Ci
sono nati il cane Cujo, l'antiquario di Cose preziose,
i bambini di Stand By Me, lo scrittore fuori di sé di La
metà oscura. Castle Rock, Maine, è la città immaginaria che
nutre i crimini di sangue e i best-seller di sicuro successo. L'isola
che non c'è, potremmo dire, o meglio: l'inferno che voleva
esserci; farsi anche TV, se l'orrore piace pure a puntate. Le
produzioni ispirate ai successi di King, tuttavia, le si accoglie
sempre con un altro tipo di paura: quella che accompagna gli
adattamenti deludenti, i progetti morti sul nascere in quanto mediocri. Così è stato, almeno, prima per Under the Dome, poi
per The Mist. Quale destino si doveva mettere in conto invece per la sperimentale Castle Rock,
serie scritta dal nuovo che il Re non lo avrebbe adattato, bensì
omaggiato? L'omaggio, chiariamolo, è molto alla lontana: soprattutto
ai conoscitori superficiali, potrebbe apparire perfino pretestuoso;
uno specchietto per le allodole. In dieci episodi, ambientazioni a
parte, del mondo di King – auguri a lui, che lo scorso venerdì ha
spento settantuno candeline – in realtà c'è poco: la prigione di
Shashank sullo sfondo, l'invecchiato ma valente sceriffo Pangborn,
una giovane che per fardello ha il cognome del famigerato Jack
Torrence. Non si vuole battere il ferro finché è caldo, no, così
come non ci appare un vezzo, l'ennesimo easter egg,
un cast con una manciata di attori già familiari a questo universo –
parlo di Carrie e It,
una meravigliosa Sissy Spacek e lo spiritato Bill Skarsgard, qui in
borghese e alle prese con ruoli tutti diversi. È di ritorni a casa,
invece, che si parla, con l'avvocato André Holland chiamato a fare
luce sui misteri della propria infanzia. Di un giovane senza nome né
memoria, prigioniero in un'ala nascosta del carcere, che forse è una
vittima, forse un pericolo imminente. Si viaggia tra presente e
passato, a cavallo tra realtà, soprattutto se nelle ultime puntate –
magistrali la settima e la nona, autentici e toccanti girotondi
temporali – l'immancabile J.J. Abrams ci mette lo zampino.
Qualcosa e qualcuno non funzionano: il taglio tanto classico da
risultare un po' compassato, ad esempio, o i personaggi di Jane Levy
e della eppur brava Melanie Lynskey. Ma, se non tutto fila a regola
d'arte, comunque fa piacere scorgere tra le righe il King meno
indagato: introspettivo, malinconico, esistenzialista. Quello per
pochi eletti. Nella fascinosa ma irrisolta Castle Rock,
infatti, non ci sono enigmi più grandi del fluire del tempo, della
memoria che svanisce invecchiando, delle ormai proverbiali sliding
doors. Ci si allontana coraggiosamente, anche a costo di risultare
meno vendibili, dalle atmosfere del tormentone Stranger Things, dalle trasposizioni
fedelissime che puntualmente fanno flop, dallo scrittore tutto
spauracchi che solo un profano si aspetta su carta. Le vie e i
sentieri che si diramano, gli incroci, sono potenzialmente
inesauribili. La serie Hulu non imbocca sempre quelli giusti, ma
neppure i più scontati. Se ne va spesso a tentoni, nel bosco, fra
multiversi e maledizioni, e nel suo smarrirsi scopre luoghi bizzarri
nonché svolte dall'impensata bellezza lirica. E insieme a
quest'ibrido degno di interesse, così, realizziamo strada facendo, al
buio, che tutte le strade portano a casa. In una Castle Rock
insolita, ma che intanto ti fa primo cittadino e suo prigioniero. (7)
Gli
acquazzoni, il tè delle cinque, i ritorni che in fondo aspettavi. L'arrivo
dell'autunno porta a domicilio piccole gioie irrinunciabili e
appuntamenti fissi. Quest'anno, in attesa che i palinsesti americani
riprendano a pieno regime, si è ripartiti con dolcezza, dalla
famiglia Gardner. Non una delle sorprese più clamorose dello scorso
anno, non lo nego, eppure produzione così quotidiana, così spontanea, che era
stato un piacere accettarne gli inviti a pranzo e cena per
condividerne la leggerezza e i dispiaceri. Si parlava, da titolo, di
Sam: l'annunciato atipico dei quattro. Diciassette anni, poche parole
e tanti sbalzi d'umore, una forma d'autismo ad alto funzionamento che
lo rendeva poco ferrato in materia di adolescenza e ragazze,
moltissimo invece se di mezzo c'erano pinguini da adottare a
distanza o ghiacciai a rischio di scioglimento. Ci si affezionava a lui – a sorpresa, non il più
problematico del nucleo domestico, nonostante le bizzarrie a fantasia
–, e soprattutto a chi gli stava accanto, con il difficile compito
di essere assennato e paziente; di far bene. Cose impossibili, si
sa: nelle famiglie di ogni dove non esiste né perfezione apparente né
tregua. Dopo il rinnovo, eccoli lì, proprio dove li avevamo
lasciati: mamma Jennifer Jason Leigh, reduce da una relazione
fedifraga smascherata in fretta, è invitata di malo modo ad andare
altrove ma intanto cerca il perdono di tutti; papà Michael Rapaport,
con quel tradimento che ancora brucia nell'orgoglio, si distrae
sposando pienamente la causa del figlio maggiore ma la fatica del
multitasking pesa sia sul fisico che sui nervi; Brigitte Lundy-Paine,
sorella brillante e ambiziosa, cambia scuola e forse gusti sessuali,
se un'avvenente coetanea le dà da pensare. E poi c'è l'ottimo Keir
Gilchrist: in una relazione da definire, quasi diplomato, innamorato
non corrisposto di una terapeuta dagli occhi a mandorla in attesa di
un neonato fuori programma. Meno egocentrico, più adulto, il
protagonista conferma ancora una volta la propria magia: la capacità
inconsapevole di rendere strane e importanti, intense, le esistenze
che sfiora. Naturale proseguimento della prima stagione, senza grandi
intoppi né forzature, Atypical ha dalla sua, questa volta, un'accentuata dimensione corale che funziona e diverte
grazie a comprimari caratterizzati tutti con lo stesso piglio ironico,
tutti con lo stesso cuore d'oro. In un prosieguo che non è il più
atipico che avresti potuto immaginare, ma il più corretto.
