Buongiorno a tutti, amici miei! Non sono sempre presente come un tempo, ma,
statene certi, ci sono: in questo weekend – di ritorno a casa –
prometto che tornerò a rompervi le scatole per bene. Oggi, vista la
cancellazione della lezione di storia del cinema, ho portato a
termine il romanzo che avevo il lettura e ho scritto questi pensieri
per voi. Quando si parla di new adult è un dilemma continuo: la
recensione sarà positiva o negativa? Io ve lo dico: è positiva,
come lo è stata quella di Uno splendido disastro. Se non vi è
piaciuto il primo, credo che nemmeno questo romanzo farà per voi,
almeno che non abbiate uno spirito sadico e sanguinario! Altrimenti,
ve lo consiglio. Soprattutto se avete bisogno di una lettura che vi
coccoli un po'. Un bacione e a prestissimo, M.
Un
giorno ti innamorerai, figliolo. Non accontentarti di una ragazza
qualsiasi. Scegli quella che hai difficoltà a conquistare, quella
per cui devi lottare e non smettere mai di combattere. Non smettere
mai di combattere per ciò che vuoi.
Titolo:
Il mio disastro sei tu
Autrice:
Jamie McGuire
Editore:
Garzanti
Numero
di pagine: 363
Prezzo:
€ 16,40
Data
di pubblicazione: 17 Ottobre 2013
Sinossi:
Travis
Maddox è solo un bambino quando sua madre, ormai con un filo di
voce, gli lascia queste ultime parole. Parole che Travis conserva
come un tesoro prezioso. Adesso Travis ha vent’anni e non conosce
l’amore. Conosce le donne e sa che in molte sarebbero disposte a
tutto per un suo bacio. Eppure nessuna di loro ha mai conquistato il
suo cuore. Provare dei sentimenti significa diventare vulnerabili. E
Travis ha scelto di essere un guerriero. Finché un giorno i suoi
occhi scuri non incontrano quelli grigi di Abby Abernathy. E
l’armatura di ghiaccio che si è scolpito intorno al cuore si
scioglie come neve al sole. Abby è diversa da tutte le ragazze con
cui è sempre uscito. Cardigan abbottonato, occhi bassi, taciturna. E
soprattutto apparentemente per niente interessata a lui. Ma Travis
riesce a vedere dietro il suo sorriso e la sua aria innocente quello
che nessuno sembra notare. Un’ombra, un segreto che Abby non riesce
a rivelare a nessuno, ma che pesa come un macigno. Solo lui può
aiutarla a liberarsene, solo lui possiede le armi per proteggerla.
L’ultima battaglia di Travis Maddox sta per cominciare e la posta
in palio è troppo importante per potervi rinunciare. Solo
combattendo insieme Abby e Travis potranno dare una casa al loro
cuore sempre in fuga…
La recensione
“Avevo deciso da tempo che avrei sfruttato gli avvoltoi finché non fosse comparsa una colomba. Una creatura che non divora nessuno, che vive la sua vita senza distruggerti per soddisfare i propri bisogni e i propri egoismi: coraggiosa e comunicativa, intelligente, bella e dolce, in cerca di un compagno con cui trascorrere l'intera esistenza. Irragiungibile finché non ha motivo di fidarsi di te.” Raramente mi è capitato di rileggere lo stesso libro nel corso degli anni. Mai, ancora più che raramente, mi è capitato di rileggere lo stesso libro nel corso di un anno solo. Ho una memoria piuttosto buona e tendo a tenere a mente i dettagli essenziali. L'importante. Odio ritrovarmi a leggere ancora gli stessi discorsi, detesto saper anticipare le singole scene con la puntualità di un orologio svizzero, m'innervosisce da matti l'idea di conoscere già in anticipo l'epilogo. Soprattutto quando si parla di gialli. E i due romanzi di Jamie McGuire, apparentemente legati al filone del new adult, cos'altro sono se non due gialli; due misteri in piena regola? La scorsa primavera, Uno splendido disastro si era rivelato un sorprendente caso editoriale. Di sorprendente c'era solo il successo incredibile che aveva riscosso, grazie al più contagioso dei passaparola. Tutti ne hanno parlato e tutti hanno voluto leggerlo, almeno per provare. Per criticarlo, come previsto dal prevedibile copione del recensore cinico e spietato, e, talora, anche per applaudirlo. Non ci sono spiegazioni per le tante chiacchiere e per la troppa pubblicità senza fine.
