Buongiorno
a tutti, amici miei. Come state? Io continuo a lottare con la
Filologia, ma è quasi fatta, per fortuna. Dieci giorni precisi e
sono libero: addio sessione invernale. Oggi, con Mr Ciak, altra
parata di stelle, altro appuntamento dedicato alla vicinissima notte
degli Oscar – aspettatevi, inoltre, un post con i miei pronostici e i
miei preferiti in lizza, nelle prossime settimane. Quattro film
imperdibili, ma diversissimi tra loro. I primi due, per me, si
accontenteranno giusto di qualche premio minore: sono film
validissimi, ma quest'anno la concorrenza è immensa. Dallas
Buyers Club spero che, almeno, vinca due statuette: McConaughey e
Leto migliori attori, perché non c'è storia. Blue Jasmine,
inoltre, sicuro come il sole, farà guadagnare alla bravissima
protagonista un meritatissimo Oscar: io
tifo per la Streep, lo sapete, ma anche la Blanchett è una
fuoriclasse. Quali avete visto? Quali vedrete? E le vostre
preferenze? Un abbraccio a tutti, M.
Capita,
a volte, di trovare, nella posta elettronica, email improbabili con
splendide ed improvabili notizie. Fake a cui qualcuno potrebbe
credere. E chi non vorrebbe credere, in fondo, di aver vinto una
barca sproposita di soldi? A Woody capita con la posta, ma con quella
normale. Gli annunciano una presunta vincita e lui, con la sua
camicia a quadri, è pronto ad andarla a riscuotere. A piedi. In
Nebraska. Con tanti anni sulle spalle, tanti debiti da ripagare, due
figli a cui assicurare un po' di felicità, il sogno di un furgone e
di un compressore tutti nuovi, anche se non ha più la licenza di
guida da secoli e un compressore l'aveva, prima che il suo rivale di
gioventù – quarant'anni prima – glielo rubasse. Una macchina si
accosta al lato della strada: è David, il figlio. Quello è l'inizio
della loro avventura. Lo spettatore viaggia sul sedile posteriore per
tutto il tempo, seduto accanto ai fantasmi di troppe bottiglie di
birra consumate, a rancori inespressi, a frammenti di rimpianti.
Bruce Dern è un intenso, stupendo, coinvolgente Woody: risponde per
monosillabi, uomo pieno di silenzi, di dolori tenuti nascosti, di
dignità. La guerra in testa, metà della famiglia a due metri sotto
terra. L'ispirato e sorprendentemente bravo Will Forte è suo figlio,
David. Il rapporto tra di loro retto da un furgone che è status
symbol. L'atto del guidare come un collante tra due generazioni
lontane: un'arte che si trasmette da padre in figlio, poi, alla fine,
da figlio in padre. Candidata agli Oscar accanto al molto più bravo
Bruce Dern, la frizzante, irriverente June Squibb. Una moglie con un
caratterino tutto pepe, con un vocabolario più variegato e colorito
di quello di uno scaricatore di porto: malizia da vendere,un passato
pieno di focosi amanti che – difficile crederlo, ora come ora –
si contendevano spavaldamente le sue grazie. Parla (e male) per tutti
e di tutti. Gli uomini della famiglia, invece, parlano poco: il
necessario. Si salutano dicendosi addio, mai arrivederci. Hanno, come
luoghi di incontro, il bar e il cimitero. Un bianco e nero
rilassante, malinconico, bello, culla i personaggi di questa
magistrale commedia diretta dall'Alexander Payne del – secondo me –
sopravvalutato Paradiso Amaro: fotografia incantevole,
dialoghi senza pause, protagonisti ottimi, colonna sonora folk tre
le parole. Si parla di anziani e io mi emoziono. Si parla di anziani
e la comicità si fa triste. La vita ti trascina e tu non sei,
infatti, più padrone di niente. Lo capisci tardi. Non hai più
possesso della tua famiglia, dei tuoi cari, dei tuoi beni, del tuo
vecchio compressore, del tuo destino. Si passano gli ultimi anni a
cercare un senso, come fa il protagonista con il suo “biglietto
d'oro” di Willy Wonka. La carica vitale degli anziani. Il loro
candore, la loro schiettezza, la loro ruvidezza, la loro mesta
allegria in una piccola perla che ruba consensi e parole superflue.