(7)
Castle Rock ce l'ho in lista per il recupero. Sono curiosa di vedere una serie che omaggia King invece di adattarlo, dato che ricordo alcuni degli adattamenti trashissimi fatti nel corso degli anni, e forse è meglio puntare su qualcosa di diverso XD
RispondiEliminaAtypical invece l'ho già vista, e non posso farci niente... per quanti difetti abbia mi rilassa tantissimo :)
Castle Rock non all'altezza delle aspettative iniziali, ma comunque degna di interesse. Imperfetta, ma coraggiosa a modo suo. Anche se qualche citazione, come mi diceva la Bolla sotto, l'ho persa anche io.
EliminaAtypical sempre una gioia, poco da dire, poco da recensire.
Ti sei perso la "citazione" più importante, quella che tu definisci farina del sacco di J.J. ma che, in realtà, affonda nella saga più complessa (e imperfetta) di King, quella della Torre Nera: le campanelle della Contezza, alias la voce di Dio, quella che permette di scivolare in altri mondi e in altri luoghi, cosa che è successa ai due Henry.
RispondiEliminaNon male come serie ma nemmeno entusiasmante quanto avrei sperato, a parte quei due splendidi gioielli di episodi che citi. E pi, cristo, perché sprecare così Terry Quinn??
Purtroppo della Torre Nera ho letto solo i primi due capitoli, e una decina di anni fa. Abrams, dato il tema, si sarà comunque sentito a suo agio.
EliminaQuinn, secondo me, rispunta. Non hanno neppure trovato la testa, occhio...
Ti confesso che Castle Rock pur da fan della prima ora del Re, l'ho abbandonata alla fine del secondo episodio.
RispondiEliminaTroppo nebulosa per i miei gusti.
Proverò comunque a riprenderla, prima o poi.
Forse, in molti casi, è proprio l'essere fan un problema. Almeno io, ho trovato una Castle Rock un po' diversa, e ci ho messo un po' a sentirmi a mio agio. In ogni caso, ti consiglio di riprenderla: il settimo episodio, anche se scollegato dal resto, è un gioiello di scrittura e recitazione.
EliminaAtypical vista e apprezzata, perfetta o imperfetta che sia a me scalda il cuore.
RispondiEliminaCastle Rock non ancora... ma ogni giorno aumenta la mia voglia di entrare nel mondo di King, non posso continuare ad avere questa lacuna!
Potresti prenderla come un mystery a sé, indipendentemente da King. Anche se la lacuna va colmata, come hai fatto a non leggerne uno neanche per caso? 😁
EliminaPer Castle Rock devo aspettare la visione condivisa con il giovine, che il Re lo conosce un po' di più mentre io perderò connessioni e citazioni... sarà un bene o un male?
RispondiEliminaAtypical ci fa compagnia per cena questa settimana, e già dai primi episodi è stato come tornare a casa :)
Ti guiderà il Giovine, allora, anche se non c'è il rischio di perdersi: ha i suoi difetti, ma scorre bene.
EliminaAnch'io ho avuto i Gardner a cena per qualche giorno, ovviamente, e che piacere... 😊
Castle Rock mi ispira tantissimo, appena ho un po' di tempo, mi decido a cominciarlo :)
RispondiEliminaBuona visione!
EliminaDi Atypical mi manca già la prima stagione ma conto di recuperarlo appena possibile!
RispondiEliminaCastle Rock è il prossimo della lista da iniziare. Le tue impressioni mi fanno ben sperare: inizialmente avevo paura si trattasse dell'ennesimo clone di Stranger Things - che già deve molto a King - poi quando ho iniziato a leggere di salti/paradossi temporali ho iniziato a pensare a Dark. Incrocio le dita e premo play, ci si riaggiorna a fine visione ;)
Ah, Dark: dovrei recuperarlo!
EliminaMi dirai tu, più in là, se il paragone calza? 😁
castle rock l'avevo persa, e dark ce l'ho in lista.. atypical sento sempre pareri positivi ma come per this is us proprio non riesco a inziarla. o non è il momento o chi lo sa!
RispondiEliminaPosso capire This is us, che richiede impegno (emotivo) e tanto fazzoletti, ma Atypical la si segue bene e senza sforzi. Castle Rock, da kinghiana quale sei, mi stupisco non la abbia ancora vista!
EliminaCastle Rock per me è inguardabile. Giusto un kinghiano doc può esaltare tanto una roba tanto soporifera e priva d'interesse ahahah ;)
RispondiEliminaAtypical invece è sempre bello. La seconda stagione parte in sordina, un po' troppo sulla scia di quanto successo nella prima, però poi cresce bene e gli ultimi episodi me li sono binge-watchati con piacere.
Il bue che dice cornuto all'asilo... Anzi, a Maniac!
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