Non ci sono vere motivazioni, a mio parere, per le tante critiche, che hanno fatto di Uno splendido disastro un romanzo di cui parlare male per forza, al pari delle Sfumature, dei romanzi di Fabio Volo e di altri libri scritti per vendere – come se la cosa fosse un crimine federale e lo scopo principale di ogni autore di best-seller fosse quello di lasciar marcire il suo manoscritto in un cassetto, nell'anonimato, anziché darlo alle stampe. A pochi mesi dell'uscita del primo, la Garzanti ha portato da noi Il mio disastro sei tu, facendo la gioia di molti lettori e l'ira di altrettanti che, da secoli, aspettano che tante serie a loro care giungano giustamente a conclusione. Io non so quanto si sentisse realmente il bisogno di questo romanzo e quando sia stata brillante l'idea dell'autrice di pubblicarlo subito, anziché aspettare qualche anno per aumentare la curiosità e l'attesa dei suoi fan. So che è stato scritto, probabilmente, per motivi puramente economici e che, anche se arricchito da un punto di vista diverso, racconta la stessa identica storia del primo volume: una storia che già conoscevo e che ancora ricordavo. Ma, in tutto ciò, non so, invece, perché Il mio disastro sei tu – così come l'altro disastro che l'ha preceduto – mi sia piaciuto così tanto. Altro mistero... La risposta plausibile è una, o almeno credo: come cantava Paul McCartney, la gente non è ancora stanca di sciocche canzoni d'amore. Non è mai stanca, e mai lo sarà. Travis e Abby sono la fonte d'ispirazione di una di quelle canzonette in rima per l'estate: una di quelle di cui ho imparato il ritornello a furia di sentirle passare alla radio e che, ogni tanto, protetto dalla fedele segretezza delle mie cuffiette, ascolto e riascolto volentieri, senza vergogna. Per ritrovare il sorriso. Per il bisogno egoistico di stare un po' meglio al mondo. Avevo letto il primo romanzo in un momento no; in uno dei tanti e onnipresenti miei momenti no. E, grazie o a causa dell'inquietante simmetria del destino, mi sono trovato tra le mani Walking Disaster in un weekend di completa, totale solitudine universitaria. Come per magia, mi sono sentito meno triste, meno solo, meno tutto. E' stato inaspettatamente rassicurante, per una volta, leggere due volte la stessa storia. Rincontrare gli stessi volti, riassistere agli stessi baci e alle stesse discussioni, prendere gli stessi pugni in faccia e farsi spaccare ancora un po' un cuore già ulcerato dalla stessa catastrofe col gardigan e gli occhi grigi, che il protagonista – un ventenne con le spalle e l'anima più ampie della media – ha ribatezzato teneramente Pigeon dal primo istante. Travis Maddox, già cuore pulsante del primo romanzo, si racconta e ci racconta la storia del suo primo e ultimo grande amore. Quello che l'ha portato ad ubriacarsi e a piangere come un bambino abbandonato, a fare a botte e a dar vita a esagerati momenti di esagerata gelosia. A riempire la sua stanza asettica di fotoricordo sparse e il suo letto di una ragazza da custodire come un tesoro prezioso, dal tramonto all'alba, dal lunedì alla domenica, per tutta la vita che verrà. Nel primo romanzo era lui a essere raccontato e, anche se visto dagli occhi della volubile e dolcemente complicata Abby, avevo colto il suo mondo a colpo d'occhio. Travis era una persona che, nella vita di tutti i giorni, non mi sarebbe mai piaciuta, ma, nel corso della lettura, inaspettata come la neve ad agosto, era giunta l'illuminazione. Perché, in verità, io l'avevo capito, nonostante tutto. E, in questo Il mio disastro sei tu, l'ho scoperto ancora più vicino a me; ancora una volta, nonostante tutto.
Le nostre voci, fondendosi, risultavano più simili del previsto e i nostri pensieri, tante volte, combaciavano, incastrandosi a formare la parte di un insostituibile tutt'uno. I pensieri sono più semplici e immediati: noi ragazzi non amiamo troppo i giri di parole. Le emozioni, tuttavia, sono più intense e viscerali: noi ragazzi – ben nascosti sotto le antenne dell'articolato cromosoma Y – possediamo strane cose, misteriose e imprevedibili, chiamate “sentimenti”; ci affezioniamo di più, e più in fretta. Amiamo anche chi ci abbraccia e ci insulta a fasi alterne, sì. Ho trovato tanta tenerezza in Travis, romantico e delicato nonostante le nocche livide e gli attacchi incontenibili di gelosia. L'autrice, nelle prime pagine, fotografa da vicino il suo dolore, in presa diretta, e descrive l'attaccamente per una famiglia tutta al maschile, l'amicizia e il cameratismo con il simpatico Shelpley, il rimpianto verso l'unica donna che non è riuscito a mantenere con sé, la ricerca di un colomba bianca in un mare di avvoltoi egoisti, famelici, spietati. Il tono è colloquiale, giocoso, spontaneo, melenso nemmeno un po'. E' proprio di una commedia romantica che è già cult, con gli occhi puntati al passato e lo sguardo rivolto altrove, verso il futuro di una vita tinta di rosa felicità. I romanzi di Jamie McGuire non saranno senza tempo, ma sono fuori tempo. Fuori dal tempo. Sembrano appartenere a una generazione fa: figli di troppe proiezioni private di Ufficiale Gentiluomo, Top Gun e Amore senza fine, di gite al cinema in compagnia di Animal House, di estenuanti letture di Love Story, di corse in moto, a fari spenti nella notte, e scene d'amore scandite dalle musiche dei Police, dei Rolling Stones, dei Berlin. Alcuni userebbero l'aggettivo “tamarro”, io preferisco “vintage”.