Dallas Buyers Club è una sorta di documentario, dal taglio decisamente cinematografico, che ci conduce straordinariamente nel peggio degli anni '80, all'epoca dell'AIDS e delle spietate lotte tra case farmaceutiche, in un Texas rurale e polveroso, in cui l'ignoranza, la fatica e la grettezza fanno da padroni incontrastati. Ron Wodroof è il prodotto corrotto di quella mentalità, di quella gente: razzista, omofobo, avaro, volgare. Lavora come elettricista e, per scommessa, cavalca tori, rischiando di spezzarsi l'osso del collo un giorno sì e l'altro pure. Si buca, fa sesso non protetto, beve fino a dimenticare sé stesso. Ignora platealmente i giornali che parlano delle piaghe dell'HIV, perché quella è una cosa da “froci” e lui, pieno di donne e banconote sporche, è un uomo vero. Poi sta male, sviene in una pozza di muco e sangue e si risveglia in ospedale: nel suo sangue, oltre alla droga, un mostro che sta mettendo in ginocchio la comunità gay, Hollywood, e adesso anche lui. Gli restano da vivere 30 giorni scarsi. Contro ogni pronostico, vivrà molto più a lungo del previsto e farà della sua vita un piccolo, grande miracolo. Il personaggio di Ron è scolpito nella roccia, e da uno scultore decisamente capace e attento ai dettagli. Sembra vero: è vero. Forse è un dannato, un peccatore, forse è un santo fuori dagli schermi, ma la sua vita è storia. I suoi mille viaggi, i suoi infiniti imbrogli, le sue interminabili imprecazioni hanno fatto di lui il simbolo perfetto di una lotta contro la morte e la malattia: un paladino politicamente scorretto, ribelle, sgradevole, commovente; uno spacciatore di medicinali di contrabbando e di felicità in pillole che tentò di salvare sé stesso e gli altri, per una nobiltà d'animo tenuta accuratamente nascosta e per un piccolissimo, diciamo così, tornaconto personale. Lungo il suo viaggio, una giovane dottoressa – interpretata da una convincente e affascinante Jennifer Garner in camice bianco – e Rayon, un transessuale dal cuore buono e dal corpo fragilissimo che lo cambierà nel profondo, grazie a un'amicizia autentica e inattesa. Il loro rapporto – fatto di alterchi e battutacce, spintoni e rari abbracci – è il cuore del film: la cosa più emozionante che c'è. Dallas Buyers Club, infatti, è tanto coerente da non giocare mai la carta della commozione facile: è crudo, duro, sporco, ma pacatissimo. Sano. Trova un soffio di vita quando la fine sembra vicina, scopre una cura segreta quando sembrava bisognasse semplicemente lasciarsi morire. Non mi ha comosso, non mi ha lasciato con l'animo più leggero o più pesante, ma mi è piaciuto. Decisamente. Perché è una storia vera, racconta senza peli sulla lingua e senza cornici superflue. Perché sa avvincere e far dimenticare una regia non sempre impeccabile, ma traballante. Soprattutto, perché è retto da due attori grandiosi, per descrivere i quali mi ci vorrebbero nuovi aggettivi: Matthew McConaughey e Jared Leto. Il primo, nel ruolo del protagonista assoluto, l'abbiamo visto troppo spesso in commedie romantiche troppo stupide: sorridente, in forma smagliante, affabile. Lo troviamo, qui, senza i suoi muscoli e i soliti ruoli: la consacrazione di un talento lampante. Magrissimo, brutto, brusco, McConaughey ha una forza incredibile, che si scambia per disperazione, ma che forse è attaccamente istintivo alla vita. Nei panni di uno dei comprimari, Jared Leto: colui che sa far tutto. Tra pubblicità di profumi e fantastiche canzoni, Leto è una delle voci più belle del rock, uno degli uomini più belli sulla faccia della terra e, questa volta, anche uno degli attori più bravi e sorprendenti. Dimesso ed emaciato come il suo collega, con braccia sottili come fuscelli e un corpo da bambino, è un transessuale brioso e malinconico, divorato lentamente da un male che non ha toccato solo i suoi occhi: azzurri ed espressivi, comunicano un mondo intero. In un film anche piuttosto lungo, ha ben poche scene, ma buca lo schermo senza sforzo alcuno e resta impresso, con la maestria dei grandi, con i sogni e le debolezze di una ragazza a metà che, anche se con la fine a un passo, continua a stringere i denti: delicato, buffo, duttile, struggente. Come quella famosa tempesta di farfalle, in una delle memorabili sequenze conclusive.
