mercoledì 6 giugno 2018

I ♥ Telefilm: Il miracolo | La mafia uccide solo d'estate S02

Ai microfoni di Fazio, ai tempi dell'uscita di Anna, parlava di una crisi che gli dava da penare. Affermazione che, da fan scopertosi tale appena qualche estate prima, semplicemente atterriva: dall'ultimo romanzo sono infatti passati già tre anni. La vena creativa di Niccolò Ammaniti, chiariamolo subito, sta benissimo: lo dimostra Il miracolo. Una serie Sky in cui Ammaniti scrive, produce e in parte dirige. Un'idea vincente che ripaga, rielaborando tematiche care all'autore romano. Ha di che sbizzarrirsi, infatti, tra sprazzi di puro delirio lynchiano (il cameo di nostra Signora Bellucci, santa con aureola e tentacoli in fondo al mare; draghetti acquatici che spingono i bambini a disobbedire; incubi pulp con uomini-pane vittime di cannibalismo o first lady malate di sesso) e momenti toccanti in cui ritorna l'umanesimo tutto laico di Come Dio comanda. Si parte dal ritrovamento di una statua: una Madonnina che piange lacrime di sangue, nel covo di un boss della 'ndrangheta. Non c'è trucco e non c'è inganno, i test parlano chiaro, ma l'Italia in fermento non è ancora pronta al prodigio: così ha stabilito il premier di un ottimo Caprino, che si divide tra l'imminenza di un referendum, due figli affidati a una tata inquietante, l'insoddisfazione di un'intensa Lietti in crisi coniugale. Attorno a loro orbitano il sacerdote corrotto di Tommaso Ragno, pronto a rinnovare l'amore di gioventù per la svampita Indovina e la fede nell'Altissimo; Alba Rohrwacher, biologa prigioniera di una mamma inferma; il generale Sergio Albelli, con una genitrice che convola a nozze in tarda età e una task forse da guidare. Lo si capisce presto: che il fantastico, come nel meno originale The Place, è un pretesto per riflettere e scoprirsi uniti. Tutto appare uguale a prima, eppure niente sarà più lo stesso. L'Italia medita di uscire dall'Europa; sotto una cupola di vetro un gruppo ristretto di fedeli canta per una nuova venuta; altrove la clonazione non è fantascienza, ma realtà, e nella Calabria più malavitosa si resta fedelissimi all'occhio per occhio, dente per dente. Ci si riscopre, ci si confessa, ci si innamora da capo. Si viaggia soli, e per mete lontane. Si viene a patti con il dolore, e allora non esistono interventi divini che possano salvarci. La Madonna, intanto, sta lì e piange. Ferma nel silenzio imperscrutabile del suo segreto. In una piscina vuota, sfitta, sotto i fucili spianati di militari che fan da custodi. Perché piange? Com'è arrivata lì? Cosa vuole dirci? Il miracolo, thriller esistenzialista audace e irrisolto, lo si segue con la curiosità alle stelle, una certa confusione e i sensi bene attenti a cogliere le suggestioni sorrentiniane di qualche movimento di macchina, la bellezza di una colonna sonora che canta The House of the Rising Sun ai funerali e rende inquietante perfino Jimmy Fontana. È un mondo che gira questo, come ricorda la sigla anni Sessanta, e di tanto in tanto lo fa un po' a vuoto. Affascina sempre, tuttavia: con i suoi enigmi, le cui spiegazioni sono rimandate a data da destinarsi, e la magica puntualità dei suoi moti millenari. (7)

Prima film d'esordio dal piglio inaspettato, poi sceneggiato televisivo finito a sorpresa nel meglio di quell'annata, la cronaca di una famiglia simile alle nostre raccontava il peggio della storia d'Italia con contagiosa leggerezza. Un po' come con i Pearson – la loro versione americana, glamour, ma non per questo superiore –, dei Giammarresi cominciavo a sentire la mancanza. Per fortuna rieccoli: proprio dove li avevamo lasciati, nella formazione di sempre. Gli anni Settanta hanno ceduto il passo agli Ottanta. Nel bene e nel male, si respira aria di cambiamento. Papà Claudio Gioè è entrato alla Regione, dopo tanto sgomitare, ma un connaturato senso di giustizia e una collega a sua immagine e somiglianza lo fanno dubitare. Mamma Anna Foglietta, supplente vita natural durante, ha ottenuto la cattedra: fa del suo meglio, ma non sa confessare una tremenda verità, ha avuto infatti bisogno della raccomandazione. Mentre il piccolo Salvatore si strugge al solito di domande esistenziali e amore – crescere gli ha fatto bene: i ricci e gli occhi chiari lo fanno somigliare a uno Chalamet in erba –, sua sorella Angela è protagonista di un cambiamento che commuove: studentessa che non ha mai brillato, è alle prese con una pancia che cresce ed ex hippie che ritornano. Lo scapestrato zio Scianna, faccendiere di Buscetta, spassosissimo ma affatto saggio, si improvvisa discografico, poligamo, contrabbandiere e poi se ne pente. Con la bella stagione, da titolo, arrivano purtroppo i morti illustri: ricordiamo Piersanti Mattarella e Gaetano Costa. Alla prima parte, più intensa e riuscita, ne segue una seconda un po' sfilacciata, con virate forti, rovesci di fortuna e sottotrame – quella degli amici dell'irritante Salvatore su tutte – accantonate per fare spazio agli scontri tra palermitani e corleonesi, alle esigenze della cronaca nera. Servono eroi, ma a che prezzo? I Giammarresi così sperimentano il politicamente scorretto e le scorciatoie impreviste; fanno carte false, ma a fin di bene; cambiano idea su tutto e tutti, e poi ci ricascano. Crescono, cambiano senza tradirsi mai e qualche perdonabile sbavatura osano mostrarcela, nell'arco dei dodici episodi, a patto che non siano crepe preoccupanti. Gli attori sono perfetti. La regia di Luca Ribuoli è un bijoux – ricordiamo l'avanzata finale del cast, sul modello del dipinto di Pellizza da Volpedo. La mafia uccide solo d'estate ha gli equilibri della commedia all'italiana. E si conferma una chicca di peso, d'altri tempi, che suggerisce ci sia un buon motivo per pagare il canone Rai e, di giovedì sera, riposta la snobberia, riaccendere in sincrono cuore, testa e tivù. (7,5)