L'epilogo, di questo come del precedente, potrebbe risultare frettoloso, stupido ed improbabile: è perché è l'amore, ai giorni nostri, a essere considerato frettoloso, stupido e improbabile di per sé. La generazione dei nostri genitori – la stessa di cui parlavo – è la dimostrazione che non è esattamente così. Noi siamo la dimostrazione concreta di quella forma d'amore. Forse sarò credulone io, ma all'amore di Abby e Travis ci ho creduto. Anche se non incontravo una ragazza così spietata e spaccacuori dalla Sole di 500 Giorni insieme. Anche se Travis, nella vita vera, sarebbe uno di quei tipi assurdi con gli occhiali da sole anche di notte, con un bel nome del cavolo tra parentesi su Facebook e, nei nostri anni peggiori, ci avrebbe preso puntualmente in giro. La vita, però, non è bella come un romanzo e loro, così presuntuosi e orgogliosi, descritti da una prosa semplicissima e lucida, risultano bellissimi: una bellissima coppia improbabile. I ragazzi acqua e sapone in copertina, che colgono l'oggi nell'attimo appassionato e fugace di un bacio offerto alla macchina fotografica. Il mio disastro sei tu non brilla per nessun motivo in particolare. Non scandalizza gratuitamente come la duologia di Abbi Glines, non si avvale di uno stile particolarmente memorabile, non sconvolge, ma le sue quasi 400 pagine – pagine che, nelle linee generali, già conoscevo – non mi hanno dato un attimo di noia o di tregua. Il motivo non lo conosco, ma alla fine, come una persona più intelligente e grande di me ha scritto, all'amore non si chiede perché; esente da questa domanda anche l'alchimia. Il mio disastro sei tu non sarà di certo il romanzo più bello di questo 2013, ma se ci fosse una categoria speciale, dedicata alla migliore coppia, ai migliori baci, ai migliori addii, Travis e la sua Pigeon sarebbero ai primi posti. Forse, tra un mese o un anno, rivedrei i punti salentieti di questa recensione, ne modificherei il tono e il linguaggio, eliminerei una stellina dalla generosissima valutazione complessiva. Ma questo è quello che mi sono sentito di scrivere adesso. Questo è quello che sento. Non infierite... o fatelo pure! Chissene... Io sono felice. E la felicità porta fortuna. In fondo, credo che non ci sia niente di più bello che chiudere un libro con il sorriso ancora sulle labbra. Uno dei tanti lati positivi di queste silly love songs, o forse no? “Forse ero solo io. Forse eravamo solo noi due. Forse insieme costituivamo un'entità instabile, pronta a implodere o ad amalgamarsi. A ogni modo, quando l'avevo conosciuta la mia vita si era rivoluzionata e non volevo fosse altrimenti.”
Il mio voto: ★★★★
“Avevo deciso da tempo che avrei sfruttato gli avvoltoi finché non fosse comparsa una colomba. Una creatura che non divora nessuno, che vive la sua vita senza distruggerti per soddisfare i propri bisogni e i propri egoismi: coraggiosa e comunicativa, intelligente, bella e dolce, in cerca di un compagno con cui trascorrere l'intera esistenza. Irragiungibile finché non ha motivo di fidarsi di te.” Raramente mi è capitato di rileggere lo stesso libro nel corso degli anni. Mai, ancora più che raramente, mi è capitato di rileggere lo stesso libro nel corso di un anno solo. Ho una memoria piuttosto buona e tendo a tenere a mente i dettagli essenziali. L'importante. Odio ritrovarmi a leggere ancora gli stessi discorsi, detesto saper anticipare le singole scene con la puntualità di un orologio svizzero, m'innervosisce da matti l'idea di conoscere già in anticipo l'epilogo. Soprattutto quando si parla di gialli. E i due romanzi di Jamie McGuire, apparentemente legati al filone del new adult, cos'altro sono se non due gialli; due misteri in piena regola? La scorsa primavera, Uno splendido disastro si era rivelato un sorprendente caso editoriale. Di sorprendente c'era solo il successo incredibile che aveva riscosso, grazie al più contagioso dei passaparola. Tutti ne hanno parlato e tutti hanno voluto leggerlo, almeno per provare. Per criticarlo, come previsto dal prevedibile copione del recensore cinico e spietato, e, talora, anche per applaudirlo. Non ci sono spiegazioni per le tante chiacchiere e per la troppa pubblicità senza fine.