Ho
scoperto Allen di recente, e ho imparato a conoscerlo meglio di anno
in anno. E' un omino strano e buffo, dalla personalità spiccatissima
e dal gusto ineccepibile, con a carico grandi capolavori e grandi
fiaschi. In realtà, l'ho scoperto da Match
Point in poi e dovrei
recuperare, all'interno della sua filmografia, i migliori dei suoi
film, suppongo. Di lui ho visto un po' del peggio e un po' del
meglio, a periodi alterni. Alla fine, sono arrivato qui. Sono
arrivato a Blue Jasmine,
a metà strada tra New York e San Francisco, su un ponte sospeso tra
la gioia e l'abisso. Nella casa segreta di Woody. Perché questo, tra
i più recenti, è forse il più alleniano
dei suoi film: quello
che più è suo.
Tragicomico. Divertente, ma tristissimo. Malinconico, ma autentico.
Si ride, ogni tanto, ma per crudeltà: per contemplare, dalla nostra
poltrona comoda, le scandalose sciagure degli altri e le loro
altrettanto scandalose menzogne di benessere. Blue
Jasmine è una commedia
borghese dall'impianto fortemente teatrale, girata in interni
all'inizio lussuosi e alla moda, poi similissimi a quelli dei nostri
comuni appartamenti di periferia. Una tragedia dal sapore comico o
una commedia dal sapore tragico che, tra frecciatine impregnate di
veleno e morsi mortali inferti dai tipici parenti serpenti, parla
della crisi economica, ma dal punto di vista di coloro che ci hanno
messo con le spalle al muro. Nuovi ricchi, senza capacità, ma pieni
di pretese egoistiche, che baratterebbero il mondo per un bacio
appassionato, o per un capo firmato. Nuovi ricchi che, quando tutti i
nodi vengono al pettine, si scoprono essere i nuovi poveri. Jasmine
ha sempre vissuto d'apparenze e di luci, poi i riflettori si sono
spenti sulla sua vita da regina e lei, spaesata, ha scoperto che il
suo castello stava per essere pignorato: via il suo trono, via i suoi
gioielli, via un marito che era semplicemente status symbol. Le resta
solo il nome altisonante e fintamente esotico che si è scelta e sua
sorella, Ginger: così semplice, così provinciale, così diversa da
lei. Allen realizza un ritratto vagamente cubista di due donne – e
di due mondi – a confronto: ad accomunarle è una vita che, ormai,
non è più clemente con nessuno. Si è insieme in questa catastrofe
finanziaria, sentimentale, psicologica, che ha fatto della prima una
segretaria part-time; della seconda, una ragazza madre che lavoro
come commessa in un piccolo supermarket. I problemi di Ginger –
interpretata dalla fresca Sally Hawkins – appaiono decisamente
familiari. Quelli di Jasmine da alieni, invece, diventano
inaspettatamente un po' nostri. L'ultima scena, girata su una di
quelle panchine tanto care al regista, è di una tristezza cosmica e
assoluta. Cate Blanchett è regale, sconcertante, vigorosa.
Incredibile lei, un po' meno quei personaggi maschili delineati poco
e male. Allen tira fuori il meglio e il peggio di lei e ne fa un
personaggio nevrotico come i suoi soliti, ma delicato come pochi: uno
Charlot al femminile che parla da sola in un parco, con un (ultimo)
tailleur griffato come frac e un (ultimo) trolley Louis Vuitton come
bastone da passeggio. Spesso dico che una grande attrice non può
fare di un piccolo film un grande film. Spesso sbaglio. La Blanchett
è classe; la Blanchett è una lezione ambulante di grande
recitazione.
