiadito, va a svegliare i suoi piccoli. Le finestre chiuse, ma fuori è già giorno. Gli uccelli, nella loro gabbia, cantano: il suono che fanno somiglia a un allarme antincendio. Ora di andare a scuola. Il Bambino e la Bambina – privati del nome, condannati per sempre al buio – si vestono, indossano da bravi il loro zaino, non si lamentano. Risparmiano sulle parole, il cibo, la luce. Allevati come segugi ad assecondare il più utile dei cinque sensi in un mondo da affrontare tutto ad occhi chiusi: guidati dall'udito. Escono di casa che è ancora presto, ma non hanno un pulmino giallo, bravissimo sui compiti e compagni di giochi ad aspettarli. Una panoramica di quel quartiere in rovina di un mondo in rovina per precisare che quella non è la storia di una famiglia americana. Il che non è del tutto corretto: Malorie, un figlio per mano e gli occhi bendati, i piedi che si muovono accorti lungo i giardini di un vicinato decimato, è il soggetto principale di una grande storia di famiglia; solo, ha lo sfondo nero dell'apocalisse. Cinque anni prima, un boom di suicidi inspiegabili e la necessità di barricarsi in casa come topi in una tana, per non avere contatto alcuno con le creature che hanno rubato i nostri spazi: sono silenziose, invisibili, misteriose. Non chiederti cosa vogliono. Non guardarle. Chi le ha fissate negli occhi – ma hanno occhi? - è diventato pazzo. Malorie non esce da allora, e i suoi figli non sono usciti mai. Il romanzo ha inizio con il loro primo e falso giorno di libertà, in fuga da una casa con la moquette e le pareti luride di sangue, verso un fiume che scorre e una voce – finalmente una voce umana, dopo tanta solitudine - che chiama. E dice vieni qui, ché c'è un posto: speranza. Il romanzo di Malerman si è imposto in cima alle mie letture, arrivato con qualche giorno d'anticipo, grazie alla sua copertina. Osservatela, in libreria. La “o” di “morte” è come un oblò e le rondini in picchiata si vedono da quello spiraglio rotondo, stampate sulla copertina rigida. E' tridimensionale. Ci giocherellavo, facendo scorrere le dita lungo il taglio nella carta, e ho iniziato a leggerlo sovrappensiero. Mi aveva attirato, mesi prima, ma l'altro giorno non sapevo... Il booktrailer ben confezionato, l'autore famoso in un campo diverso da quello letterario, la prospettiva di un film mi insospettivano.
Temevo
delusioni. In trecento pagine, predisposto al fiasco, ho temuto sì,
ma il sentirmi esposto agli artigli – ma hanno artigli? - degli
invasori, mentre facevo miei gli occhi bendati di personaggi che
guidano il lettore, al buio, tra impieghi quotidiani e piani persi in
partenza. Se la trama non si rivela troppo originale, si apprezza
però la struttura nata per farsi cinema e la curiosa limitazione dei
punti di vista: La morte avrà i tuoi occhi è
soprattutto la storia di Malorie, ma è raccontata in terza persona e
si apre, capitolo dopo capitolo, ai caratteri vari di quelli che
saranno i suoi compagni di viaggio durante i nove mesi di “dolce”
attesa. Le tensioni interne, la repulsione dell'esterno. Sei Malorie
che partorisce da sola, Felix che va al pozzo, Tom che strimpella al
piano Cole Porter, Don e Gary che seminano dubbi. Ma sei limitato,
bendato, imprigionato come lo sono loro. Vivi al di qua della loro
benda sugli occhi, pensi con le orecchie, leggi di continuo tra le
sfumature di un panno nero. Un fruscio fa saltare, un ramo spezzato
spezza il fiato: sarà il vento, o altro? Intanto, nella loro gabbia,
gli uccelli urlano. Come quelli che si portano appresso gli operai
delle miniere, per presagire gli eventuali crolli.
Il
mio voto: ★★★★
Il
mio consiglio musicale: Negramaro – Via le mani dagli occhi
Già prima mi aveva fin da subito incuriosito, sarà appunto per la copertina e per la trama piuttosto strana, ma adesso sono sempre più curiosa di leggerlo!
RispondiEliminaPer gli amanti del genere, la trama in realtà si rivela meno strana del previsto, ma gioca coi luoghi i comuni con una certa sapienza :)
EliminaAnche a me era saltata subito all'occhio la copertina e poi la trama aveva fatto il resto... Quindi l'ho infilato subito in wish list.
RispondiEliminaBene bene!
EliminaPiù che un thriller mi sembra un romanzo apocalittico, mi incuriosisce però...
RispondiEliminaE' quello ma non solo.
EliminaHo spiegato meglio a Solsido...
Penso di non aver capito niente.E ,non so perché,leggendo la tua recensione mi è tornato in mente Fahrenheit 451.Sembra un romanzo apocalittico,sono d'accordo con Nico.
RispondiEliminaNon saprei, con Fahrenheit non ha nessuni punto di contatto. Manca tutta la parte distopica, ad esempio. Come ho scritto, lo sfondo è post-apocallitico, ma mancano tsunami, terremoti o comuni invasioni aliene. E' tutto già successo, e non si sa cos'è successo. Per tutto il tempo. Le dinamiche tra i personaggi, bloccati in casa, e la paura dell'ignoto della protagonista - il dubbio c'è sempre: c'è davvero qualcun altro, fuori, o è solo suggestione? - sono da inserire a pieno nella parentesi del thriller psicologico.
EliminaSembra stupendo *_*
RispondiEliminaTi piacerà!
EliminaRimanda un pochino a Blindness di Saramago. Ma masticando poca letteratura contemporanea (e molta classica) mi sbaglio...
RispondiEliminaIl collegamento c'è, ma andrebbe a discapito del buon Josh, qui :)
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