Non ci sono vere motivazioni, a mio parere, per le tante critiche, che hanno fatto di Uno splendido disastro un romanzo di cui parlare male per forza, al pari delle Sfumature, dei romanzi di Fabio Volo e di altri libri scritti per vendere – come se la cosa fosse un crimine federale e lo scopo principale di ogni autore di best-seller fosse quello di lasciar marcire il suo manoscritto in un cassetto, nell'anonimato, anziché darlo alle stampe. A pochi mesi dell'uscita del primo, la Garzanti ha portato da noi Il mio disastro sei tu, facendo la gioia di molti lettori e l'ira di altrettanti che, da secoli, aspettano che tante serie a loro care giungano giustamente a conclusione. Io non so quanto si sentisse realmente il bisogno di questo romanzo e quando sia stata brillante l'idea dell'autrice di pubblicarlo subito, anziché aspettare qualche anno per aumentare la curiosità e l'attesa dei suoi fan. So che è stato scritto, probabilmente, per motivi puramente economici e che, anche se arricchito da un punto di vista diverso, racconta la stessa identica storia del primo volume: una storia che già conoscevo e che ancora ricordavo. Ma, in tutto ciò, non so, invece, perché Il mio disastro sei tu – così come l'altro disastro che l'ha preceduto – mi sia piaciuto così tanto. Altro mistero... La risposta plausibile è una, o almeno credo: come cantava Paul McCartney, la gente non è ancora stanca di sciocche canzoni d'amore. Non è mai stanca, e mai lo sarà. Travis e Abby sono la fonte d'ispirazione di una di quelle canzonette in rima per l'estate: una di quelle di cui ho imparato il ritornello a furia di sentirle passare alla radio e che, ogni tanto, protetto dalla fedele segretezza delle mie cuffiette, ascolto e riascolto volentieri, senza vergogna. Per ritrovare il sorriso. Per il bisogno egoistico di stare un po' meglio al mondo. Avevo letto il primo romanzo in un momento no; in uno dei tanti e onnipresenti miei momenti no. E, grazie o a causa dell'inquietante simmetria del destino, mi sono trovato tra le mani Walking Disaster in un weekend di completa, totale solitudine universitaria. Come per magia, mi sono sentito meno triste, meno solo, meno tutto. E' stato inaspettatamente rassicurante, per una volta, leggere due volte la stessa storia. Rincontrare gli stessi volti, riassistere agli stessi baci e alle stesse discussioni, prendere gli stessi pugni in faccia e farsi spaccare ancora un po' un cuore già ulcerato dalla stessa catastrofe col gardigan e gli occhi grigi, che il protagonista – un ventenne con le spalle e l'anima più ampie della media – ha ribatezzato teneramente Pigeon dal primo istante. Travis Maddox, già cuore pulsante del primo romanzo, si racconta e ci racconta la storia del suo primo e ultimo grande amore. Quello che l'ha portato ad ubriacarsi e a piangere come un bambino abbandonato, a fare a botte e a dar vita a esagerati momenti di esagerata gelosia. A riempire la sua stanza asettica di fotoricordo sparse e il suo letto di una ragazza da custodire come un tesoro prezioso, dal tramonto all'alba, dal lunedì alla domenica, per tutta la vita che verrà. Nel primo romanzo era lui a essere raccontato e, anche se visto dagli occhi della volubile e dolcemente complicata Abby, avevo colto il suo mondo a colpo d'occhio. Travis era una persona che, nella vita di tutti i giorni, non mi sarebbe mai piaciuta, ma, nel corso della lettura, inaspettata come la neve ad agosto, era giunta l'illuminazione. Perché, in verità, io l'avevo capito, nonostante tutto. E, in questo Il mio disastro sei tu, l'ho scoperto ancora più vicino a me; ancora una volta, nonostante tutto.