Philomena solo 3 e mezzo? Speravo di più :( Lo vedrò ugualmente! e poi voglio vedere ASSOLUTAMENTE Dallas BUYERS CLUB :D
RispondiEliminaMa non fare caso ai voti: sono diversi da quelli del libri! :P
EliminaLo so anch'io che tre e mezzo è un voto che dai a quei libri carini e basta, ma per i film faccio un ragionamento completamente diverso: date solo una volta cinque stelle. Magari, la prossima volta, integro con i numeri? (:
ahaha devi iniziare ad andare di decimi, non più quinti! :D
EliminaMa con i decimi mi sento tanto prof :P
EliminaCome già ti avevo detto, Philomena è sulla lista :D Dallas Buyers Club ancora prima di Philomena ahah devo darmi una mossa prima che ci siano gli oscar! :P
RispondiEliminaAppena li vedo ti dico come la penso :P Io invece ho visto Summer in February, davvero carino! Anche se lascia una sensazione di incompletezza e di troppi silenzi: troppe cose non dette che il regista si aspetta che lo spettatore capisca, secondo me... che a volte è la tattica giusta per intrattenere e coinvolgere, ma altre volte (se si esagera) finisce per stancare chi guarda perchè si aspetta qualche "conferma". Non so se mi sono spiegata :/
In ogni caso, performance di Emily Browning discreta - penso che non riesca a "sfondare" perchè spesso le vengono affidati ruoli che la riducono ad un ammasso di occhi tristi e basta
Sì, è tra i film da vedere: io adoro la Browning. E' bellissima e anche piuttosto brava, ma, come dici tu, fa un certo tipo di film. Raramente, l'ho vista alle prese con i prodotti di Hollywood, anche se sarà nel tamarissimo Pompei :P Inoltre, c'è anche Dominic Cooper, no? Una volta mi stava simpatico, ma da quando è ovunque, peggio di Jennifer Lawrence, non lo detesto, ma poco ci manca.
EliminaLa Browning mi sembra sulla buona strada perchè mi pare la versione acerba di Carey Mulligan, una delle mie preferite in assoluto - quasi più per personalità che per attrice ormai ahaha
EliminaSi c'è anche Dominic Cooper, il personaggio che più di tutti ho faticato a comprendere! Ti dirò, in giro non l'avevo visto molto perchè non ho guardato film che lo vedevano tra i personaggi, ma ora che mi fai notare la sua filmografia ultimamente è molto in circolazione :P
Non come la Lawrence - che io invece ADORO: sono parecchio vittima delle sue performance sempre molto "al limite della pazzia"!
Nebraska mi ispira, ma dalla copertina mi ricorda molto il cinema d'autore ! Ammetto di non aver mai visto il trailer... Mi sa da quei film che descrivono il "marcio dentro" - marcio dentro le famiglie e le persone, dentro i rapporti. Faccio fatica a mandarli giù
RispondiEliminaBlue Jasmine mi sa di un libro antiborghese tipico dei primi anni del '900 - un pò scapigliato, ne racconta le sciagure e le disavventure che il protagonista "si è andato a cercare". Ma per confermare questa tesi devo vederlo :P
No, su Nebraska ti sbagli, Giuls :P E' una belissima commedia, d'autore, sì, ma decisamente per tutti. Io non sono per niente da film d'autore, lo sai. E' allegro, spigliato, ma molto malinconico - come non esserlo quando si parla di vecchiaia? Di marcio non c'è nulla. Parla di tutto, ma sempre con il sorriso. Anche se in bianco e nero, ha una certa solarità. Fidati. Ti divertirai anche, ma con intelligenza. Su Allen, invece, l'impressione è giustissima ;)
EliminaPrime impressioni azzeccate al 50% ahah non male! :D seguirò il consiglio ;)
EliminaChe belle recensioni e bellissimi film! ho visto proprio ieri sera Philomena che mi è piaciuto tanto (quanto è brava Judy Dench'!) al contrario del libro (noiosissimo). Dallas Buyers Club è stato una rivelazione, con un Matthew McConaughey che non avrei mai immaginato!
RispondiEliminaNebraska e Blue Jasmine sono nella mia lista dei film da non perdere.
complimenti!
Grazie mille, Tessa! Il libro di "Philomena" mi ispirava, ma essendo una sorta di reportage, non un romanzo vero e proprio, non l'ho preso, alla fine. La Dench è bravissima e commoventissima. :)
EliminaAnche io sto procedendo al recupero dei film da Oscar ;) di questi finora ho visto gli ultimi due, naturalmente non ci può essere confronto: Dallas Buyers Club (come sai) mi è piaciuto tanto, come dici tu duro e che non cerca i facili sentimenti.
