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Boy Erased. Vite cancellate, Garrard Conley. Black Coffee, €
15, pp. 336 |
Dall'omosessualità
si può guarire. Lo cantava Povia a Sanremo, ne sono fermamente
convinti i bigotti, impartiscono lezioni di virilità le scuole a
tema. Come se amare qualcuno uguale a te fosse un tumore allo stradio
terminale, un difetto alla vista, una slogatura: un accidente, un
malanno più o meno reversibile. Esistono istituti specializzati in
cui vieni perquisito nel dettaglio, schedato e dunque corretto: il
cellulare deve avere una cronologia immacolata; le tentazioni della
carne vanno scoraggiate inscenando i falsi funerali dei dissidenti; i
sensi di colpa e l'intolleranza sono nutriti a suon di preghiere.
Qualcuno abbassa la testa e impara ad apprezzare le donne, lo sport,
Dio. Qualcun altro, invece, non ce la fa: non restano che il suicidio
o, nella migliore delle ipotesi, la fuga. Non sto descrivendo una
distopia alla Margaret Atwood né parlando di un passato dimenticato.
Sono reduce piuttosto dalla lettura di Boy Erased.
Il dramma psicologico di un figlio dei miei tempi, nonostante appaia
davvero difficile crederlo, che a diciannove anni giocava a Halo,
leggeva Harry Potter,
scopriva la differenza fra l'amore e il sesso. Frequentava una
coetanea, Chloe, e a tratti pensava perfino di amarla. Ma durante il
primo anno di università sperimenta l'attrazione per David, bello e
prepotente, a riprova di tendenze omoerotiche da sempre intuite: ci
va a letto e l'esperienza con il ragazzo sbagliato lo segna in
negativo. È allora che finisce per confondere il sesso gay con lo
stupro. Glielo suggerisce il padre, pastore del profondo Sud dall'improvvisa vocazione. Glielo conferma il movimento ex-gay, presso il
quale si hanno due settimane iniziali per ritrovare la retta via.
Guardai
le fotografie incorniciate appese alle pareti del soggiorno, tutti i
volti sorridenti dei nostri famigliari che mi guardavano dall'alto,
la prozia Ellen quando era ancora giovane e ignara di tutto, e mi
dissi: Qualsiasi cosa. Farò qualsiasi cosa pur di cancellare questa
parte di me.
L'outing
ha ripercussioni pesantissime. Il giovane Garrard, pur di onorare il
padre e la madre, perde peso, amici e identità. Lui che sin da
bambino sognava di fare lo scrittore, così, si racconta – e si
ritrova – nella cronaca della sua silenziosa ribellione. Quante
maschere ha indossato in nome del quieto vivere? Prima l'avatar dei
giochi di ruolo online, poi la matricola di studente di Lettere,
infine la sessualità cancellata con spugna e sapone presso
l'organizzazione Love in Action. Cos'è di lui, che ha vissuto una
doppia vita senza preoccuparsi intanto di costruirsene una propria,
oggi? Ne viene fuori un resoconto freddo e distaccato, per
quanto ben scritto, a opera di un ventenne confuso e perennemente in
colpa. Un narratore poco amabile – spiace dirlo, ho fatto fatica a
empatizzare con il suo esagerato spirito di abnegazione –, che
tuttavia sa renderci partecipi di un clima di riconciliazione troppo
improntato a celebrare le sfumature della diversità per puntare il
dito contro i consulenti (non c'è, infatti, nessuno che lo obblighi)
o i genitori (un predicatore che vorrebbe tenere invano tutto sotto
controllo, una sosia di Dolly Parton confidente e gioviale). Colpa
mia se mi aspettavo qualcosa di diverso. Volevo commuovermi e
indignarmi, volevo il dramma viscerale: il romanzo più che il saggio
a tesi. Con Boy Erased non
c'è stata la proverbiale epifania: lettura impegnata, ma per me poco
coinvolgente, che ho trovato frammentaria e confusa nell'alternarsi
dei piani temporali. L'intolleranza altrui ha allontanato l'autore
dalla fede e dall'amore. Dieci anni dopo, qui, prova a rimettere
insieme i pezzi.