Le nostre voci, fondendosi, risultavano più simili del previsto e i nostri pensieri, tante volte, combaciavano, incastrandosi a formare la parte di un insostituibile tutt'uno. I pensieri sono più semplici e immediati: noi ragazzi non amiamo troppo i giri di parole. Le emozioni, tuttavia, sono più intense e viscerali: noi ragazzi – ben nascosti sotto le antenne dell'articolato cromosoma Y – possediamo strane cose, misteriose e imprevedibili, chiamate “sentimenti”; ci affezioniamo di più, e più in fretta. Amiamo anche chi ci abbraccia e ci insulta a fasi alterne, sì. Ho trovato tanta tenerezza in Travis, romantico e delicato nonostante le nocche livide e gli attacchi incontenibili di gelosia. L'autrice, nelle prime pagine, fotografa da vicino il suo dolore, in presa diretta, e descrive l'attaccamente per una famiglia tutta al maschile, l'amicizia e il cameratismo con il simpatico Shelpley, il rimpianto verso l'unica donna che non è riuscito a mantenere con sé, la ricerca di un colomba bianca in un mare di avvoltoi egoisti, famelici, spietati. Il tono è colloquiale, giocoso, spontaneo, melenso nemmeno un po'. E' proprio di una commedia romantica che è già cult, con gli occhi puntati al passato e lo sguardo rivolto altrove, verso il futuro di una vita tinta di rosa felicità. I romanzi di Jamie McGuire non saranno senza tempo, ma sono fuori tempo. Fuori dal tempo. Sembrano appartenere a una generazione fa: figli di troppe proiezioni private di Ufficiale Gentiluomo, Top Gun e Amore senza fine, di gite al cinema in compagnia di Animal House, di estenuanti letture di Love Story, di corse in moto, a fari spenti nella notte, e scene d'amore scandite dalle musiche dei Police, dei Rolling Stones, dei Berlin. Alcuni userebbero l'aggettivo “tamarro”, io preferisco “vintage”.
L'epilogo, di questo come del precedente, potrebbe risultare frettoloso, stupido ed improbabile: è perché è l'amore, ai giorni nostri, a essere considerato frettoloso, stupido e improbabile di per sé. La generazione dei nostri genitori – la stessa di cui parlavo – è la dimostrazione che non è esattamente così. Noi siamo la dimostrazione concreta di quella forma d'amore. Forse sarò credulone io, ma all'amore di Abby e Travis ci ho creduto. Anche se non incontravo una ragazza così spietata e spaccacuori dalla Sole di 500 Giorni insieme. Anche se Travis, nella vita vera, sarebbe uno di quei tipi assurdi con gli occhiali da sole anche di notte, con un bel nome del cavolo tra parentesi su Facebook e, nei nostri anni peggiori, ci avrebbe preso puntualmente in giro. La vita, però, non è bella come un romanzo e loro, così presuntuosi e orgogliosi, descritti da una prosa semplicissima e lucida, risultano bellissimi: una bellissima coppia improbabile. I ragazzi acqua e sapone in copertina, che colgono l'oggi nell'attimo appassionato e fugace di un bacio offerto alla macchina fotografica. Il mio disastro sei tu non brilla per nessun motivo in particolare. Non scandalizza gratuitamente come la duologia di Abbi Glines, non si avvale di uno stile particolarmente memorabile, non sconvolge, ma le sue quasi 400 pagine – pagine che, nelle linee generali, già conoscevo – non mi hanno dato un attimo di noia o di tregua. Il motivo non lo conosco, ma alla fine, come una persona più intelligente e grande di me ha scritto, all'amore non si chiede perché; esente da questa domanda anche l'alchimia. Il mio disastro sei tu non sarà di certo il romanzo più bello di questo 2013, ma se ci fosse una categoria speciale, dedicata alla migliore coppia, ai migliori baci, ai migliori addii, Travis e la sua Pigeon sarebbero ai primi posti. Forse, tra un mese o un anno, rivedrei i punti salentieti di questa recensione, ne modificherei il tono e il linguaggio, eliminerei una stellina dalla generosissima valutazione complessiva. Ma questo è quello che mi sono sentito di scrivere adesso. Questo è quello che sento. Non infierite... o fatelo pure! Chissene... Io sono felice. E la felicità porta fortuna. In fondo, credo che non ci sia niente di più bello che chiudere un libro con il sorriso ancora sulle labbra. Uno dei tanti lati positivi di queste silly love songs, o forse no? “Forse ero solo io. Forse eravamo solo noi due. Forse insieme costituivamo un'entità instabile, pronta a implodere o ad amalgamarsi. A ogni modo, quando l'avevo conosciuta la mia vita si era rivoluzionata e non volevo fosse altrimenti.”
Il mio voto: ★★★★
Il
mio consiglio musicale: P!nk feat. Nate Ruess – Just Give Me a
Reason
Io ho adorato questo libro! Travis forever!
RispondiEliminaAh, Rosy, lui avrà sicuramente molte fan :P Attenta alla concorrenza, ahahahaha
EliminaE' un anti-eroe, meno "anti" del previsto, secondo me :)
E' una povera vittima di un piccione maledetto! oh!
EliminaMi sei mancato Mik!!!!!!!!! :*
RispondiEliminaAnche tu, Daniii *-*
EliminaSe non avessi letto il primo mi avresti convinto :P
RispondiEliminaBravo come sempre Mik!