RispondiEliminaBlue Jasmine mi ha lasciato un pò freddo come la sua protagonista, mi è piaciuto cmq il fatto che essa non si trasformi nella umile signora ma resti coerente con il suo personaggio snob fino alla fine....
Concordo sulla freddezza di Blue Jasmine. Allen, per quel che ho potuto vedere, in questi ultimi anni, è un po' così: ha una studiatissima patina "intellettuale" che non si scolla mai e che, inevitabilmente, crea un certo distacco tra spettatori e film. Ma, dopotutto, il "blue" è un colore freddo :P
EliminaDallas Buyers Club e Philomena mi interessano assai, ma li punto più per 'home video, per potermi commuovere in santa pace :P
RispondiEliminaWoody Allen mi ha conquistata con Provaci Ancora Sam, un film veramente geniale XD
Quello non l'ho visto, Kate!
EliminaSì, soprattutto per Philomena bisogna stare da soli, ahahahahah. Con il primo, invece, il rischio non si corre tantissimo :P
Come sai, anch'io amo alla follia i vecchietti, e Woody (in questo caso tutti e due) e Philomena sono entrati dritti dritti nel mio cuore!
RispondiEliminaTante lacrime e tanti sorrisi, insomma, con la spruzzata di serietà e interpretazioni di brividi dalla parte di Dallas.
Un bel quartetto, insomma!
Proprio così, Lisa. A proposito di film sui vecchietti...
EliminaA me, l'estate scorsa, ha messo KO "Una canzone per Marion", non so se l'hai visto. Una commedia banalotta e piuttosto leggera, ma con Stamp e la Redgrave che commuovono parecchio. :')
Della scorsa stagione me ne sono sfuggiti un po', anche Quartet ancora mi manca! Segno tutto e dopo gli Oscar mi immergo nella senilità :)
EliminaOh, The Quartet: bellissimo!
Eliminasarò io una persona cattiva, ma a philomena non ha proprio detto niente e lei l'ho trovata odiosa come pochi altri personaggi cinematografici...
RispondiEliminalo so, finirò all'inferno :)
Sì, andrai all'inferno: sappilo. Sei Scrooooooge.
EliminaVoglio vedere Dallas Buyers club. McConaughey si sta rivelando davvero un grande attore, già mi aveva colpito in Killer joe, nonostante avessi odiato quel film, trp cattivo x i miei gusti. Sn curiosa x i tuoi pronostici. Io sn molto indecisa, qst'anno c'è davvero una grande scelta.
RispondiEliminaAnch'io sono indeciso, ma almeno i miei preferiti posso dirli :P
EliminaTanto non ci azzecco mai!
Su Philomena sono pienamente d'accordo con te, mi ha emozionata parecchio...:) Nebraska mi manca all'appello, rimedierò! Blue Jasmine l'ho visto solo ed esclusivamente per la Blanchett che adoro. Allen non mi piace, nè come uomo, nè come regista, nè come attore...insomma lo detesto. Stessa cosa per Matthew McConaughey, per me è sopravvalutato come attore. Molti più bravi di lui, per motivi inspiegabili, sono stati messi un pò in un cantuccio, mah!@.@
RispondiEliminaMa McConaughey si sta dimostrando bravissimo, Indil. Anche se sta facendo vedere quant'è bravo solo piuttosto tardi. Tra i candidati, lui è il migliore, per me: Di Caprio è sempre straordinario, ma The Wolf of Wall Street non mi ha detto niente e, insieme al film, nemmeno lui. Il protagonista di 12 anni schiavo mi è piaciuto, ma secondo me, in altri ruoli, non renderebbe: lo vedo poco versatile. E chi altro c'è in lizza? :/
EliminaDici che devo farci un pensierino su Matthew? All'inizio non mi convinceva per cui l'ho messo nella lista nera e tanti saluti, può darsi sia maturato...vedremo di dargli una chance!^^ Personalmente opto per Christian Bale e Di Caprio anche se non ho ancora visto il suo ultimo film perchè l'argomento non è dei miei preferiti. Loro comunque sono ottimi attori sin dagli esordi. Per quanto riguarda le attrici è difficile: una dura lotta tra la Blanchett e la Steep!:)
EliminaMa la Streep vince sempre, lo ammetto pure io: spazio alla Blanchett. Guarda Dallas Buyers e vedrai che non c'è storia: Bale - in confronto - è insulso. Poi American Hustle, essendo una commedia, l'ho trovato parecchio meno incisivo. Per me, tra i titoli in nomination, è fuori luogo. Spero che non vinca nemmeno la Lawrence, sinceramente.