Alle
superiori avevo sprecato molte energie per evitare di farmi piacere
troppo i libri; temevo che delle storie coinvolgenti mi avrebbero
trasformato in un eretico, mi avrebbero fatto imboccare uno dei
sentieri empi in cui finivano regolarmente i personaggi che amavo.
Solo durante il mio primo e unico anno di università, in un ambiente
dove la lettura era incoraggiata, mi ero sentito davvero libero e per
poco non avevo dimenticato che cosa si provasse a sospettare del
potere di un libro.
L'emozione
arriva in ritardo e solo allora: scoprendo che il danno psicologico non
era irreversibile, che in fondo c'è speranza. Garrard Conley ha sì
un corredo genetico che a volte gli dà da pensare – il promemoria
di una prozia malata di mente, quando per molti le sue inclinazioni
altro non erano che i segni di un bipolarismo in fieri –, ma anche
un film di prossima uscita in cui lo impersonerà Lucas Hedges,
parenti illuminati che gli hanno rivelato che l'importante è essere
felici, un matrimonio solido alle spalle. Con un uomo. Basta il lieto
fine allora per perdonargli le parole di troppo e quel cuore, al
contrario, sfiorato a malapena; per fare mia una formula dei
dipendenti anonimi. Grazie per la condivisione, ti vogliamo bene.
Il
mio voto: ★★½
Il
mio consiglio musicale Troye Sivan & Jònsi – Revelation
Non sapevo ci fosse pure il romanzo, ma visto il cast, visto il tema, vado a colpo sicuro sul film. Fra i più attesi dei prossimi mesi.
RispondiEliminaAnche del film si parla tiepidamente, ma tra questo e Ben is Back ci si fida a occhi chiusi delle belle scelte del giovane Hedges.
EliminaUno di quei casi dove mi attira più il film del libro, e la tua recensione ha rafforzato la mia intenzione di limitarmi al cinema :)
RispondiEliminaIl film sarà sicuramente più romanzato, nel trailer ho notato che cambiano i nomi dei protagonisti per questioni di privacy e che è stata aggiunta anche una storia d'amore. E per fortuna!
EliminaUmh, la trama potebbe anche intrigare, specie la parte di storia all'interno dell'associazione correttiva, però ecco... se è come lo descrivi, no, non mi piacerebbe.
RispondiEliminaMoz-
Penso che andrà meglio con La diseducazione di Cameron Post: stesso tema, sempre prestato al cinema indie, ma più teen. Si spera, a questo punto, anche più di intrattenimento. 😉
EliminaNon sei il primo che leggo che ha provato quel senso di distacco e freddezza leggendo il libro - e anche io mi sento più attratta dal film in questo caso.
RispondiEliminaScommetto che lì il cuore non mancherà. In storie come questa, per me, è fondamentale. Tutto corretto, tutto scorrevole, ma fin troppo. E il groppo in gola?
EliminaE da Povia? Da Povia si può guarire? :)
RispondiEliminaPeccato per questa mezza bocciatura del libro. Il film in teoria promette bene e spero sia più emozionante e meno prevedibile. Non la solita opera costruita per sbancare gli Oscar...
Per Povia no, nessuna speranza.
EliminaIn quanto al film: emozionerà di più senz'altro, ma da quel che leggo arriverà meno lontano di quel che ci si potrebbe aspettare...
Avevo sentito parlare già in modo poco convinto di questo libro, ma non sapevo che sarebbe uscito il film, e quello pare promettere bene.
RispondiEliminaMagari se dopo il film mi torna la voglia di leggerlo, chissà...
Segnalo (e spuntalo, all'occorrenza) per fugare la tua curiosità, quando sarà. :)
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