Grazie, Silvia! Se ben ricordo, tu il primo non l'avevi poi tanto odiato.
EliminaTra qualche annetto, magari. Se non altro, qui, non dovrai sorbirti gli sproloqui melodrammatici di "Pigeon". Travis è più pragmatico e vivace, come narratore.
:)
Non l'ho odiato, ma nemmeno amato, soprattutto non ho amato lo stile dell'autrice, troppo elementare e poco convincente. I due protagonisti mi sembravano decisamente infantili, perché il loro mondo non viene sufficientemente analizzato, per cui leggere la stessa storia dal punto di vista di Travis non mi è interessato. Magari avrei dovuto leggere direttamente Il Mio Disastro Sei Tu saltando il primo! xD
EliminaL'ho letta e non letta perchè non voglio togliermi il piacere di leggerlo! Ti farò sapere presto il mio pensiero ^^
RispondiEliminaCi conto, Lù :) Alla fine non c'è proprio niente di nuovo, se non il capitolo iniziale e quello conclusivo, ma resta il piacere di una lettura carina carina.
EliminaBentornato, Mik. ^^
RispondiEliminaCredo di essere l'unica a non aver letto "Uno splendido disastro" e non credo leggerò il seguito. Sono passata solo per leggere la tua recensione, bella come sempre!
Spero che i professori smettano di farti saltare lezione, e alla prossima! :)
Grazie, Gisella! Che bello leggere questi vostri commenti :-D
EliminaTi ringrazio tanto per i complimenti. Per Uno Splendido Disastro vale un discorso tutto strano. Io l'ho trovato un libro molto convenzionale, uno di quei pochi romanzi sentimentali che mi concedo in un anno, ma non mi spiego tutte le solite e stancanti polemiche. E' normalissimo, è semplicissimo e - perché no - è anche banalissimo. Ma anche i libri di Nicholas Sparks, a volte, lo sono, soprattutto se c'è una parentesi romantica che riguarda i più giovani, come nel suo ultimo scritto. Dove sta la differenza, dico io? :) Alla prossima, sì. Un abbraccioooo
Da fanciulla di saldi principi (fin che non si parla di Nutella, allora ti vendo l'anima se serve), ho i brividi di repulsione quando sento parlare di questi libri. Ho letto il primo, piuttosto rapidamente e non nego che la storia ha modo suo, sul momento, mi abbia presa. Ma quando poi mi sono fermata a ripensarci, a riflettere sulla vicenda, mi è salita su una nausea pazzesca al pensiero che frotte di ragazzine con le idee piuttosto confuse dai bombardamenti mediatici cui siamo tutti sottoposti tra film, telefilm e cagate varie possano prendere la storia di Travis e Abby come un modello cui aspirare. Che una donna possa aver concepito un rapporto così malato, deviato e ossessivo spacciandolo per una vittoria totale. Che un ragazzo violento, con grossi problemi nella gestione della rabbia, uno stalker, uno che impedisce alla donna che ama di fare qualsiasi cosa perché non vuole, una persona con dei grossi problemi per tirare le somme non solo vada bene ma sia pure una cosa figa. Personalmente reputo il primo volume - il secondo, lo so già, non lo leggerò perché dubito un personaggio negativo come Travis possa redimersi nella cornice della stessa storia o che Abby risulti meno superficiale e vuota di quanto non sia - diseducativo e in una certa misura pericoloso per chiunque, per i più svariati motivi, si trovi a pendere dalle labbra di storielline scritte per vendere come sono appunto i libri di Volo, o le 50 sfumature. Ed è vero, neppure Sparks è questo genio di originalità ma mai in uno volume ho trovato personaggi tanto disturbanti come mi è successo con "Uno splendido disastro". Non voglio creare polemica, anzi... semmai un bel confronto sarebbe una costa stupenda soprattutto con te che hai una buonissima capacità di analisi e argomentazione, ma non ti sono mai saltate agli occhi queste cose?
