giovedì 23 agosto 2018

I ♥ Telefilm: Insatiable | UnREAL S04

In sovrappeso, seguita a ruota da una migliore amica dai dubbi gusti sessuali, figlia di una mamma single che per lavoro sforna burritos e di un padre dall'identità segreta, Patty, diciassette anni e sentirsene cento, è il ritratto dell'impopolarità in un'età – in un Paese – che pretenderebbe bellezza, valori tradizionali, modelli vincenti. Chi poteva immaginarlo che l'ennesima prepotenza – il pugno di un barbone rissoso – avesse dei pregi? Dimagrita di trenta chili durante la convalescenza, più avvenente ma non per questo più felice, la liceale punta alla vendetta. Adesso vuole vincere, anche a costo di umiliare o allontanare gli altri. Soltanto così può andare oltre il famigerato soprannome di Maiale Patty. Rimpiazzandolo, magari, con una nuova reputazione: anche pessima. Sete di sangue e fame di vendetta portano la semisconosciuta Debby Ryan a incrociare così la strada di Dallas Roberts, irresistibile cinquantenne in crisi d'identità – ufficialmente avvocato ma, a porte chiuse, consulente di bellezza nell'occhio del ciclone –, che si barcamena fra le arringhe e i pettegolezzi, la moglie Alyssa Milano e il rivale brillante di un Christopher Gorham che più invecchia, più si fa bello. Boicottato per presunto fat shamingInsatiable è l'anti-Tredici per eccellenza: commedia adolescenziale di nero vestita che scherza sullo stupro, sull'aborto e la sessualità, sui chili in più, con sommo disappunto di chi non apprezza il grottesco o l'umorismo caustico. A ben vedere, però, il dente avvelenato è pura apparenza: ecco la morale, sempre (ben) nascosta dietro l'ennesimo sfottò alle serie TV a tesi, al perbenismo medio-borghese, a cacce alle streghe in nome del politicamente corretto che di questi tempi fanno più male che bene. Cattiva Patty, che per tutta l'adolescenza ha covato tra sé e sé una rabbia ferocissima, o forse gli altri? I comportamenti diseducativi dell'ex bruttina, comunque eternamente sulla difensiva, smascherano infatti l'opportunismo di nemici convertiti in amanti. Si parte dalle aule di tribunale del pilot, per poi muoversi fra concorsi di bellezza e aule scolastiche: la stessa giungla spietata. Insatiable, ho constatato con un po' di sorpresa, non ha la struttura della comedy che ci si aspetterebbe: quei quaranta minuti, giudicati troppi all'inizio, si rivelano utili invece per seguire le vicende di amici, mentori e figuranti, tutti ugualmente indispensabili – e, sempre con un po' di sorpresa, tocca scoprire strada facendo quanto gli intrighi degli adulti divertano più di quelli dei giovanissimi del cast. La scrittura, per quanto spassosa, non è purtroppo il punto forte: va incontro a qualche problema con personaggi che troppo in fretta passano da buoni a cattivi, dall'ira al pentimento insincero; svolte e situazioni a dir poco sopra le righe, con attori ridotti a macchiette caricaturali per amore della risata facile; contaminazioni con l'horror o con le soap opera che mancano tuttavia del candore sincero di un Jane The Virgin. Deliziosamente perfido, questo guilty pleasure al sangue pizzica il palato con personaggi al limite – dell'immoralità, del buon gusto – e battute senza peli sulla lingua che scontenteranno i buonisti. Se la scorrettezza con me vince facile, minaccia sul fronte opposto di far perdere iscrizioni in casa Netflix: probabilmente non rivedremo Insatiable, da sacrificare sull'altare delle future cancellazioni, e me ne dispiaccio. Morale della favola? La vendetta dà la bulimia. Ma la mia insaziabile fame di trash, intanto, è stata per fortuna parzialmente placata. (6,5)