EliminaOk allora lo vedrò!^^ La Lawrence non credo vincerà ,anche se ha avuto molto successo ultimamente. A me non fa impazzire come attrice. Comunque sono un caso a parte perchè i miei gusti in fatto di attori sono a dir poco "originali". Io candiderei Martin Short a vita per esempio, anche se non è decisamente sulla cresta dell'onda, con mio grande rammarico! :(
RispondiEliminaDallas Buyers Club è nella mia wishlist, anche perché sto cercando di vedere tutti i film candidati agli Oscar.
RispondiEliminaPhilomena non mi ha entusiasmata molto... Invece di consiglio tantissimo Saving Mr Banks, con Tom Hanks ed Emma Thompson. (Okay, te lo sto consigliando perché mi è piaciuto da morire ed ho pianto come una bambina, quindi non vedo l'ora di leggere la tua recensione...).
Invece, ho adorato Blue Jasmine. forse perché ho sempre aspettative altissime sulla recitazione della Blanchett e su i film di Allen, e devo dire che non mi hanno delusa per niente :)
Sì, ho visto Saving Mr Banks ormai un mesetto fa: posterò la recensione la settimana prossima. E' tutto pronto. L'ho adorato.
EliminaMi ha proprio commosso. Lo ammetto.
:)
Beh, io spero vivamente in una vittoria di Leonardo Di Caprio, anche se i pronostici danno come favorito Matthew :/ Non mi dice granché come attore, lo trovo un po' sciapo.
RispondiEliminaMi è dispiaciuto particolarmente non vedere tra i candidati alla statuetta Joaquin Phoenix, che ho trovato superbo nei panni di Theodore in Her :( Spero che il film trionfi in qualche categoria, sarebbe un peccato se restasse a secco! Imho, è un capolavoro :')
Sì, anch'io tifo per Her: spero si porti a casa qualche premio. Merita, decisamente.
EliminaIo ho sempre fatto il tifo per Di Caprio, ma questa volta non mi ha convinto: sarà che il film non mi è piaciuto. L'Oscar è un premio importante e, per me, si dovrebbe punare su ruoli e storie importanti: quel circo che è The Wolf of Wall Street, per me, non lo è.
Io dico McConaughey. Personaggio difficile, e classico esempio di storia melensa premiata ogni anno. Di Caprio bravo ma l'Academy che premia qualcosa di Scorsese, davvero? Gli hanno già dato il contentino con The Departed. Al massimo gli lasciano le briciole.
RispondiEliminaCiao, Faina. E' vero, la storia di Dallas Buyers è melensa, ma secondo me solo apparentemente. A mio parere, lo è molto di più quella di 12 anni schiavo, che mi è piaciuto, sì, ma non di certo per l'originalità del messaggio. Scorsese lo trovo magnifico, semrpe, ma questa volta non mi ha detto niente. Anche nel 2012, se non sbaglio, con Hugo Cabret, ha vinto il premio per la miglior regia.
EliminaCiao :-) sono passata a leggere!
RispondiEliminaCondivido pienamente il tuo pensiero su Dallas Buyers Club. Prima di tutto i due attori sono formidabili. Matthew McConaughey ha fatto un'interpretazione indimenticabile e Jared Leto è veramente toccante e hai ragione: è colui che sa far tutto!!! Anche io dopo la visione ho avuto la sensazione che hai descritto: non mi ha lasciato niente di più né di meno, ma mi è piaciuto e tantissimo. Veramente un film che fa riflettere, merita tanto. Bellissima la sequenza delle farfalle.
Mi hai incuriosito parecchio su Philomena...non ho ancora avuto modo di vederlo, ma lo farò presto!
Lo invidio un tantino. Ma poco, poco, poco, eh ;)
EliminaPhilomena molto bello: ti piacerà!