RispondiEliminaGià che ci sono rubo l'occasione per farti i complimenti per il blog :) Lo leggo da un po' in silenzio e magari questa non è l'occasione migliore per aprir bocca però oh, è capitata così ;)
Ciao e benvenuta! No, figurati: quale polemica. Civilmente - come nel tuo caso - si può dire tutto. Ma io non ti do minimamente torto, sai? In giro per il blog, troverai anche la recensione del primo romanzo e, in quel caso come in questo, avevo messo in luce il fatto che tante cose fossero ripetitive ed improbabili e che, se fosse stata una storia vera, avrei consigliato a Travis di andare da uno psichiatra e all'odiosa Abby di rivolgersi alla polizia, per denunciare il prima possibile il più "romantico", modaiolo ed ossessivo degli stalker. Però, come ho spiegato, pur non sapendo nemmeno io perché, ho sorvolato su alcune cose, anche senza volerlo. E, diciamolo pure, il mio è stato un volo transoceanico e un altro po'! Io, come dico spesso, ho il dono di saper leggere il libro giusto al momento giusto. Ho letto questo romanzo, per quanto sia effettivamente breve, a singhiozzo e, passando giorni e giorni da un capitolo all'altro, tante cose fastidiose e noiosette non mi hanno poi disturbato così tanto, come invece avrebbero fatto in un'altra situazione. Personalmente, pur dandoti ragione, io non l'ho trovato poi così diseducativo, anche se credo che un'adolescente sana di mente non dovrebbe mai scambiare quello di Abby e Travis per l'amore per antonomasia. Lui è mosso da pulsioni sbagliate, è possessivo all'inverosimile, ma - avendo all'incirca la sua stessa età, anche se a distinguerci sono la mia ciccia e i suoi muscoli: dettagli! - certe cose le ho capite. Se a un ragazzo di vent'anni togli un po' di rabbia è finita: il suo mondo va a rotoli. Ho trovato bello il fatto che lui - sempre incazzatissimo con tutto e tutti e sempre pronto a "spiezzare in due" i suoi avversari - riuscisse a trovare pace accanto a una ragazza sbucata dal nulla, ancora più disastrata di lui. Quasi fosse la sua oasi di serenità. Ho trovato bello, inoltre, che, in mezzo a tanta violenza, lui sapesse riservare un pizzico d'amore solo per lei. Anche se - e lo ripeto - tutto il resto è sbagliato, sì. Leggere la storia dal suo punto di vista non mi ha fatto vedere la storia da una prospettiva talmente innovativa che potrebbe piacere anche a te, ma ho letto che nei suoi gesti più folli non c'era violenza e urla che fossero destinate a Abby, nè giustifiche sul suo fare irascibile e, a tratti, villano. E', come si dice dalle mie parti, un "tarallo". E' così come lo vedi. Senza malizie e inganni: questo per due motivi, forse 1) sotto una scorza dura, si nasconde un bravo ragazzo; 2) la descrizione dei personaggi è scarsissima. Mi lascio il beneficio del dubbio! :) Meglio lui, però, che Mr Cinquanta Sfumature: "Io non faccio l'amore, io fotto senza pietà" non si poteva sentire. Quello, al limite, era offensivo. Soprattutto, il comportamento del protagonista di E.L James era preoccupantemente simile a quello dell'aguzzino in "Nell'angolo più buio", un thriller splendido che ti consiglio e su cui, immagino, concorderemo, per una volta. PS. Scusa eventuali ripetizioni e refusi! Sono al cellulare, connesso con la rete della facoltà. A risentirti e buone letture. Un abbraccio.
EliminaBentornato!! Come procede la vita universitaria? Ho letto il primo romanzo della serie, e, benché all'inizio mi piacesse molto, dopo un po' la storia è diventata tremendamente ripetitiva e anche banalotta! Un vero peccato! :( non penso leggerò questo secondo romanzo, anche perché ho tantissime letture arretrate! :) a presto!
RispondiEliminaCiao Sofi! Procede tutto abbastanza bene: per ora, diciamo che non studio a tempo pieno, ecco. Anché perché molti mi hanno consigliato, essendoci gli esami a febbraio, di non studiare tutto tutto molto prima, altrimenti si finisce per fare una grande confusione, tra nomi e date. Già storia del cinema è uno "spasso", con tutti quei nomi in tedesco e in russo: io li ho scritti, eh... leggerli sarà il problema vero! In quanto al libro, se non ti ha convinto il primo, non ti consiglio questo seguito :)
EliminaCiao Mik, non ho letto i libri della McGuire ma la tua recensione mi ha emozionato. Come sempre con le parole sai toccare le corde dei nostri cuori. Spero lo studio non sia troppo faticoso, un abbraccio e a risentirci presto, la tua assenza si fà sentire...xoxo
RispondiEliminaCiao Dean! Ti ringrazio tanto. Certamente: mi farò sentire più spesso. Nel weekend, di ritorno a casa, cercherò di aggiornare il blog con un paio di post: quello sui film è già pronto ^^
EliminaAdoro la rubrica Mister Ciak!
EliminaCiao Mik :D Come sempre, bellissima recensione :)
RispondiEliminaCome te anch'io ho letto e amato Uno splendido disastro e, nonostante la storia nn possieda quasi nulla di nuovo e originale, mi ha colpito molto più di Uno splendido disastro. Mi ha permesso di rivalutare alcuni personaggi ke, con Uno splendido disastro, avevo considerato positivamente e, soprattutto, come la narrazione da parte del gigante Travis fosse, in effetti, un po' più spigliata di quella della sua Pigeon :D
E al di la di questo, anche x me Travis e la sua Pigeon sono da considerarsi come la miglior coppia dell'anno. Per gli innumerevoli baci, le dolci carezze e le tante belle emozioni, che la sua lettura riesce a sortire così bene.
