Secondo David Foster Wallace, tutte le storie d'amore sono storie di fantasmi. E quelle di famiglia, invece? Per la seconda estate consecutiva, mi sono regalato la lettura di un romanzo-mondo di Nathan Hill. Anche questa volta, un'epopea varia e giocosa, tentecolare e ambiziosissima, sulla vita vera e immaginaria di due generazioni a confronto. Senza sorprese, l'autore di Wellness fa ancora centro — anzi, lo aveva già fatto un decennio fa: Il nix è il suo esordio. Subito opzionato per una serie TV con Meryl Streep, purtroppo mai andata in porto, parte dall'aggressione all'aspirante presidente degli Stari Uniti. Cosa ha spinto una pensionata con un passato da sessantottina a lanciare sassi contro l'alter-ego di Trump?
Se non hai paura, non è un vero cambiamento.
A tentare di scrivere la biografia della terrorista di cui tutti parlano è Samuel, professore sull'orlo del licenziamento: Faye è la madre che l'ha abbandonato. È possibile perdonare ciò che scoprirà? O è proprio in quella conoscenza che si nasconde un’occasione di trasformazione? È così che il romanzo si apre, si espande, si moltiplica. Con invidiabile intelligenza, Hill ci guida tra linee temporali che si rincorrono, cambi di prospettiva, rimpianti a confronto. C’è l’infanzia di Samuel, segnata dall’incontro ambiguo con l'amico Bishop e dalla presenza di Bethany, la gemella violinista. C’è poi l’adolescenza di Faye, tra l’assassinio di Martin Luther King e un poligono sentimentale bruciato tra poesie di Ginsberg e lacrimogeni. Ma prima ancora c’è lui, nonno Frank: un immigrato norvegese che produce napalm, ma rimpiange una casa color salmone affacciata sui fiordi. È da lui che arriva la leggenda del titolo: il nix è uno spirito mutevole, che si manifesta sotto forma di ciò che desideri di più — ma solo per colpirti dove sei più vulnerabile.
Forse accanto al mondo reale c'era questa fantasia, quest'altra vita in cui aveva ereditato la fattoria color salmone. A volte queste fantasie possono essere più persuasive della vita vera, Faye lo sa. Una cosa non è necessario che accada perché sia vera.
Si viaggia dai videogiochi di ruolo ai libri-game, dai beatnik ai gamer, dal Vietnam all'Iraq. Ogni generazione ha il suo linguaggio, i suoi traumi, le sue rivoluzioni. Ma l'America di Hill, oggi, è un paese in cancrena, dove perfino la politica è un’operazione di marketing e il cinismo appare l’unica via di fuga. Eppure il suo è un debutto che vibra di rivoluzione, attraversato dalla consapevolezza che anche la rabbia, la disillusione, la paura siano scosse. Perché niente cambia senza crisi. E nessuna generazione si salva da sola.
Il mio consiglio musicale: The Beatles - Come Together
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