| Fiori
sopra l'inferno, di
Ilaria Tuti. Longanesi, € 16,90, pp. 366 |
Un
paese di montagna, terra di confine. La neve che, col suo gelo,
preserva i corpi e i segreti. Il candore mette in risalto il sangue
copioso di un crimine violento. Un uomo ammazzato – gli occhi
strappati a mani nude, un inquietante fantoccio a pochi
passi – porta l'antiquata Travenì ad aprirsi alla città, allo
straniero, affinché non succeda ancora. Gli interessi di un paese
che vive di poco, di turismo soprattutto, tremano di paura. Quelli, e
le lunghe bugie di chi si è nascosto ora nella consolazione della
fede, ora nel profondo della foresta per non essere smascherato.
Lassù, ad alta quota, perenni sanno essere certe nevi. Perenni sanno
essere certi misteri, che il tempo trasforma poi in leggenda. Aperte
le porte alla morte, tocca accettare sull'uscio di casa la presenza
indiscreta di Teresa Battaglia. Sessant'anni mal portati, il corpo
stanco per l'insulina, una mente che all'improvviso prende a
dimenticare nomi e dettagli, ma che ha paura di fare diagnosi fatali. Il commissario che non ha il physique du
role conquista per questo: la minaccia dell'oblio, un fisico
e un carattere tutto storture. Una nuova leva, Marini, non a caso la
scambia a prima vista per una testimone oculare. Fa l'errore di
sottovalutarla. La sua vita professionale, fra battute sardoniche e
occhiatacce, diventerà un piccolo calvario in un'indagine spesa
fianco a fianco. Su un assassino seriale che strappa alle vittime i
cinque sensi. Su un passato, un mutismo, che nel provincialismo
generano mostri. Su una sbirra che, con le unghie e con i denti, difende e cela il proprio orgoglio; la propria dolcezza.
Forse
loro vedono il mondo meglio di noi. Vedono l'inferno che abbiamo
sotto i piedi, mentre noi contempliamo i fiori che crescono sul
terreno.
Il
segreto del successo della giovane Ilaria Tuti – allieva degli
intrecci di Carrisi (Travenì come Avechot) e delle belle
pagine di Zilahy (la ricercatezza dello stile), nonché ultimo acquisto della premiata ditta
Longanesi – non è certamente da ricercare nella novità del soggetto. Nel romanzo sono tre le vicende che si
intrecciano. Abbiamo gli orrori autentici di una scuola austriaca –
un edificio di spifferi e porte chiuse a doppia mandata, uscito quasi da
una storia di fantasmi – in cui, nei primi anni Settanta, si
credeva a una cattiva educazione per bambini cattivi; i piccoli amici
di un borgo di peccati e peccatori, gli unici realmente innocenti,
che come i Perdenti di Stephen King si fanno scudo contro le
disattenzioni delle rispettive famiglie e gli sguardi di un gigante
bestiale che, ai margini della natura, ne spia i gesti e le parole; le ricerche delle forze dell'ordine, infine, all'alba della suggestiva
festa di San Nicola (la avevamo già vista nel thriller
italiano In fondo al bosco, che sempre di montagne,
sempre di oscurità parlava: i cittadini vestiti da Krampus, l'illuminazione al bando). A legarle: una protagonista che crede in
Freud, nelle statistiche, e un assassino che sfugge a qualsiasi classificazione – senza un preciso modus operandi, a volte sadico,
altre sorprendentemente misericordioso, scrive dal niente una nuova
pagina del Profiling italiano.
La
criminologia è un'arte. L'arte di imparare a scrutare cose che uno
come te neanche intravede. Ma non è magia: è interpretazione. E'
probabilità, statistica. Mai certezza.
Sull'esordiente
friulana pesano la fama dei best-seller annunciati, le pubblicità
dei romanzi contesi ancor prima dell'uscita. Grandi responsabilità
non disattese in partenza, però, per via delle nostre grandi aspettative.
Battuta di caccia scritta forse meglio di quanto sia stata
pianificata, Fiori sopra l'inferno si fa apprezzare
ma senza brividi e senza vertigini. A convincere, infatti, è più
l'umano che il mostruoso. Uno sguardo sensibile, tutto al femminile, che
ci regala scorci pittorici, personaggi sfumati e un'eroina
fragilissima con il destino di martire, di guerriera, in un cognome
che parla.
L'apertura delle piste sciistiche semina il discontento in quella Travenì che vorrebbe preservarsi bella e primitiva. I fastidi dell'andirivieni, la concitazione generale, spingono cervi e cacciatori oltre i limiti.
D'inverno, il male arriva a valle. Sarà la primavera, forse, a restituire la speranza di fiori nuovi. Di Ilaria Tuti, autrice in boccio, vedremo allora meglio i germogli con il secondo romanzo. Con il primo sole.
L'apertura delle piste sciistiche semina il discontento in quella Travenì che vorrebbe preservarsi bella e primitiva. I fastidi dell'andirivieni, la concitazione generale, spingono cervi e cacciatori oltre i limiti.
D'inverno, il male arriva a valle. Sarà la primavera, forse, a restituire la speranza di fiori nuovi. Di Ilaria Tuti, autrice in boccio, vedremo allora meglio i germogli con il secondo romanzo. Con il primo sole.
Il
mio voto: ★★★½
Il
mio consiglio musicale: Negramaro – Fino all'imbrunire
Ecco, tu hai scritto in modo ben più chiaro del mio, quello che penso su questo romanzo: elegante nelle descrizioni, umano nei personaggi, ma un po' fragile nella trama. Bravo! (come sempre).
RispondiEliminaTi ringrazio, Tessa! :*
EliminaPresto ti chiederò consiglio su qualche autore italiano, visto che voglio provare a diventare un po' nazionalista e liberarmi dalla mia propensione all'esterofilia.
RispondiEliminaQuando vuoi! ;)
EliminaNon vedo l'ora di conoscere Teresa Battaglia! E' sicuramente un personaggio che incuriosisce. Ho letto molti pareri positivi su questo romanzo e apprendo, dalla tua dettagliata recensione,che la giovane scrittrice è allieva degli intrecci di Carrisi. Io adoro Carrisi, amerò anche i thriller firmati Ilaria Tuti? Lo scoprirò presto :)
RispondiEliminaIl Carrisi della Ragazza nella nebbia, diciamo così: a onor del vero, quello che meno ho preferito. Però la Battaglia, sì, ti conquisterà. :)
EliminaCaspita che recensione ragazzo! Bella - non che altre siano da meno -
RispondiEliminaAnche Daniela mi ha parlato di Teresa Battaglia e mi piacerebbe fare la sua conoscenza , vedremo! Un abbraccio
Ti ringrazio, Baba!
EliminaUn abbraccio a te. :)
Come sempre sai dire le cose in una maniera unica!
RispondiEliminaHo grandi aspettatative su Teresa Battaglia per il futuro e ovviamente su Ilaria.
E la canzone... *_*
Grazie, Dany!
EliminaI gialli d'ambientazione montanara mi sa che non fanno per me. A meno che non ci sia Rocco Schiavone ad indagare... :)
RispondiEliminaCon Teresa andrebbe d'accordo, scommetto. Bel tipetto. :)
EliminaAspettiamo con ansia il prossimo romanzo per ulteriore conferma!
RispondiEliminaBella recensione, come sempre d'altronde ;)
Stefi
Grazie, Stefi!
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