E, proprio come te, i miei sentimenti al riguardo non sono stati poi molto differenti. Al termine della lettura, mi sentivo euforica. Strana. Felice. Provavo qualcosa ke, nemmeno io, riuscivo a spiegarmi. Qualcosa di così bello, inaspettato e insolito ke mai avrei voluto finisse...
Scusami x questo mio discorso lungo e forse un pò insensato.
Buona serata e buone letture :)
Ciao Gresi! Grazie mille per le tue parole, e buona serata a te :)
EliminaUn'altra bella recensione! Ha un dono per raccontarci i libri e quello che ti suscitano.
RispondiEliminaHo letto il primo libro, e nonostante tutto lo scetticismo d'ordinanza, mi è piaciuto. Non mi sono strappata i capelli e Travis non è e non sarà mai il mio uomo ideale, ma capisco la sensazione che ti ha lasciato. Per me è una pacata semplicità, un libro piacevole che mi ha tenuto compagnia. Non credo che leggerò 'la visione di Travis', non perché tu non mi abbia convinto (anzi), semplicemente perché mi piace quel pizzico di magia che resta nel lasciare il giusto mistero ai personaggi.
Grazie a te, Ale. Hai perfettamente ragione (:
EliminaOhhh io adoro quella canzone di Pink *__*
RispondiEliminaTornando al libro, il primo mi è piaciuto, il secondo sono a metà, ho dovuto interrompere per andare a Roma, ma ora lo riprendo.
Ho letto tantissime recensioni negative, ma nonostante tutto a me piacciono.
Ok Abby non è il massimo, Travis può sembrare violento. Ma quello che mi piace di questo libro che i personaggi non sono perfetti. E' stancante leggere sempre personaggi fatti con lo stesso stampo. Qui abbiamo qualcosa di diverso!
Ciao Mik, amico mio, non so davvero come mai non avessi ancora letto questa tua recensione (che, come potrai immaginare, aspettavo con ansia). E ti dico che, a prescindere dal fatto che il primo (e presumibilmente anche il secondo, dunque) sia una tamarrata tremenda scritta maluccio (e lo sia a prescindere dal fatto che possa piacere, come lo era "Tre metri sopra il cielo" ai miei tempi), capisco perfettamente il tuo discorso. Io a 16 anni avevo apprezzato lo spirito del primo libro di Moccia, ritenendolo un inno all'amore assoluto e alla cieca frenesia del sentimenti adolescenziali; e mi era piaciuto nonostante fosse oggettivamente un libro bruttino. Diciamo così, che Moccia dalla sua aveva avuto l'onestà intellettuale (oddio, sto difendendo Moccia...) di non illudere il suo pubblico con il "vissero felici e contenti" (non per niente il finale di 3msc è decisamente amaro), mentre nei disastri qui citati volano confetti come se piovesse. Per cui è anche per questo che questo romanzo mi irrita e non riesco a promuoverne neanche la "filosofia", per così dire. Anche perché, almeno secondo me, instilla negli adolescenti un'idea pervasiva di possesso che, sarà pure romantica, ma è anche al limite della morbosità, quando non dello stalking.
RispondiEliminaForse sarò troppo con i piedi per terra, ma questo libro (a prescindere dal contenuto, dalla forma, dagli stereotipi) non mi ha convinta soprattutto perché una relazione del genere non esercita nessuna attrattiva su di me: io un amore come quello di Abby e Travis non lo vorrei neanche morta. Forse sarò l'unica, ma dopo il finale del libro mi è venuto da pensare "casomai Abby decidesse un giorno di divorziare da Travis - cosa assolutamente da non escludere, vista la loro giovane età e il carattere esplosivo di lui - la povera Abby me la vedo già crivellata di pallottole sul marciapiedi davanti a casa".
Ciao bravo come sempre. Ho amato il libro. È stupendo, veramente :')
RispondiEliminaMa mi piacerebbe tanto leggere il seguito. Chissà se continuerà
Ciao una domanda quale leggo prima???
RispondiEliminaposso dire che ho amato questa recensione???? XD
RispondiEliminaè decisamente wow! complimenti... :P
Ciao volevo sapere se per leggere "il mio disastro sei tu" bisogna prima leggere "uno splendido disastro", l'ho comprato qualche giorno fa e ho scoperto dopo che era il secondo, si devono leggere in un ordine ben preciso o non sono collegati tra loro???
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