Dopo l'affannoso trascinarsi della stagione precedente, inatteso e in sordina torna per la quarta volta UnREAL. Il proposito di non proseguire: accantonato senza ripensamenti alla notizia che all'indomani di questo nuovo arco di episodi – otto, e non dieci come da patti – non ce ne sarebbero stati altri. Accorciata, cancellata, la serie scritta dall'acclamata Marti Noxon – autrice in questo stesso palinsesto del soporifero Sharp Objects – era stata infatti salvata da Hulu, e da Hulu messa in streaming per un binge watching conclusivo. Lasciati da parte i toni delle passate puntate, più moraliste e per questo, forse, inadatte a chi sin dall'inizio domandava intrattenimento senza tabù, Everlasting – fittizio programma d'incontri sulla scia del nostro Temptation's Island – riscopre fieramente il trash e la crudeltà. Che gli spettatori armati di un altro po' di pazienza, perciò, si preparino a un'edizione stellare. Shiri Appleby e Constance Zimmer, all'apparenza complici e manipolatrici come ai tempi d'oro, hanno chiamato all'appello vecchi concorrenti affinché a nessuno venisse negato il lieto fine. Tra questi, un ballerino bisessuale e tossicodipendente, con un programma tutto suo in uscita e le peggiori intenzioni di rovinarsi gambe e reputazione; una giovane vittima di stupro che in gara ritrova proprio il suo assalitore, ben lontano dall'abbandonare il suo spregevole vizietto; una spogliarellista, un'intrusa, che nella sorpresa generale dà al femminismo un nuovo volto. Se Quinn, incinta contro ogni pronostico, a tratti si addolcisce in nome dell'istinto materno, è una Rachel bionda e spregiudicata a far sembrare quisquiglie gli scorsi misfatti: totalmente fuori controllo, fa concorrenza alle partecipanti, facendo perdere il conto degli amanti e degli errori. È lei la vera nemica delle ragazze in gara, e soprattutto di sé stessa. Per un lungo tratto, dunque, riaccogliamo a braccia aperte il black humour, i piani machiavellici, gli sgambetti che infrangono legge e buon gusto. Cosa vuol saperne la coscienza, infatti, se lo share parla chiaro? Troppo presto, però, per cantare vittoria. E ci si mette purtroppo di mezzo quel finale affrettato, imperdonabilmente tarallucci e vino, all'insegna della solidarietà – e dell'incoerenza – femminile. Più che una brusca virata, si fa allora retromarcia. Quando, date le premesse, il redivivo UnREAL poteva ambire in extremis persino a superarsi. (6)

13 commenti:

  1. Ero in dubbio se leggerti oggi perché sono ancora ai primi episodi di Insatiable quindi non volevo farmi influenzare. Vedremo più avanti cosa mi sembra ma per ora mi è piaciuto!

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  2. Anche tu caduto nel vortice di Insatiable? XD No scherzo, probabilmente lo vedrò anch'io solo per unirmi al coro! :*

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    1. La aspettavo prima che diventasse polemica, guarda. 😅

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  3. Insatiable non mi attira per nulla, anche se Netflix continua a consigliarmelo ogni cinque minuti :/

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    1. Amando il genere, da Heathers a Meangirls, io invece la aspettavo con curiosità. E ho trovato quello che cercavo, né più né meno.

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  4. Insatiable è il mio attuale guilty pleasure.
    Pur con i suoi difetti e i suoi momenti trash (anzi, grazie anche a quelli) per me siamo quasi dalle parti del capolavoro. :)

    UnREAL altro guilty pleasure supremo degli ultimi anni. Il finale non è stato proprio il massimo, ma va beh, glielo si perdona per tutto l'intrattenimento kitsch che ci ha regalato.

    Sharp Objects soporifero???
    Ma che stai a dì? :D

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    1. Piango, dando già Insatiable per morto. Per fortuna ho Jane The Virgin, io, ma mi mancheranno i Bob. ❤️
      Sharp Objects sopravvalitatissimo, preparati a essere contrariato dal mio post: torrida e seriosa soap opera, con telecamera a mano insopportabile e una Adams catatonica.

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  5. Voglio la seconda di Insatiaaable!!

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    1. Chissà, incrociamo le dita e preghiamo il dio del trash. ;)

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  6. Con i guilty pleasure sono sempre tentata, ma visto che parli di cancellazione non so se andare di recupero o meno.
    Con UnReal ho sbuffato come non mai, ne parlerò, ma è stata fin troppo trash questa conclusione.

    Copio/incollo:
    Sharp Objects soporifero???
    Ma che stai a dì? :D

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  7. Ma è noiosissimaaa. Una trama da poco (non mi aveva convinto neanche il romanzo) spalmata in otto ore, che sono troppe. Hanno battuto il ferro di BLL finché era caldo...

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  8. unreal devo inziarla da zero ma senza fretta, mentre insatiabile ero molto tentata per il no, poi tu mi menzioni meansgirl e ciaone la voglio vedere!XD

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