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Il postino suona sempre due volte, di James M. Cain. Adelphi, €
9, pp. 122 |
Ha
suonato due volte, al cinema. La prima con John Garfield e Lana
Turner, l'altra con Jack Nicholson e Jessica Lange. Il postino –
anche se il titolo, da prendere non alla lettera, pare si riferisca
alla puntualità del destino secondo un proverbio –
portava i grandi divi, l'erotismo, il mistero. Ho aperto loro la
porta anni dopo. Facciamo quasi novanta, considerando che questi
amanti diabolici – con i loro misfatti, con la loro passionalità
feroce – scandalizzarono in principio l'America dei tardi anni
Trenta: galeotta la scoperta di James M. Cain che, lo scorso novembre
appena, mi aveva incantato con un ritratto femminile umano e
spregiudicato, a cavallo fra i generi e le generazioni. Il postino
suona sempre due volte, senz'altro più noto di Mildred Pierce, sembra portare i suoi anni peggio della bellissima
signora che seppe reinventarsi all'indomani della Grande Depressione
– scoprendosi ora imprenditrice di successo, ora pessima madre. La
trama la conoscete a grandi linee. Frank, autostoppista con la
strada come casa, fa tappa presso una taverna di provincia:
vigoroso e amichevole, scafato, trova presto lavoro come factotum. Ad
allettarlo, non tanto le offerte del proprietario – un generoso e
sfortunato immigrato greco – quanto le grazie della giovane moglie
di lui, Cora. Reginetta di bellezza che ha abbandonato l'Iowa
inseguendo la gloria, cacciandosi però nel vicolo cieco
di un matrimonio infelice. Nel nuovo arrivato, l'irrequieta casalinga
trova l'amore. Soprattutto, un complice. Per la perfetta relazione
clandestina, e per il delitto perfetto.
Ma
che cosa ci resta? Eravamo in cima ad una montagna. Eravamo così in
alto, Frank, quella notte! Non avrei mai creduto di poter sentire
nulla di così meraviglioso. Ci siamo baciati; e quel bacio aveva
saldato un patto, tra noi, che sarebbe dovuto durare eterno,
qualunque cosa accadesse. Nessun’altra coppia di amanti al mondo
poteva dire d’aver avuto altrettanto dalla sorte. E invece siamo
caduti. Tu per primo; poi io. Sì, siamo pari. Tutti e due quaggiù,
insieme. Non siamo più lassù, in alto. E la nostra bella montagna è
sparita.
Uccidere
un marito senza il senso degli affari, intascare i soldi della
solita assicurazione sulla vita, farla franca. Se la gatta ci
lascia lo zampino, però, non tutto va come da piano. Colpa di un
uomo che non vuole farsi ammazzare al primo tentativo, di una
giustizia che non ci crede, di un rapporto troppo morboso per
rimanere in piedi. Il crimine logora tutto, e Frank e Cora perdono di
vista il punto. Si sporcano, si pentono, si perdono, e se ne rendono
conto soltanto dopo. Legati a doppio nodo dalla stessa cosa che potrebbe dividerli. Lui vorrebbe fuggire
dai fantasmi di una notte di sangue, lei vorrebbe restare per
diventare finalmente qualcuno. Lacrime di coccodrillo, allora, su un
bene che vive di sesso riparatore e sbornie, del male fatto agli
altri. Sull'illusione di ammansirsi a vicenda. Duro e laconico, senza
fronzoli, Il postino suona sempre due volte ha
la dimensione del racconto e, per forza di cose, personaggi più
stilizzati – lui semplice faccendiere, lei femme fatale con qualche
guizzo di umanità. I moventi nudi e crudi del noir in bianco e nero, i risvolti
stucchevoli del mèlo.
L’amore,
quand’è mescolato alla paura, non è più amore. È odio.
Colpa di una parentesi giudiziaria cavillosissima, finita troppo
tarallucci e vino; dei troppi finali, e di quell'epilogo da tragedia
greca che gioca con le spirali di ricatti e false redenzioni, con il
karma, esagerando spesso. Può forse nascere un sogno d'amore da un
incubo?
Per rispondermi, al citofono ha suonato per la seconda volta James M. Cain. Senza purtroppo cogliere di soprassalto come in passato, senza rinnovare una sorpresa che mi figuravo senza tempo.
Per rispondermi, al citofono ha suonato per la seconda volta James M. Cain. Senza purtroppo cogliere di soprassalto come in passato, senza rinnovare una sorpresa che mi figuravo senza tempo.
Il
mio voto: ★★★
Il
mio consiglio musicale: No Doubt – It's My Life
prima o poi lo devo leggere questo libro, dato che è un classico ormai della letteratura ^_^
RispondiEliminaLettura per me non così memorabile, ma da fare, sì.
EliminaPer me un caso in cui la trasposizione cinematografica è più famosa del libro, di cui ignoravo l'esistenza. E ora il dubbio amletico è se colmare prima la lacuna cinematografica o quella letteraria :)
RispondiEliminaAmmetto che i film mi mancano.
EliminaForse avrò visto quello con la Lange, anni fa, o forse mi lascio suggestionare dalla fama della notissima scena d'amore sul tavolo della cucina. Insomma, le lacune ci sono anche da queste parti. :)