15 commenti:

  1. De La mafia uccide solo d'estate avevo adorato la stagione precedente, questa purtroppo l'ho persa in toto, le serie televisive IN TV non riesco a seguirle visto che ho solo ritagli di tempo. Spero di recuperarla su Rai Play, sempre che non la tolgano prima di riuscire.

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    1. Su Ray Play (sempre sia lodato) la trovi fino a quando vuoi. Anch'io l'ho seguita in differita, eccezione fatta per la puntata finale (iniziata alle ventidue, per colpa di Bruno Vespa).

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  2. Mi mancano gli ultimi tre episodi di Il Miracolo (in programma per questa sera). Avrei voluto leggere la recensione a visione ultimata, ma non ho resistito. La curiosità è così tanta che sono quasi tentata di leggere spoiler qua e là (la Bellucci ad esempio non l'avevo ancora incontrata :P ). Pienamente d'accordo con te su tutto *_*

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    1. Mi dispiace per l'anticipazione, Sara, ma giuro che la Bellucci è una comparsa assurda e fugace.
      Fammi sapere, poi, se anche tu aspetti con curiosità un'eventuale seconda stagione.

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    2. Ma no, l'avevo già vista nel cast su Wiki quindi niente anticipazione tranquillo ;)
      Ho apprezzato eccome, l'intera serie, sigla compresa. Attendo la seconda stagione anche se con timore!

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  3. ero indecisa su Il miracolo ma dopo la tua recensione mi sa che gli do una possibilità c.c

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    1. Vai, Saya. Ammaniti è sempre roba per noi, anche in TV.

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  4. Confermi anche tu che la seria de "La Mafia..." non era una brutta idea come pensavo, e mi metti la pulce per un bel recupero come si deve. Devo smetterla di snobbare la Rai, lo so.

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    1. Il Cannibale si concede molte più produzioni Rai, quindi potrà assicurarti meglio di me che a sorpresa spesso meritano.
      I Giammaresi sono certo che li adoreresti, impossibile il contario. :)

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    2. Quest'anno però sono meno Rai del solito. Per ora mi sono visto solo Romanzo famigliare (caruccio) e basta. Un po' sprecato, 'sto canone. :)

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    3. Vedi? Quello lo volevo vedere anch'io (quant'è bella la Puccini).

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  5. Da Fan della prima ora di Ammaniti conto di recuperare la serie, sperando riprenda anche a scrivere con solerzia ( e con risultati migliori dei suoi ultimi lavori.
    Riguardo Pif mi sono fermato al primo film, che comunque non mi dispiacque ( anche se le parti con loro adulti le trovai un filino " meh" ).

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    1. Gli ultimi lavori, tralasciando Anna che comunque mi era piaciuto, mi mancano. Per fortuna? Alla scrittura, da quel che leggevo, al momento non troppo ci pensa, ama troppo le modalità del lavoro di gruppo, ma chissà, magari mi sbaglio o si sbaglia lui...

      Verissimo, La mafia (film) perdeva tanto nella seconda parte. Per fortuna, qui, altra storia, Pif che non recita e attori bravissimi, che non a caso sono sempre i soliti nei film di casa nostra (ma la Foglietta vorrei vederla ovunque, anche alle poste, se fosse per me). ;)

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  6. Con Il miracolo sono fermo a metà delle puntate, ma finora mi è sembrata una vaccata, più che altro... :)
    I deliry lynchiani se non li fa Lynch rischiano solo di scadere nel ridicolo, e a tratti è questo il caso. Anche perché ultimamente pure se li fa Lynch non sempre c'azzecca.
    Mi pare che ci sia la voglia di stupire a tutti i costi, più che della vera sostanza, ma magari i prossimi episodi (se li vedrò) mi faranno cambiare idea.

    La prima stagione de La mafia uccide solo d'estate m'era sembrata carina. Forse anche un po' troppo carina e abbastanza innocua, considerando la materia trattata. Se questa volta i Giammaresi sono più politicamente scorretti potrebbero diventare più interessanti, ma per il momento non ho sentito così tanto la loro mancanza...

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    1. Vai avanti, perché succede il contrario. Ammaniti smette di sorprendere, di cercare stranezze e miracoli, e la serie (nel suo essere inspiegabile) si rivela meno delirante e più umana. Bravi, gli italiani.

      Questi Giammarresi che cedono alle raccomandazioni e alle tentazioni, nonostante qualche puntata centrale un po' diluita, ti faranno ricredere.

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